dit-tonghi, cioè tipo latineggiarne: la zona di
Rossano
(prov. Cosenza) è notacome un
centro intensivodiciviltàmonasticagreco-basiliana, Mara-teasirivelagià dalnome
(cfr. inGrecia MapaMac,, Mapafoa?,Mapaihà
'luogodove
cresceilfinocchio')come una
sededi coloniagrecaelo stes-sodicasiperCamerata
nel Cilento meridionale(<xa[xapwTÓ<;'arcuato')-, in realtà, nella regione del Cilento,Camerota
è lalocalitàdove
Ì relitti dilinguagrecasonopiù"frequenti(cfr.Rohlfs,ZRPh
57, 425).Un'altra spiegazione èla seguente: che Ì dittonghitee
uo
sonouna
innovazione dei dialetti settentrionali e centro-meridionali chenon
ha raggiunto determinati territori dell'estremo Mezzogiorno.101. Dittongazione condizionata di e nell'Italia meridionale.
Lo
sviluppodi e è condizionato
da
leggi assolutamente precise ed armoni-cheanord
diquei territori chenellaparte continentale dell'Italia meri-dionalemantengono
conservata e inogni posizione(cfr. § 100).Nel
ca-so siabbiano-eo
-afinali(ovveroeoa
nella sillaba seguente),erimane di regolaconservata; nel caso si abbiano-io
-ufinali(ovvero/' oa
nella sillaba seguente),esimetafonizza, cioèpassao
adeo
aldittongote. Per questocomportamento
è indifferente se esitrovi insillabachiusaovvero in sillaba libera: cfr. nel dialetto napoletano Surriento e Salierno.La
dittongazione condizionata è già testimoniata dai testi antichi fin dalMedioevo:
cfr.l'anticonapoletanodienti,fieno,castiello, e l'antico pu-gliese castiello,dienti.La forma
nellaquale più frequentementesi pre-sentail risultatodella metafonia è ildittongo.La
dittongazione condi-zionataèdiffusaanche in alcunepartipiuttostoestese dellaSicilia (qua-lora in tali zonenon
si sia conservata e in tutte le circostanze): ilfe-nomeno
si incontra soprattutto nell'interno (prov. Caltanissetta), nella parteorientale dellaprovinciadiPalermo
(Gangi, Cefalù,Petralia, Cal-tavuturo, Castelbuono, Cerda, Alimena, Geraci), e anche nella parte orientale e sud-orientale in generale. L'isola di Lipari segue del pari questo tipo di sviluppo. Nelle zone della Sicilia alle quali ci riferiamo§ joi. Dittongazione condizionatadi f nell'Italiameridionale 127
gi dice pertanto bieddu 'bello', bieddi 'belli', però bedda, lieggu (però legga)'leggiero',piedi 'piedi'
(ma
pedi<pédem),
vientu, piettu, fierru, piécura,niéputa 'menta',piértica(ma
frevi<fébre, terra, sfrpi'serpe',.testa)'. Il
medesimo
sviluppositrovain Calabria(anord
della lineaVi-to
Valentia-Stilo), in Lucania, in Campania, in Puglia (con esclusione della punta estrema meridionale del Salento), nel Lazio meridionale e. jn Abruzzo.
Una
legge fonetica di questo genere è stata seguita anche dal dialetto che siparlava inRoma
città fin nel xvi secolo,-
peresem-pio vecchia :viecchio, castella ;castiello,petra: Pietro (cfr. Monaci,
RJ
1, 133; Merlo,
ID
7, 131) -, mentre oggiuna
situazione di questoti-po
sipuò
trovareancora solamenteneidintorninon
immediatidiRoma
alquantodistanziati (Nemi, Serrone, Palombara). Versonord,glieffetti della metafonia si possono seguire finnelle
Marche
meridionali (Grot-tammare,San
Benedettodel Tronto, Sant'Omero, Carassai, Camerino, Ascoli Piceno, Acquasanta)e nell'Umbria meridionale (Rieti, Spoleto, Trevi,Nocera Umbra)
1. Il risultato è di regola teel'accento di questo dittongocadeavoltesulprimo
elemento,avoltesul secondo: inSicilia einCalabria,come
pureindiverseparti dellaPugliaedegliAbruzzi,teè laformaprevalenteeda questotipo diaccentazionesispiegalosviluppo inia(laaè articolatadebolmente), chesipuò
osservare nei dintorni di Nicastro {provincia diCatanzaro)-
peresempio
t'tatnpu, viantu, priagu-
e inalcunezonedell'interno dellaSicilia(peresempioaVillalba piadi, flarru,Mani) \Ilsecondoelementodeldittongopuò
ulteriormente inde-bolirsigiungendoallostadioh,come
sitrovanellaLucaniameridionale (Lausberg, 4) e inalcune parti della Puglia (Luceràe Canosa), mentre l'ultimogrado diquestosviluppoèilcompleto annullamentodel secon-do elemento, vale adire la riduzione di 'te>i. Quest'ultimorisultato siincontra inSicilia (Caltanissetta: éilu, tini 'tieni', castiddu) e in alcune localitàdellaCalabriasituate nellazonapiù a
nord
(Papasidero, Oriolo, Saracena, Castrovillari,Cerchiara: piia 'piedi', firrs 'ferro'),come
pure in alcuni dialettidellaPuglia (Ruvo, Spinazzola, Martina Franca eTa-1Dagli esempiqui riportatisipuòvederecomela -ifinale,chenelsingolare (ap?di'ilpiede') si è sviluppata soltanto secondariamente da una -e, non produce alcun effetto metafonizzante.
Sulladiffusione delladittongazione,vedioraleparticolareggiateindicazionichecidàG.Piccinoin ArchiviostoricoperlaSiciliaorientale»,1950,pp. 5-34.
1LeMarchesettentrionali (anorddiAncona-Arcevia)nonconosconolametafoniadie, tutta-viapuòavereunacertaverisimiglìanza l'ipotesicheinepoche più antichelazonadell'Italia meri-dionale soggetta ametafoniasiastatacollegataconlazonasoggetta allo stessofenomenonell'Italia settentrionale (Romagna,Veneto, Lombardia),cfr. SchiirrI!, 166.
! Anchenel dialetto diAnconasitrovaifl,peresempiopia 'piede',Ha'lei'.
128 i. Vocalismo
ranto), in alcuni parlariabruzzesi (Atessa,Vasto, Lanciano)e infine nel-le
Marche
meridionali (Sant'Omero,San
Benedetto del Tronto,Grot-tammare
ealtrelocalità).In
alcunidialetti,laidi cuisitrattaha
parte-cipato (almenoquando
si trovava in sillaba libera) alla dittongazione relativamente recente della i primaria: peresempio
a Vico Garganicovgim
'vieni'(come
fpifo'filo')eaOpi
(prov.L'Aquila)pgids'piedi'(co-me
cgima'cima').Per quanto riguarda il risultato e
da
metafonia, è difficile dire se si tratti(inanalogiacon quantosièvistoperida
te)diun
gradoridotto pro-venientedaié,oppure
sesisia avutoimmediatamente
daeinquellafor-ma, come
diretto risultato di un'armonizzazione vocalica; a favore di questa secondaipotesidepone
ilfatto che inSardegna e si metafonizza in e sotto l'influsso diuna
-/oppure
diuna
-« finali (lettu, ferru,ma
dente, pede), senza che per tuttoil territorio dei dialettisardi si possa
mai
scoprirealcunatracciadidittongo; einoltre,perlaprovenienza di-rettadi eda
epuò
anche citarsi lacircostanza che, perquanto
riguarda l'Italiameridionale,non
è provatal'esistenza di gradi intermedi (qual-cosacome
'e), cheoffrirebberolapossibilitàdi orientarsiversoun
inde-bolimentodelprimo
elementodittongale. Ilprocesso metafonetico checonduce
da ead
econsiste inquelmedesimo
innalzamentodelpunto
dì articolazione fino adun
intero grado timbrico, che si verifica nel caso dellametafoniadi e>t,dio>a
e dia>e.Questo
risultatometafonetico esiincontrainalcunezonedellaprovinciadiCosenza(peresempio
Man-gone,Celiata, Belsito,Malito),inalcunedella
Campania
(Ausoniae So-ra), in partedegli Abruzzi, nell'Umbria meridionale (Rieti e Spoleto), nelleMarche
meridionali (Camerino) e soprattuttoin parecchi dialetti del Lazio (Subiaco, Alatri, Segni, Castelmadama, Zagarolo, Carpinete, Cori, Veroli,Sonnino, Serrone).Abbiamo
cosi leseguenti forme: cala-brese(Mangone,
ecc.)peSe:peli,beliti : bella;campano
(Sora)fele 'fie-le', cefo 'cielo'; nel Lazio meridionale ceku :ceka, kontentu: konten-ta; marchigiano (Camerino) pede: pedi.102. Dittongazione incondizionata in Italia meridionale. Contra-riamenteallerigide leggi cheregolanola
comparsa
deldittongo nell'Ita-lia meridionale, sihanno
in Siciliaalcune zone nellequali questofeno-meno
della dittongazionenon
appare legato ad alcuna condizione, e simanifestainsillabalibera
come
anche in sillabachiusa senza nessunri-§ 103. Sviluppodienonmetafonizzatanell'Italia meridionale 129 guardo per la vocaledella sillaba finale: così è per esempio a
Palermo
(liettu, mieli 'miele', frievi 'febbre', tierra, vieìpa), a Catania {tiesta, sietti, mienza 'mezza'), a Messina (tiempu, siedda 'sella', jebba 'erba', pieddi 'pelle'), a Siracusa (dieìi 'dieci', tierra, jebba, fera) e inoltre in alcunecittadine più piccole e in certi centriminori (Adrano, Paterno, Acireale, Milazzo, Patti, Naso, Barcellona, Altavilla, Corleone,
Mezzo-juso). Ilfattocheleprincipalicittà dell'isolaabbiano questotipodi dit-tongazione senza condizioni fa presumere che ci troviamo davanti alla risultantedi
uno
stadiosecondario: nellecittà glielementifondamentali che determinano lanascita del dittongo si sonoandati mescolando, in seguitoalconfluire dei varistratidipopolazionenel grandecentro citta-dino, popolazioneche in parteproveniva da territoridove
la dittonga-zione era sconosciuta,inparte daterritori soggettia dittongazione con-dizionata,in parte ancora dalle coloniegallo-italiane dellaSicilia stessa (doveladittongazioneèvincolataaleggi deltuttodifferenti dallealtre), e infinein seguito a immigrazione dall'Italiasettentrionaleo
dalla To-scana; percui sièavutauna
generalizzazione del dittongo.Un
impulso decisivo perlageneralizzazionedi cuistiamoparlandosidovrà attribui-realsubstratodipopolazionidell'Alta Italia,che in Siciliasono rappre-sentate inmisuranotevole. Sipensicheafianco dei casiincui la ditton-gazione è possibileper ragioni indigene siciliane (piedi, vtentu, dienti, piècurà), visonoaltricasi—
neidialetti gallo-siciliani-
chedeterminano fenomeni nuovi di dittongazione (peresempio
fieu 'fiele',miego
'me-glio',frieva 'febbre'; efr, § 95),esi potràagevolmente
comprendere
co-me
sia stato facile pervenire, attraverso la mescolanza dei diversiele-menti dellepopolazioni cui si è fattocenno, ad
uno
scombussolamento dei principi e delle cause che stanno alla base delfenomeno
stesso.-L'asserzione delloSchneegans (18 sgg.)cheinSicilia ladittongazione si
manifesta in maniera particolare nelle espressioni affettive e che vice-versa
manca
nellalinguaprivadi colorito affettivo,non ha
trovato nes-sunaconferma
nellemie
indaginipersonali.103. Sviluppodie
non
metafonizzatanell'Italia meridionale. Nel-l'Italia meridionalelaenon
metafonizzatarimane generalmente inalte-rata: cfr.inCampania
peds'piede',fefo'fiele',tena 'tiene',seti?,denda,peli?, conestensione del
fenomeno
in direzionenord finoaldisopra diRoma,
all'Umbria meridionale (Amelia, Norcia) e alleMarche
meridio-130 i. Vocalismo
nali'. Più a norddiqueste zone si incontra in sillabaUbera ildittongo toscano (piede,fiele).
-
In certi territori dellaBassaItalia,quando non
sièavuta metafonia, invecedella eche
dovrebbe
conservarsiabbiamo
insillaba libera
una
chiusura in e, ilcui stadio anterioreè evidentementeun
allungamento delsuono
aperto: questo tipodisviluppo è caratteri-stico inmodo
particolare dellaPugliasettentrionale (Bari,Lucerà, Apri-cena, Palagiano,MartinaFranca),dellacontiguazonaorientale della Lu-cania (Matera,Castelmezzano,Ripacandida),digran parte dell'Abruzzo (Casalincontrada, Palena, Lanciano, Opi, Campobasso), di Ischia, Pre-cidae di alcunelocalitàdellaCalabria settentrionale(Saracena, Nocara);in queste zonesi hadi conseguenza confusione trae
ed
e2,per cui
tro-viamo
per esempio a Barifeh
'fiele', mela; aCampobasso
fela, mela, preta, peda; all'isolad'Ischia (aForio) freva'febbre', pela 'piede', feh.Questa
e originata dalla enon
ha raggiuntointuttiÌcasiilnuovo
grado foneticocosfpertempo
dapotersiconfondereconl'anticae{< è,i)e par-tecipare diconseguenzaall'ulteriore sviluppodiquellavocale. Ciò è av-venuto solo in parte: per esempio a Palenapretta 'pietra', feira 'fiele'(come
kreida 'credo'); a Casalincontrada fàth 'fiele'(come
màisa'me-le'); a
Opi
praita'pietra'(come
saita'sete');a Paglietafoih'fiele'(come
rotta 'rete'); a
Matera mgla
'miele'(come
sgta 'seta'); a Tranimèla
'miele'
(come
taih 'tela') 5. Questi esiti pare che siano passati
nuova-mente
peruna
fasee,dimodo
chepossiamoricostruirelaseguentescala:fele>fele(confusione con tela)>
feh
(tela).A Teramo
siha
un'ulteriore aperturaalgradoa invecediuna
dittongazione(De
Lollis,AGI
12,5)-cfr. fola 'fiele',
mata
'miete'(come
pelu>pela>pala 'pelo') -,fenomeno
che sièmanifestatoanchenellaPuglia settentrionale: cfr. adAscoli Sa-trianomala'miele',fah, tala,pada, prata'pietre'*.-
Inmolte parti del-l'Italiameridionalelosviluppodidèce non
corrispondeaquellodifele: 1 NeldialettochesiparlaoggiaRomacittà lasituazione linguisticaèquella toscana: lalingua del Belliconosceva ancoralète,mèle, mèle'mietere',però usavagiàanche piede eviene,e persino tienete, vienile, vìenuto,viengn,liengo(Tellenbach, r^).2 Questaconfusionedi suoninonha niente a che vedere conl'altra-avvenutamolto antica-mente -die con fnelgradoe, verificatasinellaCalabria settentrionaleenellaLucania meridionale
(cfr.S2|. .
3 Inaltrezone però questa contusionenonsièveri6cata,ilche ècomedirechel'anticaf è per-venutaalgradodi einunperiodoinmilaeprimitiva(< è,i>avevagiàraggiuntounaltrovalore fo-netico: dr. aBari pel(mes); a Fara San Martino inAbruzzopel{mais); a Bitontop(ils 'piede'
(mais). . ,
...
*
A
Maglie(prov. Lecce) davantiadrseguita da consonante comerisultato di e si trova a:peresempiotana,arva'erba',ramarda'merda' (Panareo,8);elo stesso dicasiperCarovigno(punto 739dell'AIS), nei pressi di Brindisi: tana, matda,caparla,arva'erba'.
§ 104. Casi particolaridellosviluppodi g nell'Italiameridionale 131 quelloinfattipresenta soventeildittongo,
oppure
ilgradotcome
ridu-zionedeldittongostesso: cfr.il
campano
ricca, salentinodieée, pugliese diac, abruzzesedita. Si tratta evidentementediuna forma
dell'italiano letterario introdottasi inquestiparlari,enon
diuna
continuazionediun
*déci
rifattosu*dui
e *trei. Piùstranoilleccesedèice(§ 972).104. Casiparticolaridellosviluppodi enell'Italiameridionale. Al-losviluppo di epossono prendereparteanche delleparoleche origina-riamente avevano e, essendo entrate nei dialetti
come
imprestiti dalla lingua letteraria oppureprovenendo
da altre fonti: cfr. peresempio ilcalabrese (prov. Cosenza)piensu 'penso', piensi 'pensi', giugniettu 'lu-glio'<ant. frane, juignet, liesina (in Toscana lesina), velìenu (in To-scana veleno), tirrienu, fiermu, niettu, v'teru;
oppure
(nei territorinon
soggetti a dittongazione) pensu, pensi, giugnettu, lesina, velenu, tirre-na, fermu, nettu.
Come
corrispondenti di 'fieno' in Italia meridionalesihaa voltela
forma
fénu
, a voltelaforma flènu
<fènulu
: cfr.ilsi-ciliano fenu oppurefienu, ilcalabresefenu
oppure
fienu, il napoletanofiena,l'abruzzesefiena; e dall'altraparteilcalabresemeridionale frenu, l'abruzzese (Palinoli) ftùina(cfr. futi? 'fiele'), il
campano
settentrionale (Gallo)Siena.Nel
casochetesivengaa trovareiniatodavantiad un'al-travocale(«, i)sihadi regolalariduzionead*oppure
ade: cfr.il cala-bresetu 'io'(<ieu), sie 'sei' <sex; illeccesemiutmèu, mei<mèi. Al
contrario, la forma calabrese feu 'io' dellezone
non
soggette a ditton-gazionedeve
essere interpretatacome un
eu<ego
cui s'èprepostauna
cioè quello stesso
suono
parassitico che sipuò
osservare anche nel sicilianoe calabresemeridionale jè,nel messinesejesti 'è', nel calabrese jèra 'era', nel tarantino fera 'era' e nell'abruzzese (Campobasso)jèrava 'erba',fèssa'essere' (cfr. § 340).In parecchiepartidell'Italiameridionaleilrisultato di
béllu non
è lo stesso diquellodipèttu, véntu -
cfr. ilnapoletano bella(difronte a ptetta), il salentinobeddu
(di frontea piettu) —,perchési trattadiun
imprestitodallalingualetteraria.In alcunidialettidelMezzogiorno
pa-recheladittongazionenon
abbialuogodinanzi aigruppipalatali: brin-disinovècchiu, lecceseècchiu,tarantinoe barese vècchia'vecchio'; eper tuttoilMezzogiorno
siha solospècchiu (maispiecchiu).Perleformedelsicilianoecalabrese spitu,del napoletanospila,del romanescospeto,
come
pureper quelledel sardoispidu e dell'aragonese132 i- Vocalismo
espedo e espito bisogna presupporre
una
base fonetica ì oppure è (di contro al toscano spiedo): in questo casoabbiamo
le stesse differenze cheesistono tra l'antico sassone spiot,ilmedio-alto-tedesco spìez el'o-landese spìt, l'anglo-sassone spitu e l'inglese spit; le
forme
che siin-contrano nell'Italia meridionale
sembra
che dipendanoda una
base gotica (*spitu),mentre
il toscano spiedo derivada una
fonte franca (*speut)
insiemeconl'anticofranceseespiet(Gamillscheg,Rom. Germ.
i> 177.
373)-Nelleparoleche contengonoil suffissogreco -io.
oppure
-éac,,lafor-ma
-èaèstata sostituita nelMezzogiorno
con4a: cfr. ilcalabreseNdrta 'Andrea'e itoponimiAmantèa,
Maraièa,Scalèa,Tropèa,che nella pro-nuncia localesuonano Manda,
Maratta, Scalta, Trupia (cfr. § 1076).105.
La
situazione in Corsica. In tuttala Corsicac'èun
solotrat-tamento
di e davantia nasale, rimane cioèconservato, intal caso, l'an-tico suono {oppurevenne
provocata dinuovo
l'apertura della vocale dallapresenzadella nasale): bene,beni'viene',fenu,tempii, ventu.Del
pari unitario è lo sviluppo in tutta l'isola anche davanti a consonan-tenon
nasale, insillaba libera: il risultato in questocasoè e (cfr.cekuo
éegu, mele 0 meli, feleo
feti,pedeo
pedi, seru). Viceversa, si incon-tranoprofondedifferenzeneltrattamento dell'anticosuonoin posizione chiusa davanti a consonantinon
nasali: la zona più meridionale dell'i-sola (finoall'altezza di Levie)ha
conservatolae,—
per esempio pettu, pegu(<peggu), lettu, festa, setti, spe'é'éu -, salvo che davanti a ll>dd, nel qual caso e è diventata e-
frateddu, suredda, carbeddu 'cervello' (Bottiglioni,ID
2, 179).La
maggiorpartedell'isolamostra e: cfr. pet-tu, letpet-tu, pe'&u, ve'é'éu, festa (ibid. 179). Davanti ad r doppiao
r se-guita da consonante e faeccezione: ilsuorisultatoè in questocasotal-voltae, talvoltaa: cfr. erba
o
orba,nerbuo
narbu,vermu o
varmu, per-ticao
pàrttca,terrao
tarra. Il suono di« è tipico peresempio
della Ba-lagna (Alfonsi, xiv).Un
fatto caratteristico ècheinampie
zonedell'isolal'anticae latina (è)è passataad e (mele,festa),mentre
l'anticae(e, () appareoggi sottoforma
di e: pelu, agedu 'aceto',krfsta(cfr. § 65). Il risultato odierno dientrambe
questedue
basi latine sarà stato provocato dalla rottura delle primitiverelazioni di quantità, giacché adun
certomomento
la e primitiva si allungò e di conseguenza il suo timbroandò
chiudendosi,§ 107. Conservazionedi0 in sillaba libera 133
itre l'antica e (< e, ì) si abbreviò sotto influssiche presumibilmente rovenivano dalla terraferma, e di conseguenza fu portata ad aprirsi'.
106. Dittongazione di
9
inuo
nellalingua nazionale. Nellalingua•letterariap in sillaba liberaappare dittongato in uo. L'accento cadesul secondo elemento elavocaleo ha ingenerale carattere aperto1; di con-seguenzasidiceuovo, nuovo,fuoco, luogo,giuoco, cuore,muore,fuori, ruota, vuoto, vuole, suole, duolo, figliuolo, cuoio, buoi, tuoi, buono, tuono,
uomo,
uomini, muovere,cuocere,nuocere, suocero.Vi
sono inol-trealcune paroleche nellalinguadi epocapilianticapresentavanouo
e cheogginon
Iohanno
più: per esempio truovo, pruovo, puoi 'poi', in senese uopara 'opera',nuove
'nove'.Una
forma singolare è tuorlo (a fiancodelquale sitrova anchetorlo)conuo
in sillaba chiusa, però que-sta eccezione si spiega senz'altro dalla forma anterioretórulus:
cfr.postierla<
pos ferula
(§ 84).- Secondo
A. Castellaniildittongouo
sa-rebbeaccertatoin
Toscana
giàindocumenti del secolovili (a.761
per Lucca quocho, quosa, cfr.SFI
12, 12-13), opinione cheha
bisognodi ulterioreesame.107. Conservazione di
9
in sillabalibera nella lingua nazionale e in toscano. In molteparole dellalingualetterariachehanno
p invecedi uo, la conservazionedell'anticogradovocalico si spiegaconsiderandoilloro carattere
non
popolare: possonoritenersiparoledotte tgno,mpdo,
foro, viola, popolo, opera, crgnaca, Gigve, limgsina, e forse anche cg-fano e
mgnaco;
anche rgsanon
èuna forma
ereditaria diretta (cfr. ilfrancese rose invecedella
forma
reusecheciaspetteremmo), sebbenein Alta Italia si trovi(cfr. inlombardo
rósa)per lopiù con sviluppo nor-male. Perciòche riguarda pigve,gbigmo
echigma non
sipuò
dire con sicurezza se si tratti diun
anteriore tuo che si è semplificato in io; in vgla 'eglivola', la0 potrebbederivaredaforme
con 0 inposizione pro-clitica(noi voliamo); cfr.trova—
ant. ital. truova.La
presenza della p è strana in poi, ngìa, brgdo, ngve, stgmaco e vgmere, chenon
sipos-' Un analogo rovesciamento delle antiche relazioni fonetiche si puòosservare nella Puglia centrale,perla verità soloin sillaba libera: cfr.nel dialetto di Baripet'piede',fels,dicontro a tfh,!(Ì9.
1 L'accentazione &o èattestata petCortonanuora,nùove 'nove', stioiero, ed anche l'Umbria settentrionaleha perlopiù iìo(Cittàdi Castello,Gubbio).
i34 L Vocalismo
sono considerare delle
forme
dotte1: e pernove non
sipuò
neanche pensare all'indebolimento dell'accento per posizione proclitica, perché nell'Italia settentrionale si incontrasempre
laforma
con sviluppo nor-male,per esempioilmilanesenof(cfr. ancheilfranceseneufelo spagno-lonueve).Bisogna ora considerare il fatto che i dialetti popolari toscani
non
conosconoildittongo nel linguaggiocomune,
bensipresentano di rego-la rego-laforma con
g aperta, e questonon
vale soltantoper le città, bensì soprattuttoproprioperlecampagne: si dicequindi gvo,igeo, egre, rg-ta, bgno, voto,omo,
mgvere.La
carta 'fuoco'delPAIS
(354) registrail dittongo solamente in
un
punto (Cortona), del tutto ai margini del-l'area di diffusione della lingua toscana.A
ciò si aggiungache anche iil dittongo solamente in