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L’esordio del nuovo partito.

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 160-165)

La prima riunione della Direzione PSI-PSDI194 si tenne agli inizi di novembre e le prime difficoltà furono di carattere prettamente organizzativo195. Per quanto riguarda l‟aspetto politico, concretizzata l‟unificazione, il nuovo partito (nella sua nuova veste) avrebbe dovuto rapportarsi a Moro per riorganizzare l‟agenda di governo e stabilire le priorità196; i segretari dei partiti della coalizione furono infatti convocati dal Presidente del Consiglio per l‟analisi della situazione in concomitanza con un‟altra riunione della Direzione socialista197

.

Sul tavolo i temi di sempre, programmazione, riforma ospedaliera, riforma urbanistica, riforma tributaria, regioni. Un comunicato diffuso in serata parlò espressamente di “atmosfera di cordialità e concordia”198

nell‟incontro tra gli invitati di Moro, ma in Direzione Nenni e Ferri dovettero registrare il “pessimismo” di Lombardi e soprattutto di Santi: per Lombardi era “inutile sperare nell‟attuazione di riforme significative, entro questa legislatura. La decisione da prendere è politica: bisogna stabilire se rimanere nel governo o se andarsene, indipendentemente dagli impegni programmatici”199, mentre per Santi “sarebbe un errore arrivare alla consultazione politica con l‟attuale struttura del partito. Bisogna indire un congresso straordinario ed eleggere una direzione efficiente che porti avanti una politica

193

G. Tamburrano, “Nenni, Intervista sul socialismo italiano”, Laterza, Roma-Bari 1977, pag. 117/122. 194

“I lavori della Direzione socialista: elezioni, tesseramento e programma di governo”, Avanti! 2 dicembre 1966. 195

P. Nenni: “Presieduta oggi la prima riunione della Direzione PSI-PSDI unificati. Un solo inconveniente: siamo troppi, più di quaranta. Si è nominata la direzione dell‟«Avanti!»: Arfè, Orlandi, Gerardi. Si sono nominate varie commissioni. La sede è in via del Corso, al terzo piano del palazzo dell‟INPS che il PSI abita da quindici anni. Ma troppe stanze, troppi funzionari, troppi uscieri. Ho perfino un segretario, io che, sì e no, andrò una volta alla settimana, ogni mercoledì, alla riunione della segreteria”, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 696.

196

A. Airoldi, “I socialisti disposti ad accantonare le regioni”: “Dall‟impostazione di Nenni, e dai suoi accenni alle difficoltà obiettive è parso chiaro che egli è per la continuazione della collaborazione governativa e per la revisione delle priorità precedentemente stabilite nel programma di governo, anche con qualche rinuncia; tuttavia Nenni non è entrato nel merito di esse”, Il Resto del Carlino 2 dicembre 1966.

197

L. Bianchi, “Moro prende l‟iniziativa per il riesame del programma”: “[Moro] prendendo personalmente l‟iniziativa, ha invitato questa mattina a Villa Madama i capi dei partiti della maggioranza e, in una «colazione di lavoro», ha introdotto la discussione. Erano presenti l‟onorevole Nenni, l‟onorevole Scelba, presidente della DC, l‟onorevole Rumor (che poi in serata si è recato al Quirinale per incontrarsi col Presidente Saragat), i segretari del Partito socialista, De Martino e Tanassi, e l‟onorevole La Malfa per il Partito repubblicano”, Corriere della Sera 2 dicembre 1966; M. Tito, “Moro e Nenni hanno discusso coi segretari dei quattro partiti”, La Stampa 2 dicembre 1966.

198 Ibidem. 199

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Lombardi nella riunione della Direzione del PSU del 1, 2 e 3 dicembre 1966, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 98, fascicolo 2270 (II).

vigorosa”200

. Santi, al termine della Direzione, ritirò poi la sua proposta201. L‟entusiasmo iniziale andò progressivamente sfumando e ne è testimonianza il disaccordo emerso nelle riunioni di Segreteria e Direzione che avrebbero dovuto preparare il primo Comitato Centrale del PSU programmato per la metà del gennaio 1967. Nella riunione della Segreteria Tanassi fece il punto della situazione nei rapporti con la DC, “non al governo ad ogni costo (se per esempio la DC non ci fa approvare il piano)”202

, ma soprattutto pose un problema di carattere tecnico, dicendo di non poter accettare che “la relazione di De Martino sia quella della Segreteria; o due relazioni o una relazione obiettiva del presidente con due interventi dei due segretari”203, ribadendo tutto ciò anche in Direzione: “Chiedo una sola relazione, quella di Nenni”204

. Dopo una lunga discussione in cui intervennero anche Venturini, Craxi, Lombardi, Bertoldi205, Cattani, Palleschi, Mancini, Averardi e Brodolini, nei suoi appunti Nenni annotò seccamente: “E‟ approvata la proposta delle due relazioni”206

. Non era certamente un inizio brillante e la stampa, il giorno successivo, rimarcò la contrapposizione De Martino-Tanassi parlando espressamente di diarchia207. Il primo Comitato Centrale si riunì dal 14 al 17 gennaio mentre la stampa cominciò a parlare di una nuova ipotesi che consentisse di superare l‟impasse: la rinuncia di Nenni alla vicepresidenza del Consiglio per dedicarsi esclusivamente alle vicende interne del partito, assumendone la segreteria208. Un‟altra ipotesi (quella della segreteria unica guidata da Mancini), la formulò Saragat in una lettera inviata a Nenni:

200 Dagli appunti di Nenni, Intervento di Santi nella riunione della Direzione del PSU del 1, 2 e 3 dicembre 1966, Ibidem. 201

P. Nenni: “Santi ha ritirato la proposta che aveva creato qualche turbamento richiedendo la convocazione di un congresso straordinario. Proposta che era meno stravagante di quanto non sembrasse se ricondotta alla necessità di dare al partito regolari organi di direzione”, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 708; “Documento approvato dalla Direzione del PSU del 1, 2 e 3 dicembre 1966”: “Il compagno Santi si è astenuto sulla parte che concerne il riferimento alle elezioni, ripetendo le riserve espresse nel suo intervento. Santi ha poi ritirato la proposta del congresso straordinario che egli aveva fatto con spirito costruttivo e non per creare difficoltà al partito”, Avanti! 4 dicembre 1966. 202

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Tanassi nella riunione della Segreteria del PSU dell‟11 gennaio 1967, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2273 (I).

203 Ibidem. 204

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Tanassi nella riunione della Direzione del PSU del 12 gennaio 1967, Ibidem. 205

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Bertoldi nella riunione della Direzione del PSU del 12 gennaio 1967: “Nenni non è il demiurgo che può metterci tutti d‟accordo”, Ibidem.

206

Dagli appunti di Nenni, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2273 (I). 207

G. Spadolini, “Due mentalità”: “Era facile immaginarlo la «diarchia» socialista non regge (…). Sono vent‟anni, vent‟anni ormai compiuti, di storia, di sensibilità, di impostazioni ideologiche profondamente diverse (…). L‟incontro tra i due partiti per la cosiddetta unificazione è avvenuto sul piano tattico o pragmatico, sul terreno della convenienza o dell‟opportunità, ma non su quello delle scelte o delle opzioni ideologiche: le sole definitive, le sole veramente irreversibili (…) Tranne la Repubblica di San Marino, che è una splendida eccezione, i due capitani reggenti non hanno mai servito né alle fortune di un regime, né a quelle di un partito”, Il Resto del Carlino 13 gennaio 1967; U. Indrio, “Due relazioni distinte al Comitato Centrale socialista”: “Nemmeno la Direzione del partito socialista unificato è stata capace di conciliare il contrasto tra le posizioni dell‟onorevole De Martino e quelle dell‟onorevole Tanassi, i due co-segretari e di affidar loro l‟incarico di un‟unica relazione al Comitato Centrale”, Corriere della Sera 13 gennaio 1967; F. De Luca, “I socialisti non trovano un accordo per la prossima verifica con la DC”: “Neppure nella riunione della Direzione (40 membri), così come ieri in quella della Segreteria (Nenni, De Martino, Tanassi), il partito socialista unificato è riuscito a superare i dissensi di una linea politica tra l‟ex segretario del PSI e l‟ex segretario del PSDI in merito alla trattativa con la DC sull‟attuazione del programma di governo entro la fine della legislatura”, La Stampa 13 gennaio 1967.

208

F. Amadini, “Nenni lascerebbe il governo per tornare alla guida del PSU”: “L‟ipotesi che Pietro Nenni, rinunciando alla carica di vicepresidente del Consiglio, assuma la reale leadership del Partito Socialista Unificato, con una sorta di

“non è mio compito interferire nelle faccende interne al PSU ma è mio dovere preoccuparmi delle conseguenze che un indebolimento del socialismo democratico avrebbe per la democrazia italiana e le nostre libere istituzioni. Occorre a mio avviso un partito guidato con mano sicura tanto sul piano organizzativo quanto su quello politico. Sul piano organizzativo la doppia segreteria ha fatto fallimento. Occorre avviarsi verso un solo segretario che abbia spiccata personalità e che sia un socialista democratico autentico. Credo che Mancini sarebbe «the right man in the right place». Mancini è consapevole della validità della politica di centrosinistra senza alcun complesso di inferiorità nei confronti della DC e dei suoi esponenti. Naturalmente tu dovresti continuare a garantire come Presidente del Partito, grazie al tuo indiscusso prestigio e la tua larga umanità, lo sviluppo unitario del PSU (…)”209

.

Le relazioni svolte furono in effetti due e con una sostanziale differenza di fondo: Tanassi riteneva fino ad allora soddisfacente il bilancio dell‟esperienza di centrosinistra210

, per De Martino invece “la collaborazione con la DC potrà continuare solo con una inversione della attuale tendenza moderata, diversamente il Partito socialista si ritirerà dal governo”211

. Sui Diari Nenni commentò: “Consumatum est! Quello che è consumato è il divorzio tra De Martino e Tanassi. E‟ evidente il desiderio dei due di spingere a fondo un dissenso che esiste ma che poteva e doveva essere contenuto in termini diversi”212

. La mediazione fu affidata ad un comitato di 29 membri incaricato di redarre un documento unitario213 e, solo alla fine, la “convergenza” si trovò su un documento proposto da Nenni214

con 215 voti favorevoli, 28 voti contrari (Lombardi e Santi in primis) e 6 astenuti215 che confermava la permanenza di Nenni alla vicepresidenza del Consiglio, confermava l‟appoggio al governo di centrosinistra e ribadiva la necessità di verificare nei fatti la volontà della DC di attuare riforme “preminenti”: piano quinquennale, scuola materna statale, riforma dell‟università, regioni, urbanistica. Come sempre di tenore diverso, se non diametralmente opposto, i commenti dei principali organi di informazione che, tranne ovviamente l‟”Avanti!”216

, sottolineavano, sia pur con

supersegreteria fino al prossimo congresso ordinario previsto per il 1968, sta guadagnando terreno in queste ultime ore sull‟altra ipotesi, quella di un congresso straordinario”, La Gazzetta del Popolo 14 gennaio 1967.

209

Saragat a Nenni 16 gennaio 1967, ACS – Fondazione Nenni, serie carteggio 1944/1979, busta 39, fascicolo 1843. 210

U. Indrio, “De Martino massimalista: tutte le riforme in un anno”: “La lentezza nell‟attuazione del programma è stata addebitata da Tanassi alla stessa crisi congiunturale, al sovraccarico amministrativo e anche all‟azione frenante di talune zone della DC (non di tutta la DC). Ma «sarebbe davvero curioso – ha detto Tanassi (e questo è il senso della sua relazione) – che non trovassimo oggi il coraggio di proseguire una politica difficile, ma non chiusa, dopo che abbiamo affrontato l‟impopolarità di tutto il periodo della congiuntura economica sfavorevole»”, Corriere della Sera 15 gennaio 1967.

211

Relazione di De Martino al primo C. C. del PSU, Avanti! 15 gennaio 1967. 212

P. Nenni, “I conti con la storia. Diari 1967-1971”, Sugarco, Milano 1983, pag. 14. 213

U. Indrio, “Nenni tenta di conciliare le tesi di De Martino e Tanassi”, Corriere della Sera 16 gennaio 1967; E. Mattei, “Si prepara un compromesso tra De martino e Tanassi”, La Nazione 16 gennaio 1967;

214

Dagli appunti di Nenni, “Testo della risoluzione per il C. C. del 14/17 gennaio 1967”, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 99, fascicolo 2273 (I); U. Indrio, “Raggiunto l‟accordo tra i socialisti su un documento proposto da Nenni”,

Corriere della Sera 17 gennaio 1967.

215

Dagli appunti di Nenni, “Verbale di conclusione dei lavori del Comitato Centrale del PSU del 14/17 gennaio 1967”: “I sei astenuti sono i compagni Fichera, Garosci, Garofalo, Serafini, Zevi, Perrone Capano”, ACS – Fondazione Nenni, serie documenti a stampa, busta 231, fascicolo 2906 (a).

216

F. Gerardi, “Una politica giusta”: “La risoluzione che ha concluso i lavori del nostro C. C. dà una risposta precisa ai principali problemi politici del momento. Essa conferma anzitutto, senza equivoci, l‟indirizzo di centrosinistra, di una politica, cioè, che ha fatto compiere al Paese un vero salto di qualità dando stabilità e sicurezza alle istituzioni democratiche (…)”, Avanti! 18 gennaio 1967.

sfumature diverse, che i problemi di linea politica all‟interno del neonato PSU erano tutt‟altro che risolti definitivamente217. Giudizio confermato anche dall‟analisi più approfondita dei periodici dei giorni successivi: il settimanale “Vita” parlò di compromesso e correnti218

e di disaccordo nella segreteria219, “Rinascita” di “spaccatura clamorosa”220, “L‟Espresso” di operazione di salvataggio del governo, ma non del partito221, “Tempo” di “diarchia

217

V. Citterich, “I socialisti ribadiscono la validità della politica di centrosinistra”, L’Avvenire d’Italia 18 gennaio 1967; “E‟ rientrata ogni idea di crisi (…). Sono positivi sia la conferma della linea di centrosinistra, sia il rinvigorimento dell‟azione della maggioranza a tutti i livelli, di cui non saremo noi, che l‟abbiamo più volte e reiteratamente chiesto, a non condividerne l‟esigenza ed il suggerimento (…). Ci pare che il documento indichi la via più ovvia e normale: quella, appunto, dell‟azione concreta, del superamento delle valutazioni di ordine generale, spesso forzate ed artificiose, e dell‟impegno al confronto serio e fruttuoso delle rispettive posizioni e dell‟utilizzazione ordinata ed efficace del tempo disponibile da qui alla naturale scadenza della Legislatura”, Il Popolo 18 gennaio 1967; A. Airoldi, “Solo lombardiani e sinistra contro il documento conclusivo”: “Nell‟impegno che il partito socialista chiede alla maggioranza, hanno carattere preminente il gruppo delle leggi per la programmazione economica ed il piano quinquennale con i relativi strumenti di attuazione e funzionamento; le leggi scolastiche sulla scuola materna ed universitaria; la riforma ospedaliera; le leggi di riforma dell‟amministrazione dello Stato; le Regioni a statuto ordinario e la riforma urbanistica; le leggi di attuazione costituzionale, a cominciare dal referendum alla riforma delle leggi di P. S., alla riforma del diritto familiare”, Il Resto del Carlino 18 gennaio 1967; U. Indrio, “I socialisti riaffermano la validità della collaborazione con la DC al governo”, Corriere della Sera 18 gennaio 1967; F. Amadini, “Prevale la linea di Nenni, il PSU rinuncia alla crisi”, La Gazzetta del Popolo 18 gennaio 1967; C. Martucci, “Nessuno ha vinto, nessuno ha perso”: “Il PSU rientra nell‟agone politico non rafforzato, ma più bellicoso verso i suoi alleati. Lo stesso Nenni ha dovuto ammettere che la collaborazione con la DC è «polemica e contestativa». Le premesse per una ulteriore convivenza di più di un anno non sono incoraggianti. Il centrosinistra è salvo, ma per esso ogni giorno avrà la sua battaglia”,

Il Mattino 18 gennaio 1967; E. Mattei, “Soluzione morotea”: “La logica del potere ha evitato una rottura all‟interno del PSU.

La logica del potere ha sempre evitato ed eviterà rotture definitive nella alleanza rosso-nera. Tanto più che, come compilatore di documenti a doppia faccia, Moro, il maestro, è assai più bravo di Nenni, l‟allievo”, La Nazione 18 gennaio 1967; V. Gorresio, “Ha prevalso il buon senso”, La Stampa 18 gennaio 1967; “I socialisti divisi tra loro ricattano uniti la DC”, Il

Secolo d’Italia 18 gennaio 1967; L. Longo, “Un‟alternativa c‟è”: “(…) Se un merito ha avuto questo C. C. socialista, è l‟aver

messo in cruda evidenza, attraverso gli stessi e contrastanti interventi dei suoi membri, il fallimento della politica finora seguita dal centrosinistra e dell‟azione svolta in esso dai socialisti (…). Ma è proprio vero che non vi è alcuna alternativa alla coalizione di centrosinistra come sostengono tutte le forze interessate al suo mantenimento a cominciare dai grandi giornali della borghesia? Non è vero. L‟alternativa c‟è ed è quella indicata da alcuni esponenti socialisti, nei loro interventi. E‟ una linea che si opponga attivamente al piano doroteo, che muova all‟attacco di esso, che tenda a mobilitare, dentro e fuori d‟ogni singolo partito, tutte le forze e tutti gli interessi avversi alla politica moderata finora imposta dalla DC”, l’Unità 18 gennaio 1967; F. D‟Agostini, “Il giorno più lungo di Nenni”, l’Unità 18 gennaio 1967.

218 L. D‟Amato, “La crisi continua”: “Il documento approvato dal C. C. del PSU è il frutto di un compromesso e non già il risultato di una chiarificazione. Il nuovo partito denuncia, per molti versi, una crisi pericolosa: non è un partito unito, ma piuttosto la federazione di due partiti (…). Tre posizioni, tre correnti. Una di sinistra, facente capo a Lombardi e a Santi, che mostra sempre più di stare con un piede nel PSU e l‟altro nel PSIUP e col cuore pieno di nostalgia per il periodo in cui il partito fu all‟opposizione o sostenne dall‟esterno un centrosinistra garibaldino e «sfasciatutto». L‟altra corrente è quella che si è creata De Martino per poter disporre di una forza propria che gli consentisse il controllo della segreteria: si tratta di una corrente più radical-socialista che socialdemocratica, con i piedi nel PSU e con il cuore rivolto ad un socialismo anticlericale e con l‟eterna velleità di far pagare alla DC la «colpa» di essere il partito di maggioranza relativa. La terza corrente è quella più tipicamente e seriamente socialdemocratica che comprende, quasi in blocco, gli uomini dell‟ex PSDI e il gruppo dell‟ex PSI che potremmo chiamare tout court «nenniano»: essa, per la sua fedeltà al socialismo occidentale, ha saputo dare alla Costituente socialista il valore ed il significato di una operazione democratica, di un atto di liberazione dai vecchi schemi e dai vecchi miti del massimalismo e della intransigenza”, Vita 19/25 gennaio 1967, pag. 12.

219

P. Orsini, “Come sono divisi i socialisti unificati”: “Per Tanassi tutto va bene, per De Martino tutto va male”, Vita 19/25 gennaio 1967, pagg. 13 e 14.

220

L. Pavolini, “Socialisti verificati”: “Sono passate appena poche settimane dai fasti della Costituente e dagli inni del Palasport. Eppure, nelle pochissime parole pronunciate aprendo il C. C., Nenni ha dovuto parlare di «inquietudine», «angoscia», «sgomento», «avvilimento». Non è poco. Cos‟ha, al fondo, questo partito?”, Rinascita 20 gennaio 1967, n. 3, anno 24, pagg. 1 e 2.

221

L. Jannuzzi, “L‟abbraccio che ha salvato Moro”: “Chi ha vinto? Chi ha perduto? De Martino ha perduto politicamente, firmando e votando un documento che rinnega le sue tesi e non risponde alle sue inquietudini (…). Mancini ha vinto politicamente, dominando il C. C., umiliando De Martino, e ponendo con maggiore forza la sua candidatura alla guida del partito (…). Ma chi ne esce peggio è proprio il partito socialista unificato, che resta senza una effettiva direzione politica, con la consapevolezza che Nenni non ce la fa più a tenerlo in pugno, e in disaccordo sulla successione a Nenni. Al punto che il segretario della DC, Mariano Rumor, si è permesso il lusso di un gesto di sovrana e sprezzante generosità. Domenica pomeriggio, mentre i socialisti si azzuffavano, Rumor è andato al Quirinale, da Saragat, e gli ha detto: «Se Nenni vuole uscire dal governo, per cercare di mettere ordine nel suo partito, lo faccia tranquillamente. Mi impegno, a nome di tutta la DC, a non creare per questo problemi di governo». E uscendo dall‟udienza, ha sussurrato, compiaciuto, ai suoi collaboratori: «Per poco

difficile”222. Nenni li liquidò definendoli “i giornali crisaioli [che] masticano amaro per come è finito il comitato centrale. Tutti danno molto rilievo al cosiddetto mio successo personale, più d‟uno se ne consola dicendomi vecchio e stanco (e in effetti lo sono) e che non potrò esser sempre il deus ex machina del partito socialista (e anche questo è vero)”223. Molto interessante è invece la ricostruzione di “l‟Astrolabio” che, svelando alcuni retroscena, spostò l‟attenzione non tanto sulle divergenze tra i due partiti, quanto piuttosto sulla faida tutta interna al PSI e sul “confronto” Nenni-De Martino. Si giunse infatti quasi al clamoroso colpo di scena, e quindi alla rottura, quando

“i demartiniani tentarono, non senza paura, di misurare l‟estensione della ribellione al «patriarca», verso il quale temevano nonostante tutto esistesse ancora un «culto invincibile». Alla riunione di Via Monte Zebio arrivarono invece 70 membri del C. C., cioè la stragrande maggioranza dei provenienti dal PSI. Tenuto conto che attorno alle posizioni di Lombardi sono schierati circa 30 esponenti del C. C., l‟isolamento del drappello di Nenni e dei suoi era davvero pesante. In uno scontro frontale il vicepresidente del Consiglio avrebbe avuto dalla sua gli ex socialdemocratici più una quindicina di suoi fedelissimi. Neppure tutti i ministri facevano quadrato attorno al «vecchio», perché alla riunione di Via Monte Zebio, oltre ai rappresentanti delle grandi federazioni e al segretario della CGIL Mosca, arrivò anche il ministro Mariotti (…). Quando poi l‟indomani verso mezzogiorno si veniva a sapere che De Martino aveva giudicato negativamente la proposta di mediazione di Nenni, si disse da più parti che era fatta. Alcuni giornalisti particolarmente versati in queste cose, battezzarono il nuovo gruppo «marcelliano», dal santo del giorno. Verso le 18 di lunedì, incontrando Lombardi che usciva dalla Direzione del PSU, seppi da lui che pochi minuti prima De Martino e Nenni avevano invece «ricucito» su un testo vacuo e politicamente deludente”.224

Ma perché si era poi giunti alla “ricucitura”, e perché De Martino aveva accettato il compromesso?

“Non è difficile capire quale è stato l‟elemento decisivo che ha piegato al compromesso De Martino. Già sabato

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 160-165)

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