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Conservazione delle merci, risarcimento e interessi.

DIRITTI E OBBLIGHI DELLE PART

9. Conservazione delle merci, risarcimento e interessi.

Durante gli scambi commerciali esistono momenti in cui la merce, pur essendo di proprietà di una parte, è materialmente posseduta dall’altra. Questo è il motivo per cui la Convenzione di Vienna impone alla parte che è ancora in possesso dei beni, o che ne ha il controllo, di preservarli; le spese sostenute per la conservazione delle merci dovranno poi essere risarcite dalla controparte. 115

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Contratti di Vendita di Beni Mobili ha predisposto una sezione, intitolata conservazione delle merci, dedicata a regolare la fattispecie prima esplicata. L’articolo 85 116 tutela il venditore nel caso in cui il compratore sia in ritardo con la presa in consegna della merce o non abbia pagato il corrispettivo. È bene enunciare le due situazioni in cui si può trovare il venditore: nella prima il compratore deve ritirare la merce nella sede d’affari del venditore, nella seconda è avvenuta una vendita con spedizione, quindi la merce si trova in altra sede dal magazzino del venditore. In entrambi i casi, secondo quanto stabilito dalla CISG,

Articolo 85

Se il compratore tarda a prendere in consegna i beni o se, qualora il pagamento del prezzo e la consegna dei beni devono essere effettuati contemporaneamente, non paga il prezzo, e il venditore è in possesso dei beni o gli stessi sono comunque sotto il suo controllo, questi deve prendere le misure ragionevoli, in relazione alle circostanze, per assicurarne la conservazione. Il venditore ha diritto di ritenerli fino a quando non è stato rimborsato dal compratore delle spese ragionevolmente sostenute.

La questione in esame non si presta a dubbia interpretazione: la norma è divisa in due e tratta rispettivamente la questione della mancata presa in consegna della merce o dell’inavvenuto pagamento del prezzo. In entrambi i

115 HUBER, Alastair MULLIS, The CISG A new textbook for students and practitioners, Sellier. European Law Publishers, 2007, p. 362.

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casi il venditore è responsabile del mantenimento in buono stato della merce. Ecco che dunque il venditore può decidere di depositare la merce nel magazzino di un terzo, a spese della controparte, perchè la merce non abbia a perire. 117 In questo modo il venditore non dovrà tenere occupati i locali del suo magazzino e potrà ricevere un giusto compenso per il disturbo dall’acquirente. Si ricordi però che ogni decisione deve essere effettuata secondo ragionevolezza e con buona fede. La controparte, infatti, non dovrà sopportare spese sproporzionate, ma giustificate in base al valore della merce acquistata. 118

Potrebbe però verificarsi anche il caso contrario, ovvero che il venditore abbia venduto beni non conformi e l’acquirente non li desideri prendere in consegna. Ecco che la normativa ha formulato un’ulteriore articolo, per adattarsi ancor meglio alla prassi commerciale, evitando silenzi e lacune. Pertanto:

Articolo 86

1. Se il compratore ha ricevuto i beni ed intende esercitare il diritto di

rifiutarli in base al contratto o alla presente Convenzione, egli deve prendere le misure ragionevoli in relazione alle circostanze per assicurarne la conservazione. Egli ha il diritto di ritenerli fino a quando non è stato rimborsato dal venditore delle spese ragionevolmente sostenute.

2. Se i beni inviati al compratore sono stati messi a sua disposizione nel

loro luogo di destinazione, ed egli esercita il diritto di rifiutarli, deve prenderne possesso per conto del venditore purché possa farlo senza pagare il prezzo e senza inconvenienti o spese irragionevoli. Questa disposizione non si applica se il venditore o una persona autorizzata a prendersi carico dei beni per suo conto è presente nel luogo di destinazione. Se il compratore prende possesso dei beni secondo

117 Cfr. Quanto stabilito dall’articolo 87 della CISG:La parte che è tenuta a prendere misure per assicurare la conservazione dei beni può depositarli nel magazzino di un terzo a spese dell'altra parte a condizione che le spese non siano irragionevoli.

118 Carlo SCOGNAMIGLIO, Art 87, in Convenzione di Vienna sui Contratti di Vendita Internazionale di Beni Mobili. Commentario coordinato da Cesare Massimo BIANCA, p. 336.

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questo paragrafo, i suoi diritti ed obblighi sono regolati dal paragrafo precedente.

Quanto riporta l’articolo sopracitato afferma che sebbene il compratore non desideri prendere in consegna la merce, è ugualmente tenuto a conservarla, perchè nel caso non la consegni nelle medesime condizioni in cui l’ha ricevuta, perde il diritto a chiedere la risoluzione del contratto. Se però il mantenimento della merce comporta al compratore un onere gravoso, egli può ritenersi esonerato. Altra situazione in cui il compratore non è tenuto a conservare la merce è quella in cui il venditore o un suo agente si trovano sul luogo ove è situata la merce. 119 Si faccia presente che anche il compratore, nel caso in cui debba prendere provvedimenti per il mantenimento della merce, può avvalersi del magazzino di un terzo per depositarla ed evitarne un ulteriore danneggiamento, secondo quanto stabilito dall’articolo 87 della disciplina sostanziale uniforme.

Si parli ora in via generica, sia che sia il compratore, sia che sia il venditore ad avere il possesso della merce e ad averne l’onere di mantenimento. Secondo quanto stabilito dall’ultimo articolo 120 che concerne la materia di conservazione della merce, la parte che ne è in possesso può venderla nel caso sia avvenuto un irragionevole ritardo, notificando l’intenzione di venderla per tutela dei propri interessi. A seguito della vendita la parte che ha venduto la merce avrà ragione di tenersi le spese per la conservazione della merce e darà la differenza all’altra. 121

119 Cfr. Primo comma dell’articolo 82 CISG: Il compratore perde il diritto di dichiarare risolto il contratto o di chiedere al venditore di consegnare beni in sostituzione se gli è impossibile restituire i beni in uno stato sostanzialmente uguale a quello in cui li aveva ricevuti.

120 Articolo 88 CISG:1. La parte che è tenuta ad assicurare la conservazione dei beni in conformità agli articoli 85 e 86 può venderli con ogni mezzo appropriato se vi è stato un irragionevole ritardo dell'altra parte nel prendere possesso dei beni o nel riprenderli ovvero nel pagare il prezzo o le spese della conservazione, purché sia stata data ragionevolmente notizia all'altra parte dell'intenzione di vendere. 2. Se i beni sono soggetti a rapido deterioramento o la loro conservazione comporterebbe spese irragionevoli, la parte che è obbligata ad assicurare la conservazione dei beni in conformità agli articoli 85 e 86 deve prendere misure ragionevoli per venderli. Per quanto possibile essa deve dare avviso all'altra parte della sua intenzione di vendere. 3. La parte che vende i beni ha il diritto di trattenere dal ricavato della vendita un importo pari alle spese ragionevoli di conservazione e di vendita di essi. Detta parte dovrà corrispondere all'altra la cifra eccedente.

121 Carlo SCOGNAMIGLIO, Art 87, in Convenzione di Vienna sui Contratti di Vendita Internazionale di Beni Mobili. Commentario coordinato da Cesare Massimo BIANCA, p. 339 ss.

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La parte lesa dovrà inoltre ottenere il giusto risarcimento per quanto ha dovuto sostenere per causa della controparte. L’istituto del risarcimento del danno è contenuto all’interno del quinto capitolo della Convenzione di Vienna e regola tutta la questione del risarcimento nei confronti della parte che ha subito l’inadempimento contrattuale. La parte lesa deve aver cercato in tutti i modi di limitare i danni, deve aver cercato di prevenirli, pena inadempienza.122 Si ricordi però che il risarcimento non può essere superiore alla perdita, bensì uguale alla perdita, incluso il mancato guadagno. 123

Come ultima tematica di questo ottavo paragrafo si affronti la questione del tasso di interesse: essa fu un’altra tematica molto dibattuta in sede di redazione del testo della disciplina sostanziale uniforme. 124 La LUVI stabiliva che

Il tasso di interessi da corrispondere dovesse essere commisurato al tasso legale o al tasso ufficiale di sconto del Paese in cui il venditore aveva la sua sede (o, in mancanza, la sua residenza abituale), aumentato dell’1%. 125

A differenza della LUVI, le delegazioni che presero parte alla redazione della

CISG non ritennero appropriato riproporre un articolo della stessa specie.

Molte furono le richieste e le proposte,126 ma furono tutte respinte. La

122 Articolo 77 CISG:La parte che invoca l'inadempimento del contratto deve prendere le misure ragionevoli in relazione alle circostanze per limitare il danno risultante dall'inadempimento, incluso il mancato guadagno. Se egli manca di prendere tali misure, la parte inadempiente può chiedere una riduzione del risarcimento pari all'ammontare della perdita che avrebbe dovuto essere evitata.

123 Articolo 74 CISG:Il risarcimento del danno per l'inadempimento del contratto da parte di un contraente consiste in una somma uguale alla perdita, incluso il mancato guadagno, subita dall'altro contraente in conseguenza dell'inadempimento. Il risarcimento del danno non può essere superiore alla perdita che la parte inadempiente aveva previsto o avrebbe dovuto prevedere al momento della conclusione del contratto avuto riguardo ai fatti e alle circostanze che egli allora conosceva o avrebbe dovuto conoscere come possibile conseguenza dell'inadempimento.

124 Fritz ENDERLEIN e Dietrich MASKOW, International sales law. United Nations Convention on Contracts for the International Sale of Goods, p. 310 affermano che: (“the regulation of interest

has caused considerable difficulties bpth in preparing and holding the diplomatic conference”). 125 Cit. Franco FERRARI, La Vendita Internazionale. Applicabilità e Applicazioni della Convenzione

delle Nazioni Unite sui Contratti di Vendita Internazionali di Beni Mobili, p. 322.

126 La delegazione tedesca propose di inserire un articolo che prevedesse il tasso fisso; negli Official Records of the United Nations Conference, p. 416 si riporta la posizione tedesca, secondo cui:

(“at all events, the innocent part should be entitled to interest on the sum due in amount based on interest rates fixed by law or by the Convention itself and which represented a minimum figure”). La delegazione cecoslovacca invece propose che il tasso di interesse applicabile fosse quello del Paese del debitore; tale posizione, riportata negli Official Records of the United Nations

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motivazione di tale scelta risiede nella diversa natura delle concezioni politiche, economiche 127 e religiose 128 dei Paesi che intendevano ratificare la Convenzione e degli Stati che avrebbero potuto decidere di aderire alla CISG in futuro. Per le menzionate ragioni fu introdotto un articolo contenente

le informazioni essenziali volte a regolare il pagamento degli interessi. L’articolo 78,129 non prevedendo una misura comune per la determinazione degli interessi, comporta grande autonomia contrattuale. La norma introduce dunque una formula generale, secondo cui si è ribadito anche in giurisprudenza che il diritto al pagamento degli interessi è slegato dal diritto al risarcimento del danno. 130 La questione metodo di determinazione del tasso di interesse, lasciata irrisolta, ha portato all’insorgere di opinioni anche contrastanti, su quale sia la legge nazionale applicabile alla fattispecie nel caso contreto di litigio tra due attori commerciali. Per offrire almeno un punto di riferimento pratico su tale questione, si ricordi che alcune sentenze argentine131 hanno risolto la questione del tasso di interesse facendo

price, the seller is in any event entitled to interest on such sum as in arrears at a rate equal to the official discount rate prevailing in the country where the buyer has his place of business, at the time of delay, increased by one per cent or, if there is no such rate, at the rate applied to unsecured shotterm international commercial credits increased by one per cent”).

127 In Fritz ENDERLEIN e Dietrich MASKOW, International sales law. United Nations Convention on Contracts for the International Sale of Goods, p. 310, gli autori affermano che (“at the time of the

diplomatic Conference there were serious differences between the Western industrialized countries, where the amount of interest is formed in the market [...] and had at that time reached considerable amounts, and most of the at the time called socialist countries where the interest was fixed by law and relative low. It was against this background that the Western industrialized countries aimed towards interest to be set according the level of the creditor’s country. This would have meant that debtors from those countries would have had to pay low interest to creditors from Eastern countries, but by contrast debtors from the latter countries high interest”).

128 All’interno degli Official Records of the United Nations Conference, p. 416 si riporta quanto affermato dal delegato egiziano: (“certain countries and legal system, whose religion forbade the payment of interest, attached special importance to the question under discussion. [...] It would be advisable to provide for reservation which would permit any country, particularly those where the concept of interest was incompatible with their religion, to apply the relevant clauses in a different manner”).

129 Articolo 78 CISG:Se una parte ritarda di pagare il prezzo o qualsiasi altra somma, l'altra parte ha diritto agli interessi su dette somme, senza pregiudizio per il risarcimento del danno che può essere chiesto in virtù dell'articolo 74.

130 Fritz ENDERLEIN, Dietrich MASKOW and Heinz STROHBACH, Internationales Kaufrecht: Verjährungskonvention, Vertretungskonvention, Rechtsanwendungskonvention, p. 247.

131 Cfr. Juzgado Nacional de Primera Instancia en lo Comercial No. 10, Buenos Aires, 23 ottobre 1991, alla pagina web: http://www.unilex.info/case.cfm?pid=1&do=case&id=184&step=FullText; e Juzgado Nacional de Primera Instancia en lo Comercial No. 7, Buenos Aires, 20 maggio 1991, testo della sentenza disponibile alla pagina web: http://www.unilex.info/case.cfm?pid=1&do=case&id=14&step=FullText, pagine visitate il giorno 8 maggio 2012.

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richiamo all’articolo 9 della CISG, secondo cui è necessario applicare gli usi e

le prassi commerciali generalmente considerate nello stesso settore commerciale.

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