16): cfr. in sillabalibera ròta, skòla, òf, nòf, pardi'paiuolo', fòk,
kòk
(però bgf, plgf, voi, fgra,kgr, rgda),fòla,oc'occhio',gòbia< *jovia, e inoltremorì,òrt,bòf, òscome
formepluralidimgrt,grt,bgf,gs.114.
Lo
sviluppo dio
neiparlari emiliani eromagnoli.Nei
parlari emiliani o si estendeverso oriente fino alla stessa linea di confine che separa la«
orientale dallaa
occidentale, vale a dire in pianura fino alfiume Taro,nellevalliappenninichesettentrionali notevolmente più ol-tre verso est, fino alPincircaal fiume Secchia (Sestola a suddi
Modena
ha ancora0)'.Lo
sviluppodi p>òsiverificainquestazona insillabali-bera
-
peresempio
fòk, rusino'usignuolo',roda'ruota',nòf'nove',kòr,' Unaeccezioneè costituita daParma,il cui dialettoconosce ancora 6 ijok),ma ha giàla u orientale(mur).
144 L Vocalismo
of, /idra, sola'suola', fora,nof 'nuovo', pio} 'piove',kbr, kòìar 'cuoce-re'-, epiùraramentedavanti aconsonantepalatale
-
peresempiopìoé'pidocchio',
ió'««<sómniu,
foia 'foglia', ingòr 'ramarro'<*ligòriu
l. Viceversap
rimane inalterata in£p/<coctu, p/<òcto, »ptó<nòcte;
quanto
alla metafonia,ilfenomeno
si registrapiùdi rado,per esempio/
bó
'ibuoi'(sing.um
bg),eaSologno(asuddiParma)
ò'è'occhi' (sing.g'é).
Ad
oriente dell'areadidiffusione di o il risultato foneticoè perlo piùp
invecedi o negliesempi chesiamovenuti indicando: peresempioko
r,prova, nof, roda, nora,Sole 'giuoco', voi; esitrattaevidentemente di
uno
stadioridottodaun
precedenteuà.Per quanto concerne i parlari romagnoli, i testi relativamente an-tichi,per esempioil
« Pulon Matt
» (xvi secolo),conosconoil dittongouo
soltantocome
risultato della metafoniada
-i: peresempio
luogh 'luoghi',muod
'modi', uoch 'occhi', cuoll 'colli', nuost 'nostri', fuoss'fossi'; e isolatamente anchedavantiaconsonantepalatale,peresempio ancuo 'oggi'<hinc-hodie (Schurr I, 80); inoltreil dittongo
uo
si in-contrainposizionediiatodavantiad-« enelgruppo
fonetico-òcu
,co-me
insuo<*s6um,
tuo<*tòum,
fuogh, luogh,zuogh
'giuoco' (ibid.).A
partiredalxvi secoloper ilromagnolo
e dalxvnr
secoloperil bolo-gnese,U
dittongo si semplifica in a, (Schurr I, 72): cfr. per i dialetti odierni aLugo
ikur
'icuori',puk
'pochi',purk
'porci'; aRavenna
fjtd 'figlioli',murt
'morti', /bu
'i buoi' (Schurr II, 146); in bolognese ucc 'occhi' (sing. péé), urp 'orbi', fiu 'figlioli' (peròfiola), cut'chiodi' (sing.còt),
murt
'morti'*, fuk 'fuoco', luk 'luogo',J«£« 'oggi',Suk
'giuoco'.In
bologneseèdegno
di notailfattochelamaggiorpartedei gruppi palatalinon
esercitinoalcuneffetto sullap precedente: cfr. inbolognese gè 'occhio',kg$a<còxa, kgt<cóctu, tgzg<tóxicu, gt<ócto,
fpja 'foglia',«pc<nócte,
esenon
visonocondizionitalida
provocarela me-tafonia presta inalterata inbolognese anchein sillabalibera,per esem-pio rpda, fgra,ngf'nove',prgva, pìgf'piove',gf'uovo'.Nellazonaorientaledeldialettoromagnolo,p insillabalibera è pas-sata diregolaad operviadi
un
allungamento(attraversouna
faseuo?);mentre
aLugo
questap
appare chiarissima, a Imola, Forlì, Meldola, Faenza,Ravenna
e Cesena si presenta invece accompagnata dal suono'Questa 0apparemutatainea Povigìio(Reggio Emilia, punto 424deH'AIS): per esempio ker,preva, fek,fera.
3 Neitesti antichiromagnoli delxvr exnisecolononsi puòancoratrovarealcun indizio di unadittongazionein sillaba liberasenzachevisiametafoniada-i(SchurrI, 26).
§ 115. Losviluppodi0nei parlari veneti 145
•
una
debole r. cosiper esempio aLugo
fjgl (pi. fìtti),pgk
(pi. puk), Jgk, kor, Igk, gf, ngf, e inveceaForlì ecc.fgsk, kgar, ngaf(cfr. Schurrlì, 22 sgg-)-
Anche
nel dialetto diComacchio
(punto439
dell'AIS) ilrjisultato è
un suono
dittongato: peresempio
fùak, vùat, kuar 'cuoio',"n&ara, fùsra, zùaga 'giuoca',
Uak
'giuoco', pu?k.Lo
sviluppo cheha
^aggiuntoilgradofonetico p(kpr,fok,ngf)si
può
seguire verso sud-est fino aSanMarino
ealleMarche
settentrionali.115.
Lo
sviluppo dio
neiparlari veneti. II dittongoè sconosciuto'
neitestimedievalidellazonadi
Verona -
cfr.inGiacomino
fogo, l'otn, fora, cor, nova, prova, logo-
e anche nei testi antichi venezianiildit-tongo
uo
s'incontramolto di rado.Nei
testipiù antichisembra
che ta-ledittongouo
sia stato provocato dauna
palatale susseguente ovvero dametafonia:Meyer-Lùbke
cita(§ 44)da
«FraPaolino » puovoli(sing.povolo), suoseri (sing. sosero), dapuo, uoglo;
ben
presto peròsembra
che, in corrispondenza
con
lacomparsa
di te (cfr. § 94), ildittongouo
in sillaba libera si sia andato generalizzando, prova ne sia che la
mag-gior parte dei testi medievali presentano
forme con uo
(di fronte ad esempi di conservazione di p: peresempio
sol, logo,hom,
fogo, core) in misura già considerevole; peresempio
duol, fuogo, fuora, luogo, muore, puovolo,muodo.
Nell'anticopadovano
lasituazioneanticaè più chiaramente riconoscibile, perché anche qui sipuò
stabilire, incorri-spondenza con lo sviluppo di e (cfr. § 94), che ildittongodipende
da
metafonia provocata da -/', per esempio cuorni, puori, motti, huorti, buossi,huorbi'orbi',intorni 'dormi'(3* pers.drome),recuordi(3* pers.recorda), puorzi (Wendriner, 12).
Uo compare
anche davanti a conso-nantepalatale: peresempio
ancuò'oggi',suogìo'io soglio',vuogia,duo-gia,zuobia'giovedì', huolio, huogio 'occhio''.
Ma
già nelRuzzante (dalquale sono stati tratti gli esempi riportati)
uo
si trovaanche in sillaba lìbera-
senzachevisianoparticolariragioniperché siproduca metafo-nia: peresempio
cuore, fuora, buona, nuova,ruosa,puoco -
e persino in sillaba chiusa: cfr.gruosso, cuorpo,muorto
(Wendriner, 13).In
Ruz-zantecompare
anchelaforma
ridotta «, invecedi uo, peresempio
urti (di fronte a huorti),tulli(di frontea tuolti), purci(difrontea puorzi).1 LaAche precedeildittongotrovalasua spiegazione,a!parichenellospagnolo huevo, hueso, nellosforzo di accentuazionedel valore vocalico dellauseguente per differenziarla dalla a conso-nantica(
=
i>)dei manoscrittimedievali.146 i. Vocalismo
Per quantoriguardaidialettivenetimoderni,ildizionario diBoerio registraildittongo
uo
soltantoinpochicasi: cuor,vuovo
'uovo',ancùo'oggi',cuogo (afianco dicogo); mentrepiù spessosi trovalasempliceo:
omo,
fogo, roda, novo, son 'suono',vodo
'vuoto', piover, fora.L'AIS
dà p apertain rpda, piove, ngve, novo,vpvo
'uovo',vgdo
'vuoto', prga, fora,mgver,tgn 'tuono',rosingjo'usignuolo',sgna, sggo,fyga'giuoca'', ep
chiusainfogoe boti.Invecediuo
incerti casiildittongo siincontra sottoforma
di io,evidentementecome
risultato diuna
dissimilazione:Boerioregistra niora, siolo, stola, nioser 'nuocere', e
Goldoni
adopera nelle «Baruffe chiozzotte» per esempio stola, liogo,movo,
fior 'toglie-re'; taliforme non
sono peròcaratteristiche solamentediChioggia(cfr.Ascoli,
AGI
1,454),ma
sonodiusogeneraleancheneldialettocittadi-no
diVenezia,come
pure siincontranoanchealtrovenei parlari veneti:per
esempio
a Trieste diol 'dolore', rioda, slogo, sfiora'stuoia';aGrado
sigla; a Istrana (Treviso)nigra; a
Montona
(Istria) sigla.Nei
dialettidelcontadoèpatimentipreponderantenellamaggior par-tedeicasi la formacolmonottongo
(kgreoppurekpre, ngraoppure
ng-ra)\ tuttaviai dialetti nellazona intorno aRovigo
fanno eccezione: a Fratta Polesine (prov. Rovigo) e Cavarzere (prov. Venezia)siha
kupre e nugra; perRovigo
citiamo ruosa, ancuó 'oggi', despuó 'poi', fuogia, racuolgiare.Ilrovigottostessointroduceildittongo incondizionatamen-teanche in sìllabachiusa {cuorno, cuorpo, cuorda, uorto, uosso), e per-sinoquando
si trattadiuna
o secondaria(<au), peresempiouoro, uoca (Ascoli,AGI
1,442).A
Ferrara sipresentajnveceuna
situazione con-fusa,dato chequi si incontratalvolta g, talaltra p e talaltraancora uo:cfr.
bg
(pi. bug),gm,
lampi, rgda, pc 'occhio', fpk, sok 'giuoco', fora, ngv, prova, inkug, kupr, kugia, kugzar, sgla<stola 'suola' (AIS,punto
427).Secondo
lo Schiirr («Charakteristik derMundart von
Portomag-giore, Progr. Trieste», 1914)l'antico dittongouo
sarebbe rimasto sol-tantodopo
labialeo
velare,mentreneglialtri casisisarebbe ridottoado.InIstriasi
ha una
situazione alquantomancante
diregoleesatte: perRovigno
5 l'AIS dà peresempio
kgr,pmo,
sgga 'giuoca', pugkì, kuolo'collo', nuoto 'notte',
cugdo
'chiodo', kugrpo, nura, ankùi, nuvo; perDignano
kgr,pmo,
npto, cgdo,kgrpu, nura, ankui, fpgo,prua 'prova',1Anchenei dialetti dellaDalmaziailmonottongositrovainmisura preponderante, per esem-pio aZarafogo, zogo, piove,move,cor,novo,peròancuo'oggi'.
1Cfr. inoltre, da! materiale di Ive(12),voi,fiol,sor<soror, fogo,logodi fronte acuorno, duormo,suorle, {uosa,fuobìa<fovea, luàtano 'totano',Muódann.
§ 116. Sviluppodipnelle coloniegallo-italiane *47
tgn, rgda.
Secondo Deanovic
(13) aRovigno
il risultato normale dig
sarebbe a insillabalibera (nuvo,ruda), uoinposizione(fuosa, cuorno, puorta), mentrefogo, zògo,sòia,còsa'coscia',còstasarebbero dovuti adinflussiveneti.
La
situazioneche si incontra nelTrentinocorrisponde allostato fo-netico deiparlarilombardi, inquantosipuò
ancora chiaramente ricono-scere la metafonia provocatada
-i,almeno
in alcune zone arcaiche di questa regione: cfr.aRoncone
eTiarnodiSottobó come
pluraledibg
<bove
(AIS,1042); invaiRendena
(Pinzoloe Strembo)bó come
plurale dì£p<bove,
occome
plurale di oc 'occhio', noicome
plurale di ngs 'nostro',iinoccome
pluraledizinóc 'ginocchio' ein vai di Sarca (Cam-pomaggiore)òfcome
pluraledi0/ (Ettmayer,RF
13,614
sgg.).116. Sviluppo di
o
nelle colonie gallo-italianedell'Italiameridiona-le. Dell'importanzadiqueste colonie perlaconoscenzadella
situazio-ne
fonetica dell'Italia settentrionale nel secoloxn
già si è discusso al§ 95. 1 tregruppi presentano inpienacorrispondenzafra dilorola dit-tongazione davanti a consonantepalatale
-
uoji 'oggi' (Sperlinga,Tito, Trecchina), rskupita 'ricotta', trùoja 'troia',kuo$a<cóxa
(Sperlinga),kuoh
<col\igete, vuolu (Trecchina), recuo'go 'raccogliere', uoito 'ot-to',molto
'notte', puoi 'poi' (Nicosia)-
e inoltre in certi casi in sil-laba libera-
peresempio kuors, fuogu,guogu
(Sperlinga), cuova 'pio-ve' (Trecchina),fuora,nuova
(Sperlinga, Tito e Trecchina), cuoro,vuò
'vuole', fuora, nuovo,
muoiro
'muore', pruova (Nicosia),kùora, nuora, suola, fuogu, nùovu, nuova, suotera, lùovd 'piove' (Tito) -, mentre in altreparolerimanela p: peresempio rgda,gmu
(Sperlinga), rgta, Iglu 'chiodo',trgnu,bgnu
(Tito).Ad Aidone
(prov. Caltanissetta)uo
siè ri-dottoad«: cfr. ug'occhio',kur
'cuore',sura'sorella',ul'oggi',fura'fuo-ri'.
-
Oltre aicasi suddetti, nelgruppo
di Potenza e presso ilgolfo di Policastroladittongazionesimanifesta davantiad-ìfinale,cfr.aPicerno purè, gruss, tsuppcome forme
plurali di pgrka, grgsa 'grosso', tsgpp;a Trecchina mùortl, vuoski, uossl, grùossi, ùortì quali forme plurali di mprtu, vgsku 'bosco',gssu, grgssu, grtu (Rohlfs,
ZRPh
61, 82),mentre
lecolonie gallo-italiane dellaSicilia
non
conoscono nélametafonia pro-vocatada
-«, néquellada -l: cfr. a Sperlinga fòrtu(pi. fòrti), òrbu(pi.òrbi).
148 i. Vocalismo
117.
U
cause della dittongazione nell'Italia settentrionale ( ricapi-tolazionecritica).Le
ragioni e lecondizioni che inAltaItalia condu-cono alla dittongazionedig>uo
(che oggicompare
perlo più sotto laforma
ridottaò)sonoquelle stessechehanno permesso
laformazionedi teda e: ilpassaggiosi verificadavantiad -/finale,davanti aconsonante palatale (inentrambiicasiancheinposizione chiusa) ein sillaba libera'Uo oppure 6
davanti ad-ifinalesiha
indiverse parti delPiemonte,nelCanton
Ticino, in Valtellina, inEmilia, nei dialetti romagnoli, nell'an-ticoveneziano, nell'anticopadovano
enei dialettidelTrentino; davanti a consonantepalatale in Liguria, in alcune zone del Piemonte,nel dia-lettomilanese, nelCanton
Ticino,in Valtellina, inEmilia, inpartedellaRomagna,
in antico veneziano e in antico padovano; in sillaba libera (senza alcuna delle suddette condizioni) in Liguria, in certe parti del Piemonte,nel dialettomilanese,nei parlaridelCanton
Ticino{soltanto in alcuni casi), in Emilia, nell'antico veneziano e nell'antico padovano.Questi tre diversi aspetti delle circostanze che
conducono
alla ditton-gazione sono ancora molto chiaramente riconoscibili, nonché scevrida
influssi di infiltrazioni piùrecenti, nelle colonie gallo-italiane dell'Italia meridionale.
La comparsa
di o davanti ad -« finale è limitata aduna
zona piuttosto ristretta di territorio nelPiemonte
settentrionalee
nelCanton
Ticino,mentre
soltanto ildialetto ligure epartedei dialetti ve-neti (aRovigo
e in Istria) presentano Ò anche in sillaba chiusa (senza che sia condizionata da metafonia).Per
quantoriguarda lacomparsadiuo
(oppure ó) in sillaba libera,ilfenomeno
abbraccia si delleampie
zone dell'Italiasettentrionale, perònon
sipuò
dire affatto che tale passaggio si manifesti dappertutto per ognig
inqualunque
sillaba libera: -aed
-efinaliimpedisconoil manife-starsidel passaggio in parecchieparti dell'Italiasettentrionale(sitrattasempre
diposizionein sillabalibera),cioènelPiemonte
sud-occidentale (prov. Cuneo), nelPiemonte
settentrionale, nelCanton
Ticino,in Val-tellina e nel bolognese; ed anche in anticoromagnolo uo
è limitato ad alcuni casiben
determinati (iniato davantiad
-a e nelgruppo
fonetico -gcu). In molte zonedell'Italiasettentrionale, poi, esisteuna
netta dif-ferenza frabòve
e*bóvi:
cfr. il ligure (Borgomaro) bgiboi; ilpie-1 Losviluppodi pnei dialetti ladini delleDolomiti simanifesta in circostanzedel tutto ana-loghe,cfr.peresempioin vai diFassa (Elwert,48).
§ 117. Lecause della dittongazione nell'Italia settentrionale 149 oiontese settentrionale
(Borgomanero)
bp:bòi; il ticinese (Osco) bg:boi; il poschiavese bgf:bóf; l'emiliano (Prignano e Sestola) bp:bò; il
trentino
(Roncone
eTiarno di Sotto)bp
:bò; ilferraresebg
:buó; il bo-lognesebà
: bu; ilromagnolo bg
: ho.Come
si vede, siamo qui assai distanti dalla situazione linguistica del francese, in cui g in sillaba li-bera regolarmente dittonga (le bceuf, les bceufs). Tutto quantoabbia-mo
detto staa provare chein Alta Italia la dittongazionedi g era ori-ginariamente limitata alla posizione precedente consonantepalatale op-pure-/(talvoltaanche-u), e soltantoinun
periodopiùtardo, acausadiun
livellamento analogico ovvero sotto influssi stranieri, il dittongosembra
essere diventato usuale anche insillabalibera(senzache occor-resseroparticolaricondizioni determinantilametafonia): laprima
fase diuna
tale generalizzazione l'abbiamo oggi in certi dialettidelCanton
Ticino. L'opinione manifestatadalWartburg,
che eed
pun tempo
dit-tongassero in sillaba libera nell'intera Italia settentrionale(ZRPh
56, 38),non può dunque
esseresostenuta.La
dittongazioneinsillabalibera nell'Italiasettentrionale èun fenomeno
relativamenterecente,
chein molte parti dell'areadidiffusione deiparlari settentrionaliancoraoggi, in determinate circostanze,non
si è manifestato. Cisembra
che abbia moltopiù ragionelo Schùrrquando
sostiene(RF
50, 295) cheó (e te) è stata introdotta in sillaba libera per traslazione dai casi di dittonga-zione condizionata.La
situazione che si incontra nella zona orientale dell'Alta Italia è particolarmente complicata: prescindendo dalla completamancanza
di regole nel dialetti dell'Istria, anche il dialetto di Venezia città, sia mo-derno che di epoche precedenti, segue delle leggi tutt'altro che chiare, percui inquesta zonalasituazione originariadeve
aver subitoben
pre-sto delle alterazioni.
Che
ladittongazionedigin sillabaliberasisia avu-tarelativamentetardiè testimoniatoanchedal fattochepartecipanoalla dittongazionestessa parole contenentiun
originarioau(>p) (per esem-piopuoco, puovero)echeinoltreprendono
partea talesviluppo persino delleparoleche originariamente avevanouna
p (custuode, memuoria);finalmente sembracheinepocapiù recente,sottol'influssodel toscano,
si sia pervenuti ad
una
regressione del dittongo, la qual cosa spieghe-rebbelarelativa scarsità diuo
neldialetto cittadinoodierno diVenezia.Una
generalizzazione senza regole del dittongouo
siincontra anche nei dialettidellecampagne
padovane,peresempio(Papanti,331
)puodesse, suoportare, onuorata.150 i. Vocalismo
Perciò che riguardail rapportodi
uo
con Ó, l'Ascoliaveva ritenuto che si trattasse diuno
sviluppoda uo
adò
(attraversoi gradiintermedi ue>ite), viceversa il Meyer-Liibkeha
espresso l'opinione (§ 38) cheó
possaessere originatadirettamenteda
p(come
ada
a), senza avere pe-rò lapossibilità di contestareesaurientemente ilconcetto dellosvilup-po
graduale proposto dall'Ascoli.Le
seguenti considerazioni potranno aiutarci a raggiungereuna
maggiore chiarezza intorno alla questione della ò: la vocale che ci interessa si estende nell'Italia settentrionale (prescindendo da Parma, cfr. $ 114) esattamentefino allalinea che se-paralaa occidentaledallaaorientale(cfr. § 35).Poichélosviluppodipnon può
assolutamente trovarsiper caso in cosi singolare parallelismo con il passaggio di a>ii, il fattonon può
significare altro che questo:l'origine di
ò
è vincolata alla esistenza di ii. Tutto diventa chiaro se sipresume
cheho
(daun
precedente uo)siastato lo stadioanteriorediò \ Ildittongouo, sviluppatosida
p,avrebbediconseguenzaseguitoil pas-saggiodiù
>u';come
grado intermediofrauo
ed0sipotrebbe presumere qualcosadi simile aad, inquantoilcarattere palatale di a avrebbe datolasuacoloritura allao susseguente'. Cosisi avrebbe, pertanto, che l'an-tico
uo
è diventato 0 attraversolo stadiouo
adoccidentedella lineache separaa da
«,mentre adoriente diquestalinea(dovesièconservatala a)l'anticouo
sièmonottongato
in«oppureinp. Ilpunto
di vista espo-stoinqueste pagine sarebbeun
ulterioreappoggioalla tesi chesostiene essereil passaggiodia
>«
nell'Italia settentrionaleun fenomeno
mani-festatosi solorelativamente tardi.118.
Lo
sviluppo dio
in sillaba chiusain Italia settentrionale.La
p che si trova in sillaba chiusa rimane generalmente conservata nell'I-talia settentrionale: cfr. illigure kgrpu, veneziano kprpo, piemontese,
lombardo
ed emiliano kprp 'corpo'; il liguredgrmu,
venezianodpr-mo, lombardo
dormi,emilianodprm
'dormo'; illigure,piemontese, lom-bardo, emiliano e veneziano kprda. Viceversa,0
prende parte allosvi-luppoin
uo oppure
inÒlàdove una
consonantepalataleseguenteovvero1 Questo ùosi è conservaloinalcuni dialeitì montanidella Liguria; a Bonifacio(Corsica) si
è modificaloin io(cfr.Sni).
1 Anchei dittonghi usieuoudell'anticoprovenzale avevanoilvalore diileiediiiou; cfr.W.
Schroeder,
VKR
j, r?4.*AncheloSchikr(RFjo,293)ritienechevisiailseguente sviluppo pergradi:ap>fip>ilo.0.
§120.
Lo
sviluppodigin iatodavanti ada 151una
-/finale provocanolametafonia dellavocaletonica: cfr. ilpiemon-tesei'órmu<
dòrmio
; ilvaltellinesegros'grossi';ilgallo-sicilianouottu<Ócto
(cfr. §in
sgg.).Intalunidialetti lap apertasiapre ulteriormen-te in a: cfr. nella colonia gallo-italiana di San Fratello (Sicilia)dorma
'dormo', kat 'collo', fari 'forte', gras 'grosso', arp 'orbo', baik 'bosco', karp'corpo'.119.
Lo
sviluppo di9 davanti a nasale nell'Italiasettentrionale.Come
la edavantianasale si è chiusain e,cosianche p è passataa p, e questa p si è cambiatapiù tardi in a,come
lap primitiva: cfr. illigure, piemonteseelombardo
trun'tuono',bun
'buono'; mentrelezone orien-talihanno mantenuto
povverohanno
partecipatoallosvilupposoltanto fino ad 0: cfr. ilromagnolo
trgn, bpn,ilveneziano tpn, bón. Inhomo
l'anticavocale tonicaè rimasta conservatainquasituttoilterritorio del-l'Italiasettentrionale (lig.Qtnu, altrimenti
pm)
\ Insomnu lao
talvol-taèrimasta conservatae talvoltaè passataadó: cfr.illiguresònu,il lom-bardo edemiliano spn, il
romagnolo
Spn,ilvenetospno; in piemontesesi incontraa volte spn, a volteson<
sòmniu. La
forma verbale'suona'si trova sotto
forma
di sona in ligure, disuna in lombardo, di ìpna in romagnolo,talvolta dispnaetalaltradi sonainveneziano.Il