ca-tono, ciascono : bono) è da vedere
un
influsso letterariobolognese (cfr.inbolognese
lom
'lume',fom
'fumo', § 38}.35. Passaggiodi
uadù. Al
contrariodiquantoavvienenellemuta-zioni delle altrevocali,ilpassaggio di a ada
non
dipendedall'accento:talepassaggiosi
ha
insillabatonicacome
insillabaatona;non
possiamodunque
metterloin paralleloconlosviluppodiaade,dió adó. Il risul-tatoa
è caratteristico del Piemonte, dellaLiguria e della Lombardia:l'area di diffusione della
«
francese si estende pertanto al diqua
delle Alpi nella Gallia Cisalpina.Verso
oriente la mutazione si estende nel territorio alpino fino al dialetto trentino settentrionale (Tiarno, Tuen-no, Predazzo)e,come
estremapropaggine,finoallazona delleDolomiti nellaladinaEnneberg
(Marebbe). Più asud,illagodiGarda e Mantova
(cheha ancora u)rappresentano iconfini dell'area dellaa.
A
suddelPo
laa sitrovanellazonanord-occidentaledell'Emilia(prov. Piacenza)che
si estende
ad
orientefino alfiume Taro; aParma
e a Reggio siha
già a. Invece nella partemontuosa
dell'Emilialaa
si estende molto verso oriente, finoallazonameridionale dellaprovinciadiModena
(Prignano, Sestola).Nel Medioevo
laa
'gallo-italiana'doveva
essersi estesa anche—
nellapianura emiliana fino alPanaro
(comprendendo
quindiancheMo-dena): qui l'influsso bolognese
ha
arrestato la sua espansione (Schiirr,RLR
9, 221)'. Nella zona che siamo venuti delimitandosi dice luna,a
'uno', dur, fum, mul, fus, frtit, brut 'brutto';
come
si vede, anchea
in posizione chiusa prendeparteallamutazione parimentealfrancese.Non
è affatto sicurocheilpassaggiodi aaa"nell'Italiasettentrionale sia basato sul substrato gallico,come
spesse volte si è ritenuto: molti dati testimoniano decisamente il contrario e sono peruna
più recente datadella mutazione.Prima
d'ognialtracosa c'è ilfattoche anchela a di origine secondaria(dunque
relativamente tarda)prende parte al pas-saggioada.Cosiinlombardo,ticineseepiemontese*vdi, *ndi,*doi pas-sanoalle forme metafonizzate vui, nui, dui, e da queste a vii, nu, dù;nei dialetti del
Canton
Ticino la a"(<a) è laforma
metafonizzata di o,1 Merita attenzioneil fattocheParmaha ancora6(<B),manon piùii.
A
Parmadeveessere esistilauntempolati,dato chelaoèoriginatadaunafasepiùanticailo(<So)(cfr.S ir7).5 8 i. Vocalismo
peresempio forn :film, grs: urs, rot: rut.
La a
secondariadi 'tutto' e di tructa vienetrattata allo stessomodo:
cfr. illigure tutu; ilpiemon-tese,lombardo,emilianotut(AIS, 1654); illigure,piemontese, lombar-do, emiliano trtita 'trota'.
La
o protonica, che in Alta Italia diventa u, prende delpari parteallo sviluppodi«
>à: cfr.ilpiemontesekuna
'co-gnato', Turi»<Taurini;
illigurekùgà; ilpiemontesegiigè; illombardo
suga; l'emiliano ziigar<locare; il milaneseè«^<botellu, fumènt
'fomento', ubed't, rubinèt,ku.fi 'cucire', siirb't'sorbire',lumina'nomina-re' (Salvioni, 135). Inoltre, per la cronologia del passaggio di
ù>u
ha molta importanza ilfattoche anchelau
deldittongo uo, originatoda o,ha presoparte allapalatalizzazione{uo>
uo
>zio>ò)(cfr. $ 117).Questa èuna
provainconfutabile che apotevaancora diventare a anchenel pe-riodo in cut si era già formato uo. Per giunta avviene che laù
in iato spesse volte è rimasta conservata làdove
altrimentiù
è passata ad u.Cosf
uva
si presentacome ua
nelPiemonte
settentrionale (nella valle del fiumeSesia e nellaregione dell'Ossola) e nellaLombardia
orientale (prov.Brescia).Per kru'crudo', laforma femminile suonanelPiemonte
settentrionale(regionedel Sesia,Ossola) krua, kruva
{vè
consonantedi transizione): questolascia supporrecheilpassaggioda
«ad «
si è mani-festato solodopo
lascomparsa dellaconsonante intervocalica. Bisogna anche tener presenteche lecoloniegallo-italianedell'Italiameridionale (Sicilia,Lucania),lequaliprovengono
probabilmentedalPiemonte
me-ridionale,
non
conosconoilpassaggiodiU
>a {cfr. nellalocalità siciliana di SanFratello fus, frut,kru 'crudo',mu
'mulo'),sebbene abbianoaltri-menti conservato
molto
bene Ì suoni caratteristici dell'Italia settentrio-nale.Da
quantodettosipuò
forseconcludere chequando
ebberoorigine le colonie suddette (circanelxn
secolo), la mutazione diu
>a eraper Iomeno non
ancora molto progredita, forse era giunta soltantofino adun
certo suono, che si trovavafra a ed», cosicché-da
questo punto era possibilefacilmenteuna
regressioneada
(cfr.ZRPh
61, 1 r 1).Per questo stesso motivoalcunezonealpinemarginaliinmezzo
all'areadiù
conser-vano
ancora oggi a: ciò vale intanto percerte parti delCanton
Ticino (Misocco, bassa Leventina, basso Onsernone, riva occidentale del Iago Maggiore), cfr. Keller,VKR
13, 342; e inoltre perla Valtellina supe-riore (Grosio, Bormio, Valdidentro, Livigno); lau
si conservaanche in Valsàssina (ad orientedel lagodiComo),
peresempio adIntrobio (pun-to234
dell'AIS) mur, fus, luna. L'opinionecomune
è che nelCanton
Ticino la«
rappresentiuna
'regressioneda un'anticaà"(Sganzini,ID
9,S 35. Passaggioditi ad u 59
27 sgg-)-
Q
uesta regressione diventa più verosimile se siammette
che la« non
èmai
giuntanelle parti citatedelCanton
Ticinoaduna
u com-pleta,bensf è rimastaferma ametà
strada. Per ciò che riguardala Val-tellina superiore, tale area dia
combacia direttamente con l'area di a ladina (vai Giudicaria, Nonsberg, Fassa,Gròden,
l'antica romanità del Vinschgau; cfr.Archiv 177, 38),percui inquestocasolaconservazione di « è molto verosimile: cfr. nella Valtellina superiore (Grosio, Isolac-ela)satnbuk,kuna
'culla',kul,bruk
'erica'; a Livignomadùr,vaiti, una, avà,naM
'nato', più,kuna
(Archiv 177, 33). Controla teoriadel sub-strato, valeadirecontrochi sostieneche aèfenomeno
moltoantico, sipronuncia infine l'assenza di
una
palatalizzazione dik
davanti ada (per esempio incuratu
>kurat): se cioè lau
fosse stata già pronunciata « nei primisecolidellanostraera,ci sisarebbe dovuti aspettare cheanche kurat diventasse ciirat,come k
è diventata é davanti ad e ead
i; tanto più poisesi considerachek
in alcunezonedell'Alta Italiasiè palataliz-zataanchedavantiada secondaria(ecioèprodottasirecentemente),per esempiocareòa<cognatus
(cfr. § 151).-
IlWartburg
ha raccoltoe va-lutatocriticamente(ZRPh
56, io sgg.) leragioni che militano a favoreo
contro l'opinionediun'origine gallicadi a>u; eglistessosi pronunzia peròperlaprovenienzagallica! .
I sostenitori della teoria del substrato celtico richiamano
l'attenzio-ne
sul fattocheil confine orientale dell'area di diffusione di u in Italia settentrionale coincide stranamente col confine orientaledel passaggio di kt>il,perilqualeessivorrebberodel parivedereilriscontronei par-larigallici(cfr.Wartburg, 47
sg.}.Quanto
s'è dettonon
èche sia deci-sivoper l'originegallica5; bensfsipuò
spiegarecosf: chela 'toscanizza-zione', verificatasi in tempi piuttosto recenti nella zona orientale del-l'Italia settentrionale,ha
prodotto ilsuoeffettofino aduna
determinatalinea, la quale ha opposto alle'innovazioni'
una
resistenzapiù tenace*.1 PerlaFrancialededuzioni cronologichelascianosupporrecheilpassaggioda«adasisia
compiutosolo nelMedioevo(vi-viisecolol,cfr.Meyer-Liìbke,ZFSns,isgg.i 44,7; sgg.; Gamill-scheg, ZFS4J,341 sgg.Controlateoria del substrato celticosiè pronunciataintempi piùrecenti anche E.Richter, 254sgg.,secondolacuiopinionesi dovrebbe datarel'iniziodelpassaggioancora primadell'vin secolo,peròilfenomeno nonstsarebbeesauritoprimadelxsecolo.
*Bisognaricordarechenel dialettovenezianoanticononsono sconosciuteleformepetto, frutto (cfr.§ 258).
*IlLausbergha dato recentementeunaspiegazione fonologicadelpassaggioda ù adii, ritenen-dolounasorta di schivata dalla serievelare delsistemavocalicoa quattrogradi(acausadella mag-gioredifficoltànella differenziazione timbrica),cheperciò passa- per quantoriguardalaserievelare -adunsistemadi tre gradi;cfr.RF60,297sgg.
60 i. Vocalismo
36. Passaggio di
u
adò
eadi. Inmezzo
all'areadidiffusionedella«
cisonoalcunezone cheindeterminatecircostanzepresentanoilgrado vocalico più aperto ooppure
lavocalenon
arrotondata/,in luogodella u.Le
principali zone dellao sono laLombardia
orientale (prov.Berga-mo,
Bresciae Cremona),ilterritorio anorddiParma
(San Secondo) ele valli appenniniche del versante emiliano (per esempio Bardi, Tizzano, Prignano).Ecco
alcuni esempi dal bergamasco (secondo l'AIS): font, fióm, mòl,cuna,
òa 'uva', bròt; dal dialetto di San Secondo:font, mòl,òa,bròt. IIpassaggio
non
si manifestainmaniera conseguen-tema
appare limitato ad alcune parole: 'duro', 'fuso', 'crudo', 'nudo'non
sipresentano innessunaoccasioneconlaò(secondol'AIS).-
L'ul-terioresviluppoda
«
>iècaratteristico delMonferratoe di alcunidialetti dellaLiguria (peresempioquelli diRovegno
e Zoagli): cfr.nel Monfer-rato firn 'fumo', fis, frit 'frutto', iwa 'uva', lim,mi
'mulo', dir 'duro', lìnna 'luna', madìr, ki 'culo', tit 'tutto', brit, krìu 'crudo'; aRovegno
lina 'luna', in,kriu 'crudo', sìa 'suda', tita
ma
'tuttanuda',stiva'stufa',vendtu 'venduto'.
La
i appareanche, oltrechenellezone piùestese cheabbiamo
già visto, nel dialetto ossolano [dir 'duro', firn, in, ina, frita 'frutta', kriu.'crudo').La
/di finte'fiume'neldialettodiCavarzere (Ve-neto) e di firnneidialetti ticinesi è inveceprovocata, contrariamentealtipo esaminato,dallaprecedentepalatale; tale
fenomeno
è giàdocumen-tato nell'antico padovano: cfr. in Ruzzante fime 'fiume', pi 'più' (cfr.
analogamente Fiorenza>Firenze). IItiposibi 'subbio',
comune
nei par-lari lombardi,potrebbeessereuna forma
ipercorretta della stessaepoca in cui fiibia 'fibbia' (cfr. § 32) venne resa con fibia.-
II passaggiodi » ad / compare, fuori dell'area di diffusione di », nell'estremo sud delleMarche
ad Acquaviva: lina'luna',lica, fista, fisa'fuso', manita'venuto';lo stesso risultato si trovaaBellante (prov.
Teramo)
cheè situatapiùa sud,in Abruzzo: lip'lupo', ftima 'fiume',lina. Inquestazonadellacosta adriaticaaltridialettimutano
questa/secondariamenteinò(esattamentecome
la/primaria, cfr. § 32); cosf,peresempio, a CupramarittimanelleMarche
meridionali: foma,fosa,Iona (cheinepoca piùanticasi pronun-ciavanoima,
fisa, lina); inoltre, aSant'Omero
(prov. Teramo): Iona, loca, l'orna, dna (Mengel, 73).La
;compare completamente
isolata nelMezzogiorno
aMatera
(Lucania): lip 'lupo', fis, kil, starmi 'sternuto'.Fuori dell'area di diffusione della « dei dialetti settentrionali, là
dove
§38. Passaggio condizionato diuado 61
sipresenta/per»,sitratteràdiiprovenientedaun'anteriorefase ditton-gale(presumibilmentetu).
-
Cfr. § 39.37. Passaggio spontaneo di
u ad
o. Ilpassaggio incondizionatodiu>o
si incontra nelleMarche
(in corrispondenza con la mutazione di t>e, cfr. § 29): negli antichidocumenti
giàsi trova loce, alcona,lomo (SR
3, 123)-Nei
dialettimoderni
ilfenomeno
sipresentaper esempioaMassignano
{foma, pora,gona
'uno'), Montefiore {ava, ono), Monte-prandone {pianta, mora, progna) (cfr. Neumann-Spallart, 19).-
Inoltre troviamo oinvecedi»neidialettidell'interno dellaSicilia,ed
anche qui jn corrispondenzacol passaggio, quivi manifestatosi,di/>e: cfr. a Cal-tanissettaIona,lomi 'lume', matoru; a Calascibetta kroZu, fosti, karosu 'ragazzo'.Secondo
verifichepersonali,ilpassaggiosimanifesta soltanto (almeno nei punti dell'AIS Villalba eCalascibetta) in presenza diuna o
diuna
-«finali (noninpresenzadi-a): cosikro&u(ma
kruBa), karo-su(ma
karusa), vistotu(ma
vistuta),onu (ma
una). SÌ trattadunque
diuna
metafonia. Ildialetto diAdernò,
nellaSiciliaorientale, presentaun
passaggio incondizionato
ad
ò sia di « primitiva che di u secondaria:mòru, loci 'fuoco' ('luce'), Iona, òna, vóci{
=
sic. vuci) 'voce',mónti
(
=
sic.munti)'monte'(cfr.Santangelo,AGI
16,479
sgg.).38. Passaggio condizionato di
ù ad
o.Nei
parlari emiliano-roma-gnoliè caratteristica l'apertura della»
in 0 davantia nasale,che sipuò
paragonareall'azione diaperturacheuna
nasaleha
esercitatoinfrancese sullavocale antecedente:u
>5{un),e>a{vent),i>é{vin).Come
in fran-cese, anche quil'alterazione foneticaèinrapportocon
lanasalizzazione delle vocali: ilpassaggioprocedeparallelamente allamutazionedi/' (da-vantianasale) in e(cfr. § 30); essocompare
giàneitesti scrittiinantico emiliano, particolarmente nei documenti bolognesi {legome, lome, ne-son,fom, on, negano)'.Nei
parlarimoderni, ilpassaggio abbraccial'in-tero territorio dal Panaro fino ai dintorni di Cesena; il carattere della vocaleoscilla tra0chiusa ed o aperta:
fom
'fumo',Iona, 5 'uno',fiom,kona
<cuna,
foma, lom,furlana. Ildialetto diParma
presentaIostes-1 In legome, lome,iomil passaggioè basato su dì un allungamento consonantico secondario (cfr.S 222),ilqualeha condizionato l'abbreviamentodella vocale tonica.
62 i. Vocalismo
so tipo di o,per
esempio
lonna 'luna',konna< cuna
1. Ilrisultatoèal-quanto
incerto nell'Emilia occidentale: cfr. a Piacenza loina, koina; a Bardi lonna,kònna; a lizzano[dna, kona.Anche
l'antico aretinoaveva ono, alcono,ciascono. Ilpassaggiodiù
>ginposizione chiusanei dialet-ti emiliano-romagnoli è indipendenza dell'abbreviamentodella vocale:brgt 'brutto', noi 'nullo', sgt 'asciutto', ps 'uscio', frgt, tgt;
ed
anche questofenomeno
procede parallelamente allo sviluppo di ì (cfr. % 30, grel 'grillo')1
. Ilparallelismo si estendeanche altrattamento dellaa os-sitona, condizionato delpari dall'abbreviamento vocalicoche anche in questocaso si è manifestato (cfr. § 30); ecco pertantoilbolognese avo 'avuto',savó'saputo', kardó'creduto',pio,naso 'nato'(femminile nasu-da), vló 'voluto'. Il