FINO ALLA PROCLAMAZIONE DEL BLOCCO CONTINENTALE
85 Cfr le testimonianze riprodotte in CARRIERE e COURDURIE, 1975: 39-41.
86 Cfr., specie per la Guerra dei Sette Anni, per Livorno CARRIERE e COURDURIE, 1975, e per Amburgo KLESSMANN, 1985: 226-228.
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Ca p. 4 - Conseguenze po litich e e istituzionali della Rivoluzione Francese ad Am burgo, Bordeaux e Livorno
Sconvolgendo gli equilibri intemazionali preesistenti, le guerre provocate dalla
Rivoluzione Francese influirono direttamente sulla situazione politica delle tre città in esame, così come sulle opportunità commerciali esistenti. Benché i due aspetti siano strettamente interrelati, è del quadro politico e delle modificazioni istituzionali che sarà qui oggetto, mentre l'aspetto economico sarà trattato nel capitolo seguente.
Anche da una disamina superficiale, è evidente come le tre città godes sero fin dall'inizio di margini di autonomia assai diversi per far fronte ai mu tamenti intemazionali. Se Amburgo costituiva una realtà politica autonoma, in grado dunque di condurre una propria politica estera votata sì al fallimento sul medio periodo, ma comunque in grado di scongiurare per diversi anni la perdita dell'indipendenza e della neutralità e di conservare anche al di là del periodo napoleonico la propria esistenza politica - un risultato tutt'altro che scontato in una Germania che vide drasticamente ridotto nel 1803 e poi nel 1815 il numero delle città indipendenti - lo spazio politico di Livorno fu assai più limitato. Oggetto di mire intemazionali, soggetta a risentire i contraccolpi di quanto avveniva a Firenze, la città poté tutt'al più limitarsi a diminuire quando possibile i mali derivanti dalle diverse occupazioni militari che era impossibilitata ad evitare.
Quanto alle vicende di Bordeaux, esse sono intimamente legate a quanto avveniva a Parigi, senza peraltro che la relazione che si configura almeno ini zialmente tra le due città costituisca un passivo assoggettamento della provin cia alla capitale. Proprio la Rivoluzione Francese, la mobilitazione che essa originò anche in provincia, la creazione di nuovi strumenti istituzionali di espressione politica segnarono anzi una ripresa delle tendenze particolariste di cui sotto Yancien régime si era fatto portatore il Parlamento. La sconfitta poli tica e militare dei Girondini nell'autunno 1793 ridusse tuttavia drasticamente il peso politico della città sul piano nazionale e spense per gli anni a venire ogni velleità di fare di Bordeaux il centro di una fitta rete federativa. Geo graficamente distante dai fronti di guerra e risparmiata quindi dal .peso di oc cupazioni e requisizioni militari straniere, la città conobbe un periodo assai cupo durante il Terrore. Le vicende intemazionali di questi anni ebbero a Bor deaux ripercussioni meno spettacolari sul piano evenemenziale di quanto av venne, in forme assai diverse e con cronologie discordi, ad Amburgo e a Li-
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vomo, ma implicarono conseguenze economiche altrettanto radicali. 4.1 Amburgo
La Rivoluzione francese aprì per Amburgo una nuova fase, tanto sul piano po litico, dove i repentini mutamenti del panorama intemazionale obbligavano ad un costante adeguamento ai nuovi rapporti di forza, che sul piano più pret tamente commerciale, cui la guerra offrì inaspettate opportunità di profitti, ma anche crescenti difficoltà. Il rapido susseguirsi di eventi e di crisi contrasta singolarmente con la lunga stabilità politica conosciuta nella città anseatica sul piano interno a partire dal Hauptrezefì: una stabilità da tempo non più se riamente minacciata neppure dall'esterno e che sembrava ulteriormente ga rantita dalla ratifica del Trattato di Gottorp, nel 1768, con il quale la Dani marca riconosceva infine ad Amburgo lo statuto di Freie Reichstadt, ac cordatole già nel 1618 dal Tribunale Camerale dell'Impero1.
Fin dagli inizi dell'età moderna, la città si era trovata sostanzialmente ad autogestire la propria vita politica: una situazione, questa, a cui con ogni pro babilità contribuì la sua marginalità geografica rispetto ai confini del Reich. In questo senso, un confronto con una Francoforte sul Meno, Reichstadt più vi cina a Vienna, evidenzia nettamente come in questa città l'influenza dell'Impe ratore, in particolare sul Senato cittadino, fosse assai più marcata, e come il negoziante di Francoforte, diversamente dal suo collega anseatico, non fosse direttamente coinvolto nella gestione della cosa pubblica2. D'altro canto il mer cante amburghese, non potendo contare eccessivamente sulla protezione co stante dell'Imperatore, lontano e sprovvisto tra l'altro di una marina da guerra, dovette ben presto imparare a destreggiarsi da solo tra i vicini che po tevano minacciare gli interessi mercantili della città. Paradossalmente, finì col rivelarsi una fortuna il fatto che non fosse una sola potenza a puntare gli occhi su Amburgo, come era stato il caso di Strasburgo, la cui sorte fu segnata nel momento in cui l'Imperatore, impegnato a difendere i confini orientali del Reich, non potè apportare il suo intervento contro l'esercito di Re Sole3. Nel
1 Cfr. KOPITZSCH, 1982: 351-355; KLESSMANN, 1985: 222-223. In cambio di tale rico noscimento, che metteva fine alle ricorrenti pretese di sovranità dell'Holstein sul territorio amburghese, la città rinunciava alla restituzione di due milioni di talleri (cioè 6 milioni di marchi banco) prestati a vario titolo alla corona danese.
2 Cfr. BÒHME, 1968: 31-37, 53-54. A Francoforte i senatori costituivano una casta assai più chiusa che ad Amburgo, e fedele alle direttive deH'Imperatore. Per l'accesso al Senato erano ri chiesti requisiti di nobiltà da due generazioni. Tra il 1727 ed il 1806, appena l'll,5 % dei sena tori di Francoforte sono negozianti. Il peso politico di questi ultimi si accrescerà solo con gli sconvolgimenti istituzionali dell'età napoleonica: cfr. KOCH, 1983: 294.