presso la corte di Torino, la prima voce chiede che lo Stamento ecclesiastico esprima il proprio parere circa la facoltà dei due ambasciatori di presentare al so-vrano richieste specifiche di esclusiva pertinenza del clero oltre le cinque doman-de concordate con gli altri due Stamenti. Previa votazione a scrutinio segreto l'assemblea decide, contrariamente a quanto deliberato dagli Stamenti militare e reale, di affidare ai due ambasciatori un pacchetto dí domande di specifico inte-resse ecclesiastico; decide inoltre di non vincolare con giuramento di alcun gene-re i suoi ambasciatori e di esigegene-re che la supplica al sovrano giustificativa delle cinque domande venga redatta a Cagliari con il concorso dei tre Stamenti Tali risoluzioni vengono tempestivamente comunicate con un'ambasciata agli altri due Stamenti. Lo Stamento militare fa sapere che ritiene ragionevole affidare la redazione della supplica giustificativa ai sei deputati dei tre Stamenti una volta giunti a Torino, essendo ormai impossibile che essa possa essere stesa dai tre Sta-menti, a causa dell'assenza dei due deputati Pitzolo e Sircana già partiti per To-rino e della gran parte dei membri dello Stamento già rientrati in sede.
E c. 73 Sessione trentesima il dì
17
luglio 1793.Essendosi nella giunta d'oggi unitasi alle ore dieci di mattina nella stessa for-ma, e col concorso della precedente essendo anche mancato alla medesima l'illustrissimo, e reverendissimo monsignor arcivescovo d'Oristano don Luigi
Cusani, si presentò l'illustrissimo, e molto reverendo signor canonico Giovan-ni Agostino Cossu con un mandato di procura 1 del reverendissimo Capitolo di Sassari spedito in suo favore, mentre pe' suoi giusti fini non volle prima prevalersi della sostituzione, che l'illustrissimo, e molto reverendo signor de-cano Roig gli fece del suo mandato in circostanza di essersi ritirato alla sua re-sidenza, come è da vedersi nella medesima procura del suddetto signor deca-no inserita negli atti. Essendosi pertanto l'anzidetto nuovo mandato di procu-ra letto in piena adunanza dall'infprocu-rascritto segretaro, non si ebbe difficoltà al-cuna di dichiararlo ammissibile, per essere il medesimo munito delle clausole necessarie, e senza alcuna restrizione, a riserva dell'obbligo che s'ingiunge al suddetto nuovo procuratore di rinnovare la protesta dell'anzidetto signor de-cano Roig contro la destinazione del signor de-canonico don Pietro Sisternes per deputato alla real corte, onde dopo esser stato destinato al menzionato signor canonico Cossu il posto, che in tal qualità li competeva, confermò egli a voce la succennata protesta riferendosi a quanto in essa si contiene, ed instando, che se ne facesse menzione negli atti per constare di aver adempiuto all'obbli-go impostogli nel surriferito mandato di procura.
Si lessero in seguito le due precedenti sessioni tenutesi ne' 10, e / 13 del cor- E c. 73v.
rente, le quali furono pienamente approvate come conformi alle trattative avutesi, ed alle risoluzioni prese nelle medesime, e siccome monsignor arcive-scovo di Cagliari aveva ricevuto in quella stessa mattina un viglietto di Sua Eccellenza con copia di una lettera di monsignor vescovo d'Ampurias, e Civi-ta, con cui avanzava formale doglianza all'Eccellenza Sua contro lo Stamento sul supposto d'aver trasgredito il primo di lui procuratore il signor canonico don Carlo Falque i limiti del mandato, e di esser egli concorso a varie risolu-zioni presesi nello Stamento contro gli ordini del medesimo vescovo datigli per lettera, e particolarmente all'elezione del canonico don Pietro Sisternes in uno de' deputati alla real corte, e di essere inoltre state rigettate a torto le nuo-ve sue procure, e de' suoi Capitoli spedite in capo al suddetto signor canonico Cossu, stimò bene il prefato monsignor arcivescovo di comunicare queste pez-ze al congresso affinché ne avesse presente il contenuto nelle sue deliberazioni.
Passò quindi a proporre la suddetta prima voce se lo Stamento dovesse proce-dere ad ulteriore, non ostante che mancassero tuttavia le procure dell'illustris-simo, e reverendissimo monsignor vescovo, e Capitolo d'Ampurias, e delle Collegiate di Tempio, e di Nulvi, le quali furono stimate inammissibili nella sessione 26, per le ragioni ivi espresse.
Interpellato dallo stesso monsignor arcivescovo il signor canonico don Narci-so Floris a dare il suo sentimento sulla riferita proposizione, questi fu di pare-re che non / dovea sospendepare-re d'avvantaggio lo Stamento le sue trattative, e le E c. 74 sue risoluzioni per sì fatto motivo, mentre le prenominate voci doveano incol-pare se stesse di non aver rimesso le succennate procure nella forma prescritta
' Cfr. doc. 101/1.
dalle leggi, e la lor colpa non dovea in alcun modo recar pregiudizio a' dritti de' membri concorsi legittimamente.
Si dichiararono dello stesso sentimento molti altri membri dell'adunanza, e fu riflettuto, che nel tempo trascorso dalla sessione in cui si decise di non dover-si ammettere le suddette procure, fino alla presente, dover-si sarebbero potuti rimet-tere altri mandati in miglior forma della prima, onde essendosi giudicato op-portuno di devenire alla votazione segreta, per decidere questo dubbio, risul-tò che senza aspettare d'avvantaggio le procure delle additate voci doveasi procedere alle ulteriori deliberazioni dello Stamento colla pluralità di tredici voti bianchi contro cinque neri, non avendo voluto votare il signor canonico don Giambattista Simon, per la ragione, che prima di determinarsi a risolvere aveva bisogno di esaminare tutti gli atti dello Stamento.
Propose in secondo luogo il prelodato monsignor arcivescovo se convenisse o no di appoggiare a' signori deputati di questo Stamento oltre alle cinque do-mande combinate cogli altri Stamenti alcune altre proposte proprie dello stato ecclesiastico, come si era già determinato nelle precedenti sessioni. Ed essen-dosi pure stimato approposito di devenire su questo particolare alla votazione segreta, si ritrovarono quindici voti bianchi per l'affermativa, e tre soli neri per
E c. 74v. la negativa, di modo che restò deciso / a pluralità di voti di doversi umiliare al real trono parecchie altre delle accennate dimande; e quindi convennero tutti a voce, che si prenderebbero nuovamente in maturo esame gli articoli combi-nati nella sessione 242 per risolvere se tutti, o parte dovrebbonsi rassegnare a Sua Maestà per mezzo de' suddetti signori deputati.
Il prelodato signor canonico don Giambattista Simon non volle aver parte neppure in questa deliberazione pel motivo già sovra espresso, ed inoltre perché trovandosi monsignor arcivescovo di Oristano in questa capitale do-vrebbe attendersi, che intervenisse ancor egli alle giunte per determinare as-sieme agli altri membri sulla fatta proposta.
In seguito a questa deliberazione eccitò il signor canonico don Pietro Sister-nes, che avendo acquistato positiva notizia, che nella Collegiata di Tempio un tal canonico per nome Silvestro Bartolomei era figlio di corso nato ancor egli in Corsica, promosso al canonicato dall'attuale vescovo di quella diocesi, cre-deva dovere interessare questo fatto il zelo de' membri componenti lo Sta-mento, a' quali certamente spettava il far osservare il disposto nella bolla di Clemente VIII Hodie nobis, e la privativa accordata a' nazionali anche con l'e-sclusione de' figli forestieri che sono nati nel Regno per accidente da padri non domiciliati. Epperò pregava l'adunanza a riflettere se convenisse di chie-dere per mezzo di Sua Eccellenza al prefato monsignor vescovo gli opportuni
E c.75 documenti della nascita del succennato / signor canonico Silvestro Bartolo-mei, ed i motivi, che egli ha avuto per promuovere il medesimo ad un benefi-zio di privativa a' regnicoli. Del che certamente se ne ritrovava l'esempio nel-le Corti del marchese de las Navas nella pagina 565 contro un altro vescovo d'Ampurias fra' don Gian Battista Sorrives, che aveva promosso ad un cano-
nicato di Castell'Aragonese il reverendo Lazzaro Maiolo forestiere.
Si fecero diversi riflessi sull'esposto eccitamento; e considerando, che prima di prendere qualche deliberazione su del medesimo, bisognava avere gli op-portuni, e sicuri riscontri di questo fatto, si stimò conveniente incaricare all'il-lustrissimo, e molto reverendo signor canonico Giovanni Agostino Cossu, che ne dasse parte al suddetto monsignor vescovo d'Ampurias, perché si compia-cesse di rimettere li schiarimenti, che si desideravano.
Avendo poi presentato il signor canonico don Giambattista Simon la qui uni-ta supplica pregando l'adunanza di permetterli la lettura degli atti in presen-za del segretaro dello Stamento, e di prendere quelle annotazioni, e memorie, che avrebbe stimato opportuno per le ragioni espresse in detta supplica; fu di comune accordo deciso dagli altri membri, che li fosse permessa la sola visio-ne, e lettura degli atti suddetti a presenza del segretaro, ma che intanto potes-se lo Stamento propotes-seguire le sue deliberazioni, e terminare gli affari concer-nenti la spedizione de' signori deputati alla real corte.
Si spedì in appresso una deputazione agli altri due illustrissimi / Stamenti mi- E c. 75v.
litare, e reale co' signori canonici don Pietro Sisternes, e dottor Giuseppe Chiappe, per significare a' medesimi li seguenti oggetti:
1° - che lo Stamento ecclesiastico non aveva stimato opportuno di restringere la commissione de' suoi deputati a' termini troppo precisi, a' quali fu ridotta da quelli Stamenti, né di esigere il giuramento, o imporre alcuna espressa ob-bligazione a' suoi deputati di non chiedere, né accettare impieghi, o grazie per sé, o per altri loro aderenti nel tempo prefisso alla suddetta commissione;
2° - che li sembrava conveniente doversi combinare tra gli stessi Stamenti la supplica da rassegnarsi a Sua Maestà a nome comune per mezzo de' deputati d'ogni rispettivo corpo, mentre in questa guisa la suddetta supplica riuscireb-be di maggior gradimento anche alle voci assenti, e potrebriuscireb-besi più facilmente combinare il modo di esprimere le deliberazioni d'ogni particolare Stamento;
giacché l'ecclesiastico sebbene abbia convenuto col militare in tutte le cinque dimande, pure' non si era uniformato in tutto al medesimo riguardo alle prela-ture; ed inoltre l'illustrissimo Stamento reale non conveniva cogli altri fuorché in tre sole dimande.
Reccò in risposta il prenominato signor canonico Chiappe che gli illustrissimi Stamenti militare, e reale supponevano, che l'ecclesiastico avrebbe i suoi moti-vi per non adottare le obbligazioni da essi imposte a' propri deputati, ma quanto a sé, che non potevano più / rivocare ciò che si era deciso su tal parti- E c. 76
colare; e che riguardo alla supplica ne aveano appoggiata l'estensione a' signo-ri deputati coll'obbligo di conformarsi al signo-risultato degli atti; onde unendosi tutti i deputati de' rispettivi corpi avrebbero tra di loro combinato la maniera di distenderla in conformità delle intenzioni degli stessi Stamenti: massime che il suddetto Stamento reale erasi anch'egli avvenuto a tutte le cinque di-mande combinate tra il militare, e l'ecclesiastico.
Vedi la pezza n. 38] in margine. Cfr. doc. 101/2.
Udita questa risposta si differì la risoluzione sul punto della supplica surrife-rita alla futura sessione insieme cogli altri oggetti da trattarsi pel mandato di procura a favore de' signori deputati; la qual sessione fu perciò fissata pel dì 20 del corrente alle ore 10 di mattina; del che ecc.
Giovanni Battista Hortal cancelliere.