dia-letti
moderni
lucchesi (Nieri, 18),mentre
per altre zone della provin-cia di Lucca è attestata la variante sonora àiino(AGI
16, 430); allo stessomodo
si spiegano kuìt'cosi' e kuazi'quasi',forme
chesi trovano1Nelle parole dottelapronuncia sonoradijè causatadal fattochein Italiasettentrionalee inToscanasintervocalicanell'insegnamentodel latino viene pronunciata sonora{aiirsus, ntiter).
284 il. Consonantismo
ad
Apiro
inprovinciadiMacerata(SR
3, 131).Mediante
ilprocessodi palatalizzazionepotrà trovare lasua spiegazione anche la zche si trova inluogodisinmolteparoleimportatedalfrancese: cfr. peresempio iltoscano rugiada (piemontese ruzà, emiliano ruzè,
lombardo
ruzada a fianco della forma più frequente rusada)<frane, rosee, bugia (mil. bo-sia)chesiricollega all'anticofrancese boise'cattiveria'(cfr. § 286).Con
rugiada,bugia
(*bausia)
va ancheilcognome
Guinigi<long.Winisi;
cfr. anchel'ant.it.Tunigi
—
Tunisi.211.-s- intervocalica nelle altre regioni. Fuoridella
Toscana
lasi-tuazione linguistica è molto più chiara. I dialetti dell'Italia settentrio-nale inposizione
mediana
intervocalica conoscono soltanto s sonora-cfr. ilmilanese
mesada
'mesata', risoti, mìlanesa, spesa; il ligure naiu, fuiu; ilvenezianonaso, fuìo'-, conlasola eccezionedellas situatado-po
au,che rimane sorda: peresempio
in ligure, piemontese, lombardo, veneto e bolognese coj,tf<causa. Allo scopo di distinguere questa s dalla s sonora, il suono sordo viene scritto ss nell'ortografia tradizio-nale dei dialetti settentrionali (cossa), e tale suono viene pronunciatonell'Italia settentrionale
come
s semplice.La
-s finale prende del pari la pronuncia sonora(come
infrancese)quando
si trovadavanti aduna
vocale: per esempio in milanese dei
ann
'dieci anni'. I dialetti gallo-sicilianihanno
anch'essicome
regolas sonora: per esempio fus 'fuso', nès 'naso' (San Fratello), nas, vai, cusè 'accusare' (Piazza Armerina), jusu,nasu(Sperlinga); neidialetti gallo-italianidellazonadi Potenzala s sonoraoggi è ancora percettibile soltanto a Potenza, nellapronuncia delle persone più anziane (per esempio fute, nate, casa, rite, mssura), altrimenti è stata sostituita dallasorda(Tito,Picerno,ecc.).Anche
i par-laridellaCorsicaconoscono soltanto ssonora, perciò si dirànasu, casa, pisu 'pisello'(AC,
103 e 358).La
situazione cheabbiamo
incontrato nel toscanoletterariosiesten-de
nell'Italiacentrale indirezionesud fino aduna
lineacheva da Gros-seto, attraverso l'Umbria settentrionale e leMarche,
alla zona situata asuddiAncona:
ildialetto diAncona
presentagiàicaratteri della pro-nuncia tipica dell'Italia settentrionale {casa, /«io, péfa).A
sud di tale linea, tutta la rimanente partedella penisolaitaliana, inclusa la Sicilia,1
A
Pirano(Istria)inluogodi icompareB: peresempiokaSe,spola,misurolive, 79).San.
-s-intervocalica nellealtre regioni 285non
possiede in generaleches sorda, se si escludono alcune zonenella CalabriasettentrionaleenellaLucaniameridionale,dove
sintervocalica vienepronunciatasonora. In questezone si verifica anziuna
differenzarispetto allo stato di cose che
abbiamo
osservato nell'Italia settentrio-nale, e cioè qui viene pronunciata sonora anche la s in principio di pa-rola,quando
si trova fradue
vocali. Nella Calabria settentrionaleuna
talesituazione siincontra nei'casali'diCosenzae in
una
zona alquanto più estesaintorno allemontagne
della Sila,inoltre inalcune localitàsi-tuatenell'estremitànord-orientale dellaregione(Amendolara,Roseto):
in tuttiquesti parlarisì dicecaia,naku,casti 'cacio',mise 'mese',
u
sale'ilsale',asira'lasera'; nellaLucaniameridionaleilLausberg($ 186) ha registrato la sonoritàdella («che a direilvero
non
raggiungemai un
grado moltoelevato») aNova
Siri,Rotondella, Tursi, ColobraroeNoe-poli.
Quando
si verificano casi di pronunciadi s sonora al di fuori di queste zone (in certi dialetti siciliani, in alcune località della Lucania settentrionaleeoccidentale),si trattadicolonielinguisticheprovenienti dall'Italiasettentrionale(cfr. $202
)2.Come
già fu esposto nel § 210, s seguitoda una
i viene facilmente palatalizzata ins: cfr.inLiguria ko¥t'cosf;inRomagna
mii'mesi'; nelleMarche
misi, guasi 'quasi'; inAbruzzo
mite 'mesi', pajite 'paesi' (cfr.Merlo,
RIL 48,92
sgg.); in anticoaquilano misti'misi',crisci< crisi 'cre-detti', intisci 'intesi'; in gallo-siciliano(Nicosia)fosì'tu fossi', verSi 'ver-si',roìi'grossi',koH
'cosi',kreHSi'tu crescessi'.La
corrispondente sono-rasiincontra nelpiemonteseleina'lesina' (Valsesia), tuii'ragazzi'(< to-si),gìruiia'gelosia'(Ormea)
(Schadel, 44); nelligure lèiina'lesina',qua-li, mùztca; nelticineseainada'asinata'; nelgallo-siciliano(Nicosia)
me-zi 'mesi', famoli 'famosi', prikoloze 'pericolose', ngreii 'inglesi'; nelle
Marche
talvolta miii'mesi'.Questo fenomeno
si verificararamente da-vantioda
eado: peresempionellombardo
ruiada{>it.lett. rugiada) a fianco di rusada; nell'emilianomoroìa
'amorosa'.La
forma toscana va-getto 'caldaiadei tintori'sispiegacome
prestitodaun
vasèl'vasello',chesitrovanei parlariitalianisettentrionali.
Va
posto qui anche(daAthe-sis)il
nome
delfiumeAdige
{Adiie),anticotoscanoAdice (Dante).1 InSiciliala ssonorasiincontraanchein taluni dialetti ilcui substrato gallo-italianononera stato finora riconosciuto: per esempioaMonralbano(prov. Messina) naia,iuSu;a Caltagirone Ca-sina,baiuni(Cremona,yj).
A
questesiaggiunganoanchealtrelocalitàIparticolarmente nellazona orientale e sud-orientaledell'isola)chenonsonoesentidainflussiprovenientidall'Italia settenttio.naie (Buccheri,SanMichelediGanzeria, Valguarnera).
286 il. Consonantismo
212.Ricapitolazionecriticadellosviluppo deisuoniintervocalici-k-,
-p-, -t-, -s-in Toscana. L'opinione sostenuta
un tempo
dalMeyer-Liib-ke
(SS198
e 208),che inToscanaquestisuonirimangono
sordiquando
si trovano
dopo
la vocale tonica e viceversa diventano sonoriquando
lesono
davanti,non
ha potutopiùessere accettata dallaultimacriticafilo-logica1; e giàilBattistinella suatrattazione sullo sviluppodelle dentali (Beiheft
28
zurZRPh) ha
rifiutato la teoria degli accenti propostada Meyer-Lubke.
L'Ascoli aveva tentato didareun'altraspiegazioneai di-versirisultatichesiregistranointoscano(strada:cantato; ape : povero;lago :amica; naso :chieda), in quanto egli aveva reso responsabili dei vari esiti
(AGI
10, 91) talvolta lanatura delle vocalivicineaisuoniin questioneetalaltraÌdifferenti'casi'che avrebbero provocatodellediffe-renzenello sviluppo dei suoni stessi: cosiper esempioa
dovrebbe
aver favoritoil passaggioalla sonora(cfr.strada,ago)dicontro invece ama-rito, amico, rete; e cosi luogorisalirebbe ad
un
accusativo,mentre
fuo-co e giuoco dovrebbero continuare degli antichi nominativi (*focs,*jocs).
Una
similespiegazionedellaquestionenon può
esserepresasul serio,edelresto'ègià statarevocataindubbioda
Schuchardt (LB, 1887, 19) eda
Meyer-Liibke(ZRPh
11, 284).Di
contro a questedue
teorie,entrambe
cosìpoco
valide,siè andatasempre
piùaffermandola convin-zioneche inToscana
isuoni sordi rappresentino ilrisultato indigeno e popolare,mentre
g,d, v,s tradisconoinflussiprovenientidall'Italia set-tentrionaleo
dai parlari gallo-romanzi: questa opinione è stata soste-nutaperlaprimavolta dalPiericonun
corredopiuttosto seriodi argo-mentimolto
validi(AGI
15, 369-89; inoltreSR
4, 167-87), e negli ultimi tempisiè dichiarato risolutamentea favoreditalepunto
divista ancheilBartoli(cfr.«
AttidellaR.Accademia
delleScienze diTorino», 75,40
sgg.); l'autore della presente«Grammatica»,
da parte sua,ha sempre
sostenuto questa teoria (cfr. Rohlfs, Strutt-, 16; Rohlfs, in Ja-berg, Don., 35). IlMerlo
e il Bottiglioni sono di tutt'altraopinione:secondo loro la « corrente toscana schietta» sarebbe rappresentata da ago,lago,luogo, spada, scudo,riva, stiva,mentreleparoleche
contengo-no
suonisordi sarebberoda
considerare latinismi(Merlo,RLR
9, 189);«ilcontinuatore toscanodella sordalatina...è
una
sonora» (Merlo,ID
1 Un ultimotentativo fattoda).Briichper difendere questatesiinuna formaunpo' modifi-cata(RF6;,436sg.)nonriesceadessereconvincente.
$212. Ricapitolazionecriticadellosviluppodi -k-,-p-,-t-,-s- inToscana 287 9, 18); cfr. anche Bottiglioni,
RLR
9, 273.Noi
riteniamo che questa opinione siaassolutamente fuori del giusto: se fossecome
diconoloro, bisognerebbeconsiderarelatinismi dico,fico, ortica,formica, amico, ni-pote, aceto, dito, maturo, sete,siepe, capo, ape,cipolla, mese,pietroso, ecidovremmo
diconseguenza aspettare che lo sviluppo schiettamente toscanosuonassedigo,figo,ortiga,formiga,amigo,ntvode, agedo, dido,maduro,
sede, sieve,cavo, ave,civolla, mese,pietroso; secondoilpunto di vista di Merlo, anche la stessa flessioneverbale, conlesue desinenze basate su consonanti sorde {sapete, potuto, cantato, finivate), sarebbe rimastacompletamente
latineggiante, ecome
sviluppo schiettamente toscanocisaremmo
dovuti aspettare savede,podudo,
cantado,finivade:per l'appunto queste desinenzeverbali, che in tuttala
Romania hanno
seguitouno
sviluppo popolare, mostranosenzatema
di smentitaqualè lo sviluppo indigeno delleforme
toscane. Se la teoria diMerlo
fosse giusta, sidovrebbero assumerecome
svilupponormale
perla Toscana, per essere congruenti, anche noge, voge, croge, page, diegt, dige, cuo-gere,mentre
noce, voce, croce,pace, dieci, dice e cuocere sarebbero da considerareaddirittura dei latinismi!Inappoggioalnostro
punto
divistapuò
essereaggiuntaancora un'al-traconsiderazione: losviluppodik
>g,t>d,p
>b
( >v)è validoper l'in-teraRomania
occidentale (provenz.atniga,roda,saber): questosvilupposi
può
qualificarecome
caratteristico della Galloromania, e anzi,ulti-mamente
si è persino tentato di ricercare le cause di questo sviluppo stessonel sostrato celtico(cfr.A.
Tovar,«Estudio
sobrelas primitivas lenguas hispanicas»,Buenos
Aires 1949, 127 sgg.; A. Martinet, «Lan-guage» 28, 192-217).Quanto
si èdettomostra chiaramente chein To-scanag,d
e v possonoessere considerati soltantocome un
«fenomeno
d'invasione».Il
punto
di vista inbaseal quale si sostiene cheleparole cong,d, v e fnon
siano indigene della Toscana è suffragato in molti casi orada
questa orada
quellaprova chene
attestala verosimiglianza: leforme
dell'antico italiano
drudo
epruovo
sono senza alcun dubbio dei pre-stiti; lido, laguna, nievo riconducono chiaramente aforme
dell'Italia settentrionale; riva, cavo e coverta 'ponte della nave' saranno parole provenienti dallegrandi repubbliche marinare,di controalle corrispon-dentiforme
indigeneripa, capo, coperta;un
termine marinaresco è an-che scóvolo 'spazzola per cannoni' (=
triest. scóvolo 'piccola scopa');rugiada è del pari
un
imprestito dalla lingua letteraria, di contro alla288 li. Consonantismo
forma
indigena toscana guazza;congedo
e medagliaprovengono
dal francese (<metallea); all'italiano letterariomudare
corrispondemu-tare nei dialetti popolari toscani; padella, scudella, povero, arrivare e covertapossonoconsiderarsicasi tipici diparoleche
da un
determinato centro si sono diffusefino in Sicilia.Di
contro a segare, sbadigliare e aguzzaresihanno
leparoleditipopiùpopolare(ochealmeno un tempo
furono più popolari) serrare, alare e ammolare; laparola pegola, usatada
Dante, proviene dall'Italia settentrionale (cfr.AIS,
210) e anche badile èuna
tipica parola settentrionale, che si è molto diffusa in To-scana. Il toscano agopuò
risentire l'influssodel settentrionale aguglta (cfr. ilderivato gugliata inToscana). Imprestitidalla Francia,penetrati inItaliaattraversoilprovenzale(cfr.inprovenzaleespaza, guizar,meza-gliadicontro alle
forme
indigene balada, nodo),sonospada,medesimo,
podestà, guidare, medaglia2.Nei
molti altri casi rimanenti, bisognerà presumere chegiàin epoca predantescasi siano avuti degli influssi lin-guisticidiuna
certa consistenza provenienti dall'Italia settentrionale, 1quali
devono
avereesercitatoil loroeffetto sullalingualetterariatosca-na
chesi andavaalloraformando
a poco apoco: attraverso un'influenza avolteculturale,avolte economicae a voltepolitica,Venezia,Genova,
Bologna,Padova
eMilano hanno
agito suiComuni
toscani confortissi-mo
prestigio.E
questo insiemedieffettihalasciatoanchenellalinguale suevisibilitracce anchelalinguadiDante appunto
mostraquantoegli sia stato aperto agli influssi di provenienza settentrionale.Ma
ciò che più particolarmente certifica il carattere indigeno delle parole con k, t,p
è la toponomastica. In Toscana i toponimimostrano
solomolto
raramente(e soprattutto nelle zonemarginalisettentrionali)g,dev;
la stragrande maggioranza deinomi
di località toscaneha
k, t e p: per!Leparolecheabbiamocitatopare siano stateprese in prestitodall'antico francese nelix-x secolo,quandola-/-intervocalicaaveva raggiuntoilgrado-d-(espade,medesme): conquesto grado dfurono presein prestito dalprovenzale e poterono ancora partecipare intalelinguaallosviluppo indigeno che nemutòladin ; (espaza,ecc.), cfr.Rohlfs,ZRPhji, 303, eancoraRohlfsin «Fest-gabe Ernst Gamillscheg», Tiibingen isjz, 112sgg.
'Anchedalpuntodi vista della geografia linguisticasièportatichiaramente a concludere che
-p-, -t- e-k- rappresentanoin Toscana losviluppo indigeno, perchéin tuttele parolechehanno conservatolesordesi puòstabilireunnettoconfine linguistico dicontroallesettentrionali-v-, -d-e-g-,confinechecorrelungogliAppennini,mentrenelleparoletoscaneconv,de g nonsiriesce maiariconoscereunlimite linguistico unitario: sitrattadi intrusionicon provenienzadalnordche voltapervoltahannoundifferenteraggio diespansioneindirezionesud(talvoltaessehanno rag-giunto persino la Sicilia!) Per l'importanza della pronuncia lombarda (tipo settentrionale) come 'pronuncia distinta' sul fenomeno della lenizione [chieia, pogo, paradiso, vescovado), cfr. ora le sensate osservazioni diT. Franceschi nell'opuscolo«Sulla pronunciacit.»,pp. 18sgg.e 34sgg.
S213. -k-intervocalicadavantiavocale palatale 289 esempio
Dicomano,
Prato, Corcianico, Lajatico, Orciatico, Latignano, Putignano, Popigliano, Petazzano, Pitigliano, Petignana, Nipozzano, Mutigliano, Retignano, Statigliana, Titignano, Vitigliano, Pagànico, Colle Fuscianico, Fontànico, Berenzanica,ecc.Sull'intero
problema
cfr. ora il lavoro di S. Holzheid «Die
stimm-losen intervokalischen Verschlusslauteim
Toskanischen» (tesi, Miin-chen 1947,inedito).Cfr. ancoral'aggiunta(diultimaora)a p. 319.213. -k-intervocalica davantia vocale palatale nell'Italiacentralee meridionale. L'antica
k
latinacome
sipresentaindecem
(pronuncia-todeke
in latino volgare)siè conservatain certezonedell'interno del-laSardegna (peresempiodèke,akètu'aceto'),mentre
in altrezonedella Sardegna si è avuto il passaggio alla corrispondentesonora: dège, a£e-du. Nell'Italia centrale e meridionalek
si è sviluppata nell'affricata covvero
nella fricativa i: la maggior parte delMezzogiorno
presenta lapronunciac {vicinu, cruci, dèéi),mentre in
Toscana
prevale lafricativa s(visino, croie, diesi), e tale s si distingue da quelladi pesce, fascio, inquanto
quest'ultimavienepronunciatacon maggioreenergia(inun
cer-to senso pesse, faSio}'.La
pronunciatoscana dellac di cui discorriamo valeanche pertuttoilLazioeperuna
partedell'Umbriae delleMarche, sebbenesnon
sia sconosciutaneanche nelle regioni meridionali, tant'è verochelatroviamoin talunezonedellaCampania
(adAusonia
vssìno, aMontefusco
risa 'dice', a Ischiaasita),eancheaNapoli,dove
igiovani usanosempre
piùi,mentre
le generazionipiùanzianerimangono
attac-cateancora aé.Da
quantodettosiinduce chelapronunciatoscanadella cvafacendosi stradasempre
piùverso ilMezzogiorno.Altri centri della pronuncia i sono la zona pugliese-lucana orientale fra Taranto e Bari (krote, vote) e vasti territori in Sicilia, particolarmente nellazona occi-dentaledell'isola(vìsìnu, pisi'pece',asitu 'aceto'^-
Inalcunidialettidel Salento(zonadiOtranto)lapronuncia amikje'amiche', fikje 'fichi', an-kje 'le anche'è dovutaad
influssi del sostratogreco: xévTpo=
kjèndro.A
fianco dello sviluppo toscano normale \ la lingua letteraria pre-senta tuttavia alcunicasi, nei quali invece della sorda scompare
laso-1 IIpassaggiodalla callafricativa(vote,diesi)sembraessereavvenutoinToscanasolodurante
i!secoloxtv(Castellani,voi.I,31).
3 Cfr. inoltreitoponimi toscaniCecina,Bucignano, Licignano, Cicignano.
290 ir. Consonantismo
nora z (espressa ortograficamente da g): per esempio l'antico italiano augello, piagere, piagente, piagenza, bragia'brace', dogio'duca', 'doge',
il
nome
dellacittàdi Piagenza (Decam., 2, 9), e ancora nellalingua mo-dernadugento(accantoaduegento,duecento),vagellare,filugelloe doge.Queste
forme fonetiche sono inmassima
partedi provenienza setten-trionale{cfr. § 212); augello èpresodalprovenzale(auzel).IlManzoni, inoccasione dellarevisione linguisticadelsuo romanzo,ha
sostituito laforma
brage dell'anno1825
con l'altra brace, schiettamente toscana.L'influsso delle
forme
fonetiche dell'Italia settentrionale siè fatto sen-tire raramente fino nel Mezzogiorno: allag di dugentocorrisponde quiuna
g rafforzata, peresempionel napoletanoàggero 'acero',nel reggino cuggiri'cucire*. In Corsica, anord
della linea Cargese-Aleria,c è diven-tatag: agèdu, fage'egli fa',a gròge'lacroce', ammiri,agimmige.- Lo
sviluppo
non
chiarodivocitus
in volto>voto>vuoto troverebbe for-se la sua spiegazione se si assumesseuna
discendenza dall'italiano set-tentrionale *vogitu> *vojto.^ /
V
214. -k-intervocalica davantia vocalepalatalenell'Italia settentrio-nale. Il risultato nei dialetti dell'Italia settentrionale si presenta in partenella formadella fricativaz,in parte (con pronunziaanteriore) informa
della sibilantes(cioèssonora).Come
grado intermediofrailsuo-no
dik
del latinovolgare (piùtardipalatalizzatosiink
1)eglistadifone-tici attuali è
da
porre di (g): losviluppoha dunque
attraversato le se-guentifasi:dik'it>dldze>dldse
i i
dize dite
Il grado prepalatale i si incontra nei dialetti liguri (per esempio tuie 'luce', nuìe 'noce', ai9u 'aceto', kuiina, koie 'cuocere', veiin)e nell'e-miliano (per esempio aie,kuiina, kòiar, kruza 'croce'); in talune zone
si ha tuttavias (per esempio nel parmigianoPiasenza, tasi 'tacere', cu-scino). In
Piemonte
idialettidei singoli territorioscillano fra ies (cosi peresempio koie e kóse 'cuocere', kuiinae kusìna); inValsesia siha
i (cfr. kòzt 'cuocere', sòzu 'suocero', tali 'tacere', kùit 'cucire') (Spoerri,6yi
). Nei restanti dialetti dell'Italia settentrionale il risultato prevalen-teè s: peresempio nellombardo
asét, kiisina, koser; nel venezianodo-§ 215. -b- e-v-intervocaliche
se, aséo, kusina, kòser, masenàr, tasér, visin'.
Le
colonie gallo-italiane dellaSiciliahanno
il grado i, cfr. fazendo, voii'voci',amiii 'amici', ve-lina (Nicosia), aié 'aceto', piazér, cuiina, amiii,pai 'pace' (Piazza Ar-merina)i.Nel
casoin cuivengano
a trovarsi inposizionefinaleinseguito alla caduta dellavocale finale (che le seguiva), i e s diventano sorde ecompaiono
diconseguenzacome
soppure come
s: cfr.inlombardo
epie-montese
dis; in emiliano eromagnolo
dis 'dice'; in piemontese e lom-bardo nus; in emiliano nus. Negli antichi testi provenienti dall'Italia settentrionale il suono dinuova
formazione delquale discorriamonon ha una
rappresentazione grafica unitaria,percui talvoltaviene scrittos, talaltrazoppure
x: cfr.l'anticogenovese voxe, croxe,paxe, oxelo; l'an-ticolombardo
dise, plase, taser, vesina, fasiva; l'antico milanese soxer 'suocero', plaxer, caxer 'giacere'; l'antico piemontese vesìn, fazé, reze-ver; l'antico veronese voxe,adexo<decet;
l'anticopadovano
erose, pflse, dlese, tasere, piasere.Sembrerebbe
che con;e:
venisse rappre-sentatalas sonora, viceversanon
è chiarose nellax
siada
vedereuna
iovvero
una
z;come
segno ortograficosembra
che lax non
abbia avutoil
medesimo
valorenellevariepartidell'Italiasettentrionale: cfr.texoro nel sensoditesoro inBarsegapè, laxar(—
laiar) 'lasciare'inUguccione.Lo
sviluppo settentrionale raggiunge parzialmente, attraverso gli Ap-pennini, lezone marginali estreme della Toscana(parte superioredella Garfagnana, Lunigiana,zona settentrionale dellaprovìnciadi Pistoia):cfr.a
Sambuca
(prov. Pistoia) voie,noie,féhza'felce'.215. -b-e-v-intervocaliche.
La b
intervocalica èpassataallafricati-vabilabiale (3)findai primisecolidel latinovolgare,dopodichésiè con-fusa con la
v
intervocalica, che a quell'epoca aveva anch'essauna
pro-nuncia bilabiale: di conseguenzasi disse tantofaPa
edepere,
quantolavare
e pa(3ore.A
partiredal1 secolo d.C.si verificanelleiscrizioniuna
grande incertezza ortografica:bibus
valevivus, donavit
valedonabit, grabem
valegravem. La
confusionefraidue
suoni valeper tuttelelingue neolatine(cfr.ilfrancese fèvee lever,ilportoghesefavae levar),laqual cosacipermettedidirecheilfattoèmoltoantico. Pilitar-1
A
fiancodellosviluppo indigenovisonodelleparolenondi originepopolare,chehannoc oppureis,cfr.il lombardofaci!ovverofazxil, difici!. trecenl,adi'acido',necessarionezessari(cfr.Salvionì,Fon.. 141).
; A Pìrano(Istria)sèdivenuta8, cfr. pitie'pace',laSi 'taci',làrì&e(ìve, 80).
292 il. Consonantismo
di,inparecchiepani della
Romania
Pbilabialeè statasostituitadallala-biodentalev,diconseguenza