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del consiglio di guerra tenutosi il 10 aprile, insieme alle sue determinazioni,' poiché né l'uno né le altre erano pervenute, egli aveva deciso di convocare

ugual-mente lo Stamento per ragguagliarlo a voce sui problemi trattati in quel conses-so, sulle decisioni che il viceré aveva annunciato di voler prendere e sulle obk-zioni sollevate in quella sede dai rappresentanti degli Stamenti ecclesiastico e mi-litare. A corroborare akune perplessità emerse nel corso del consiglio di guerra ed enunciate dalla prima voce, giunge una delegazione dello Stamento militare, la quale denuncia, tra l'altro, l'incomprensibile decisione del viceré in merito al-l'utilizzazione del pinco dell'Azienda per l'Amministrazione delle Torri per l'acquisto di cannoni e l'indebita interferenza in ordine all'uso dei fondi dell'A-zienda di Ponti e Strade; la delegazione militare ricorda infine che in seno al consiglio di guerra il voto degli Stamenti non è meramente consultivo ma delibe-rativo. Considerata la delicatezza e la complessità delle questioni rappresentate dallo Stamento militare, la prima voce aggiorna la seduta dello Stamento eccle-siastico al giorno successivo per una matura disamina.

Sessione nona il dì 16 aprile 1793. E c. 20v.

In seguito all'avviso, che ne diede monsignor arcivescovo a norma di quanto s'era determinato nella prorogazione precedente concorsi a questa sessione i soliti membri dello Stamento a riserva del signor canonico dottor Giuseppe Sevellin, e radunatisi alle ore dieci e mezzo di mattina nell'aula arcivescovile coll'ordine praticato nelle altre sessioni monsignor arcivescovo prese a signifi-care all'adunanza, che egli avea finora differito la nuova sessione sull'aspettati-va di ricevere in iscritto le determinazioni prese da Sua Eccellenza col parere della Reale Udienza, e sale unite, e del tribunale del Regio Patrimonio sovra gli articoli esposti / al consiglio di guerra tenutosi ne' 10 del corrente coll'in- E c. 21 tervento delle tre prime voci degli Stamenti, del signor generale delle armi, e de' capitani generali delle milizie, de' feudatari del Regno, de' podatari de' feudatari residenti in Ispagna, de' capi delle truppe d'ordinanza qui esistenti, e di vari altri uffiziali invitati dalla prefata Sua Eccellenza; siccome però le sud-dette determinazioni non gli erano state ancora rimesse, avea giudicato oppor-tuno d'informar lo Stamento almeno a voce senza ulterior dilazione del conte-nuto delle medesime, e che tutto si riduceva a' seguenti capi.

1° - Che riconosciuto nel suddeto consiglio il vantaggio de' fortini proposti per difesa della città, Sua Eccellenza deliberò, che senza altro ritardo si doves-sero i medesimi formare nella torre del

Pietrosemolo,

nel monte Orpino, e nel-la spiaggia di Quarto, e in questa particonel-larmente tutti quelli, che previa nel-la vi-sita del signor generale delle armi in un col signor capitano ingegniere, e don Girolamo Pitzolo, sarebbero stati giudicati necessari; incaricando l'attendenza, e la direzione di questi lavori a' suddetti signor capitan ingegnere, e don Giro-lamo Pitzolo.

2° - Che per gli altri fortini da erigersi nel littorale della Scaffa, essendosi riflet-tuto, che non potevansi prendere le opportune determinazioni prima di scan-dagliare il mare lungo la medesima spiaggia Sua Eccellenza ne avea data l'in-combenza, e la direzione di questo scandaglio al signor cavalier Lunel, dichia- E c. 21v. rando, che si riservava a dare in appresso le sue provvidenze per / la

forma-zione dei medesimi nei luoghi più opportuni.

3° - Che sul punto del miglioramento della polvere avendo dichiarato il signor comandante d'artiglieria che il difetto d'essa non poteva dipendere dal salni-tro, poiché per gli esperimenti fatti sembrava il medesimo di buona qualità, ma che doveva piuttosto attribuirsi alla qualità del carbone del paese troppo pregno di particole saline lo che era immediabile, ovvero alla mancanza di pe-starla fino a quel segno, che bisognava, mentre l'esperienza gli avea fatto cono-scere, che ripestata d'avvantaggio acquistava molti gradi d'attività, e quindi in conformità del sentimento del suddetto comandante d'artiglieria erano stati rinovati gli ordini già dati dall'Eccellenza Sua per aggiungere ove fosse d'uopo maggior quantità di salnitro nella nuova polvere per supplire all'accennato di-fetto del carbone, e di ripestare la medesima, e battere nuovamente la vecchia fino a quel segno, che si crederebbe opportuno.

4° - Che riguardo poi alla spedizione del pinco della Reale Amministrazione delle Torri per provvedere cannoni da Napoli vi erano stati nello stesso consi-glio di guerra pareri contrari, e che egli stesso, sebbene come prima voce aves-se sottoscritto per parte dello Stamento ecclesiastico la rappreaves-sentanza conte-nente tra gli altri anche quest'oggetto pure nel suo particolare fu d'avviso, che la medesima sembrava inutile atteso il contegno di quella corte verso la nazione francese, e al tempo stesso pericolosa per il gran numero di corsali E c. 22 nemici che infestavano questi mari. Ma ciò non ostante / che Sua Eccellenza si era avvenuta a tal spedizione, mediante che il pinco fosse assicurato, e purché la paga dell'assicurazione, e qualsivoglia altra spesa da farsi a tal effetto andasse a carico degli individui componenti lo Stamento, non però del pub-blico, eccetto che l'esito corrispondesse all'intento.

- Che riguardo all'organizzazione delle milizie, conosciutasene tutta la ne-cessità, Sua Eccellenza si riservò stabilire una giunta, in cui saranno chiamati il signor generale delle armi, i signori capitani generali delle milizie, due sog-getti dello Stamento militare, e quelle altre persone che stimerà di

presceglie-re affine di ppresceglie-rendepresceglie-re su quest'oggetto il sistema più spediente, ed adattato.

6° - Che quanto all'anticipata del fondo di Strade, e Ponti per la compra de' cannoni, di cui si ha bisogno, non era in grado Sua Eccellenza di accordarla, giacché essendo esausta la cassa della Real Tesoreria pensava all'occorrenza prendere ad ímprestito questo fondo, e ne avea già ottenuto il permesso dallo stesso sovrano.

' Vedi la pezza n. 13] in margine. La rappresentanza, inserita come pezza n. 13 in E, corrisponde al doc. 17/5.

7° - E finalmente che il signor marchese di Laconi avea proposto nel consiglio di guerra altri 14 articoli a nome dello Stamento militare, il contenuto de' quali non poteva specificamente individuare, sebbene tenesse a mente, che ri-guardo a' medesimi non s'era presa veruna determinazione.

Informato in tal modo lo Stamento del risultato nel consiglio di guerra riguar-do alle proposte d'entrambi Stamenti si fecero da parecchi de' congregati

di-versi / eccitamenti coerentemente alle riferite determinazioni di Sua Eccellen- E c. 22v.

za, e circa l'ommissione della rimessa delle medesime in iscritto si propose, che conveniva farne formale richiesta per inserirne copia negli atti; quanto poi alla gravezza, che volea imporsi alli Stamenti coll'assicurazione del pinco del-l'Amministrazione delle Torri, e col carico delle altre spese qualunque síeno, si considerò la medesima come contraria alla primaria ingerenza degli Stamen-ti sull'Azienda della Reale Amministrazione, tanto che il veto di Sua Eccellen-za non è, che di pura qualità in confronto degli amministratori, che sono de-putati degli Stamenti.

E finalmente riguardo alla negativa del fondo di Strade, e Ponti fu pure riflet-tuto, che dopo il consenso delle prime voci degli Stamenti non sembrava suf-ficiente per la negativa il preteso bisogno della regia cassa, alla quale inoltre potea provvedersi con altri mezzi, che certamente avrebbero suggerito gli Sta-menti stessi, se fossero stati eccitati a proporre il loro sentimento, e che uno di questi mezzi sarebbe stato senza dubbio la nuova intrapresa monetazione, se si fosse preso un sistema adattato meno dispendioso.

Pervenuta intanto un'ambasciata del militare per mezzo de' signori cavalieri don Girolamo Pitzolo, e don Diego Cugia, si ebbero ancora sopra i riferiti og-getti i seguenti eccitamenti, e l'avviso delle deliberazioni già prese dal medesi-mo Stamento relativamente a' medesimi, come in appresso.

1° - Che il contenuto della risoluzione di Sua Eccellenza intorno / alla spedi- E c. 23

zione del pinco dell'Amministrazione delle Torri per provvedere i necessari cannoni da Napoli facea ben rilevare, che la proposta degli Stamenti a tal ef-fetto era stata considerata priva affatto di probabilità, e del tutto infruttuosa;

ciò non pertanto rifletteva lo Stamento, che trattandosi d'un oggetto di tanta importanza per la valida difesa del Regno, bisognava fare ogni tentativo; né poteva perciò imporsi agli Stamenti il gravoso peso dell'assicurazione del sud-detto pinco, e delle altre spese, che potrebbero occorrere a tal oggetto, tanto più che gli Stamenti avendo la primaria ingerenza nella suddetta Amministra-zione delle Torri, poteano pure avere la facoltà di fare la spediAmministra-zione surriferita a rischio di quella medesima azienda.

2° - Che la negativa del fondo di Strade e Ponti per l'acquisto de' necessari cannoni, essendo affatto contraria alla naturale qualità di quel fondo proce-dente dalla volontaria contribuzione della nazione deliberata dagli Stamenti, e al consenso già prestato dalle tre prime voci de' medesimi, che secondo la mente, e gli stabilimenti del sovrano deve necessariamente concorrere per qualunque altra versione dell'accennato fondo in circostanze di doversi varia-

re la già stabilita, avea dato motivo allo Stamento militare di riflettere, che gli atti dello stesso Stamento tenutosi allora per la destinazione di tal contributo, sono difettosi, e affatto insussistenti, poiché come apparisce da' medesimi fu permessa anzi procurata d'intento l'unione di ben più, che quattro voti ne'

E c. 23v. membri / concorsi al medesimo contro l'espressa, e stabile disposizione delle savissime leggi del Regno. Quindi s'era di comune accordo deliberato di fare ricorso a Sua Eccellenza sull'accennata insussistenza di questo fondo, non già per rivocare la stabilita contribuzione, ma bensì per variarne l'applicazione, e prescrivere un nuovo impiego della medesima o almeno di parte di essa in og-getti di maggior importanza a vantaggio del Regno.

3° - Che sul riflesso, che il consiglio di guerra dovea aver voto decisivo, e non già puramente consultivo, e che perciò gli Stamenti ecclesiastico, e militare ne aveano richiesto la radunanza per decidere sugli articoli proposti nelle loro rappresentanze credeva lo Stamento militare molto opportuno di avvanzare le sue istanze a Sua Eccellenza perché si compiacesse di comunicare in iscritto ad ambidue gli Stamenti il processo del verbale esteso nel medesimo consiglio di guerra.

4° - Che mentre si incontravano tanti ostacoli alle giuste mire degli Stamenti, non sembrava, che vi fosse altro miglior spediente quanto lo spedire pronta-mente un corriere straordinario al regio trono per rendere intesa Sua Maestà dello stato della piazza, e di quanto si era operato dagli Stamenti prima della guerra, nella guerra, e dopo di essa, e per avere dalla medesima immediata-mente gli ordini spettanti alla difesa del Regno, ed alla maniera, che dovevano tenere gli Stamenti per procurarne il più pronto eseguimento, e che perciò lo Stamento militare avea già deliberato questa spedizione, e ne dava parte all'ec-

E c. 24 clesiastico, affine / di sentire le sue determinazioni su questo particolare, se volesse anche egli concorrere alle rappresentanze, che stava combinando per rimettersi direttamente al sovrano.

5° - Che essendo stato informato lo Stamento militare, che i marinari del leuto siciliano del patron Malatto aveano tenuti discorsi seducenti nella piazza del mollo a favore de' francesi, e che il suddeto leuto procedente dall'isola di San Pietro era approdato in questo porto colla mira dí far provvista di viveri, ed attrezzi per calare d'accordo coi francesi la tonnara di Sant'Antioco, credeva indispensabile di fare le più vive rimostranze a Sua Eccellenza affinché proibi-sca qualunque comunicazione co' carolini, e cogli abitanti dell'isola di San-t'Antioco, che oggidì devono considerarsi come nostri nemici, e dia gli ordini più rigorosi per impedire qualsivoglia provvista per le suddette tonnare.

6° - Che non essendo tuttavia comparso alla luce l'invito delle volontarie con-tribuzioni, che doveasi secondo l'intelligenza pubblicar in forma di pregone, sembrava opportuno di rinovarne le istanze, potendo il minor ritardo produr-re notabile pprodur-regiudizio nelle circostanze, in cui si teme un nuovo attacco per parte de' francesi.

7° - E finalmente, che essendo il viglietto regio de' 20 dello scorso marzo con-cernente lo Stamento militare diretto alla sola prima voce, ed espresso in ter-mini di far rilevare, che a Sua Maestà non era tuttavia pervenuta piena, ed esatta notizia di quanto ha operato lo Stamento militare a difesa del Regno,

s'era unanimemente deliberato di rispondere a nome della sola / prima voce, E c. 24v.

e di far cenno in questa risposta de' suggerimenti, e delle giuste mire dello Stamento in prevenzione de' riscontri poco favorevoli, che per avventura ne avesse avuto il sovrano.

Monsignor arcivescovo corrispose a quest'imbasciata con assicurare i signori deputati, che lo Stamento ecclesiastico prenderebbe in considerazione tutte le riferite proposte, e quindi renderebbe inteso lo Stamento militare delle sue ri-soluzione per mezzo di una deputazione.

Dopo la partenza pertanto de' suddetti signori cavalieri, che furono accompa-gnati secondo il solito da due membri dello Stamento fino alla porta della sala immediata al congresso, considerando l'adunanza che gli oggetti proposti per la loro delicatezza, e per la somma importanza erano meritevoli del più serio riflesso, e della più esatta combinazione, si determinò per tal motivo a differi-re le sue risoluzioni al dì seguente, e intanto prima di por termine al congdifferi-res- congres-so lettasi procura del signor abate di Saccargia i rimessa in testa del signor don Giovanni Antonio 2 Paliaccio suo fratello, e proposto il dubbio se potesse il medesimo come procuratore del suddetto abate intervenire alle congreghe dello Stamento per non esser soggetto da sé abile ad intervenirvi, né membro d'un corpo, che abbia voce nel medesimo, si destinarono li signori canonici dottor Narciso Floris, e Pietro Sisternes per prendere in disamina questo pun-to, e riferirne il loro sentimento nella seguente sessione, [che] fu indetta pel dì seguente nell'ora consueta.

Giovanni Battista Hortal cancelliere. /

80/1 1793 aprile 7, Sassari.

L'abate di Santa Maria di Saccargia don Francesco Paliaccio, non potendosi

«portare per suoi giusti motivi nella città di Cagliari» per intervenire alle sedute dello Stamento ecclesiastico, costituisce come suo procuratore con ampi poteri, però «opponendosi ali voti, e proposte, che potranno esserli nocevoli», il fratello sacerdote don Giovanni Antonio Paliaccio, residente nella capitale.

Mandato di procura speciale sottoscritto dall'illustrissimo, e molto reverendo signore E c. 160 dottore don Francesco Paliaccio abate di Santa Maria di Saccargia, in favore

dell'illu-strissimo, e molto reverendo signor don Giovanni Antonio Paliaccio suo fratello.

Vedi la procura] in margine. Cfr. doc. 80/1.

2 Giovanni Antonio] corr. da Francesco, come erroneamente riportato nell'originale.

L'anno del Signore mille settecento novanta tre ed alli 7 del mese di aprile in Sassari.

Sia nel nome del Signore Iddio ad ognuno manifesto, qualmente l'illustrissi-mo, e molto reverendo signor dottore don Francesco Paliaccio abate di Santa Maria di Saccargia, e priore del villaggio di Scano residente in questa città, co-stituito personalmente nanti me regio notaio, e testimoni infrascritti che pie-namente lo conosciamo, ha esposto, che non potendosi personalmente porta-re per suoi giusti motivi nella città di Cagliari capitale di questo Regno di Sar-degna, si è perciò determinato nominare in quella un procuratore. Quindi è che spontaneamente, e nella miglior maniera possibile sapendo bene ciò che si fa, nomina, elegge, e constituisce in suo indubitato procuratore certo, e spe-ciale, e per le cose infradicende generale una qualità l'altra non derogante, al-l'illustrissimo, e molto reverendo signore don Giovanni Antonio Paliaccio suo fratello, e nella suddetta città di Cagliari residente, affinché possa, e debba a nome dell'illustrissimo signor abate costituente intervenire al congresso, o congressi che si terranno dallo Stamento ecclesiastico in quella proponendo, e votando a suo favore, e del pubblico tutto quello, che conoscerà utile, e van-taggioso all'uno, e l'altro, ed opponendosi alli voti, e proposte, che potranno esserli nocevoli, e facendo quanto il prelodato illustrissimo, e molto reveren-do signor abate costituente far potesse, se presentemente vi si trovasse, al qua-le oggetto questi conferisce al prefato suo signor fratello, e procuratore, che è assente, e per esso io sottoscritto notaio regio accettante la facoltà necessaria, ed opportuna, unitamente a quella di sostituire, in caso di suo legittimo impe-dimento, il presente mandato, col qual promette sempre avere rato, grato, fer-mo, e valido tutto ciò, che dal medesimo suo fratello procuratore, e sostituito di questi in tali congressi sarà conchiuso, e deliberato, di mai rivocarlo per causa veruna sotto obbligo de' suoi beni presenti, e futuri, come così lo giura manu in pectore more sacerdotali, e si sottoscrive, del che ecc.

E c. 160v. Don Gianfrancesco Paliaccio abate di Saccargia, e priore / di Scano.

Testimoni presenziali sono gli infrascritti cogniti ecc., Giovanni Battista Balent°

testimone - Ignazio Dore testimone - Pietro Oggiano Sechi pubblico notaio.

La presente copia estratta dal suo originale con esso collazionata fedelmente concorda, altra simile resta insinuata in quest'ufficio sotto li 8 aprile 1793 presso il regio pro insinuatore Antonio Luigi Sechi, ed è registrata a pag. 85 del 1° volume n. 773.

In testimonio + del vero - Pietro Oggiano Segui notaio pubblico, e di cause di Sassari.

81 1793 aprile 17, Cagliari (Palazzo arcivescovile).

Lo Stamento ecclesiastico discute in primo luogo sulle determinazioni dello Stamento militare relative al consigliò di guerra del 10 aprile, comunicate du-

rante la seduta del giorno precedente. Viene quindi affrontata la questione del-l'ammissibiltà della delega fatta dall'abate di Saccargia in favore del fratello don Giovanni Antonio Paliaccio, residente a Cagliari; e si decide per la inammissibi-lità in quanto il delegato non ha titolo per intervenire alle sedute stamentarie.

L'arcivescovo fa pervenire all'assemblea la memoria da lui letta durante il con-siglio di guerra del 10 aprile, che viene inserita negli atti. Vengono inoltre discussi altri oggetti relativi all'apprestamento di un contingente di artiglieria, alla desti-nazione dei fondi dell'Azienda di Ponti e Strade, alle rappresentanze da farsi al sovrano e al viceré sui problemi della difesa di concerto con lo Stamento militare.

Sessione decima del dì 17 aprile 1793. E c. 25

In conformità della precedente prorogazione essendosi nuovamente congrega-ta in questo giorno la giuncongrega-ta dello Scongrega-tamento ecclesiastico secondo il solito, e coll'intervento di tutti i rappresentanti, a riserva de' signori canonici don Sal-vatore Mameli, e dottor Giuseppe Sevellin sugli articoli già risoluti dalla Sta-mento militare, e per mezzo della deputazione di due degli individui compo-nenti il medesimo a voce comunicati all'anzidetto Stamento ecclesiastico nella seduta de' 16 del corrente, affine di procedure di concerto in affari così rile-vanti, si presero nella sessione presente le seguenti deliberazioni.

Circa la spedizione del pinco della Regia Amministrazione delle Torri a Na-poli a fine di provvedere la piazza di Cagliari di cannoni di grosso calibro, di cui scarseggia per la più valida difesa, considerando lo Stamento ecclesiastico da un canto lo zelo dello Stamento militare, che instava ognor più la spedizio-ne del succennato pinco, come l'unico mezzo in sì critiche circostanza, e dal-l'altro i gravosi termini, ne' quali è concepito il permesso di Sua Eccellenza in virtù di cui cadrebbe sopra gli individui degli Stamenti rappresentanti non pur il prezzo del pinco in caso d'esser predato da' corsari francesi, e le spese del nolo, della gita, e del ritorno, ma anche ogni e qualunque altra spesa, e quindi il valor de' cannoni medesimi, ove questi cadessero nelle mani de' ne-mici, fu in senso attesa la troppo debole probabilità del felice successo di

si-mile tentativo d'eccitar lo Stamento militare ad una / più seria disamina d'un E c. 25v.

oggetto di tanta importanza, ed ove riuscisse di dimostrarne una più sussisten-te probabilità, di ricorrere di bel nuovo a Sua Eccellenza affine di otsussisten-tenere il miglioramento del riportato decreto.

Sull'applicazione poi proposta del fondo di Ponti e Strade per la provvista di cannoni tanto necessari per la difesa del Regno, e pe' quali non vi è al presen-te altro mezzo, con cui popresen-tervi occorrere coerenpresen-temenpresen-te alla dichiarazione di Sua Eccellenza fatta nel consiglio di guerra d'esser disposta Sua Maestà a

Sull'applicazione poi proposta del fondo di Ponti e Strade per la provvista di cannoni tanto necessari per la difesa del Regno, e pe' quali non vi è al presen-te altro mezzo, con cui popresen-tervi occorrere coerenpresen-temenpresen-te alla dichiarazione di Sua Eccellenza fatta nel consiglio di guerra d'esser disposta Sua Maestà a

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