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L’incontro al Quirinale tra Nenni e John Kennedy.

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 39-41)

In un momento di estrema difficoltà Nenni incontrò al Quirinale John Kennedy in visita ufficiale a Roma: la visita aveva suscitato una ridda di voci e di supposizioni che avevano alimentato la curiosità degli invitati al Quirinale. Era vero, commentò Nenni, che Kennedy guardasse con simpatia ad una soluzione di centrosinistra in Italia e in Europa in grado di recepire il senso della “nuova frontiera” (un balzo innanzi della società verso le esigenze nuove dei popoli), così come era vero che in America si dicesse che mentre la Casa Bianca fosse favorevole, il Dipartimento di Stato ed il Pentagono fossero contro il centrosinistra; contro, scrisse Nenni sui Diari, “è certamente l‟ambasciata americana a Roma”198

. Con il nuovo Presidente in effetti, ci fu una vera e propria svolta rispetto al passato199: come ricordò Schlesinger, stretto collaboratore di Kennedy e sostenitore dell‟apertura a sinistra, “l‟amministrazione Eisenhower non si fidava di Nenni, nel quale vedeva un seguace convinto della neutralità, se non addirittura un semplice compagno di strada dei comunisti, e non voleva che in Italia si attuassero riforme economico-sociali”200. Lo scetticismo su Nenni e sul PSI era stato poi ribadito dal Segretario di Stato Dean Rusk in occasione dell‟appoggio esterno al governo Fanfani del 1962: in un memorandum sintetizzava al Presidente tutti i dubbi del suo Dipartimento sull‟operazione centrosinistra. Rusk, pur riconoscendo gli “impressionanti” vantaggi potenziali dell‟apertura a sinistra, ne sottolineava soprattutto i motivi di preoccupazione ed invitava gli USA ad “un‟accorta vigilanza”. Come minimo, notava Rusk, la collaborazione tra DC e PSI avrebbe certamente inaugurato un periodo di grande incertezza nelle relazioni tra Washington e Roma e per di più gli USA non si sentivano affatto sicuri che un governo basato sul sostegno del PSI non avrebbe modificato gradualmente la politica estera italiana in una direzione sfavorevole agli interessi

197 “Per sventare il piano della destra il C.C. ha deciso l‟astensione”, Avanti! 3 luglio 1963. 198

P. Nenni, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 288. 199

A. D‟Angelo: “La visita a Roma di John F. Kennedy contribuì ad accelerare i tempi della costituzione del governo di centrosinistra organico, grazie anche ai primi cauti passi mossi dall‟amministrazione kennediana verso il controllo degli armamenti e il dialogo con l‟URSS. L‟atteggiamento di attenzione da parte degli USA, senza intromissione e senza ostilità, ha costituito una delle condizioni necessarie a far pendere, nei primi anni Sessanta, la bilancia dalla parte dei promotori dell‟apertura a sinistra”, “Moro, i vescovi e l’apertura a sinistra”, Studium, Roma 2005, pag. 10.

200

americani201. In sostanza, secondo il Segretario di Stato, il Dipartimento non si sentiva giustificato ad avanzare un giudizio categorico se l‟apertura a sinistra alla fine si fosse dimostrata uno sviluppo favorevole o sfavorevole per gli USA e per la democrazia italiana; tutto sarebbe dipeso dalla sua attuazione e, allo stato, il Dipartimento era incoraggiato dalla cautela mostrata dagli italiani nell‟affrontare il problema202. In occasione dell‟incontro di luglio, Kennedy disse “senza preamboli” di averlo desiderato per l‟interesse che portava alla sorte della democrazia in Europa e in Italia e disse che gli italiani avevano un importante ruolo da affrontare visto che gli Stati Uniti della “nuova frontiera” erano in Europa senza interlocutori validi: ci sarebbe stato ancora De Gaulle, suggerì Nenni, “ma De Gaulle è un uomo di trecento anni orsono. Lei è un uomo dei nostri tempi…” rispose Kennedy. Dopo una breve digressione sul conflitto cino-sovietico, sui suoi possibili sviluppi sul piano della coesistenza e della pace, il discorso tornò sull‟Italia e sulle prospettive di collaborazione dei socialisti con la DC: Kennedy si disse “assillato” dal ritardo dello Stato rispetto alla società e alle esigenze moderne degli uomini, un ritardo che in Italia sembrava più accentuato che altrove. Lo era, rispose Nenni, poiché la società italiana nell‟ultimo secolo, dall‟unità nazionale in poi, era stata “distolta dai problemi della assistenza collettiva e dei servizi sociali e civili per perseguire obiettivi ai quali era estranea e che interessavano minoranze privilegiate”. L‟incontro si chiuse su queste parole e con l‟invito da parte del Presidente di riprendere al più presto, alla Casa Bianca, il colloquio interrotto al Quirinale203. Al suo ritorno a Washington, Kennedy confidò a Schlesinger di aver avuto con Nenni una conversazione interessante ed aggiunse: “per quanto ho potuto vedere, tutti in Italia sono per l‟apertura a sinistra. Mi era stato detto che ne davano tutta la colpa a noi e Fanfani, ma non ho trovato nessuno che fosse contro di noi”204

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Quando a novembre il Presidente fu assassinato, sull‟”Avanti!” la sua morte venne definita da Nenni “non soltanto una tragedia umana, ma una tragedia politica”205

. Nello stesso articolo, dopo averne ricordato i successi, la tregua nucleare firmata a Mosca il 5 luglio che rimaneva “il passo più risoluto che si sia compiuto nella direzione della distensione” e la gestione della

201

Sulla politica americana nei confronti dell‟apertura a sinistra: C. Pinzani, “L’Italia nel mondo bipolare”, in F. Barbagallo (a cura di) Storia dell’Italia repubblicana 2* – la trasformazione dell’Italia: sviluppo e squilibri, vol. II, Einaudi, Torino 1995, pag. 104/117.

202 L. Nuti, “Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra”, Laterza, Roma-Bari 1999, pag. 449/450. 203

Per l‟incontro Nenni-Kennedy: P. Nenni, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 288/289; Pietro Nenni, “I nodi della politica estera italiana”, a cura di D. Zucàro, Sugarco, Milano 1974, pag. 164/165/166; E. D‟Auria, “Gli anni della difficile alternativa. Storia della politica italiana 1956-1976”, ESI, Napoli 1983, pag. 179; G. Tamburrano, “Storia e cronaca del centrosinistra”, Feltrinelli, Milano 1971 (nuova ed. Rizzoli, Milano 1990), pag. 317; Y. Voulgaris, “L’Italia del centrosinistra 1960-1968”, Carocci, Roma 1998, pag. 120.

204

L. Nuti, “Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra”, Laterza, Roma-Bari 1999, pag. 619. 205

crisi di Cuba dell‟ottobre precedente che, insieme a Kruscev, Kennedy seppe volgere verso uno sbocco pacifico nonostante soffiassero “tutti i fantasmi della violenza e della guerra”, Nenni fece un preciso riferimento alla situazione italiana: “tutti sappiamo quale è stata l‟influenza del nuovo corso politico kennediano sull‟evoluzione interna (…). Si tratta anche per noi, come per l‟America, di non arretrare, di non tornare indietro, ma di avanzare nell‟ardua via di un nuovo ordine civile e sociale che cerchi nella giustizia il suo fondamento e nella pace mondiale il suo maggiore elemento di sicurezza”206

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Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 39-41)

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