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Ma già all'inizio della nostra era si pervenne a una rottura delle antiche

opposizioni di quantità, percui si sviluppò

un nuovo

sistemavocalico, nel qualeèfondamentale

non

laquantità,bensìla

qualità

dellavocale.

Inseguitoatalesvilupposiebberoisuoniaperti dalleantichevocali bre-vie i suonichiusi dalle antichevocalilunghe. Ilsistema vocalico del la-tinovolgareviene

dunque

a consistereneiseguenticinquegradi:

a

Questo

sistema vocalico esiste però soloin teoria, perché in realtà fin dalla dissoluzione delle antiche condizioni di quantità {e in parte già anche prima) sipervenne a

una

coincidenza di diverse vocali fra loro, valea dire ad

una

eliminazione di distinzioni fra gradi vocaliciaffini o contigui'. Nella linguapopolaredi

Roma,

che duranteÌ primisecoli del

' Perladifferenziazionedei diversi sistemi vocalici nel latino volgare,cfr.particolarmente Laus-berg,R, Sp,,SS IJ6-62,

6 i. Vocalismo

latinovolgareesercitòun'influenzadeterminantesulsermo. quotidianus delleProvince,

avvenne una

semplificazionedel

nuovo

sistema vocalico acinquegradi, di

modo

chel'anticaie l'antica esifuseronella

forma

e,

eleantiche a

ed

onella

forma

p.

Abbiamo

pertanto

un

sistema vocalico a

quattro

gradi(Sistema A),chesi

compone

delleseguentisette vocali:

a

edèvalido

non

soltantoperlamaggiorpartedell'Italia,bensìanche per

il gallo-romanzo, le lingue neolatine della penisola iberica e il ladino:

cfr.l'italianotela{<tela)epera(< pira),voce(<

voce)

e croce(<crùce);

10 spagnolo cera{<cera) e pelo(< pìlu), sol{<soÌe)

e

lodo (<lùtu); il

francese

Jow(<seta)

e fot(<fide), voìx(<

voce)

e croix(<cruce). Pos-siamoperciòchiamarloilsistema vocalicodel latino volgare.

2. Vocalismo arcaico in

una

zona dell'Italia meridionale (Lucania-Calabria), Ilsistema vocalicoche

abbiamo

oracaratterizzato,sebbene

si sia affermato in gran parte della

Romania, non ha

però preso piede dappertutto. Invero,in

Romania

siha

un

ugualeesitopere edt (confu-sionein e: cfr. il

romeno

parete<

parete

esete< site),

ma

o sièsvolta insiemecon

ò

{soare<sòie, roata< ròta),

non

con u(cruce<criice). Pa-rimentilaSardegna

non ha

preso parte allosviluppo dellatinovolgare.

Qui

lae

ha

avuto lo stesso esito

non

di/,

ma

di é,e analogamente la o

non

di »,

ma

di o;

mentre

ìsiè svoltaconfondendosi con teticon«: cfr.

11 sardo

nive<nlve, kadena< caténa,

fele<iéi,

ruke<crùce,

sgle<

sòie, roda< tòta,

#«<filu, war«<muru.

Si è ritenuto per lungo

tempo

che questaconservazionedelledifferenze traì

ed

è,

ù ed o

fosse limitata soltanto alla Sardegna (e alla parte meridionale della Corsica, cfr. S 127);

ma

studi piùrecenti

hanno

mostrato che laseparazione di

entrambe

lecoppie disuonielacoincidenzadi èconè,

ò

con0,ì

con

t,

ù con u

sussiste ancora oggi in

una

striscia quanto

mai

arcaica di terri-torio

montano

al confinedella Calabriaconla Lucania: si trattadi

una

zonache

da Maratea

nelgolfodiPolicastro si spingefino algolfodi Ta-ranto,da

entrambe

lepartidelconfinetraCalabriaeLucania,per

Castro-$2. Vocalismoarcaicoinunazonadell'Italiameridionale 7 yìllari e la valle del Sinni. Nella parte meridionale lazona in discorso arriva finoallalineachecongiungeall'incirca

Diamante con

Cassano, nel settentrionefino alfiumeAgri.

Prendendo come esempio

perlaLucania

le localitàdi

Maratea

eSanChiricoRaparo,perlaCalabriaOrioloe Cer-chiara,otterremoilseguente

quadro

fonetico:

Maratea San

Chirico Oriolo Cerchiata

piéi piéi ptC9 pica

111 V^ nivi nivi niva niva

fìttiti

fi"* i?1)Ìt>3tt,<> ciba

lìngua

lingua

Unga wina

lina

créta kreta kreta

cera

kreta

cera

fera cera cera

stella stedda sigila stella stella

nùce

nuci nuci nuca nuca

cruce

kruci kruéi kruca kruéa

butte

vutti vutti vutta vutta

cepulla

cìpudda cipulla cipulla cipulla

sóle soli splu

sgwa

spia

nepòte

nippli napptu napgta napgta

frónte

frgndi frpndu frpnta frpnta

La

coincidenzadi è con e, di 0 con0, fasfchein seguito quelle che furono è

ed

o subiscanol'ulterioredestino di è edò; cosi,per esempio, parole che

un tempo

avevano e ed 0 partecipano a quei

medesimi

pro-cessidimetafoniaodidittongazione sottol'influssodi

una

-a

o

di

una

-t finali,chevalgonoperdelle e

ed

o primarie: cfr.nelterritoriocalabrese della zona arcaica in discorso acìetu 'aceto', sievu 'sego',

miecu<mé-cum,

virnietu 'ontaneto'<

vernetum,

vulìemu<

volemus,

avietsa<

habetis,

triei<*tiéi,

f.emmana< fèmina,

cuttuóriu<

*coctórium,

scuópulu<

*scòpulu,

-uosu (per esempio minnuluosu, garrijuosu)<

-òsus.

Del

tutto analogaè la situazioneinSardegna; anche qui è

ed

0

prendono

parte, sotto l'influssodi

una

-a

o

di

una

-ifinali, all'ulteriore sviluppo di èedò, sviluppocheinquestazona

non

conduce peraltro al-ladittongazione,

ma

soltanto alla metafoniadi e>e, p >o: peresempio prenu - prena 'pieno', 'piena'

(come

lettu<léctu), gru 'orlo'<

òru

(co-me

fogu< fòcu).

Come

in Sardegna, anchequi si halo stesso esitoper/

e per/,per

u

ed a: cfr. nivi<nlve, filu<filu, nuc'n

nùce,

luci<luce.

In contrappostoal sistema vocalico dellatino volgare, costituitoda

cin-8 i. Vocalismo

que

gradi,

abbiamo dunque

qui

- come

inSardegna(enellaCorsica meri-dionale)

- un

sistemadi tre gradi (Sistema B),

come

nellatino antico:

a

Il sistema delle

nove

vocali si è semplificato in cinque:

ì ì e é a

6

5

u u

La

notevolecorrispondenzafra gliesiti assai arcaici della Sardegna e lo sviluppo fonetico della zona calabro-lucana chedi sopra

abbiamo

delimitatociadditadelleinterdipendenzemoltoantiche.

Copioso

mate-rialedocumentario per questa zona dàilLausberg

-

alquale

dobbiamo

lascopertadei citatiparticolari rapportifonetici

-

nel suolavoro«

Die Mundarten

Siidlukaniens», §§ 18 sgg., che resta fondamentale per il

vocalismo dell'Italia meridionale; cfr. anche Rohlfs, in Jaberg, Don., 31 sgg.,

dove

sonostateraccoltelisteparticolareggiate dicomparazione.

Un

sistema di

compromesso

si è sviluppato in

una

piccola zona nel-l'interno dellaLucania(asud-est di Potenza): inquesta porzionedi ter-ritorio di transizionefral'ambientedialettalecon vocalismosardo

da un

lato,elacontigua areaa

nord

con vocalismo neolatino-comune,

tede

(ed é) si sono confusenelsuonoe

(come

nel SistemaA),

mentre «

èrimasta separatada 5esièfusaconl'anticau.

Un esempio

ditalevocalismo(che corrisponde allasituazionefoneticadel

romeno)

èil

punto 733 -

Castel-mezzano -

dell'AIS: cfr. seta, tela, vena, sera, neva, peca, seta 'sete',

pepa

(accanto a fela, mela), dall'altraparte kruca, nùca, surda 'sorda', grutt,

munc

'mungere',

vudda

'bollire' (a fianco di mura, fusa), di con-tro a napota, sola, karvona, krona (a fianco di kora,

nova

'nuova').

La

dimostrazione di questo vocalismo, i cui confini geografici sono ancora

da

stabilireconmaggiorprecisione, è statadatadalLausberg,

§§70

sgg.

Nellazonainquestionevaleinsostanzailseguentesistema,anch'esso a tré gradi (Sistema C)':

1 Losviluppovocalicoin-questione è validosoltantoperlaposizionein sìllaba iibera,perché in quellachiusalevocalichiuse sono diventateaperteperabbreviamento.

S 3. La situazioneinCorsica 9

tèe

a

6

0 u u

i e a o

u

3.

ha

situazioneinCorsica. Ilsistema vocalico vigenteinSardegna

(cfr. § 2)si continuanella partepiù meridionale dellaCorsica {fino ai

dintornidi Livia),

dove abbiamo

soli 'sole', voci'voce',coda,nipoti, fo-cu, nora,

non

'nuovo', rrpta, cori, e dall'altraparte cruci, nuci, bucca, musca,stuppa, mustu,butti,furca, sulcu. Si

fondono dunque

le antiche 5ed

Ó

nelgrado fonetico o,

mentre

«si èunita

con

u; allo stesso

modo

si

fondono

leantichee

ed

enelgrado e: cfr.acetu, cera, cecu,feli,meli, e dall'altra parte siti 'sete', piru, vidua, dittu, crista, cinnara 'cenere', ltn%a 'legna'.

La

presenza di

una

nasale seguente

ha

provocato i suoni aperti

pede

invecedìo ede: vena,catena,

avemu,

vendi,frpnti, vinde-mia, canzona,

pulmpni

'.Nellerimanentipartidell'isola lasituazione fo-netica fu

un tempo

certamente la medesima,

ma

i forti influssi prove-nientidallaToscana

hanno mutato

l'anticasituazione.

Oggi

infatti le an-tiche

ò

ed

ù

appaionoriunitenell'unico

suono

p,

come

pure sono confu-se nell'unicosuonoe leantichee

ed

ì: cfr.crpce,vpce, cpda,spie,frgnte, nibpde,mpsca,stoppa, fprca,plmu; sete,perù,vena,agedu,cadena, cre-sta,

avemmu. Entrambi

Ì suonirestanoqui chiaramente separati dal

ri-sultato delle antiche è ed

ò

latine, che

compaiono

in questa zona

come

suonichiusi: cfr.cegu,fele,pede,pettu,mele,pe'fcu'peggio', npra,nou, roda, fogu, ortu, corba, porta; anche inquestocaso davanti a nasale si verificaapertura: cfr. tempu, fenu,bene 'viene',

pmmu,

bpna.

InCorsica

abbiamo dunque un

sistema vocalicoaquattro gradi

come

neiparlari toscani, peròcon singolare inversionedelle antiche 'qualità' (Sistema

A

2):

I 1 è è a ó 5 u u

i ? ? a 9 9

u

1 Lastessa situazione foneticavigenellazona piùsettentrionale dellaSardegna(Gallura).

io i. Vocalismo

4. fisistema vocalico siciliano e dell'Italia meridionale.

Come

in Sardegnae nellazonaarcaica diconfinecalabro-lucana invece del sistema vocalicoa quattro gradi del latinovolgare,è rimastoinvigore

un

siste-ma

fonologicoa tre gradi,cosfanchelazona estremameridionale d'Ita-liapalesa

un

sistema a tregradi, sebbenein

modo

alquantodiverso: itre gradiestremidell'ordinevocalicosisonofusiinsiemeinun'unicavocale:

ì ì e è a

Ò

0 u u

i e a g

u

Dal

punto di vistafonologico, il risultato finale è lo stesso che nella zona 'arcaica' (SistemaD):

a

Mentre

a,è ed

6

sonorimasteconservate

come

a,e edo,invece1, iedè

si sono confusenel grado i: cfr. il sicilianofilu<filu, nivi<nive, tila<

tela; allostesso

modo

u,

U ed

0 si sonoconfuse nelgrado u: cfr.luna<

luna, «»n<nùce, vuci<vòce. Lo

stessosviluppo vale perlaCalabria, fino all'inarca alla lineaDiamante-Cassano {prov. Cosenza),

dove

inco-mincialazona arcaica col vocalismo 'sardo': cfr. ilcalabrese (prov. Co-senza)vite<vite, pice<plce, eira<cera, edall'altrapartefusu< fùsu,

cruce<CTÙQe,

nipute<

nepote. A

nord della zona arcaica con

vocali-smo

'sardo'troviamo

un avamposto

isolatodel vocalismo'siciliano' nel-lazona meridionale del Cilento (prov. Salerno), tra Saprie Ascea: cfr.

(esempipresi

da

Camerota)spika< spTca,n'ivi<nive,katina<

catena,

edall'altraparteuva<

uva,

nuci

<nuce,

vuci<

voce

(cfr. Rohlfs,

ZRPh

57, 427)- Per il sistema fonologico della zona meridionale, cfr. Laus-berg, 83.

Un'altra

forma

di

un

sistema fonologico a tre gradi si è andata

svi-luppando

nella fascia dicontattofralazona arcaica(Sistema vocalico

B)

elaparte settentrionale ('napoletana') delMezzogiorno(Sistema

vocali-$ 4. Il sistema vocalicosiciliano e dell'Italia meridionale 11

co A): si tratta di

una

zonache siestendedall'altoSalentoperTaranto (punto

737

dell'AIS),laLucaniaorientale e settentrionale (punti

735

e 726),finoallapartemeridionaledellaprovinciadiSalerno(punto 731);

qui,mentre

hanno

luogoleseguenti semplificazioni(Sistema E):

o o u

sipervieneallostesso sistemachegià conosciamodal Mezzogiorno

me-ridionale:

/

\ / «

In questazona dunque,

come

in Sicilia, tre suoni si sono confusi in

un

unicogrado,

ma

veramentequisitrattadi tre altre vocali.

Come

esem-pio

può

servirelalocalitàAvetrana (punto 738),nel Salento settentrio-nale: inquestalocalità

abbiamo

pepa, kreta,peta'piede'(e inposizione chiusa: lengua, stedda,setta), dall'altrapartekgri,sgli 'sole',noci(e in posizione chiusa: pgrta, frgnti, mgska); ulteriore materiale

documen-tariodàilLausberg,

50

sgg.

A un

sistema analogo si è pervenuti nelle Puglie,

Abruzzo

setten-trionaleea

Monte

diProcida,peròqui soltantoacausadi

uno

sviluppo

recente

. Inquestazonaì,e

ed

èsi

confondono

nel

suono

e {e nella lo-calitàabruzzese Montesilvano),ù,oedonel

suono

p (aMontesilvanop).

Tale sviluppo vale soltanto insillaba libera,e siè manifestato

dopo

l'e-saurimentodel

fenomeno

dellametafonia.

Come esempio possono

vale-reApricena (prov. Foggia)

-

cfr.pepa, tela,peda, nota,skgpa, rota

-

e

Monte

diProcida

-

neva,tela, fela, noe,sola 'sole',kgra'cuore'.

Alcuni dialetti dell'Abruzzo settentrionale e dellaparte meridionale delle

Marche

sono avviativerso

un

sistema vocalicoa

due

gradi

(Siste-ma

F): neidintornidi

Teramo

leanticheeedè(/)insillabalibera (qua-lora

non

abbialuogolametafonia)sonodiventatea

-

cfr.fala'fiele',

ma-ta 'miete',

masa

'mese', pala 'pelo' -, mentregli antichi ó ed

ò

si sono confusi nellaforma p; ilsistemache

abbiamo

quiè

dunque

ilseguente:

i2 i. Vocalismo

A Grottammare

(ptov.AscoliPiceno)leanticheo

ed 5

(«), siainsillaba liberachechiusa(ove

non

abbialuogometafonia),si sonofusecon l'an-tica a, la quale siè sviluppata anche dall'antica è(i),

mentre

l'antica è è rimasta conservata

come

e: cfr. kara'cuore',nava 'nove', parta, atta 'ot-to', sala 'sole', kraca 'croce', vakka 'bocca', franda 'fronte',

tab

'tela',

langua, stalla 'stella', fela 'fiele', mela; si sviluppa pertanto il seguente sistema:

5. Alterazione spontanea, metafonia e dittongazione. L'ulteriore sviluppo delle vocali del latino volgare (vale a dire delle vocali pri-mitive neolatine)

può

averluogointremaniere: per

cambiamento

spon-taneo di suono, per metafonia

o

per dittongazione. Per

cambiamento

spontaneo di suono deve intendersi

una

mutazione fonetica la quale colga ogni suono in

una

determinata posizione, per

esempio

ogni a, i, e,

u

in sillaba accentata e libera (talvolta anche in sillaba chiusa) va-lea diresenza

una

spinta particolare,per

esempio da

partedi

una

vocale finale

oppure

di

una

consonantecontigua: cfr.peresempioilbolognese nes 'naso', sei 'sale', lena 'lana',

de

'dato'; l'abruzzese (Gessopalena) spaika< spica, maraita 'marito',vaila 'vite',

lama

'lino'. Per metafonia è

da

intendere

un

determinatosviluppo fonetico chesiverificasotto l'in-flusso dì

una

vocale finale, soprattutto-J, talvoltaanche -«: cfr.il napo-letano nera 'nera' (però nira

<mgiù

ovvero nigri), rossa 'rossa' (pe-rò russa<

rùssù

ovvero russi); l'antico veneziano molto:multi, elio : illi; il milanese quel:qui} 'quelli'; il ticinese forn :furn; il piemontese gif

g&

'gatti'; illazialemeridionalepe

de

:pedi,dente:denti.

Una

spe-cie di metafonia

può

essere stataprovocata anche

da un gruppo

conso-nantico seguente che contenga

una

palatale: cfr,

ostium>tosc.

uscio,

S 5. Alterazionespontanea,metafonia edittongazione 13

béstia>tose, biscia,

brachium>a Bormio

brec,

béstia

>cai. viestia 'asina', camp. (Venafro) viestia 'animale da tiro".

Perciò che riguardala dittongazione, essa

può

manifestarsi sponta-neamente, cioè senzaparticolare spinta inqualsivoglia data posizione:

cfr. il toscano piede, miele, pietra, tiepido, lieta, lieti; il palermitano piedi 'piede' e'piedi', tiempu, pieddi 'pelle', tierra, diesi, jebba'erba', stempri, sietti<septe.m, frievi 'febbre', viespa, fiesta. D'altra parte si

^ ha una

dittongazione condizionata, sottol'influssodi

un

suonocontiguo (peresempiodi

un gruppo

foneticopalatale

o

di

un

suonopalatale),

o

di una-* ovvero-afinale; cfr.illigure(Rovegno)pietene<

pectine,

liete<

légit; il gallo-siciliano uofi

<hòdie;

il cosentino pede 'piede' - piedi 'piedi',forte -fuortì; ilpiemontese os'osso'- os'ossi'

da un

precedente

*uossi.

Anche

ladittongazioneè

una forma

dellametafonia: se nei dia-letticalabresirimane conservatalaè di

pède

(>peda),ilplurale

*pédi

dellatinovolgare perviene bensì(a seconda dei singoliluoghi) talvolta apedi, talaltraa piedi; ebbene, si tratta in entrambi i casi dello stesso

fenomeno

fonetico, cioè di

una

'armonizzazione' frala vocaledella

sil-laba tonica,

molto

aperta(e, p], e la vocale * ovvero u, estremamente chiuse.

Quale

risultato di

una

armonizzazione è del pari da ritenere la

metafonia checolpisceleantiche eedoin vastiterritori dell'Italia meri-dionale: peresempionelLazio meridionale nera (peròniro,nifi), rossa (però russo, russi).

Nel

caso dellametafonia, ilgrado di apertura della sillabachesi trovasotto accento tonico viene a subire

una

chiusurache giunge fino ad

un

grado vocalico {e>e, p>o, e>i, o> u); nel caso della dittongazione,lavocale accentata

scompone

in

due

parti,nellaprima dellequali il processo di armonizzazionegiunge a più forte espressione che

non

nella seconda: è>ie, o>uo.

Dal punto

di vista dell'articolazio-ne, lametafonia

(quando

è prodotta

da

-i

oppure da

-«) consiste in

un

sollevamentodellalingua controilvelo palatino ovverocontroilpalato anteriore.

In lineagenerale in Italia lametafonia e ladittongazione provocata dallametafonia

non presuppongono

in manieraassoluta

una

precedente lunghezza della vocale accentata.

La

metafonia consiste in

un

innalza-mento

della posizionedella lingua,

mentre

per ladittongazione è suffi-ciente

una

emissione d'aria rafforzata, un'enfatica accentuazione della

1 IIconfrontodell'italianoasciaebisciaconirisultatinellealtrelingue neolatine(peresempio

ilfrancetebaiiebiche)mostrachelatendenzaallametafoniadeveessere giàesistitanelperiododel latino volgare.

i4 i- Vocalismo

sillabatonica,che spostidalsuoequilibriolavocalesottoaccento

Me-tafoniae dittongazionepossonoverificarsisenza distinzionesiainsillaba libera che in sillaba chiusa: cfr. il veneto (Grado) creo 'credo' e crii 'credi',contento econtinti;ilcalabrese

pedee

piedi,perdeepierdi, por-tae puorti'tu porti'.

La

metafonia eladittongazione condizionatadalla metafonia sono particolarmentediffuse in .quasi tuttal'Italia del

Nord

(oggi prodottein

modo

particolare nel dialetto romagnolo, nel piemon-tese settentrionale e nel ticinese), inoltre nella maggiorparte de!

Mez-zogiorno (la Calabria meridionale, lazona più meridionale del Salento, certe parti della Sicilia ealcuni dialetti isolati

ne

sonotuttaviaesclusi).

Nell'Italia centralelametafoniagiunge versonordfino nelleMarche,in

Umbria

e nei dintorni di

Roma;

laToscanae lezone vicine del Lazio e dell'Umbriaconoscono fenomenimetafonetici soltantoin tracceisolate, enienteaffattoladittongazione condizionatadallametafonia. Sull'esten-sionegeografica della metafonia daieda «,cfr. § 6.

I fenomenimetafonetici(ivi compresaladittongazione condizionata dalla metafonia) sono sostanzialmente più antichi dello sviluppo fone-tico spontaneo(per esempiodi a >e,i >ei),prova

ne

sia ilfatto cheper

esempio

in

romagnolo

lae metafonizzatada-tdiventai,equestaisegue

alcompletolesorti dellaìoriginaria (Schiirr II, 109).

Lo

stessovalein

romagnolo

perla0 metafonizzata(>»), laquale si sviluppa ulteriormen-teproprioallostesso

modo

cheun'originaria

»

(ibid., 110).Esattamente lo stessoaccade nelMezzogiorno; le

ieleu

divenute talipermetafonia da e e da o

prendono

parte anche qui allo sviluppo foneticospontaneo chevigeperleied

a

originarie: cfr.a Pozzuoli

mélu

>mile>

mòib

(con lostesso risultato di

vinu

>vòina),

mentre

ilplurale

mela

diventa

maih (come

seta>saita). Per ciòche concerne lametafoniadi a,

almeno

nel-l'Abruzzo settentrionale (prov.

Teramo)

il

fenomeno

dev'essere

molto

antico, perché il risultato metafonetico del plurale (/, per esempio ip 'api') si

accompagna

in questa zona con quellodi e (cfr. pit 'piedi'), il

che significa che qui laa deve essersi cosi presto metafonizzata in e

da

poterprendere ancora parte di

nuovo

allametafoniadi e> i,

manifesta-mente

più tarda (cfr. § 101}.

- Uno

studio molto approfondito sulle ragioni della dittongazione dei dialetti italiani nei loro rapporti con la situazioneneolatina

comune

èquello di F. Schùrr,

RF

50, 275-316; cfr.

1I precedentifoneticicheconduconoalladittongazione sonobeneanalizzatida Richter,pp.

140sgg-; sull'essenzadelladittongazionecomeprocessodiarmonizzazionecfr.anchelebelle osser-vazionidelLausberg,p.1 1

.

tea

§6. Estensionedellametafoniadaieda« 15

anchela trattazione interessante1

medesimi

problemi, pubblicata ante-riormente

da

P.

G.

Goidànich,« L'origineele

forme

delladittongazione

romanza»,

Halle 1907.

Un fenomeno

allacciato allametafoniaè lapropagazionedellavocale finale nella sillaba radicale e la sua unione con la vocale tonica: cfr.

area>

*aria>atra (neidialetti italiani settentrionali antichi), aira 'aia', (in siciliano e calabrese); infanti> antico veneziano fainti; antico

pie-montese boyn

<

boni

,larroyn 'ladroni',crastoyn 'castroni' (Giacomino,

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