opposizioni di quantità, percui si sviluppò
un nuovo
sistemavocalico, nel qualeèfondamentalenon
laquantità,bensìlaqualità
dellavocale.Inseguitoatalesvilupposiebberoisuoniaperti dalleantichevocali bre-vie i suonichiusi dalle antichevocalilunghe. Ilsistema vocalico del la-tinovolgareviene
dunque
a consistereneiseguenticinquegradi:a
Questo
sistema vocalico esiste però soloin teoria, perché in realtà fin dalla dissoluzione delle antiche condizioni di quantità {e in parte già anche prima) sipervenne auna
coincidenza di diverse vocali fra loro, valea dire aduna
eliminazione di distinzioni fra gradi vocaliciaffini o contigui'. Nella linguapopolarediRoma,
che duranteÌ primisecoli del' Perladifferenziazionedei diversi sistemi vocalici nel latino volgare,cfr.particolarmente Laus-berg,R, Sp,,SS IJ6-62,
6 i. Vocalismo
latinovolgareesercitòun'influenzadeterminantesulsermo. quotidianus delleProvince,
avvenne una
semplificazionedelnuovo
sistema vocalico acinquegradi, dimodo
chel'anticaie l'antica esifuseronellaforma
e,eleantiche a
ed
onellaforma
p.Abbiamo
pertantoun
sistema vocalico aquattro
gradi(Sistema A),chesicompone
delleseguentisette vocali:a
edèvalido
non
soltantoperlamaggiorpartedell'Italia,bensìanche peril gallo-romanzo, le lingue neolatine della penisola iberica e il ladino:
cfr.l'italianotela{<tela)epera(< pira),voce(<
voce)
e croce(<crùce);10 spagnolo cera{<cera) e pelo(< pìlu), sol{<soÌe)
e
lodo (<lùtu); ilfrancese
Jow(<seta)
e fot(<fide), voìx(<voce)
e croix(<cruce). Pos-siamoperciòchiamarloilsistema vocalicodel latino volgare.2. Vocalismo arcaico in
una
zona dell'Italia meridionale (Lucania-Calabria), Ilsistema vocalicocheabbiamo
oracaratterizzato,sebbenesi sia affermato in gran parte della
Romania, non ha
però preso piede dappertutto. Invero,inRomania
sihaun
ugualeesitopere edt (confu-sionein e: cfr. ilromeno
parete<parete
esete< site),ma
o sièsvolta insiemeconò
{soare<sòie, roata< ròta),non
con u(cruce<criice). Pa-rimentilaSardegnanon ha
preso parte allosviluppo dellatinovolgare.Qui
laeha
avuto lo stesso esitonon
di/,ma
di é,e analogamente la onon
di »,ma
di o;mentre
ìsiè svoltaconfondendosi con teticon«: cfr.11 sardo
nive<nlve, kadena< caténa,
fele<iéi,ruke<crùce,
sgle<sòie, roda< tòta,
#«<filu, war«<muru.
Si è ritenuto per lungotempo
che questaconservazionedelledifferenze traìed
è,ù ed o
fosse limitata soltanto alla Sardegna (e alla parte meridionale della Corsica, cfr. S 127);ma
studi piùrecentihanno
mostrato che laseparazione dientrambe
lecoppie disuonielacoincidenzadi èconè,ò
con0,ìcon
t,ù con u
sussiste ancora oggi inuna
striscia quantomai
arcaica di terri-toriomontano
al confinedella Calabriaconla Lucania: si trattadiuna
zonacheda Maratea
nelgolfodiPolicastro si spingefino algolfodi Ta-ranto,daentrambe
lepartidelconfinetraCalabriaeLucania,perCastro-$2. Vocalismoarcaicoinunazonadell'Italiameridionale 7 yìllari e la valle del Sinni. Nella parte meridionale lazona in discorso arriva finoallalineachecongiungeall'incirca
Diamante con
Cassano, nel settentrionefino alfiumeAgri.Prendendo come esempio
perlaLucaniale localitàdi
Maratea
eSanChiricoRaparo,perlaCalabriaOrioloe Cer-chiara,otterremoilseguentequadro
fonetico:Maratea San
Chirico Oriolo Cerchiatapiéi piéi ptC9 pica
111 V^ nivi nivi niva niva
fìttiti
fi"* i?1)Ìt>3tt,<> ciba
lìngua
linguaUnga wina
linacréta kreta kreta
cera
kreta
cera
fera cera cerastella stedda sigila stella stella
nùce
nuci nuci nuca nucacruce
kruci kruéi kruca kruéabutte
vutti vutti vutta vuttacepulla
cìpudda cipulla cipulla cipullasóle soli splu
sgwa
spianepòte
nippli napptu napgta napgtafrónte
frgndi frpndu frpnta frpntaLa
coincidenzadi è con e, di 0 con0, fasfchein seguito quelle che furono èed
o subiscanol'ulterioredestino di è edò; cosi,per esempio, parole cheun tempo
avevano e ed 0 partecipano a queimedesimi
pro-cessidimetafoniaodidittongazione sottol'influssodiuna
-ao
diuna
-t finali,chevalgonoperdelle eed
o primarie: cfr.nelterritoriocalabrese della zona arcaica in discorso acìetu 'aceto', sievu 'sego',miecu<mé-cum,
virnietu 'ontaneto'<vernetum,
vulìemu<volemus,
avietsa<habetis,
triei<*tiéi,f.emmana< fèmina,
cuttuóriu<*coctórium,
scuópulu<*scòpulu,
-uosu (per esempio minnuluosu, garrijuosu)<-òsus.
Del
tutto analogaè la situazioneinSardegna; anche qui èed
0prendono
parte, sotto l'influssodiuna
-ao
diuna
-ifinali, all'ulteriore sviluppo di èedò, sviluppocheinquestazonanon
conduce peraltro al-ladittongazione,ma
soltanto alla metafoniadi e>e, p >o: peresempio prenu - prena 'pieno', 'piena'(come
lettu<léctu), gru 'orlo'<òru
(co-me
fogu< fòcu).Come
in Sardegna, anchequi si halo stesso esitoper/e per/,per
u
ed a: cfr. nivi<nlve, filu<filu, nuc'nnùce,
luci<luce.In contrappostoal sistema vocalico dellatino volgare, costituitoda
cin-8 i. Vocalismo
que
gradi,abbiamo dunque
qui- come
inSardegna(enellaCorsica meri-dionale)- un
sistemadi tre gradi (Sistema B),come
nellatino antico:a
Il sistema delle
nove
vocali si è semplificato in cinque:ì ì e é a
6
5u u
La
notevolecorrispondenzafra gliesiti assai arcaici della Sardegna e lo sviluppo fonetico della zona calabro-lucana chedi sopraabbiamo
delimitatociadditadelleinterdipendenzemoltoantiche.Copioso
mate-rialedocumentario per questa zona dàilLausberg
-
alqualedobbiamo
lascopertadei citatiparticolari rapportifonetici
-
nel suolavoro«Die Mundarten
Siidlukaniens», §§ 18 sgg., che resta fondamentale per ilvocalismo dell'Italia meridionale; cfr. anche Rohlfs, in Jaberg, Don., 31 sgg.,
dove
sonostateraccoltelisteparticolareggiate dicomparazione.Un
sistema dicompromesso
si è sviluppato inuna
piccola zona nel-l'interno dellaLucania(asud-est di Potenza): inquesta porzionedi ter-ritorio di transizionefral'ambientedialettalecon vocalismosardoda un
lato,elacontigua areaa
nord
con vocalismo neolatino-comune,tede
(ed é) si sono confusenelsuonoe(come
nel SistemaA),mentre «
èrimasta separatada 5esièfusaconl'anticau.Un esempio
ditalevocalismo(che corrisponde allasituazionefoneticadelromeno)
èilpunto 733 -
Castel-mezzano -
dell'AIS: cfr. seta, tela, vena, sera, neva, peca, seta 'sete',pepa
(accanto a fela, mela), dall'altraparte kruca, nùca, surda 'sorda', grutt,munc
'mungere',vudda
'bollire' (a fianco di mura, fusa), di con-tro a napota, sola, karvona, krona (a fianco di kora,nova
'nuova').La
dimostrazione di questo vocalismo, i cui confini geografici sono ancorada
stabilireconmaggiorprecisione, è statadatadalLausberg,§§70
sgg.Nellazonainquestionevaleinsostanzailseguentesistema,anch'esso a tré gradi (Sistema C)':
1 Losviluppovocalicoin-questione è validosoltantoperlaposizionein sìllaba iibera,perché in quellachiusalevocalichiuse sono diventateaperteperabbreviamento.
S 3. La situazioneinCorsica 9
tèe
a6
0 u ui e a o
u
3.
ha
situazioneinCorsica. Ilsistema vocalico vigenteinSardegna(cfr. § 2)si continuanella partepiù meridionale dellaCorsica {fino ai
dintornidi Livia),
dove abbiamo
soli 'sole', voci'voce',coda,nipoti, fo-cu, nora,non
'nuovo', rrpta, cori, e dall'altraparte cruci, nuci, bucca, musca,stuppa, mustu,butti,furca, sulcu. Sifondono dunque
le antiche 5edÓ
nelgrado fonetico o,mentre
«si èunitacon
u; allo stessomodo
si
fondono
leanticheeed
enelgrado e: cfr.acetu, cera, cecu,feli,meli, e dall'altra parte siti 'sete', piru, vidua, dittu, crista, cinnara 'cenere', ltn%a 'legna'.La
presenza diuna
nasale seguenteha
provocato i suoni apertipede
invecedìo ede: vena,catena,avemu,
vendi,frpnti, vinde-mia, canzona,pulmpni
'.Nellerimanentipartidell'isola lasituazione fo-netica fuun tempo
certamente la medesima,ma
i forti influssi prove-nientidallaToscanahanno mutato
l'anticasituazione.Oggi
infatti le an-ticheò
edù
appaionoriunitenell'unicosuono
p,come
pure sono confu-se nell'unicosuonoe leanticheeed
ì: cfr.crpce,vpce, cpda,spie,frgnte, nibpde,mpsca,stoppa, fprca,plmu; sete,perù,vena,agedu,cadena, cre-sta,avemmu. Entrambi
Ì suonirestanoqui chiaramente separati dalri-sultato delle antiche è ed
ò
latine, checompaiono
in questa zonacome
suonichiusi: cfr.cegu,fele,pede,pettu,mele,pe'fcu'peggio', npra,nou, roda, fogu, ortu, corba, porta; anche inquestocaso davanti a nasale si verificaapertura: cfr. tempu, fenu,bene 'viene',
pmmu,
bpna.InCorsica
abbiamo dunque un
sistema vocalicoaquattro gradicome
neiparlari toscani, peròcon singolare inversionedelle antiche 'qualità' (Sistema
A
2):I 1 è è a ó 5 u u
i ? ? a 9 9
u
1 Lastessa situazione foneticavigenellazona piùsettentrionale dellaSardegna(Gallura).
io i. Vocalismo
4. fisistema vocalico siciliano e dell'Italia meridionale.
Come
in Sardegnae nellazonaarcaica diconfinecalabro-lucana invece del sistema vocalicoa quattro gradi del latinovolgare,è rimastoinvigoreun
siste-ma
fonologicoa tre gradi,cosfanchelazona estremameridionale d'Ita-liapalesaun
sistema a tregradi, sebbeneinmodo
alquantodiverso: itre gradiestremidell'ordinevocalicosisonofusiinsiemeinun'unicavocale:ì ì e è a
Ò
0 u ui e a g
u
Dal
punto di vistafonologico, il risultato finale è lo stesso che nella zona 'arcaica' (SistemaD):a
Mentre
a,è ed6
sonorimasteconservatecome
a,e edo,invece1, iedèsi sono confusenel grado i: cfr. il sicilianofilu<filu, nivi<nive, tila<
tela; allostesso
modo
u,U ed
0 si sonoconfuse nelgrado u: cfr.luna<luna, «»n<nùce, vuci<vòce. Lo
stessosviluppo vale perlaCalabria, fino all'inarca alla lineaDiamante-Cassano {prov. Cosenza),dove
inco-mincialazona arcaica col vocalismo 'sardo': cfr. ilcalabrese (prov. Co-senza)vite<vite, pice<plce, eira<cera, edall'altrapartefusu< fùsu,cruce<CTÙQe,
nipute<nepote. A
nord della zona arcaica convocali-smo
'sardo'troviamoun avamposto
isolatodel vocalismo'siciliano' nel-lazona meridionale del Cilento (prov. Salerno), tra Saprie Ascea: cfr.(esempipresi
da
Camerota)spika< spTca,n'ivi<nive,katina<catena,
edall'altraparteuva<uva,
nuci<nuce,
vuci<voce
(cfr. Rohlfs,ZRPh
57, 427)- Per il sistema fonologico della zona meridionale, cfr. Laus-berg, 83.
Un'altra
forma
diun
sistema fonologico a tre gradi si è andatasvi-luppando
nella fascia dicontattofralazona arcaica(Sistema vocalicoB)
elaparte settentrionale ('napoletana') delMezzogiorno(Sistema
vocali-$ 4. Il sistema vocalicosiciliano e dell'Italia meridionale 11
co A): si tratta di
una
zonache siestendedall'altoSalentoperTaranto (punto737
dell'AIS),laLucaniaorientale e settentrionale (punti735
e 726),finoallapartemeridionaledellaprovinciadiSalerno(punto 731);qui,mentre
hanno
luogoleseguenti semplificazioni(Sistema E):o o u
sipervieneallostesso sistemachegià conosciamodal Mezzogiorno
me-ridionale:
/
\ / «
In questazona dunque,
come
in Sicilia, tre suoni si sono confusi inun
unicogrado,ma
veramentequisitrattadi tre altre vocali.Come
esem-piopuò
servirelalocalitàAvetrana (punto 738),nel Salento settentrio-nale: inquestalocalitàabbiamo
pepa, kreta,peta'piede'(e inposizione chiusa: lengua, stedda,setta), dall'altrapartekgri,sgli 'sole',noci(e in posizione chiusa: pgrta, frgnti, mgska); ulteriore materialedocumen-tariodàilLausberg,
50
sgg.A un
sistema analogo si è pervenuti nelle Puglie,Abruzzo
setten-trionaleea
Monte
diProcida,peròqui soltantoacausadiuno
svilupporecente
. Inquestazonaì,eed
èsiconfondono
nelsuono
e {e nella lo-calitàabruzzese Montesilvano),ù,oedonelsuono
p (aMontesilvanop).Tale sviluppo vale soltanto insillaba libera,e siè manifestato
dopo
l'e-saurimentodelfenomeno
dellametafonia.Come esempio possono
vale-reApricena (prov. Foggia)-
cfr.pepa, tela,peda, nota,skgpa, rota-
eMonte
diProcida-
neva,tela, fela, noe,sola 'sole',kgra'cuore'.Alcuni dialetti dell'Abruzzo settentrionale e dellaparte meridionale delle
Marche
sono avviativersoun
sistema vocalicoadue
gradi(Siste-ma
F): neidintornidiTeramo
leanticheeedè(/)insillabalibera (qua-loranon
abbialuogolametafonia)sonodiventatea-
cfr.fala'fiele',ma-ta 'miete',
masa
'mese', pala 'pelo' -, mentregli antichi ó edò
si sono confusi nellaforma p; ilsistemacheabbiamo
quièdunque
ilseguente:i2 i. Vocalismo
A Grottammare
(ptov.AscoliPiceno)leanticheoed 5
(«), siainsillaba liberachechiusa(ovenon
abbialuogometafonia),si sonofusecon l'an-tica a, la quale siè sviluppata anche dall'antica è(i),mentre
l'antica è è rimasta conservatacome
e: cfr. kara'cuore',nava 'nove', parta, atta 'ot-to', sala 'sole', kraca 'croce', vakka 'bocca', franda 'fronte',tab
'tela',langua, stalla 'stella', fela 'fiele', mela; si sviluppa pertanto il seguente sistema:
5. Alterazione spontanea, metafonia e dittongazione. L'ulteriore sviluppo delle vocali del latino volgare (vale a dire delle vocali pri-mitive neolatine)
può
averluogointremaniere: percambiamento
spon-taneo di suono, per metafoniao
per dittongazione. Percambiamento
spontaneo di suono deve intendersiuna
mutazione fonetica la quale colga ogni suono inuna
determinata posizione, peresempio
ogni a, i, e,u
in sillaba accentata e libera (talvolta anche in sillaba chiusa) va-lea diresenzauna
spinta particolare,peresempio da
partediuna
vocale finaleoppure
diuna
consonantecontigua: cfr.peresempioilbolognese nes 'naso', sei 'sale', lena 'lana',de
'dato'; l'abruzzese (Gessopalena) spaika< spica, maraita 'marito',vaila 'vite',lama
'lino'. Per metafonia èda
intendereun
determinatosviluppo fonetico chesiverificasotto l'in-flusso dìuna
vocale finale, soprattutto-J, talvoltaanche -«: cfr.il napo-letano nera 'nera' (però nira<mgiù
ovvero nigri), rossa 'rossa' (pe-rò russa<rùssù
ovvero russi); l'antico veneziano molto:multi, elio : illi; il milanese quel:qui} 'quelli'; il ticinese forn :furn; il piemontese gifg&
'gatti'; illazialemeridionalepede
:pedi,dente:denti.Una
spe-cie di metafoniapuò
essere stataprovocata ancheda un gruppo
conso-nantico seguente che contengauna
palatale: cfr,ostium>tosc.
uscio,S 5. Alterazionespontanea,metafonia edittongazione 13
béstia>tose, biscia,
brachium>a Bormio
brec,béstia
>cai. viestia 'asina', camp. (Venafro) viestia 'animale da tiro".Perciò che riguardala dittongazione, essa
può
manifestarsi sponta-neamente, cioè senzaparticolare spinta inqualsivoglia data posizione:cfr. il toscano piede, miele, pietra, tiepido, lieta, lieti; il palermitano piedi 'piede' e'piedi', tiempu, pieddi 'pelle', tierra, diesi, jebba'erba', stempri, sietti<septe.m, frievi 'febbre', viespa, fiesta. D'altra parte si
^ ha una
dittongazione condizionata, sottol'influssodiun
suonocontiguo (peresempiodiun gruppo
foneticopalataleo
diun
suonopalatale),o
di una-* ovvero-afinale; cfr.illigure(Rovegno)pietene<pectine,
liete<légit; il gallo-siciliano uofi
<hòdie;
il cosentino pede 'piede' - piedi 'piedi',forte -fuortì; ilpiemontese os'osso'- os'ossi'da un
precedente*uossi.
Anche
ladittongazioneèuna forma
dellametafonia: se nei dia-letticalabresirimane conservatalaè dipède
(>peda),ilplurale*pédi
dellatinovolgare perviene bensì(a seconda dei singoliluoghi) talvolta apedi, talaltraa piedi; ebbene, si tratta in entrambi i casi dello stesso
fenomeno
fonetico, cioè diuna
'armonizzazione' frala vocaledellasil-laba tonica,
molto
aperta(e, p], e la vocale * ovvero u, estremamente chiuse.Quale
risultato diuna
armonizzazione è del pari da ritenere lametafonia checolpisceleantiche eedoin vastiterritori dell'Italia meri-dionale: peresempionelLazio meridionale nera (peròniro,nifi), rossa (però russo, russi).
Nel
caso dellametafonia, ilgrado di apertura della sillabachesi trovasotto accento tonico viene a subireuna
chiusurache giunge fino adun
grado vocalico {e>e, p>o, e>i, o> u); nel caso della dittongazione,lavocale accentatasìscompone
indue
parti,nellaprima dellequali il processo di armonizzazionegiunge a più forte espressione chenon
nella seconda: è>ie, o>uo.Dal punto
di vista dell'articolazio-ne, lametafonia(quando
è prodottada
-ioppure da
-«) consiste inun
sollevamentodellalingua controilvelo palatino ovverocontroilpalato anteriore.In lineagenerale in Italia lametafonia e ladittongazione provocata dallametafonia
non presuppongono
in manieraassolutauna
precedente lunghezza della vocale accentata.La
metafonia consiste inun
innalza-mento
della posizionedella lingua,mentre
per ladittongazione è suffi-cienteuna
emissione d'aria rafforzata, un'enfatica accentuazione della1 IIconfrontodell'italianoasciaebisciaconirisultatinellealtrelingue neolatine(peresempio
ilfrancetebaiiebiche)mostrachelatendenzaallametafoniadeveessere giàesistitanelperiododel latino volgare.
i4 i- Vocalismo
sillabatonica,che spostidalsuoequilibriolavocalesottoaccento
Me-tafoniae dittongazionepossonoverificarsisenza distinzionesiainsillaba libera che in sillaba chiusa: cfr. il veneto (Grado) creo 'credo' e crii 'credi',contento econtinti;ilcalabrese
pedee
piedi,perdeepierdi, por-tae puorti'tu porti'.La
metafonia eladittongazione condizionatadalla metafonia sono particolarmentediffuse in .quasi tuttal'Italia delNord
(oggi prodottein
modo
particolare nel dialetto romagnolo, nel piemon-tese settentrionale e nel ticinese), inoltre nella maggiorparte de! Mez-zogiorno (la Calabria meridionale, lazona più meridionale del Salento, certe parti della Sicilia ealcuni dialetti isolatine
sonotuttaviaesclusi).Nell'Italia centralelametafoniagiunge versonordfino nelleMarche,in
Umbria
e nei dintorni diRoma;
laToscanae lezone vicine del Lazio e dell'Umbriaconoscono fenomenimetafonetici soltantoin tracceisolate, enienteaffattoladittongazione condizionatadallametafonia. Sull'esten-sionegeografica della metafonia daieda «,cfr. § 6.I fenomenimetafonetici(ivi compresaladittongazione condizionata dalla metafonia) sono sostanzialmente più antichi dello sviluppo fone-tico spontaneo(per esempiodi a >e,i >ei),prova
ne
sia ilfatto cheperesempio
inromagnolo
lae metafonizzatada-tdiventai,equestaiseguealcompletolesorti dellaìoriginaria (Schiirr II, 109).
Lo
stessovaleinromagnolo
perla0 metafonizzata(>»), laquale si sviluppa ulteriormen-teproprioallostessomodo
cheun'originaria»
(ibid., 110).Esattamente lo stessoaccade nelMezzogiorno; leieleu
divenute talipermetafonia da e e da oprendono
parte anche qui allo sviluppo foneticospontaneo chevigeperleieda
originarie: cfr.a Pozzuolimélu
>mile>mòib
(con lostesso risultato divinu
>vòina),mentre
ilpluralemela
diventamaih (come
seta>saita). Per ciòche concerne lametafoniadi a,almeno
nel-l'Abruzzo settentrionale (prov.
Teramo)
ilfenomeno
dev'esseremolto
antico, perché il risultato metafonetico del plurale (/, per esempio ip 'api') si
accompagna
in questa zona con quellodi e (cfr. pit 'piedi'), ilche significa che qui laa deve essersi cosi presto metafonizzata in e
da
poterprendere ancora parte dinuovo
allametafoniadi e> i,manifesta-mente
più tarda (cfr. § 101}.- Uno
studio molto approfondito sulle ragioni della dittongazione dei dialetti italiani nei loro rapporti con la situazioneneolatinacomune
èquello di F. Schùrr,RF
50, 275-316; cfr.1I precedentifoneticicheconduconoalladittongazione sonobeneanalizzatida Richter,pp.
140sgg-; sull'essenzadelladittongazionecomeprocessodiarmonizzazionecfr.anchelebelle osser-vazionidelLausberg,p.1 1
.
tea
§6. Estensionedellametafoniadaieda« 15
anchela trattazione interessante1