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Le consonanti geminate

228.

Formazione

di

nuove

consonantigeminale. Prescindendo dal-leconsonantidoppieche sonostatepresedal latino, si è avutainmolti casila formazionedi

nuove

consonanti doppie medianteassimilazione:

cfr. il toscano Cariddi (Carybdis}, fatto, otto, affine, scritto, sotto, freddo, sasso; per ulteriori esempi presi dai dialetti, cfr. §§

240

sgg.

Consonanti doppie

nuove

si sono sviluppate anche per allungamento compensativo nel caso dicaduta di

una

sillaba: per esempio

fuimus

>

fummo,

traete>trarre,

de(d)eram>ant.

it. derra,

fueram>ant.

it.

forra (Lausberg, 149).

Un

allungamento compensativo per

una

conso-nante chesi èportata

ad un

altropostosi ha ancheneltoscanopioppo<

*poplu,

chiappo

<*caplu,

e nel calabrese cbiùbbica

<pubkca,

iib-ba

'cardine'<*fibla; tuttavia ad

un

taleallungamentosi perviene sol-tantoinalcunicasi: dr.fieno

<*ienu\u,

fiaba<

fabula;

innapoletano sciva 'cardine' (*fibla); in calabrese jèta 'bietola' (*betla).

Nella lingua nazionale è

molto comune

(anchese

non

è affatto obbli-gatoria)lageminazionedella consonante situata

dopo

la tonicadei pro-parossitoni1: cfr.

fémmina,

màcchina, abbaco, attimo, còllera, pittima, legittimo,

còmmodo

{a fianco dicòmodo), sàbbato (a fianco di sàbato), dall'altrapartecàmera, ràpido,àmido, vàlido,plàtano,pècora, mànica;

perCortonalaNicchiarelli registra (135 sgg.)leforme

ànnema,

mànne-ca,

mèddeco,

séddece, sùbbeto, ùnneco 'unico',

àmmedo;

in aretino si

sente

mònneca,

mànneca,

stòmmeco, ànnema,

ànnetra;per

Sambuca

(Pi-stoia) iostesso

ho

notatopéggora'pecora',

mànnsga

'manica',

mànnago

'manico',códdega 'cotenna'. Nell'Italiasettentrionalela

Romagna

deve aver conosciuto

una

geminazione di tal genere in un'epoca

non molto

lontana,poichéla vocale tonica deiproparossitonidavantiadroppure/

1 Pertaligeminazioni,cfr.deLollìs,SFRi,407sgg.,Parodi,RF13, 7JJ-7J.

S 229. Conservazioneedegerninazionedelle consonantigeminate 321

inposizionepreconsonantica

non

prendeparte

(come

invecefa negli al-tricasi)allosviluppo

normale

dellevocali in sillaba libera:

forme come

kàrk'carico'esals 'salice'(conlaloroa conservata)

presuppongono dun-que un

precedente *càrrico ovvero *sàllice (Schurr II, 80).

A

sud del-la

Toscana

il

fenomeno

si continua fin nell'estremo Mezzogiorno: cfr.

l'umbro (CittàdiCastello) fègghito 'fegato',lèvvito'lievito',

mèddeco;

il napoletano sùbbeto,còllera,

ùnneco

'unico',

Hénnero

'tenero', càrre-ca, càrreco,

càmmara, làmmeto

'amido',

còmmeto

'comodo',

ùmmeto

'umido',

ummele, stómmaco

!; ilcalabresef

immina, còmmidu

'comodo', sàbbatu,

càmmara, uómminu

'uomo', càrrica, càrricu,

cùccuma

(cucu-ma),cinnera 'cenere',jènnaru 'genero',tènnaru 'tenero',

vòmmara

'vo-mere'.

La

geminazionesiverificafacilmenteanche

dopo

l'accento secon-dario: cfr. il toscanoseppellire, accademia, pellegrino, camminare,

am-miraglio, coccodrillo, avvoltoio, Catterina, pellicano, ubbidire;

simil-mente

neidialettimeridionali: cfr.incalabresetuttumàgliu 'titimaglio',

communia,

in napoletano sebbéllire 'seppellire', gennerale, labborinto, libbertino,lebbertà.

La

geminazionesiverificainoltre sottol'influssodi certi prefissi (cfr. allungare, corrompere,sollevare, innovare), anche se

non

si trattadicomposizioni: cfr. allegro,allume, allodio, alloro, arrin-ga,

commedia,

correggia, sollazzo, innalzare, innacquare, innamorare, innescare. Altri tipi di geminazione sono più o

meno

arbitrari, ovvero

si tratta diparole

non

dioriginepopolare

o

che sonostatepresein pre-stito

da

altrelingue: cfr. mellone, tappeto,graffito,meccanica,

cammel-lo; antico toscano etterno. In certicasi la geminazione èprovocata da incrocio diparole: per

esempio mannocchio

(cfr.

manna

'fascetto'), pen-nello (cfr. penna), bottega (cfr. botte), pannocchia(cfr. panno)1. Resta da chiarire la ragione della geminazione nell'italiano meridionale cam-misa 'camicia'e trappitu 'frantoio' (TpaTriTov).

229. Conservazioneedegeminazionedelleconsonanti geminate.

Le

consonantidoppiesiaantiche cherecenti restanoconservateinToscana

(come

in quasituttal'Italiacentrale) enell'Italiameridionale, viceversa nell'Italia settentrionale si presentano in linea generale scempiate:

1 Non bisognatuttaviadimenticare che innapoletano la geminazione si verificaper ogni

m

intervocalica: peresempio bmmo'uomo', lumtno'lume',amino 'amo',rimmo 'remo'(c£r. S 222).

' L'italiano verdicchio ovvero varrocebio 'specie di macchina di guerra', verretta, verricelli/

'argano',ilcalabrese verrina, siciliano virrinn 'succhio'nonrisalgonoa veru 'spiedo',bensìsono derivaaionida vertes (cfr.ilpuglieseverrà 'succhio grosso').

322 ii. Consonantismo

cfr. l'antico

lombardo

roca, scritura, leto, castelo, vile, vorà, tufi, fra-dbelo, enganar,

pena

'penna',asai, nisun (Tobler, Ug., 16); nei dialetti

moderni

cfr. il ligurecòlu 'collo',

panu

'panno', rusu 'rosso',sapa 'zap-pa'; il

lombardo

galina, spala, seca, stopa,casa 'cassa'; ilveneziano pa-no,còlo,spala, pèle,sòno'sonno''.Diversiautori settentrionali,

special-mente

dei primi secoli, mostrano

non

di rado a questo proposito

una

sensibile incertezza nel rendere ortograficamente leparole dellalingua letteraria

quando

si servonoditalelingua: o scrivono il

suono

semplice inluogo dellaconsonantedoppia(dato chenellalorolingua provinciale

non

conosconoconsonanti doppie),ovveroscrivono, in

modo

ipercorret-to

un suono

doppio,laddove lalingualetteraria

non ha

che quello

sem-plice: in Boiardosi trovadisfato 'disfatto', fole 'folle', zane,spana, ag-gio 'agio', rivetta, cella 'cela'; in Ariosto alora, fatura, spicare,

comer-cio, oportuno, diferire, grege, gonella, doppo, sparrare, feccion, Catal-lant, eggregio,elicilo,staggione.L'areasettentrionale,nellaquale è sco-nosciuta qualsiasi consonante doppia, si continua parzialmente attra-verso gli Appennini fino alle zone marginalisettentrionali della Tosca-na: cfr.nellapartepiù altadellaGarfagnanaleto, luta,stópa; nella Lu-nigianasuperiorestópa,dona,

péna

'penna'; eancora nella Versilia(per esempio a Camaiore) stópa1.

Lungo

la costa adriatica, il territorio nel quale si verifica la semplificazione delle consonanti doppie si estende fino alle

Marche

meridionali

(Ancona-

Ascoli Piceno): cfr.

ad Ancona

late, lèto,

madòna,

mapa,martèlo,uccio.

Questa

tendenzasiè diffusa

at-traversola valle del

Metauro

anche nella parte più settentrionale del-l'Umbria: cfr. aCittà diCastellobocone, ogì,adeso, cervelo, apiciato1.

' Laconservazionedelleconsonantidoppie sipuòosservare nell'estrema fasciaperiferica del-l'Italiasettentrionale.Essaèlimitataallaposizioneseguentelavocale accentata: cfr.nella Valsesia fussi 'tu fossi', riavalla 'navetta', cigulla 'cipolla', bèlla, bukkn, spasta 'spessa', uiakka (secondo Spoerri); inalcunelocalitàdella vaiBregagliagetta,bassa,Stóppa,pènna, vacca (Stampa,133).Non

iancorachiaro se inquestezonesitrattidiunatradizionecontinuativa, ovverosesi sìapervenuti adunnuovoallungamentodelleconsonanticheseguono lasillababreveaccentata, a causa dell'ac-cento;per questasecondaipotesistailfattocheinValsesia l'allungamentononsiverificadopo vo-calelunga (peresempiopela<paela'padella') e inoltreche qui anchela

m

semplicecomparein

for-maallungata: per esempio pummì 'pomi', ommu,jamme 'fame', limma(Spoerri, 688); anchela pronuncia genovesedi'lima','fame' e 'remo', cioèlimma,famme,remmu(cfr.AGI 16,154),come purei! piemonreselimmaeinValsesia lamma,pummi'pomi' fanno pensareadunallungamento secondario.

1 Anchelapronuncia Luca, cheDantebiasimainboccaailucchesi, non saràtantola conser-vazione della forma antica del nome(Luca), quanto piuttosto la forma degeminata del toscano Lucca.

' Merloattestaanche perBorgoSansepolcro(prov.Arezzo!lapresenzadelloscempiamentoin posizioneimmediatamentesusseguenteleantichevocalia,ledS: peresempiozapa, fato, pélo, àio, òso,dbna, peròtrippa,sécco'secco', grillo, rósso 'tosso'(ID5,67sgg.).

§229. Conservazioneedegeminazionedelleconsonantigeminate 323 Occorreranno ora alcune paroledi chiarimento sulla situazione in Cor-sica: le consonanti doppie sono articolate in quest'isola in

modo

più debolecheinToscana, e l'indebolimentogiunge intalunezonefinoalla riduzione a

suono

semplice.

Ad

Algaiola (a

nord

di Calvi)

ho

notato io stessokòlu'collo',surèla,pètu, tètu, u jalu 'ilgallo', a

Bocognano a

ja*

du,

u

jalu, lati 'latte'; l'«Atlante» di Bottiglionidà

d

(invece didd)< //

connotevoleregolaritàper diversezonemeridionalidell'isola(Ghisoni, Bocognano, Calcatoggio, Cav'ro, Figari),

ma

del resto scrive per Iophì nn,ss,tt,kk.Certe formein cuisiverificail

fenomeno

contrario

- come

per esempio candella, mìcca, frequenti nell'isola

-

sono dovute a ten-denze diiperurbanismo.

Per

quantoriguardaladatazionedella degemi-nazione, si

hanno

parecchi indizidai qualisi

può

riconoscereche

non

si

trattadi

un fenomeno

di epoca molto antica: nell'Italia settentrionale, levocalitoniche situatedavantiaquelleche

un tempo

eranoconsonanti doppie si sono sviluppate

come

se fossero in sillaba chiusa (Schiirr II, 225), percui peresempio in pèle<pelle,

cò/<collu non

siè avuta

al-cunadittongazionecheinvecesiè manifestata nei continuatori di"

cor

e

pèdes

.

La

degeminazioneè inoltre

fenomeno

più recentedella sonoriz-zazionedelleconsonanti sorde semplici,perchéparole

come

per

esempio russa

>rósa,

stuppa>

stópa,

vacca

>vaca

hanno

conservatoi loro suo-ni sordi.

Una

più esatta puntualizzazione cronologica si

può

fissare

te-nendo

contodel fatto chela//dei colonizzatori gallo-italiani in Siciliae in Lucania potèpartecipare ancora allo sviluppo meridionale di II

>dd

(pili tardi semplificato in d): cfr. aPiazza

Armerina

(Sicilia)jadina 'gal-lina', tsivuda 'cipolla'; a Trecchina (Lucania)

moddìga

'mollica', vud-duSa 'bollito', gaddina. Si

può

pertanto concludere che nel

xn

secolo (presuntaepoca dellemigrazioni verso l'Italiameridionale)il

fenomeno

delladegeminazione delleconsonantidoppie

non

era ancora giuntoalla sua conclusione.

La

degeminazionedi IInelleseguenti formeè dovutaa proclisi

o

ad

enclisi: toscanolacapra, lospecchio; antico italiano/*cani;italiano

me-ridionale lucane,plurale//cani; toscanolovedo,laconosco,

me

lodice, telavendo.

InToscanasi

può

osservareincerticasila semplificazionedelle con-sonanti doppie davanti alla sillaba accentata: cfr. l'antico fiorentino ufizio,Batista; iltoscano puledro, vanello, baléstra, saracco; ilcortonese fusèto 'fossato', matino 'mattino', capéllo 'cappello', cativo, bataglia, apetito.

324 11- Consonantismo

Degna

dinotaèladegeminazionedegliesitidiIIinalcunezonedella Calabria meridionale: kavadu, kavaju, kavazu, kavaru 'cavallo' (cfr.

$

234)-230.

Allungamento

compensativo in luogodella lunghezza vocalica.

In certicasi lalunghezzadi

un

suono si ètrasferita dallavocale alla

consonante susseguente,ovveroviceversa; egià in latinosonoattestate le

due forme cupa

e

cùppa, mùcus

e

miiccus,

lìtus e llttus,

stu-pa

e

stùppa, glùtus

e gluttus,

sucus

e stìccus, cfr. a questo pro-positoCarloBattisti, Latino

baca, bacca

eaffini («Studi Goriziani», 1923) e Richter, 105 sgg. Per l'italiano si

può

citare l'antico italiano putto 'fanciullo' (putus); il toscano nuca difronte a gnucca,succo da

sucus,

brutto(brutus); l'italiano meridionalepippa'pipa'; il toscano volgare (Sambuca) pulla 'pula di castagne'; ancora il toscano volgare (Prunetta,Vinci,Stia,Cbiavaretto)pilla 'piladellafontana'(AIS, 854)'.

Dagli esempi che

abbiamo

citato si rileva chel'allungamento della con-sonante

non comporta

in ogni caso l'abbreviamentodellavocale,

come

risulta per esempioinghiotto(gluttus invecedi glutus).

Come

esem-pioperil

fenomeno

contrariocitiamoladegeminazionedirr,

largamen-tediffusa,

come

si

può

osservareneidialetti

romanesco

etoscano volga-re,per

esempio

téra'terra',caro'carro',fero,tore(dr.§ 238); cfr.anche aTagliacozzo (prov. L'Aquila)velo'quello',

nonché

ilcalabrese (Cosen-za)esere'essere'eil salentino fasa 'colombaccio'((piffera).

231.

La

geminatace. Nell'Italia centrale emeridionale ilrisultato davantia vocalepalatale è ce(cfr. accèndere, accettare),

mentre

l'Italia settentrionale

ha

raggiunto in parteilgradopostdentalez{ts)

-

cfr. il

li-gure(neidialettimontani)atsènde 'accendere'-,oggiperlopilicon per-dita dellaocclusione (ts>s): cfr. il genoveseasènde; il veneziano asèto 'accetto'.

Nei

casi in cui nell'Italia meridionale si incontra il grado zz (per

esempio

nel napoletano azzetto, nel calabrese azzertare) in opposi-zioneallo stadioindigenoce(cfr. ilsiciliano accippari,ilcalabrese acci-tari, ilnapoletano accidere), si tratta di influssi di provenienza setten-trionale. Alla periferia settentrionale dei dialetti lombardi, k{<cc) si

1 Circaleformecòrse randella, mìcca, cfr.S«9.

§ 232. Lageminatadà 325 palatalizzain certezone esattamente

come una k

semplice(anchedavanti a vocali

non

palatali): cfr. nellavai

Maggia

sec(

=

sek')'secco',sai 'sac-co', strac 'straccio'; in diverse parti del

Canton

Ticino vaca; a

Curdo

(prov.

Como)

vaia; nella regione dell'Ossola (Antrona) vaca,sa'à, taha'à (Nicolet, § 116); aLivignoséc,béc'becco'.

-

Per

quanto

riguardala de-geminazionedi

kk>k,

cfr § 229; peril salentinoacchie(a'é'ée) 'vacche', cfr. $ 198.

232.

La

geminatadd. Nell'Italiameridionale,entroilterritorionel qualesiverificailpassaggiodi//a dd,siincontralapronunciacacuminale incerticasianche nelnesso

dd

didiversaprovenienza: ilpoetasiciliano

Giovanni

Meli rima Cartddi

(Carybdis)

con

middi

'mille',siddi 'noie'

con

friddi 'freddi', stiddi 'stelle' con friddi, mascidda (maxilla)

con

fridda. In queste parole (friddu,Cariddi)

può

darsiche larprecedente abbia favoritolapronuncia cacuminaleallostesso

modo come

nell'arabo volgaredell'Egittoedella Siria

una comune d può

diventare

una d

enfa-tica

quando

sivengaa trovareacontattoconr(secondo un'informazione diE.Littmann), e

come

delresto inSicilia(nonchéinCalabriae nel Sa-lerno)ancheledentalidavantiadr

vengono

pronunciate

come

suoni ca-cuminali.Però

può

essere stataanchela/precedenteaccentataafavorire

ilsollevamentodellalinguaversoilpalato(connessocon lainversione):

effettivamente nellacolonia gallo-italiana di

Aidone

(prov. Caltanisset-ta)

d

passa al suono cacuminale

4d

davanti a i accentata: cfr. giuvsddi, sabaddt 'sabato' ('sabato-di'),

u

ddi'ildito', idd'tnt denti'; a

Manda-nice(prov.Messina)ilsicilianoardìca'ortica'èdiventato addica.

Simil-mente abbiamo

in Calabria

(Morano)

perdi'perde', guarda'guarda',

a

ddittu'ha detto',sividdi'sivide',adduì'adue',addatu'hadato'.

- Un

talepassaggio fonetico

può

essere favorito anchedallapresenzadi

a

se-guente accentata, tant'è vero che nella siciliana Mascalucia (punto

859

dell'

AIS)

a fianco di

madduni

'mattone'

(*malthone)

si sente anche

lapronuncia

madduni,

e in parecchiezone dellaCalabria

adduve

'dove' vienepronunciato con

dd

cacuminale

-

per

esempio

inprovinciadi Ca-tanzaro (Melissa) dduva,inprovinciadi

Cosenza

adduvi(Fuscaldo), ad-dii(Saracena)-,

come

pure in diversepartidel Salento

adduve

'dove' è diventato addu; cfr. in queste zone anche

ddunca

'dovunque'.

326 il. Consonantismo

233. Palatalizzazionedi11.

La

palatalizzazione diIIsiosservain di-versezoned'Italia: l'anticoseneseconoscevalper//(eperlasemplice/}

davantiad/finale: peresempiocavagli, uccegli,frategli,capègli,agnègli, corbègli, crivègli(cfr. mortagli,mugli 'muli',

§221)

(cfr, Hirsch,

ZRPh

10,

59

sg.)-

Anche

perl'aretinodiepocarecenteè attestatopogti'polli', castegli(Redi, 23),bagli, begli,capegli, cavagli,cervegli,ucegli (Schiaf-fini,

ID

4, 99};perl'odierno cortonese, pàglie'polli',crìvèglie'crivelli', capéglie, fratàglie, cavàglie, queglie; l'antico

umbro

conosceva anch'es-socavaglie,griglie'grilli'(Schiaffini,

ID

4, 98).DallaToscanadi sud-est (e forseanchedall'Italiasettentrionale),il

fenomeno

indiscorsosiè este-so anche, a volte, adautorifiorentini,ovvero lo si ritrova inaltri docu-mentiletterari: cfr.frategliin

Dino Compagni,

cavagli inBoiardo, cape-gli inMachiavellie anche in Straparola.

Manzoni

stessoadopera la

for-ma

capegli, dalui sostituitapoicon capellinel 1840, in occasionedella revisione linguistica del suo

romanzo

(Folli, 167).

Al

contrario, begli e eglisi spieganotenendo contodellaloro posizioneprocliticae prevoca-lica(begliuomini,egliama: cfr. § 280).

La

palatalizzazione di

molto viva nella zona estrema nord-occidentale della Toscana, qui

evidente-mente

sottoinflussiprovenientidall'Italiasettentrionale. Si

ha

per esem-pioa Gorfiglianoe aMinucciano (Garfagnanasuperiore)ilpassaggiodi

Il (che

normalmente

dà d) a

|

davanti a/ accentata

o

finale: cfr. capici 'capelli', gavina'gallina',kavagl, bègi'belli' (però bède),kigt'quelli', i'g"

òrti 'gliorti', i'gàsani'gli asini',i'gi'essi',ig entra'egli entra', igacèito 'l'aceto'(*illi). Il

medesimo

risultatosi

ha

in alcunelocalitàdella Luni-giana: peresempio a

Forno

e

Canevara

(a orientedi Massa) gavina

(al-trimenti a

Forno

II >d, a Canevara// >;,peresempio spada, sorèda, ov-verospaja, sorèja); ad

Antona

gagèina, kapàtgs 'capelli' (altrimentiqui ll>d, per esempio sorèda, adora, stada). Nella zona settentrionale della Lunigiana passa a -i: per esempio a Licciana kavéi 'capelli', kavài, fradèi,usèi'uccelli',gai;aFosdinovokavài, fradèi,kavei(cfr.anche Bot-tiglioni,

Magra,

93).

A

Sassalbo (Lunigiana superiore)lapalatalizzazione

non

siverifica soltantodavantiaiseguente,bensianche

dopo una

/' pre-cedente, epersinodavantiad

a

finale(>o),cfr.li 'li',galina, kavali,vila, bèlo, gaio, kavalo (cfr. Giannarelli,

RDR

5,

302

e Merlo,

ZRPh

42, 267).Nell'Italia settentrionale-///passaa-/particolarmentein

Piemon-te,in Lombardia, neiparlari emiliani e in veneziano(gai, cavai): cfr.il

milanese vìtèi, iisèi 'uccelli', bèi, qui] 'quelli', gaina 'gallina'; a Busto

5 233. PalatalizzazionediII 327 Arsizio

(Lombardia

occidentale)kai 'capelli',kài'calli', gaina,kuài 'co-ralli'; il bolognese ani 'anelli', purzi 'porcelli', marti 'martelli' (sing.

martèl). Per epochepiù antichecfr. ancoral'anticoveronesecastegi 'ca-stelli',begi oxegì'begliuccelli',cortegi,capegi,martegi(inGiacomino);

l'antico

padovano

martieggi,biegi, iggi,cavìggì(Wendriner,7).

A

orienr

teea sud dellaToscana lapalatalizzazione siha nelle

Marche

e in

Um-bria,e, attraversoilLazio, finoin

Abruzzo

e nella

Campania

settentrio-nale. Nelle

Marche

ègeneralmente

un fenomeno

legatoallapresenzadi finale: peresempio

ad

AscoliPiceno kavag^s

come

pluraledikavalh;

a Offida bieji'belli'

come

plurale di bietta (Neumann-Spallart, 50). In talunezone dell'UmbriaIIsipalatalizzadavanti

ad

finalee davanti

ad

/

accentata

immediatamente

seguente (cfr. a Città di Castello cervegli, budegli, bacegli,moglica, beglico).Isolatamentein

Umbria,

e soprattut-to invecenel Lazio, inalcuneparti d'Abruzzo e nella

Campania

setten-trionale,lapalatalizzazionesi verifica

non

soltanto davanti ad-ifinalee

ad

/ accentata

immediatamente

seguente,bensìanche davantiad-u fina-le e talvoltapuredavantiad

w

lunga seguente: cfr.perilLazio aSubiaco alina 'gallina', mulika, sdutti 'salito',

alumà

'accendere'

(SR

5, 252); a CervarakapiUi,grilli,kaaHu,bbèllo, gattina,

muUika,

attumà(Merlo,

75

sg.); a Paliano mortàio, kavalo, beluto, molika, kalina(Navone, 18); a Verolianélt,kali 'calli',kalina,mulika,

alumà

(Vignoli,28); a

San

Feli-ce CirFeli-ceo jujais'ilgallo',ju kuéla'ilcollo'.

Anche

neldialetto di

Roma

cittàè dimostrata (Merlo,

ID

5, 182)per ilxiv secolola pronuncialu traditore(<illu). Perl'Abruzzo,cfr.nel dialetto diTrasacco (corrispon-denteal

punto 646

dell'AIS) bé'p'bello'e'belli'(peròbèlla),kapija 'ca-pelli',ikiavap'icavalli';a CastiglioneaCasauria 'gallina',ju

kava-p

'ilcavallo'.

Per

la

Campania,

cfr.aSorakapiUa'capelli',

kaudh

'caval-lo',

mdlika

'mollica', kallìna(Merlo, Sora, 199); a Calvi Risorta(Capua) capilu,

kSu

'quello',i'annu (Merlo,

RDR

1, 418); a Formicola(a nord-estdi

Capua,

corrispondente al

punto 713

dell'AIS)ijah 'i galli', vola

'gallo', vdìna,

Vanna

'l'anno'; a

Ausonia

(corrispondente al

punto 710

dell'AIS)kalina,bèli, bèlo, vitélo,molika,lolupo; a Castelfortelo To' (illu), jdi'galli',lo voto'ilvoto',guvanielo'giovanello',

dumava

(L5,

1

66

sgg.). II

Merlo

hapubblicatoulterioremateriale riguardanteil

feno-meno

inquestionenella

ZRPh

30, 11 sgg.

Ilpassaggiodi II>tinposizione incondizionata

come

fasesecondaria diun'anteriore

èraro; si trovatuttavia a Sassalbo (Lunigiana)nelle

forme

kavalo, belo, gaio, galina, itela'stella',l'anma<illa

anima

(cfr.

328 il. Consonantismo

Rohlfs,

ZRPh

62, 1942, 84).

Lo

stesso risultatosiosservainalcuni dia-letti asuddiLocri (Calabria meridionale),per esempioa Bianco,

Bova-lino,

San

Luca:

kavdu,

vitèìu,galu,

géma,

stala.

Diversamente

dev'essereinvececonsideratoilpassaggioàiII

ai

(ov-veroneiparlariodierniperlopiù/)incertiterritoridelVeneto: sitratta di

un fenomeno non

legato ad alcuna particolare situazione vocalica, e che colpisce ogni 11{>1)

come

pure ogni l primaria intervocalica (cfr.

§ 221); siestende versosudfino alterritorio di Rovigo, versooccidente finoalle vallisituateanord-ovestdiVicenza: cfr.kòjo(istr.kòio),spafa (a Montebello e a

Tonezzo

spala), bèjo (a Montebello bèlo), gaina{<

gajina).

234. Sviluppodi11insuonicacuminali'. Inparecchiezonedel

Mez-zogiorno è caratteristico lo sviluppo di suoni cacuminali: ilparticolare carattere ditalisuoniconsistenelfattochelaposizionedella lingua,

for-temente piegata all'indietro, provoca

una

occlusione più

o meno

am-piacontroilpalato superiore.

Lo

stadiopiùanticodello sviluppodi cui discorriamo

sembra

sitroviin Calabria, in alcuni villaggi dellaprovincia diReggio (per esempio ad Ardore, Casignana,Caraffa,

Samo,

Ferruzza-no),

dove

//èpassata a//cacuminale(cavallu, gallina, fratèllu).

Nei

casi in cui località vicine a quelledette(per

esempio

Siderno,Benestare) pre-sentanoIldentale{cavallu), tale//dentale risalirà

ad una

precedente//.

Nel Mezzogiorno

è tuttaviamolto piùdiffuso losviluppo inàd,ilquale

suono sembra

siaoriginato dalfattochelalingua,

ammassata

in

posizio-ne

retroflessacontroilpalato superiore,

forma una

occlusionepiù

com-pletachenelcasodi//.Il

suono dà

valeperquasitutta laSicilia,per gran

posizio-ne

retroflessacontroilpalato superiore,

forma una

occlusionepiù

com-pletachenelcasodi//.Il

suono dà

valeperquasitutta laSicilia,per gran

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