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Contrasti nel PSU in vista delle elezioni politiche: una campagna elettorale difficile Nonostante la questione SIFAR continuasse a suscitare interesse ed attenzione, ormai la

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 181-189)

legislatura volgeva al termine ed erano imminenti le nuove elezioni politiche; tutti i partiti si preparavano ad affrontare una campagna elettorale ricca di insidie e di incognite, ma ovviamente, alla luce delle ultime vicende e soprattutto dopo la conclusione del lungo processo che aveva portato all‟unificazione, principalmente il PSU era atteso alla prova– verifica con molta curiosità. Proprio in extremis Nenni riuscì a mettere a segno l‟ultimo colpo che aveva fortemente voluto106: l‟approvazione della legge n. 444 sull‟”Ordinamento della scuola materna statale”; la legge, che prevedeva l‟iscrizione gratuita, non obbligatoria e la piena libertà didattica dell‟insegnante, fu infatti approvata il 9 marzo 1968 dalla Camera, nel suo ultimo giorno di attività prima delle elezioni107. Anche in questo caso, però, fu necessaria una ulteriore estrema “sollecitazione” di Nenni a Moro:

“Caro Moro, seguo con ansia questa tormentatissima chiusura di legislatura. Sono sicuro del tuo intervento perché la scuola materna venga assolutamente votata. Non ho mai creato difficoltà, ma ne dovrei certamente creare se su questo punto, sul quale sorse il tuo terzo gabinetto, rinunciassimo al nostro dovere”108.

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Scalfari a Nenni 4 marzo 1968, ACS – Fondazione Nenni, serie carteggio 1944/1979, busta 39, fascicolo 1850. 105

E. Scalfari, “Lettera d‟un condannato”, L’Espresso 10 marzo 1968, pag. 2/3.

106 P. Nenni: “E‟ un‟altra legge voluta dai socialisti e arrivata in porto”, “I conti con la storia. Diari 1967-1971”, Sugarco, Milano 1983, pag. 167.

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M. Degl‟Innocenti: “In effetti, proprio alla fine della legislatura, la Camera istituì la scuola materna statale, definita da Codignola «una vittoria socialista, contrastata fino all‟ultimo»”, “Storia del PSI dal dopoguerra a oggi”, Laterza, Roma-Bari 1993, pag. 382. Inoltre, l‟8 marzo 1968 la Camera approvò con 267 voti contro 160 la legge di riforma del sistema delle pensioni, mentre a febbraio la Camera aveva definitivamente approvato la riforma ospedaliera con 253 voti favorevoli e 163 contrari.

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Una personale valutazione sulla fine della legislatura Nenni la fece sui Diari109 e allo stesso Moro rivolse il suo “saluto” affidando al corpo elettorale il giudizio finale sull‟azione del governo:

“Caro Moro, non posso venire al Consiglio dei ministri anche se, contro il parere dei medici, sono ancora a Roma. Ma parto domani per Formia dove spero di poter restare 15 giorni. Ne ho bisogno. Non credo che sia quella di oggi la riunione del congedo. Se lo fosse desidero rivolgere a te e a tutti i colleghi un cordiale saluto. Il corpo elettorale giudicherà se abbiamo lavorato bene o male. Ci rimane in ogni caso la consapevolezza di aver fatto quel che di meglio potevamo”110

.

Oltre che sull‟operato del governo, però, queste elezioni avrebbero rivelato anche quale sarebbe stato il giudizio più generale sui cinque anni dell‟esperienza di centrosinistra, che aveva rappresentato la grande vera novità dell‟Italia repubblicana.

Moro parlò in TV la sera dell‟11 marzo e, dopo aver ricordato che i suoi due governi avevano operato superando la difficile congiuntura economica del 1963/1964 ed avevano elaborato un programma di sviluppo che restava “uno dei dati fondamentali dell‟attività di questi cinque anni”111

, chiuse ammettendo che poteva essere fatto di più112 e rivolgendo il suo personale appello agli elettori113. Una critica dura fu invece espressa da Lelio Basso

“Una situazione sostanzialmente immutata rispetto ai precedenti governi centristi: non mi pare proprio che ci siano stati spostamenti di qualche rilievo. In definitiva si sono sostituiti i socialisti al liberali ma la situazione è rimasta la stessa. L‟unico risultato davvero importate del centrosinistra è stata la cattura del PSI (…). E vorrei sottolineare un altro aspetto negativo di questi cinque anni di governo di centrosinistra: il trasformismo del PSI, il fatto che un partito con grandi tradizioni di lotta alle spalle sia andato al governo per lasciare le cose più o meno com‟erano, ha contribuito a far crollare la fiducia dell‟opinione pubblica nei partiti114”,

che sottolineò anche gli “errori” di Nenni:

“A prescindere dal nostro scetticismo (che si rivelò fondato) c‟erano allora due posizioni favorevoli al centrosinistra e che possiamo grosso modo identificare in Nenni e Lombardi. Per Nenni contava solo il fatto di andare al governo, pur sapendo benissimo di andarci in forma subalterna, pur rendendosi conto che questo governo non avrebbe fatto niente d‟importante. Non si faceva illusioni, ma al governo voleva andarci egualmente per due motivi: da una parte perché attribuiva alla stanza dei bottoni un potere maggiore di quanto in realtà ne

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P. Nenni: “Tutti denunciano i punti negativi di questa fine di legislatura. Pochi quelli positivi. Comunque, abbiamo avuto il governo di legislatura da me voluto. Quello che non era riuscito a Blum nel 1936, quello che non era riuscito a Mendès- France nel 1954-56. Né destre né comunisti sono riusciti nell‟intento di ottenere lo scioglimento anticipato delle Camere. Tuttavia l‟impresa si è rivelata tremendamente difficile per due ragioni: l‟intransigenza frenetica delle opposizioni che ci ha stretti in una morsa; la troppo scarsa coesione interna della maggioranza. Sono problemi che vanno meditati”, “I conti con la

storia. Diari 1967-1971”, Sugarco, Milano 1983, pag. 167.

110

Nenni a Moro 11 marzo 1968, ACS – Fondazione Nenni, serie carteggio 1944/1979, busta 34, fascicolo 1639. 111

A. Moro, Discorso in TV dell‟ 11 marzo 1968, in G. De Rosa, “Gli ultimi giorni della IV legislatura”, La Civiltà Cattolica 6 aprile 1968, anno 119, quaderno 2827, vol. II, n. 1, pag. 86/87.

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A. Moro: “Questo vuol dire che tutto sia stato fatto bene? No, certo. Molte cose non sono state fatte, che avremmo desiderato fare; molte cose sono state fatte meno bene di quanto avremmo voluto; altre cose saranno certamente chiarite e composte nella progressiva armonia che la società italiana si saprà dare con una guida democratica”, Ibidem.

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A. Moro: “E‟ un richiamo che io rivolgo ai cittadini italiani alla vigilia di una libera competizione elettorale, come un richiamo ai problemi del paese, alle sue difficoltà, alle sue possibilità: un invito che chiede di conoscere anche obiettivamente questa fase della nostra storia: non per restare fermi, ma per andare avanti nella libertà”, Ibidem.

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abbia, perché credeva di contare di più; dall‟altra per conferire al PSI quella patente di rispettabilità verso la piccola e media borghesia che l‟avrebbe presentato di fronte all‟opinione pubblica come uno dei possibili partiti di governo: diciamo che lo considerava come il superamento di un esame di maturità. Quello di cui Nenni invece non si rendeva conto era il fatto che un partito non può conservare una personalità immutata attraverso vari mutamenti di politica, e che una politica come quella che si apprestava a fare avrebbe comportato l‟uscita dal partito di certi compagni e l‟ingresso di altri, più omogenei a questa nuova politica. Per cui, anche ammesso che attraverso un‟esperienza del genere il partito socialista riesca a diventare un partito maggioritario – e a governare (io ad un‟eventualità simile non ci credo per niente), al governo del paese ci sarebbe un partito che di socialista ha conservato solo il nome, l‟etichetta, ma, di fatto, è già un partito borghese. L‟errore di Lombardi, invece, è stato quello di avere creduto veramente nel centrosinistra, nella possibilità che da questa collaborazione con la DC venissero fuori grandi riforme”115.

La campagna elettorale entrò nel vivo e ad essa andavano quindi ricondotti alcuni interrogativi: sarebbe riuscito il nuovo partito unificato a trasmettere agli elettori un messaggio positivo? Avrebbe convinto il nuovo assetto nato dalla “fusione” di due grandi, storici partiti, che dopo venti anni trascorsi dalla scissione di Palazzo Barberini tentavano una difficile operazione di “rassemblement”? Su molti punti le posizioni all‟interno del nuovo partito restavano diverse e talvolta opposte, ma il gruppo dirigente era fiducioso circa l‟esito positivo delle consultazioni. La campagna elettorale si dimostrò invece essere molto complicata, a partire dalle questioni meramente organizzative (scelta dei candidati, attribuzione dei collegi) in cui un ruolo fondamentale lo giocò la base, cioè le varie sezioni e federazioni territoriali. Già dalla fine del 1967 iniziarono le “grandi manovre” e Nenni scrisse personalmente a Norberto Bobbio una lettera in cui lo invitava a prendere in considerazione l‟ipotesi di una sua candidatura116

ricevendone però un motivato rifiuto117. Nel mese di marzo iniziò una fitta corrispondenza di Nenni con i segretari di federazione che reclamavano una candidatura o si opponevano, spesso in maniera retorica e con molta enfasi, a candidature di esponenti locali per lo più poco noti: è il caso delle federazioni di Roma118, di Massa

115

Ibidem. Vedi anche L. Basso, “Se i giovani ci stanno a sentire”: “Nenni, per esempio, sapeva benissimo che cosa sarebbe stato il centrosinistra, prevedeva lucidamente che non avrebbe fatto nulla. Considerava solo un fatto importante che il PSI entrasse al governo. Il suo fu un comportamento discutibile ma lineare. Per Lombardi, il discorso è diverso. Lui al centrosinistra, da principio, ci ha creduto sul serio, ne è stato uno dei padri spirituali. Poi c‟è stata la delusione, sincera, dolorosa. Ma ora è difficile capire perché Lombardi contribuisca, col suo prestigio, a dare voti ad un partito che non è più il suo…”, L’Espresso 5 maggio 1968, n. 18, pag. 9.

116

Nenni a Bobbio 15 dicembre 1967: “Caro Professore, ho parlato con i comuni amici Garosci e Paonni del vivo desiderio che avrei (e quel che più conta dell‟interesse che avrebbe il partito) di una sua impegnata partecipazione alla prossima campagna elettorale. Paonni mi dice della sua naturale riluttanza per la vita pubblica. In tal caso una sua candidatura al Senato nel collegio Torino-centro, permetterebbe di assicurare al partito la sua personale partecipazione alla campagna elettorale con scarse possibilità di elezione anche se un collegio senatoriale può mutare da così a così, secondo la personalità del candidato. Ci pensi, caro professore, e se può dare una risposta affermativa, sappia che sarà per tutti un motivo di viva soddisfazione”, ACS – Fondazione Nenni, serie carteggio 1944/1979, busta 19, fascicolo 1131.

117

Bobbio a Nenni 18 dicembre 1967: “(…). Proprio in questi giorni abbiamo sentito al Parlamento discorsi di professori universitari che hanno rivendicato il diritto di essere contemporaneamente deputati e professori. Questi discorsi hanno provocato nei nostri studenti più seri, coi quali ho quotidianamente contatto, una nuova giusta indignazione (…). Non posso permettermi proprio ora di partecipare ad una gara politica che mi distoglierebbe dal mio lavoro liberamente assunto e apparirebbe come una smentita delle mie ripetute affermazioni contro il rilassamento del costume accademico (…). Rimango fedele al partito, ma nell‟unico posto che mi conviene e in cui credo di poter svolgere un‟opera non inutile”, ACS – Fondazione Nenni, serie carteggio 1944/1979, busta 19, fascicolo 1131.

118

Bernardini a Nenni 10 marzo 1968: “(…) La larga adesione al mio nominativo e il fatto che nessuno abbia avanzato dubbi su di esso (cosa avvenuta invece per altri nomi) mi fa ritenere con soddisfazione che la mia designazione sia certa. E‟ per

Carrara119, di Avezzano120, di Viareggio121, di Napoli122, mentre in altre realtà si consumava una vera e propria faida interna tra gli ex PSI e gli ex PSDI come a Campobasso123, L‟Aquila124

, Mantova125 e Firenze126. In altri casi, invece, la questione era molto più seria e riguardava candidature eccellenti come quella dello stesso Nenni, di Loris Fortuna e quella, da alcuni osteggiata, di Giolitti. A Nenni venne offerto, dalle Federazioni piemontesi, di essere capolista nella circoscrizione di Torino; la accettò nonostante non ne fosse pienamente convinto127. Per Loris Fortuna era prevista la candidatura a Milano, ma ad essa si era opposto Lombardi: dopo che la base si espresse chiaramente a favore della candidatura128, lo stesso Lombardi finì con l‟accettarla129

. Più complicato era il caso di Giolitti la cui candidatura era

questo che, nel comunicarti quanto sopra, io rinnovo a Te la preghiera di tener presente la mia aspirazione a concorrere ad un seggio senatoriale che mi dia speranza di riuscita. Tu stesso in passato mi hai incoraggiato dandomi atto della mia lunghissima fedeltà al socialismo”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 100, fascicolo 2284.

119

Telegramma della Federazione di Massa Carrara 23 marzo 1968: “Donne socialiste Marina Carrara chiedono alto tuo intervento favore candidato senatore compagno Bernardi riconosciuto e stimato capo antifascismo e socialismo”, Ibidem. 120

Telegramma della Federazione di Avezzano 23 marzo 1968: “Movimento femminile socialista Marsica partecipa protesta eventuale designazione candidatura Bonacina Avezzano et riafferma unanime volontà candidatura Buccini”, Ibidem. 121

Telegramma della Federazione di Viareggio 24 marzo 1968: “Se compagno senatore Giorgetti Angelo non ripresentato collegio senatoriale Viareggio – Garfagnana questa sezione voterà scheda bianca”, Ibidem.

122

Aversano a Nenni 25 marzo 1968: “(…) Sono oltremodo esacerbato che il compagno De Martino, di cui fui compagno di lista nel 1948 nel fronte popolare, abbia voluto colpire proprio me, e che, il compagno Tanassi mi abbia così facilmente sacrificato (…)., Ibidem; Telegramma della federazione di Napoli 25 marzo 1968: “Sollecito tuo intervento energico et tempestivo collegio Napoli 1 favore Francesco Scalfati. Tua sensibilità responsabile debet impedire prevalere interessi corrente su volontà base democraticamente espressa. Est in causa avvenire et dignità nostro partito ad Ischia et in collegio tutto. Franco Iacono”, Ibidem.

123

Verbale della riunione della Federazione di Campobasso del 4 novembre 1967: “Gli attivi delle Sezioni dell‟ex PSI (…) deplorano che il nuovo gruppo dirigente ha alterato arbitrariamente la composizione dell‟esecutivo della Federazione escludendo dallo stesso il compagno Campopiano; (…). Ascrivono l‟azione distruttrice dell‟attuale maggioranza alla malcelata volontà di escludere dalla imminente competizione elettorale politica un rappresentante della stragrande maggioranza dell‟ex PSI”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271.

124

Lopardi a Nenni 20 marzo 1968: “(…) Come sai, io subentrai al Senato per la morte del povero compagno Borrelli. Avrei diritto per norma transitoria ad avere la nuova candidatura ed in tal senso si è espressa la Segreteria Nazionale. Senonché qui – nella Federazione dell‟Aquila – si tenta ancora una volta di… farmi fuori, proponendo come candidato tale Celidonio di Sulmona, di provenienza PSDI (…). Nella tua grande e squisita umanità tu comprendi certamente come ciò sia mostruosamente ingiusto. Ti prego perciò di intervenire con una tua autorevole parola”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 100, fascicolo 2284.

125

Telegramma della Federazione di Mantova 22 marzo 1968: “Causa mancata accettazione legittima unanime richiesta Federazione Mantova per ottenere un rappresentante su quattro di estrazione ex PSDI di designazione lasciata alla Direzione onde conservare elettorato componente ex PSDI Federazione Mantova si dimette per non assumersi grave responsabilità verso partito derivante decisione Direzione”, Ibidem.

126

Telegramma della Federazione di Firenze 25 marzo 1968: “Componente PSDI Federazione Pistoia insiste inserimento nome Mariotti Pietro lista candidati Camera circoscrizione Firenze – Pistoia. Compagni fiorentini protestano energicamente per tale atto deliberatamente provocatorio et richiedono tuo intervento per eliminazione omonimo anche per evitare possibili serie complicazioni”, Ibidem.

127

P. Nenni: “Ricevuto tra l‟altro i segretari delle federazioni di Torino, Novara, Vercelli e Biella venuti a chiedermi di essere capolista a Torino. Invano ho fatto presente i cento e uno motivi che ho di rifiutare. Ho finito col dire di sì”, “I conti

con la storia. Diari 1967-1971”, Sugarco, Milano 1983, pag. 166.

128 Telegramma della Federazione di Milano 23 marzo 1968: “Difficoltà sollevate Direzione candidatura Loris Fortuna Milano hanno destato in moltissimi sorpresa et diffidenza su concreto impegno laico socialista. Riterrei un passo falso depennare Fortuna in questa grande città. Carlo Meano”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271; ed ancora telegramma della Federazione di Milano 23 marzo 1968: “Divorzisti milanesi unitamente Loris Fortuna reclamano padre divorzio liste milanesi”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271.

129

P. Nenni: “Avevo ottenuto da Lombardi che rinunciasse alla sua opposizione alla candidatura di Fortuna a Milano. Così si è fatto. Allo stato delle cose escluderlo era errore più grave dell‟averlo designato”, “I conti con la storia. Diari 1967-1971”, Sugarco, Milano 1983, pag. 171.

avversata da alcune sezioni della circoscrizione Piemonte Nord130, ma anche in questa occasione Nenni ed il gruppo dirigente mostrarono di saper ascoltare la maggioranza della base che, in maniera decisa, fece sentire la sua voce con lettere131 e telegrammi132. Tutte le candidature furono ratificate dalla Direzione del 26 marzo ma ovviamente non potevano accontentare tutti ed ancora una volta Nenni dovette registrare il malcontento di diversi esponenti socialisti delusi dalle decisioni prese che però non mancarono di rimarcare che, nell‟ambito del nuovo partito, l‟unico vero punto di riferimento restava ancora e sempre lui133

. Le frizioni e le divisioni interne rappresentavano un pericolo molto serio in vista delle elezioni ed il gruppo dirigente lo percepì nettamente tanto da indurre Saragat a scrivere a Nenni una lettera in cui manifestava tutte le sue preoccupazioni:

“Caro Nenni, molto opportunamente, il penultimo articolo delle norme transitorie dello Statuto del Partito afferma che «in linea di massima i parlamentari uscenti saranno ripresentati e sostenuti». Io so quanto ti stia a cuore il superamento delle difficoltà che, inevitabilmente, si sono prodotte in alcune frange del Partito dopo l‟unificazione e conosco anche i tuoi reiterati richiami alla necessità di superare la logica dei due Partiti sopravvissuta – e non poteva essere diversamente nei primissimi tempi dopo la riconquistata unità – nel nuovo Partito. Mi viene segnalato, tuttavia, che, in alcune organizzazioni periferiche, è in atto un confronto diretto tra candidati provenienti dal PSI e candidati provenienti dal PSDI. Ti sarei grato, pertanto, se potessi intervenire per evitare che il Partito, proprio alla vigilia della sua più impegnativa prova, possa subire il benché minimo danno derivante da fattori organizzativi”134.

130

Dagli appunti di Nenni, “Obiezioni alla candidatura Giolitti (sollevata dai compagni delle federazioni Piemonte Nord”: “1) Le federazioni della circoscrizione non si sentono di sostenerlo, anche perché lasceranno liberi i compagni di votare ciascuno secondo coscienza i candidati locali. 2) Da ciò e dal fatto della presentazione di Giolitti in due collegi potrebbe derivare per Giolitti stesso una grande delusione elettorale. 3) Sarebbe più opportuna la presentazione di un rappresentante Torinese (o locale) della sinistra (andrebbe bene Nesi) che facesse la sua battaglia con tutte le carte in regola. 4) Ad ogni modo Giolitti dovrebbe essere portato dalla direzione in quanto tutte le federazioni hanno già deciso le loro candidature ed a Torino Giolitti verrebbe votato dalla sola sinistra”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271.

131

Mussa Ivaldi a Nenni 6 marzo 1968: “(…) Una parte dei compagni di Torino ha indicato che, assieme a Te, la lista sia rafforzata anche dalla presenza del compagno Giolitti. Io personalmente condivido tale opinione. A Torino c‟è stata una dolorosa emorragia a sinistra, credo più che altrove. Credo quindi che corrisponda veramente agli interessi di tutto il Partito unificato il fare quanto è possibile per acquistare, in uno spirito veramente unitario, il massimo dei suffragi, o quantomeno di conservarli (…). E vorrei veramente che in tutti noi, in un momento tanto difficile, non fosse altro pensiero che quello di aiutare il Partito, la sua unificazione, la coraggiosa e difficile linea che Tu hai indicato da lungo tempo e che esige, per esser condotta al giusto termine che ci siamo prefissati, l‟unità di tutte le forze socialiste”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271.

132

Telegramma della Federazione di Novara 5 marzo 1968: “Sinistra PSU Novara esprime propria ferma convinzione candidatura Giolitti Piemonte Nord grande utilità partito et auspica decisione favorevole Direzione”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2271; Telegramma delle Federazioni di Torino, Novara, Vercelli e Biella 23 marzo 1968: “Sinistra socialista Federazioni di Torino, Novara, Vercelli e Biella chiede che compagno Antonio Giolitti venga inserito anche nella circoscrizione Piemonte Nord allo scopo di contrastare allarmante pressione elettorale proveniente oltre che da PCI et PSIUP anche da gruppi recentemente usciti dal partito et raccolti intorno a Parri qui in misura consistente. Riteniamo candidatura Giolitti sia interesse non della corrente ma del partito. Chiediamo che non essendo stato risolto il problema in sede locale Direzione partito eserciti facoltà previste da norme transitorie. Restiamo in attesa convocazione”, Ibidem.

133

Sartorelli a Nenni 4 aprile 1968: “Ora che il triste mercato si è concluso, solo a Te devo rivolgermi per tutta l‟amarezza che è rimasta nel fondo del mio animo di militante socialista (…). Ora tutto è finito: continuerò la lotta autonomista e nenniana (scusami ancora per il termine), anche se tale lotta dispiacerà ai compagni De Martino e Lombardi perché sono convinto che è la lotta giusta, assicurandoTi sin d‟ora che, comunque vadano le cose, rimarrò al Tuo fianco e fedele al Tuo

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 181-189)

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