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ecco alcuni esempi: romanesco piommo, sammuco, immèrno 'inverno',

palomma;

napoletano

sammuco, tammurro

'tamburo',

strùmmolo

'trot-tola'

(strombulum), rummo

'rombo',

mmetare

'invitare',

mmidia

'in-vidia'; calabrese

chiummu

'piombo',

sammucu, rummu, cummèrtere

'convertire', cummàttere,

cummitare

'convitare',

mmìtare

'invitare',

cummentu

'convento'; siciliano strummula,

cummentu

'convento', mmintarì 'inventare'. Ilnesso

mb

è rimasto conservato nella Calabria meridionale(asuddella linea

Amantea-Crotone)

!,mentrela Siciliahail

tipo

mm {sammucu, chiummu),

se si escludel'estremità nord-orientale, nellaqualesiè conservato

mb

dove

anche

nd

è rimastoinalterato(cfr.

%

253

). In talunezonedel Mezzogiornosiverifical'assimilazioneanche nelcaso che

m

e

b

appartenganoa

due

parole differenti: cfr.il marchi-giano (Esanatoglia, Muccia)

um

masu,

umbro

{Marsciano, Amelia)

um

maio, siciliano(Mistretta)

um masu

'unbado' (AIS, 68); il

romanesco (Nemi) 'm

metto 'un bottone'; ilnapoletano

nom

màglio 'nonvoglio',

nom méne

'nonviene',

nom

male; ilsiciliano

'um miu

'non vedo',

nom manu

'nonvanno',

sam Mitu

'san Vito'; ilcalabrese

bom mèsperu

'buon vespro'.Nelnesso

mbr

sihaugualmentelapartecipazionedi

mb

al pas-saggio inquestione: per

esempio

nelnapoletano

ommria

'ombria',

scur-mo

(da

un

precedente

scummro)

'scombro'; nel calabrese

ummra

'om-bra',scurmu; nelsiciliano

ùmmira

'ombra'.

-

Inposizioneiniziale,

mm

spessosiè semplificata in

m:

napoletanomuto,siciliano

mutu

'imbuto'.

Nell'Italia settentrionale

m

proveniente

da mb

siincontranellezone ladine delle Dolomiti: per esempio

fama

'gamba', pion 'piombo' (El-wert, § 175); cfr. in questi territori anche lapronuncia ipercorretta di

bimba

'capretta'(bima). In Sardegna

mb

passaa

mm

dove

sièavuta assimilazione del nesso

nd {camma

'gamba',

immùdu

'imbuto'): cfr. S 253.

-

I testimeridionaliantichicontinuanoperlungo

tempo

a scrivere

1 Cfr. il calabrese meridionale mbìtari, mbèrnu, mbiari, mbàdete, 'm banu 'in vano',mbèci 'invece'; il napoletano 'm boce'in voce'.L'antico toscanoimbolare'involare'e imbociare presup-pongonoun toscanobaiare,boce(cfr. $ 167).L'antico italianoAnguersaperl'odiernoAnversa e dovutoallapresenzadella

w

germanica.

1 Nella Calabriasettentrionalelaconservazione dimb si haa Riscaldo e Belvedere(gamba, chiumbu 'piombo'); nelLazio meridionale il nessoè rimasto a SanFeliceCirceo (palómba,

w-buca 'sambuco'); nel Salerno mb si incontraparticolarmente nei centri cittadini, per esempio a Brindisiedintorni(palumbu,chiumbu, mbaslu'imbasto'), a Lecce (palumbu),a Otranto (palumbu, gbiumbu)eaGallipoli(mbile'bottiglia dicreta'1borabylion, chiumbu).

§255. Inessi»gengtf inposizionemediana 361

mb:

cfr. nel

«Codex

Cavensis»

lumbone,

palumbuli, nellaCarta Ros-sanese palumbi, e parimenti in linea generale nei più antichi testi si-ciliani.

Circa

mb

proveniente

da m

{ovvero

mm),

cfr. § 236.

255. I nessi

ng

e

ngu

in posizionemediana. Inposizione

mediana

ilnesso ng

compare come

ng inToscana, nelle zonedell'Italiacentrale conessaconfinantie inItaliasettentrionale(cfr.iltoscano fungo, vanga, gàngano, lungo, fango).

Nel Mezzogiorno

ci si aspetterebbeche

ng

pas-sasse per assimilazione a

nn

dappertutto

dove nd

passa a

nn

e

mb

a

mm.

Invece

un

tale esito si

ha

soltanto in certe zone meridionali, per

esempio

alquanto diffusamenteinSicilia

-

cfr.fannu, Stanna, lònnu,

fan-na

ovvero

anna

'dentemolare' {ganga) -,

qua

elàinCalabria

-

per esem-pio (Melissa, Parenti)ganna,stanna

-

enellapenisolasalentina {anna, stanna, sannu).Nellamaggiorparte deicasi,giuntaa

metà

strada,

l'assi-milazione siè di

nuovo

annullata, diconseguenza si

hanno

leforme na-poletane ganga, sdanga, luongo, e lucane fang, gang.InSiciliail

fenome-no ha

luogo anche

quando n

e

g

appartengono a

due

parole differenti:

peresempio

un

nattu 'ungatto', gran

naddu

'grangallo'

{De

Gregorio, 91). NellaLucania orientale e meridionale e nella zona diTaranto

ng

passa a

«

attraverso lo stadio nj: cfr. illucanojan 'dente molare',gòii 'lungo', vèii 'vengo' a Tursi (Lausberg, 98),

janna<ganga

(Pisticci), a

Matera mànana

(<

manganum);

il tarantino (Palagiano) jana< ganga 'dente molare'(AIS, 109).

-

Ilnesso

ngu

prendeparteallosviluppo ge-neraleding: cfr.ilsicilianosannu, linnaoppurelìnua; ilcalabreselinna oppure Unga, sannu

oppure

sangu; il lucano orientale

lèhm,

satina; il

salentino sannu; il

campano

Unga, sango; il toscanolingua, sangue; il

piemonteselenga,sangu; il

lombardo

lengua,

sankw

oppuresank; l'emi-lianosangui; ilrovigottoansa'aspide'<

anguem

;ilmilanesepenò 'gras-so'

<pinguem. La « dunque

talvolta è caduta, talvolta si è consonan-tizzata(inposizionefinalesiètalvolta assordita in/),talaltrasiè conser-vata.

Per

lo sviluppo alquanto divergente in posizione protonica, cfr.

ancora ilsiciliano ancidda, messinesea nidda, calabreseangidda oppure

anelila,salentinoanéidda,napoletanoe toscanoanguilla, italiano setten-trionale augnila, ligure anghila;ilcalabresefringillu

oppure

frinéillu, na-poletano e pugliese settentrionale frungilh, salentino franciddu, lom-bardoe piemontesefrangwèl, ligure frangwèlu'fringuello'; il

campano

362 n. Consonantismo

(Formicola)

ahóna

'speciediserpe nera'

(angue

più -one); il

napoleta-no amento

'unguento'.

Da

questiesempi sirilevachenell'Italia meridio-nale

ni

è diventato talvolta né, e inoltre che in

Campania

si è

trasfor-mato

in «.

\ ] 256. Il nesso

ng

davanti

a

vocale palatale. Nella lingualetteraria ael

Medioevo

sitrovanoaffiancate le

due forme

pungeree pugnere, fin-geree fignere,piangeree piagnere,spengeree spegnere,

mungere

e

mu-gnere,àngiolo

e

àgnolo.L'opinionediMeyer-Lùbke,che

n

siailrisultato chesi

ha

nei proparossitoni,è già stataconfutata dalLevi

(AR

13, 389)

con

la citazione di piagne, cigne, dipigne, sospìgne, strigne (tutti nella

«Divina

Commedia

»).

Le

forme in

gn

sonocaratteristiche della lingua antica diFirenze,

mentre

a

Lucca

e a Pisasi

ha

sempre

o

prevalentemente n£,cfr. illucchesesunzadifronte alfiorentinosugna (axungia).

Per

i dialettiodierni,l'AISattestaladiffusione di

gn

nella

Toscana

orientale (BarberinodiMugello,Incisa,CapreseMichelangelo, Chiavaretto, Sina-lunga, Cortona), però attualmente esclude Firenze (che

ha

ng), cfr. per

Cortona mogne

'mungere',ogne'ungere',giogne 'giungere',logne 'lun-gi'; l'interazona adoccidente della lineaFirenze-Siena

ha

ng. Alla luce di

una

situazionecosichiaramentedefinita,

non

sipotrà

neanche

ritenere che

punge

sia statoprovocatodall'analogia

con pungo

(Schiirr,

VKR

256). Piuttosto,

ng non

èaltrocheilcontinuatoredello sviluppo setten-trionale,

come

del resto è anchela

forma

predominantenei dialettidel basso Mezzogiorno: cfr. il ligure éange, piemontese piangi, milanese ptang 'piangere'; il milanese leni 'tingere',

mong,

spini, ànici; il

tici-nese piane, tene, uné; il valsesiano munii, tengi; il calabrese pungere, chiàngere 'piangere', fingere, mungere. Nell'Italia settentrionale

i ha

avuto talvolta

un

ulteriore sviluppo in z (

=

di)ovvero i: cfr. l'antico

lombardo

piange, onqeva 'ungeva'; il piemontese

munse

'mungere'; il

ligure (delle

montagne)

éanze,

lombardo

pianser,venezianopianier,

ro-magnolo

piansar 'piangere'; il veneziano monser, tenser, ànsolo 'ange-lo', sonia. Nell'Italiameridionale

k

è caratteristicadel dialetto napole-tano e dell'intera regione dell'alto Mezzogiorno: cfr. il napoletano fé-gnere, frafé-gnere, ófé-gnere, cbìàgnere'piangere',àgnelo,pógnere.

Da

Napo-li,

n

si continua attraversoilLazio, laPugliasettentrionale el'Abruzzo, raggiungendo conle sue propaggini estremelaToscana orientale,

dopo

aver attraversato l'Umbria (umbro,

romanesco

e abruzzese piagne):

$ 257. Nasale più consonante sorda 36j questo sviluppo si spiega tenendo contodel fattocheg,

una

volta pala-talizzatasi in

forma

di fricativa/,entra in stretta relazionecon lanasale (nj>n)

cosi

come

Ij è diventatal -,mentre

ng

rappresenta meglio lo svilupponormale

(come

sivedein

surgere

>soriere).

Lo

sviluppo

non

unitario di cui discorriamo ha il suo parallelismo nel duplice risultato toscano argento eartento.

Dove predomina

«,questo tipodi pronuncia

siè estesoanche all'imprestitomangiare (>magnare); il sicilianoe cala-brese meridionalesunia è preso dai dialetti settentrionali(linguadi co-lonizzazione).

InSicilia,nel Salerno einalcunezonedellaCalabria (Cosenza, regio-ne settentrionale)invece di

ni

si ha la

forma

sorda né: cfr. ilcalabrese puncere,munéere, chianéere, anéiulu 'angelo',funci'funghi' (invecedi fungi); ilsalentinopuncere, chiancere'piangere',ànciulu'angelo', sciùn-cere; ilsiciliano finciri, tinciri,pùncirì,junciri, àncilu, mùnciri, e anche sanCiuvanni

(De

Gregorio, 91).

La

causadiquesto passaggioè ancora

da

trovare.

257.Nasalepiùconsonantesorda. Inessini,

mp,

nk,né,ns,nz re-stanoinalteratiinToscana, nelleregionidell'Italiacentraleconessa con-finanti e in linea generale anche inItalia settentrionale: cfr. iltoscano dente,pianta, cento, tempo, campo,ronca, uncino'.

A

suddi

una

linea chevadaimonti Albanifinoad

Ancona

attraverso l'Umbria,

qualunque

consonante viene sonorizzata

da una

precedente nasale.

Questo

feno-meno

si estende versosudfino allacosta settentrionaledel golfodi Ta-ranto: cfr. l'umbromeridionale(Trevi, Norcia,Amelia)biango, dènde,

cambo;

ilnapoletano

mondo, rómbo

'rompere',lamba, kianga (planca), angora,angina'uncino', nzalata'insalata'; l'abruzzese

(Campobasso)

an-dika, sands, cambana, angora, venga 'vincere'; il barese dènda,

lamba

'lampo', nga 'ci' (*hince), sangaratà 'sincerità',

Unta

'lancia', (Trani) kaniauna 'canzone',

bnzauh

'lenzuolo'.

La

sonorizzazione si

ha

anche nel casoche laconsonante seguenteappartengaa un'altra parola: cfr.il

barese

non dènga

'non tengo',

non

d'affaéca 'non ti affacci', 'n gienda piezza 'incentopezzi'; ilnapoletano nganna'incanna',

n

guolla 'in

col-1 La formaitalianagamba{frane,tombe, provenz.camba) nonpuòperciòcorrispondere diretta-menteaungrecoxa\im\(cambaegambanegliamoridella tardalatinità),bensìsembra chelaparola grecasisiaincrociataconilcelticocarabo 'curvo';cfr.Rohlfs,«Die lexikalischeDiffereniierung der romanischen Sprachen»,Mùnchen1934, io.

364 ii. Consonantismo

lo'; il marchigiano

im

biattsa 'in piazza'; il lucano (Matera) attanda<

attànsto 'padretuo'.Nella Calabria meridionaletroviamo

un avamposto

isolatoaPizzo,conle

forme

vèndu,candu, sendtre,cambana,tinga 'tin-ca': qui,

come

nell'estremo suddella regione, datala stretta vicinanza dei gruppilinguisticigreci

-

cfr. andigghiu 'terrenosolatio' (Avn'iXi.oe), standa 'palo','stante'(vedasi anche percontro,inquesta zona,la

forma

ipercorretta stanca 'stanga') -, la sonorizzazione potrebbe essere stata provocatadalsubstrato greco (cfr.ilgreco

moderno pènde

< itévrE, cam-bos). Nella ortografia convenzionale dei testi dialettali meridionali, il

passaggioa sonoradiregola

non

viene rappresentato: ilvocabolario na-poletano del

D'Ambra

scrivelampo,dente, ancino, ancora;tuttavia qual-chevoltalaconsonante sonora

compare quando

laparoladialettalesiè allontanata

maggiormente

dalla

forma

dell'italiano letterario, per esem-pio ngiasto (<nchiasto) 'empiastro'; cfr. anche le

forme

ipercorrette luonco 'lungo' emantrullo'porcile'(derivato

da

mandrà). I testiantichi napoletani (per esempio, il

«Regimen

Sanitatis») riportano anch'essi soltantolagrafiant,

mp,

ecc.; d'altrocanto,invece,i

documenti

intardo latinodel«

Codex

Cavensis» presentano perl'anno

1045

l'esempio

ec-clesia sandi Nicolai

(AGI

15, 263).

Per

la cronologia del

fenomeno

è importantenotare

quanto

segue: seilpassaggiodì

ventus

>

*vendus

sifosse già verificatonellatinovolgare deiprimisecolidell'era cristiana, sisarebbe anche

dovuto

verificareilpassaggio

nd

>

nn

perassimilazione,

come

in

quando

>

quanno

(cfr. § 253).

A

testimoniare infavore della recenziorità dellasonorizzazionec'èinoltreilfattochenellaLucania sud-orientalee neldialetto diTarantopassaa

n

soltantoilnessong

primiti-vo (ganga

>farina, cfr. § 225), e

non

quello secondario: per esempio jang 'bianco'(cfr. Lausberg, $ 183). Standocosi le cose,appare

molto

dubbio cheil

fenomeno

meridionale sia in relazione diretta con la so-norizzazionedellaconsonantepostnasalechesiincontranell'antico

um-bro: per

esempio iuenga =

iuvenca,

ander —

osco anter (cfr. Pianta,

«Grammatik

der oskisch-umbrischen Dialekte», 1892, 552)1.

La

na-salizzazione che si verifica

dopo

nasale è

un fenomeno

relativamente recente ancheingreco volgare e inalbanese.

Ilparallelismonellasonorizzazionequalchevoltaviene turbato,per

1Cfr.Meyer-Liibke,Gramm., I,S 649.-In osconi,mp,nk timaseroconservati: cfr.anter, fruaier,Pumpaianu,ampulalum(cft. Meyer-Liibke,ZRPh27, 117).-Perunadipendenzadiretta daidialetti italiciantichisi pronunciaM.Durante,in«AnnalidellaFacoltàdiMagisterodi

Paler-mo»(1962),

§ 258. I nessiete \dinposizionemediana j6;

esempioaMartina Franca(Taranto),

dove nk

>ng,

mp

>

mb, ma

ntresta inalterato: venga 'vincere',

cambèna

'campana', cints 'cento', nanta 'avanti', vinta 'vento'.

Del

tutto isolatamente si incontral'assimilazione di

mp

app: cfr.in calabrese meridionale cappa 'bruco' (a fianco della

forma

più diffusa

campa)

<x&u,n-n; in calabrese ruppire

o

réppiri,

romanesco

roppe 'rom-pere'.

La

formatoscanapolenda'polenta'èassimilata amolenda, preven-da, leggenda.Iltipo

lombardo

orientale sik 'cinque',veter'ventre',

bra-ka

'branca',chesiincontranelleprovincedi

Bergamo

e Brescia,presenta denasalizzazione

da uno

stadio anterioresik, véter, braka (cfr. § 271).

In

una

zonapiuttostoestesadell'Italiameridionale »/ passa a

mp

per

assimilazionereciproca: cfr. ilcalabresecumpessare, cumpiettu 'confet-to',

mpurmare,

mpurnare, mpilare 'infilare', cumpidenza,

cumpundu

'confondo',

tampa

'tanfo', triumpu, mpatti 'infatti'. Nelle regioni del-l'alto

Mezzogiorno

questo

mp

partecipa alla sonorizzazione cui va sog-getto

mp

primitivo: cfr. in

campano

mbierno, pugliesee lucano

mbier-na, abruzzese

mbérna

'inferno' (AIS, 807); in

campano mbucà

'riscal-dare' ('infocare'); inbarese

mbrònda

'infronte',

kambòrma

'conforme', mbètta 'infetta',

sam

Branglska 'sanFrancesco',

mbama

'infame',

mbra

<infra; a Molfetta

kambà

'confare',kambìtta'confetto',

mbéma

'infa-me';inabruzzese

cumbermà

'confermare';inlucano

tamba

'tanfo';nelle

Marche

meridionali

um

biara'unfiore'; il

nome

della località

San

Fran-cato in provincia di Salerno è

forma

ipercorretta ('ufficiale') per

San

Brancata (Pancrazio). Altrovenf passaa

mv:

cfr.peresempionella Lu-cania meridionale

mvèrn

'inferno',

mvacc

'infaccia'.

- La forma

siciliana e calabresecunòrtu 'conforto'deriva dalprovenzale conortar 'conforta-re'

(conhortare).

258. 1nessiete jd inposizionemediana. Nell'Italiacentralee

me-ridionaleetsiassimila intt: cfr.iltoscanofatto,latte,detto, otto, frut-to; il siciliano fattu, latti, dittu, ottu, fruttu'.

La forma

toscana trota (tructa) deve avere provenienza settentrionale. Nell'Italia settentrio-nalequestosviluppoèlimitatoallazonaorientale (ven. nòte,fato,peto, fruto)eall'emilianoadorientedelPanaro(nòta,fat).

Nei

rimanenti

ter-1 I piùantichiesempi ditaleassimilazionepareche sianorappresentati dalleiscrizioni parie-talipompeiane -peresempioOtaus|Octavus|,ologenlos(octogentosl,fata(facta)-,nei quali casiinvecedi(in realtàvenivapronunciata senzadubbiouna«(ZRPh61, ìid).

366 il Consonantismo

ritori il nesso et è trattato allo stesso

modo

che in gallo-romanzo, in quantoilsuonodi

k

vienerisolto (con passaggio attraverso

b-t>%t>

jt?) in/{cfr. ilfrancesefait,laìt,fruii)'.Talerisultatoè conservato nei par-lariliguriepiemontesi: cfr. l'anticoligure notte, coito,faito; il piemon-tese(Torino)noit, kòit,fait,tèit, lait.

La

;èandatatalvoltaperduta nel-l'ulteriore sviluppo dei dialettimoderni, com'è il caso del ligure nòte, kòtu, tèitu, lètu,lète'latte', del piemonteselèt'letto', friìt, ót; si

veda-no

esempi di

un

simile sviluppo anche in antichi testi lombardi, per esempiotratta,fruito inBarsegapè,fruito, fruita,gamaito, dito in Uguc-cione; e Io stesso dicasi perl'anticoveronese,peresempiofruiti, noito in Giacomino; l'antico veneziano 'Panfilo' presenta petto, fruito

(AGI

10, 240). Tutta la regione orientale dell'Italia settentrionale oggi

non

conoscepiti

un

talesviluppo: sene

può

dedurreche

o uno

sviluppo to-scano si è sostituito a quelloindigeno,

o

idittonghi discendenti

hanno

anche qui,

come

in toscano(cfr. piaito>piato),perduto illoro secondo elemento in vianormale\

Lo

stadio -// si incontrainoltre nellecolonie gallo-italiane della Sicilia: per esempio a Sperlinga faitu, uoitu 'otto', ddaito'latte'; aNicosiafaito,nuoito,pieito, respieito,recuoita,stretta*.

In altre zone dell'Italia settentrionale da it si è avuta in

un primo momento

l'affricatamediopalatale l, acausadellapalatalizzazione della t (t').

Questo

suono oggi è rimasto solo sporadicamente: per esempio nella Valsesia piemontese lai, pec, lec, pecu 'pettine', la'étiga (Spoerri,

692

); nellafasciasettentrionale deidialettilombardinel

Canton

Ticino (per esempioa Indemini)lé'è'letto', tee 'tetto',noi'notte', kò'è 'cotto',

pecan'pettine';aLivigno(nelnorddella Valtellina)lèi<lacte, lèi< lec-tu, pél<

pectu

(Archiv 177, 33). Se ne incontrano alcuni resti anche nellecoloniegallo-italianedellazona di Potenza

-

cfr. aPotenza stessa p'tehn?,fracara'frittata'

(ZRPh 51,270)-, come

pure,incerti casi,nella gallo-italianaSan Fratello inSicilia: cfr.pielu 'pettine', dacua'lattuga' (difronteanuot, kuot,frut,fai).

La forma

telo,chesiincontrain

Luni-1 £assaiprobabilechel'ultimoimpulsoversouncalesvilupposiadaricercarenellapronuncia gallicadel latino.In ognicaso,losviluppodikin fricativaègiàattestatonelleantichemoneteed iscrizioni galliche,peresempioPiglilo! a fianco di Pictilos,Rs^tugenosafiancodiRectugenos (Dot-tin,64),dr.anchel'anticoirlandesenocht<noctem,einoltrecfr.Wartburg,ZRPh;tì,9.-Lo sta-dio%l(oppureb't?) in luogodi etèdapresupponiancheingreco volgare(nell'Italiameridionale èxtii>oliò,viniTa.>niita) einrumeno: laple<lactem, noapte-.noctem.

3 Anchenellezone dolomitichedilingua ladinasembracheleformeattualilèt,nói,drétdebba' nofarsirisalireaprecedentileit,noit, dreit(cfr.Wartburg,ZRPh36, 10).

*Laécomparesolamenteinpocheparole: peresempioaSperlingapiénhnu'pettine'; a Nico-siamèliga'lattuga';a PiazzaArmerinapeéu'pettine'.

§258. I nessietejd inposizionemediana 367 giana (Fosdinovo, Fivizzano, Carrara), fello a Massa, pare che abbia conservato lo stadio fonetico settentrionale.

Da

l

ha

avuto origine lo stadio più recentee, che si trova nell'antico

lombardo

(nei testi

dell'e-poca scrittodiregolagi, per esempiofagio inBonvesin, benedegta, de-struge, tagie 'latte' in Barsegapè), nellamaggior parte della

Lombardia

{nòe, lèc'latte',faé,fiè,pèé),nel

Canton

Ticino,inalcunezone

dell'Emi-lia(noi), della

Romagna

{noè)e del

Piemonte

(particolarmentenella

re-gionesettentrionale: nòc,lec,lac); ealquale

ha

presoparteancheil nes-sonet: cfr. l'anticomilanese ungto'unto'; il

lombardo

occidentale (Bu-stoArsizio)tencu'tinto',vòncu'unto'.

La

linguaantica diPavia presen-tava le

forme

drigio,legìo,digto, ogianta,

ma

algiorno d'oggiinquesta zona

predomina

/ {lèt,fai); e anchel'odierno milanese reca afiancodie {lac, leé, pec, noe, pleura, afaé, tee) alcuni esempi di sviluppo toscano (cfr. lat, let,pel, not),le quali forme sonostateprovocatesenza

dubbio

dallalingua nazionale. Singolareil tipoòt (generaleinLombardia),che

con

la sua t

sembra debba

essersi assimilato a sèt. Nelle

forme

uffi-cialidei

nomi

geografici,laé settentrionale(per esempioSaleco<

salic-tum, FteÓKfilictum)

è stata frequentementesostituita con il nesso toscaneggiarne kj{Solecchio,Flechia)'.

L'antico italianoguatare (precedentementeguaitare)

non

deriva

di-rettamentedalgermanico

wahtan, ma

è

un

prestitodal francese {guai-tter).

Parallelamenteallosviluppodi et{ >it) sisvolgeanchequellodijd

-cfr.iltoscano freddo,napoletanofriddo,venezianofrédo,emilianofrèt, ligurefretdu,piemontesefrèit,piemontesemeridionalefrèt,piemontese settentrionale fre'é,

lombardo

frèc<

*frijdu< frigidu

-,

con

assordi-mento

dellaconsonante sonorainposizionefinale*.

La forma

toscana

ma-dia<

maida sembra

chepresupponga

un maida

(<

magida),

già esisten-te in latino volgare,

come

pure il toscanodito, ligure din,

lombardo ed

emiliano

frisale

ad

un *dltus<

*dijitus,

mentre

ilcalabresejiSitu,

si-ciliano'tritu,salentinodiìttu,baresedisi sonoicontinuatoridella

forma non

sincopata

digitus

; soltantonellaValtellinasuperioree a

Poschia-vo

dettcorrisponde esattamenteallosviluppodifreit.

5 Ulteriori particolarisullosviluppodi ci in ItaliasitrovanoinMeyer-Liibke, ZRPh45,64r sgg.

'L'italianofreddopartirà piuttostodaun*frigdus(App.Probi);cfr,Franceschi, Postillecit., p. 20.

368 ii. Consonantismo

259. I nessi

gn

e

gm

in posizione mediana.

Lo

sviluppo di

gn

in Italiaè caratterizzato dalfattoche questo nesso

non

avevadappertutto la

medesima

pronunciain latinovolgare.

La

differenza èdovutaal diver-socarattere della vocaleanaptitticache venivainseritafrag e n: perla

maggior parte del paesesi

può

ritenere attendibile

una

pronuncia

ag'-nus,

tuttavianel

Mezzogiorno

dev'esserci stata inparte

una

pronuncia

ag

u

nus

'.

Dal primo

tiposi èconseguito, in Italiacentralee settentrio-nale, losviluppopalatale della

«

(>n) attraverso

un

grado intermediojn

-

cfr.il toscanoagnello,legno,segno,pugno,pregno, cognato,pegno;il

lombardo

legn,segn,pùgn,agnell,cugnà'cognato' -; mentrein certe

zo-ne

del

Mezzogiorno non

si è pervenuti allaformazione diquesto suono

«: cfr.ilnapoletanoaitto

o

àjano'agnello',carnato

o

cajenato 'cognato', punto 'pugno'; l'ischitano

Ulna

'legna'; nel Cilentoainu ovvero(Torre Orsaia) àniu, calabrese settentrionale aina ovvero àjana ovvero ànja 'agnello',pùinu ovvero pùjana 'pugno'; l'abruzzeseaina,

(Campobasso)

pùjana, lé'pna, kapnata; illucanomeridionale àjana,pùjanaovvero

«: cfr.ilnapoletanoaitto

o

àjano'agnello',carnato

o

cajenato 'cognato', punto 'pugno'; l'ischitano

Ulna

'legna'; nel Cilentoainu ovvero(Torre Orsaia) àniu, calabrese settentrionale aina ovvero àjana ovvero ànja 'agnello',pùinu ovvero pùjana 'pugno'; l'abruzzeseaina,

(Campobasso)

pùjana, lé'pna, kapnata; illucanomeridionale àjana,pùjanaovvero

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