FINO ALLA PROCLAMAZIONE DEL BLOCCO CONTINENTALE
56 Cfr SILLEM, 1887: 141-145 Uno dei contratti (1766) riguarda il giovane Georg Heinrich Sieveking (1751-1799), messo in apprendistato presso il senatore Caspar Voght padre (1707-
1781): Caspar Voght, dodicesimo figlio di un prevosto della regione di Brema, aveva a sua volta fatto il proprio apprendistato commerciale presso il senatore amburghese Jürgen Jenquel, di cui avrebbe più tardi sposato la figlia. Il giovane Sieveking, all'epoca orfano di un commer ciante di lini della Westfalia trasferitosi a Amburgo, fu dunque istruito al commercio assieme a Caspar Voght figlio, a lui minore di un anno, e con lui fu associato alla ditta di Voght padre nel 1777; dalla morte di Voght padre, Voght figlio e Sieveking divengono unici gerenti. Caspar Voght, tra i fondatori nel 1788 dell'Armenanstalt amburghese, si ritirò quasi interamente dagli affari nel 1793: negli anni seguenti lo troviamo a Londra, Berlino, Parigi, Roma, Marsiglia. Alla morte di Sieveking, la ditta sarà gestita dai soci (col 50% dei capitali della vedova), finché nel 1810 vi subentrerà il primogenito Johannes Heinrich (nato nel 1783), che in seguito si trasferirà a Copenaghen: cfr. SIEVEKING, 1912. I termini del contratto di apprendistato di François Bonnaffé, secondo degli undici figli di un mercante della regione del Tarn, e futuro ricco negoziante bordolese, sono ricordati in BUTEL, 1991a: 113-114. Bonnaffé aveva al mo mento della stipulazione del contratto già venti anni, un'età piuttosto avanzata per un ap prendistato, benché non si tratti di un caso isolato.
3»
mattino alle 7 di sera circa; il garzone iniziava la sua giornata lavorativa prima e la finiva dopo. Tuttavia vi erano diverse pause nella giornata; i gar zoni e gli apprendisti non essendo tenuti a recarsi alla borsa (da mezzogiono alle due) utilizzavano tale periodo per riposarsi o per la propria formazione personale®?. Anche a Bordeaux i ritmi di lavoro non paiono esser stati meno austeri: nel 1818 il negoziante Ducos scriveva al figlio diciassettenne Théo dore, futuro Ministro della Marina, che si accingeva a passare alla ditta pa tema dopo alcuni anni di apprendistato altrove:
Nous sommes cinq qui pâlissons du matin au soir sur nos bureaux et quand le jour recommence nous y revenons avec furie; nous ne pouvons nous entendre que comme cela et il faudra que tu t'y soumettes ou bien je serai obligé de te placer ailleurs®®.
Era del resto opinione ampiamente diffusa che una formazione teorica non po tesse trasmettere quelle conoscenze dirette che potevano essere apprese solo nel corso di una lunga pratica. In effetti, nella misura in cui il giusto tono di una lettera commerciale ad un corrispondente a seconda dell'importanza della relazione e della situazione finanziaria, il riconoscimento a colpo d'occhio della qualità di una partita di caffè o di grano come di un tessuto o di una por cellana, la capacità di valutare rapidamente uomini e affari erano doti che po tevano essere acquisite, era al vivo contatto della pratica del banco commer ciale che ciò poteva avvenire. L’autore di un manuale di contabilità redatto a Bordeaux nel 1826 sottolineava come nella città girondina non esistessero scuole specializzate né istituti che preparassero i giovani destinati al commer cio59. Benché il negoziante fosse disposto ad investire un certo capitale nella formazione dei figli, resta piuttosto raro trovare dei precettori della statura di Marat (casa Nairac) o del futuro diplomatico Reinhard (casa Teulon), o vedere finanziare il viaggio di formazione all’estero dei figli con una somma di 100.000
La modernità della Handelsakademie risedeva nel fatto che accanto alla istruzione più propriamente tecnico-commerciale essa forniva anche una approfondita formazione generale. Cfr. SCHRAMM, 1943: 440-447 e WOHLWILL, 1914: 233-235. Sui ritmi di lavoro, analizzati in connessione alla nascita del tempo libero, cfr. NAHRSTEDT, 1972: 132-137. Ad Amburgo, garzoni e apprendisti vivevano sovente nella casa del loro principale, ma spesso anche nella famiglia di origine o per proprio conto. Le due forme coesisteranno fino a metà Ottocento circa, quando la pratica del "ganzes Haus" (cioà della famiglia allargata) sarà ormai una rarità: ibi
dem, 76-78.
®® Cit. in BUTEL, 1991a: 116. Jean Etienne Théodore Ducos (Bordeaux 1801 - Paris 1855) sarà deputato di Bordeaux* sotto Luigi Filippo, e ministro della Marina dopo il colpo di Stato del 1851. Sull'importanza della laboriosità come elemento fondante della nuova identità bor ghese cfr. RUPPERT, 1981: 30-31.
BUTEL, 199 la: 114. Si tratta del manuale di Paul Duret, dedicato al figlio negoziante. La regola per Bordeaux era l'apprendistato nel banco di commercio stesso, nel XVIII come nel XIX secolo.
40
livres, come fece François Bonnaffé80.
All'età di circa vent'anni, il giovane poteva generalmente considerare fi nito il periodo di formazione, e veniva assunto come commesso. In tale qualità, se la sua formazione non era già avvenuta all'estero, non era raro che compisse un viaggio di più mesi, più raramente di qualche anno, per conoscere perso nalmente i corrispondenti della ditta, allacciare nuovi legami commerciali, studiare la situazione delle diverse piazze. Il viaggio era considerato parte in tegrante della formazione, e veniva intrapreso tanto dai rampolli delle famiglie negozianti, tanto dai nuovi venuti. Specie per questi ultimi, il soggiorno estero poteva rappresentare l'eventuale base della fortuna futura: per i bordolesi senza mezzi, qualche anno di attività nelle colonie francesi era considerato con speranza come una possibilità per accumulare un certo capitale, da sfruttare poi al ritorno in patria.
Il passo successivo era quello dell'ingresso nella impresa commerciale in qualità di socio. Infine, accumulato il minimo di capitale necessario, il nego ziante poteva decidere di mettersi in proprio. Evidentemente, questa tipologia differiva fortemente da caso a caso ed i tempi variavano in particolare a se conda dell'entità di una eventuale eredità, della disponibilità di una consi stente dote, o di un donativo che consentisse di disporre di un certo capitale. Ad Amburgo Jean de Chapeaurouge accrebbe il proprio patrimonio - accumu lato sia presso la ditta "Urqullu", dove lavorò dal 1791 al 1798, che grazie all'ottavo di partecipazione alla ditta paterna - di 58.000 marchi di dote e di 30.000 marchi donati dal padre in occasione delle nozze. L'alleanza matrimo niale rivestiva inoltre una indiscussa importanza non solo per l'entità della dote ma anche per l’inserimento in un circuito di relazioni famigliari che essa costituiva, con il conseguente riconoscimento collettivo che ne conseguiva?1 Nel maggio 1808 il negoziante livornese Delle Piane donava al figlio ventiset-
60 Cfr. rispettivamente PARISET, 1968: 699; DELINIERE, 1989: 46-50; BUTEL, 1991a: 119. Nairac e BonnafTé figurano tra le più ricche famiglie di negozianti bordolesi. I Teulon sono dei ricchi mercanti originari di Tolosa residenti a Bordeaux. Il soggiorno di Reinhard a Bordeaux, a partire dal 1787, gli consentirà di approfondire la conoscenza della cultura francese, e di in serirsi poi nei circoli rivoluzionari, aprendogli così la strada alla carriera diplomatica, che lo porterà tra l'altro in Toscana e ad Amburgo.
II matrimonio di un parvenu con la figlia di un negoziante affermato della piazza rap presentava il riconoscimento ufficiale delle sue doti di negoziante, e spianava la strada alla fu tura fortuna economica. E' ad esempio il caso di François BonnafTé (su cui cfr. nota 56), mari tatosi a Jeanne Boyer - entrambi protestanti. Cfr. BUTEL, 1991a: 121-134. Analogamente si può rilevare come il futuro senatore Nicolaus Johann Kirchhof, figlio di un pastore prote stante, facesse il suo apprendistato a Amburgo, divenendo oste: il primo matrimonio fu con la figlia di un oste; in seconde nozze si sposò invece con la figlia di un negoziante: parallelamente, si mise in proprio come negoziante, con un certo successo che fu preludio ad una articolata car riera politica: cfr. LOOSE, 1986.
41
tenne 25.000 pezze da 8/r nella "considerazione di costì remunerare e ricom pensare le opere e assistenza da esso indefessamente per il corso di moltissimi anni prestate [...] nell'amministrazione e disimpegno degli affari suoi commer ciali". Talora il padre anticipava una parte dell'eredità ai figli: a questo titolo John Parish, al momento del proprio ritiro dagli affari e nel cedere la direzione ai figli John e Richard - ritiro che non gli impedirà peraltro di continuare a im partire consigli e critiche sulla loro gestione degli affari, del resto legittimati dai 300.000 marchi lasciati nel capitale della ditta - donò 50.000 marchi banco a ciascuno dei figli®2.
Si è finora trattata prevalentemente la formazione di figli di famiglie di negozianti. Tuttavia negoziante si poteva certamente nascere, ma anche diven tare. Nel Settecento, la nascita all'interno di una famiglia di tradizione mercantile facilitava indubbiamente la carriera, ma solo se era accompagnata da capacità e serietà personali. L'ascesa di nuove figure ed il loro inserimento sociale nel tessuto urbano esistente sono relativamente aperti - basti pensare alla figura di John Parish - per quanto è possibile che nell'Ottocento diventi impensabile, come era forse stato il caso invece nell'Amburgo settecentesca, partire da un solo louis d'or e divenire milionari nel giro di una generazione63. Anche per Livorno, come per altre città mercantili, è stato rilevato un restrin gimento delle possibilità di ascesa nel corso dell'Ottocento, che contrasta con i casi più o meno leggendari di folgorante successo che facevano parte dell'immaginario collettivo del Sei-Settecento64.
La contemporanea presenza di Jean De Chapeaurouge figlio in due case mercantili ci porta a sottolineare un'altra caratteristica finora poco evidenziata dalla storiografia, e precisamente la ripartizione dei capitali in aree differenti: non si intende qui parlare dell'acquisto di beni immobili, su cui si dovrà ritor nare estesamente più oltre, ma della diversificazione del capitale mercantile stesso in diverse società commerciali - abbiamo visto qualche caso anche di finanziamento di società produttive -, in attività assicurative eventualmente
62 Su De Chapeaurouge: SIEVEKING, 1912: 112-113 e BÒHME, 1968: 69-70; su Delle Piane: A.S.F., Notarile moderno, Protocolli 37470, notaio Disperati, n9174, 31 maggio 1808; su Parish: EHRENBERG, 1905: 90. Il donativo paterno al matrimonio del figlio non era sempre corrisposto direttamente: ad es. François Bonnaffé donò 700.000 livres a ciascuno dei due figli maschi François Etienne (1788) e Jean (1790), ma tale capitale era direttamente investito nella ditta paterna, cui i due figli venivano associati. La somma era riscuotibile^ soltanto alla morte deH'ultimo genitore sopravvissuto: cfr. BUTEL, 19,91a: 129, 414.
63 E' il presunto caso di Jacques de Chapeaurouge, arrivato a Amburgo nel 1764, volentieri