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Crisi nella maggioranza autonomista: la notte di San Gregorio.

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 31-39)

Per esporre al partito l‟esito dell‟incontro con Moro, Nenni riunì prima la corrente autonomista e successivamente il Comitato Centrale140. Ma proprio nella riunione di corrente, improvvisamente, emerse un dissidio che, scrisse Nenni, era un dissidio che la corrente stessa si trascinava dietro da tempo141. Il dibattito proseguì per l‟intera nottata, ricordata come la “notte di S. Gregorio”142

. Nonostante vi avesse collaborato, il gruppo Lombardi decise di non accettare il compromesso concordato alla Camilluccia: lo dissero chiaramente lo stesso Lombardi, Giolitti, Codignola, Jacometti e Santi che parlarono “anche a nome di altri cinque o sei, si diceva Zagari, Gatto, Tullia (Carrettoni), Brodolini”143

. Anche la corrente di sinistra, riunita separatamente, decise di rifiutare l‟accordo, ma questo era ampiamente prevedibile: il vero fulmine a ciel sereno, per Nenni, fu il dissenso dei lombardiani. A loro avviso l‟astensione non poteva essere garantita per le gravi insufficienze del programma concordato144: l‟accordo non prevedeva infatti l‟istituzione immediata e senza condizioni delle regioni, mancavano impegni precisi circa l‟estensione ed i poteri degli enti di sviluppo, la parte relativa alla legge urbanistica non prevedeva il diritto generale di esproprio, vi era una frase estremamente ambigua sui finanziamenti statali alle scuole private, in politica estera conteneva affermazioni estremamente generiche sulla politica della distensione. Gli accordi andavano quindi respinti per aprire la strada ad un centrosinistra più avanzato e meglio garantito. Quello che maggiormente sconcertò Nenni fu il repentino voltafaccia di Lombardi, le cui dichiarazioni dei giorni precedenti non lasciavano neanche lontanamente presagire un

capitolazione totale della DC. Il Segretario del PSI esponendo ai giornalisti le condizioni per appoggiare la nuova maggioranza ha chiesto la resa senza condizioni dei democristiani”, Il Secolo d’Italia 23 maggio 1963.

139

P. Nenni, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 282. 140

“Il programma: continua l‟esame. Nenni riferisce al C. C.”, Avanti! 16 giugno 1963. 141

P. Nenni, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 282. 142

Sulla notte di S. Gregorio: ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248; Pietro Nenni, “Gli anni del

centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 282/283; G. Tamburrano, “Storia e cronaca del centrosinistra”, Feltrinelli, Milano 1971 (nuova ed. Rizzoli, Milano 1990), pag. 214/219; G. Tamburrano, “Pietro Nenni”,

Laterza, Roma-Bari 1986, pag. 316; E. Santarelli, “Nenni” in La vita sociale della nuova Italia, UTET, Torino 1988, pag. 376; M. G. D‟Angelo Bigelli, “Pietro Nenni dalle barricate a Palazzo Madama”, Mursia, Milano 1971, pag. 306; M. Degl‟Innocenti, “Storia del PSI dal dopoguerra a oggi”, Laterza, Roma-Bari 1993, pag. 314/315; C. Pinto, “Il riformismo

possibile”, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008, pag. 182/183; F. Cazzola, “Il partito come organizzazione. Studio di un caso:

il PSI”, Edizioni del Tritone, Roma 1970, pag. 165; A. Landolfi, “Il socialismo italiano. Strutture, comportamenti, valori”, Lerici, Cosenza 1977, pag. 264; A. Benzoni, “Il partito socialista dalla resistenza ad oggi”, Marsilio, Venezia 1980, pag. 109; A. Giolitti, “Lettere a Marta. Ricordi e riflessioni”, Il Mulino, Bologna 1992, pag. 130; P. Craveri, “La Repubblica dal

1958 al 1992”, vol. XXIV in G. Galasso (a cura di) Storia d’Italia, UTET, Torino 1995, pag. 151.

143

Dagli appunti di Nenni: ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248. 144

R. Lombardi: “Dalla relazione il programma appare ancora più scadente di quanto non si fosse supposto”, “Fatti e

documenti (18 maggio – 16 giugno 1963)”, Totograph, Roma 1963, pag. 16. Si tratta di un breve volume che contiene le

simile atteggiamento145. Anni dopo Giolitti scrisse che in quella notte toccò a lui fare la parte del “guastafeste”146

poiché a lui era stato assegnato il compito di condurre le trattative sul programma di politica economica e ne aveva ovviamente giudicata positiva e accettabile la conclusione. Ma poi, quando il Comitato Centrale ricevette e lesse il testo redatto da Ferrari Aggradi, “persona di esemplare correttezza”147

, insorsero obiezioni, soprattutto da parte di Lombardi. Fu quindi proprio Giolitti, come coautore, ad essere costretto ad una sorta di imbarazzante autocritica “perché certo non potevo e mai avrei potuto accusare Ferrari Aggradi di infedeltà o manipolazione”148

. Alle cinque del mattino, comunque, non restava altro da fare che comunicare a Moro che non sarebbe stato possibile assicurargli l‟astensione socialista; lo fece De Martino e l‟analisi della situazione riprese il giorno seguente, il 17 giugno, in cui durante una riunione di corrente, si contrapposero due tesi: quella di Nenni, con un ordine del giorno detto delle Federazioni perché firmato dai Segretari di federazione, che nonostante i punti negativi del programma proponeva di votare l‟astensione al governo, e quella di Lombardi, che se votata anche dalla sinistra, avrebbe dato al Comitato Centrale una nuova maggioranza; la sinistra però aveva deciso di votare soltanto i suoi testi149. La logica avrebbe suggerito di optare per una delle due mozioni, ma fu lo stesso Nenni a non insistere sulla votazione per tentare in extremis un compromesso che effettivamente fu raggiunto su un ordine del giorno De Martino-Gatto (poi divenuto Tolloy-Gatto) che, in considerazione delle condizioni del Paese e della imminenza del Congresso, autorizzava i gruppi parlamentari ad astenersi150. Anche Lombardi lo avrebbe votato seppur con una motivazione “fortemente critica”151. Comunque, commentò Nenni in uno dei suoi appunti, “il nostro disaccordo è noto a tutto il Paese”152

, ed infatti la stampa, soprattutto quella più critica nei confronti del PSI, evidenziò, non senza compiacimento, le ripercussioni che la spaccatura e la sconfitta di Nenni avrebbero avuto sull‟intero centrosinistra153

.

145

R. Lombardi, “L‟accordo è possibile per quanto concerne la parte programmatica; anzi esso può considerarsi praticamente raggiunto”, Intervista al Corriere della Sera 14 giugno 1963.

146

A. Giolitti, “Lettere a Marta. Ricordi e riflessioni”, Il Mulino, Bologna 1992, pag. 130. 147

Ibidem. 148

Ibidem. 149

ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248. 150

P. Nenni, “Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966”, Sugarco, Milano 1982, pag. 283. 151

Dagli appunti di Nenni: ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248. 152

Ibidem.

153 “Saltato l‟accordo Nenni – Moro? Dopo una tempestosa riunione notturna dei dirigenti socialisti numerosi membri della maggioranza si sono pronunciati contro il programma e gli impegni politici del nuovo governo”, Paese Sera 17 giugno 1963; G. Spadolini, “Frattura”: “Nenni messo in minoranza nel PSI – Il C.C. socialista non ha ratificato l‟accordo di governo – Defezione di alcuni autonomisti alleati con la sinistra”, Il Resto del Carlino 18 giugno 1963; “I socialisti non ratificano l‟accordo quadripartito. Nenni posto in minoranza: la maggioranza autonomista del PSI frantumata”, Il Quotidiano 18 giugno 1963; V. Gorresio, “Violentissimi i contrasti nel PSI: i socialisti respingono l‟accordo raggiunto da Nenni con gli altri tre partiti”, La Stampa 18 giugno 1963; “Il centrosinistra è naufragato. Nenni, sconfitto, annunzia che non sussistono le condizioni per un appoggio al governo sulle linee e sul programma prospettati da Moro”, Roma 18 giugno 1963; “Moro sotto

Anche il 18 giugno fu una giornata di duri scontri verbali: “Ancora una giornata convulsa nel tentativo di ricucire alla meno peggio”, scrisse Nenni nei suoi appunti154

.

De Martino chiese le dimissioni della Direzione, che avrebbe dovuto comunque rimanere in carica fino al Congresso da svolgere a luglio, ma alla fine si decise di farlo slittare ad ottobre. In tutti gli interventi, annotava Nenni sugli appunti, il leit-motiv era sempre lo stesso: “perdere il Congresso sarebbe niente se la sinistra fosse una sinistra socialista. Ma è il PCI”155

. Convocato da Segni al Quirinale dopo che Moro aveva deciso di rinunciare all‟incarico156

, Nenni si disse possibilista su un tentativo di ricostituire un governo di centrosinistra magari pensando a Saragat o, in alternativa, a Fanfani. Segni si mostrò perplesso su Saragat, al quale confessò di non aver pensato, mentre escluse decisamente un reincarico a Fanfani in quanto la DC non lo avrebbe accettato; la preclusione della DC verso i liberali, la decisione di Saragat che non ci sarebbe stato governo senza l‟appoggio socialista, l‟impossibilità per la DC di tentare con altri uomini laddove non era riuscito il suo Segretario, convinsero Nenni che, molto probabilmente, un nuovo governo di centrosinistra sarebbe risultato impossibile. Segni infatti pensava ad un governo “di attesa” presieduto da Leone, pronto, se necessario, a firmargli il decreto di scioglimento delle Camere. Ma alle elezioni Nenni era fermamente contrario, non avrebbero fatto altro che aumentare la confusione; bisognava assicurare al Paese quattro anni di stabilità governativa per evitare che tutto precipitasse nel caos: “Segni non vede soluzioni se non in nuove elezioni. Gli dico: perché il partito comunista abbia un altro milione di voti?”157

. In serata, poi, si apprese che la DC aveva designato Gava158. Tornato al Comitato Centrale Nenni dovette assistere ad un altro durissimo scontro che definì “il fatto più clamoroso della giornata”159

; Lombardi stava tenendo un discorso inteso a minimizzare i contrasti nella maggioranza che, nonostante il disaccordo sulla Camilluccia, rimaneva sulla stessa linea dei punti essenziali di autonomia e centrosinistra, quando fu interrotto ed attaccato da Pertini che definì i lombardiani “maramaldi, falliti degli

le macerie del centrosinistra”, Il Secolo d’Italia 19 giugno 1963; “Nenni rinuncia all‟accordo con la DC per gli insanabili contrasti nel suo partito”, Il Tempo 18 giugno 1963.

154

Dagli appunti di Nenni: ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248. 155

Ibidem. 156

“Appena l‟on. Nenni informò l‟on. Moro della situazione che si era creata nella maggioranza autonomista del PSI, il presidente incaricato incontrò alla Camilluccia gli onn. Saragat e Reale, che ringraziò per la collaborazione da essi data nelle trattative per la formazione del governo; poi, dopo un altro incontro con alcuni suoi collaboratori della direzione, la mattina del 18 giugno si recò al Quirinale per sciogliere la riserva in senso negativo, rinunciando all‟incarico per la mancata adesione del PSI all‟accordo su cui si sarebbe dovuto fondare il governo”, La Civiltà Cattolica 5-25 giugno 1963, anno 114, vol. II; sull‟incontro Segni-Nenni del 18 giugno 1963, ACS – Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248.

157

Dagli appunti di Nenni: ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248. 158

Ibidem. 159

altri partiti che vengono a covare le uova nel nostro”160

. Se non era successo niente, proseguì Pertini, perché allora erano stati messi a soqquadro il Paese ed il partito? In quarant‟anni non si era verificato mai nulla di simile e, nonostante egli stesso fosse stato più volte in disaccordo con Nenni su molte cose, non lo aveva mai “pugnalato alle spalle”161

. Richiamò tutti all‟ordine e alla lealtà162

ed infine difese Nenni attaccando nuovamente Lombardi e i suoi con un duro ammonimento:

“Inoltre, vi sembra serio che all‟ultimo momento chi ha fatto parte della nostra delegazione, che ha trattato con gli altri partiti, solo all‟ultimo momento ci venga a dire che il programma concordato non era accettabile? Perché non dirlo prima? Ci si vuol far credere che la concordia si è ristabilita nella corrente di maggioranza; vi sentirete di nuovo fratelli, considererete Nenni come vostro leader, pronto, qualcuno fra voi a mettergli una buccia di banana sul suo cammino perché si rompa l‟osso del collo”163.

Infine, diede della notte di S. Gregorio una definizione pittoresca: il “25 luglio di Nenni, per fortuna senza ambulanza”164

. Al pari di Pertini e di molti altri esponenti autonomisti, l‟atteggiamento di Lombardi, paradossalmente, fu duramente stigmatizzato anche dalla sinistra interna (soprattutto con Vecchietti165 e Libertini166) e da altri organi di informazione167. Per analizzare l‟evolversi della situazione il PCI riunì la Direzione; Togliatti

160

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Pertini al C. C. del PSI del 18 giugno 1963, ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248.

161 Ibidem. 162

Dagli appunti di Nenni, Intervento di Pertini al C. C. del PSI del 18 giugno 1963: “Alcuni tra voi parlavano con ironia dei vecchi socialisti, definendoli dei romantici. Ma questi vecchi socialisti furono prima di tutto maestri di vita. Abbeveratevi al loro pensiero ed insegnamento e diverrete più onesti, più leali e non giocherete sulla pelle del partito. Oggi credo che appaia chiaro a tutti che è stato un errore lasciar cristallizzare le correnti, che si dilaniano tra loro facendo scempio del partito”, ACS - Fondazione Nenni, serie partito, busta 95, fascicolo 2248; Avanti! 20 giugno 1963.

163 Dagli appunti di Nenni, Intervento di Pertini al C. C. del PSI del 18 giugno 1963, Ibidem. 164

Ibidem. 165

T. Vecchietti: “Ma che uomo è mai questo? Nenni indica al partito, egli [Lombardi] scrive, una politica sbagliata (…), ma la sua è pur sempre una politica. Lombardi al contrario, propone aria fritta quale è oggi la ripresa del colloquio di vertice con Moro per obiettivi più avanzati, nel momento stesso in cui la DC ha preso decisioni opposte a quelle di Lombardi. Priva di basi reali, la politica di Lombardi si riduce a una polemica velleitaria che, come ogni polemica velleitaria, è destinata a non aver alcun risultato concreto sia nei confronti della DC che dello stesso Nenni. Oggi, ancor più di ieri, lo schieramento autonomista si articola su posizioni che fanno la fronda con Lombardi e la politica con Nenni”, Mondo Nuovo 26 giugno 1963, pag. 3, in a.d.i.t. (agenzia democratica di informazioni per la Toscana), 26 giugno 1963, notiziario n. 3, ACS – serie documenti a stampa, busta 241, fascicolo 2848.

166

L. Libertini: “Tu ci devi una prova di lealtà. Ci devi dire se credi al centrosinistra, oppure no. Se non credi al centrosinistra, allora il tuo atto si comprende anche se non si capisce perché hai aspettato la notte di domenica per rivelarti. Se invece credi nel centrosinistra e le tue riserve sono soltanto marginali sul programma, allora tu hai fatto un grave torto al partito, gettando il PSI in pasto ai suoi avversari”, Il Messaggero 19 giugno 1963, in a.d.i.t. (agenzia democratica di informazioni per la Toscana), 26 giugno 1963, notiziario n. 3, ACS – serie documenti a stampa, busta 241, fascicolo 2848. 167

“Il leader socialista si fida dell‟appoggio di Lombardi che gli è al fianco nelle trattative per il programma (…). Ma nella notte del lunedì esplode il colpo di scena. Si levano a parlare Lombardi e Giolitti (…). Lombardi sembrava acquisito benché riluttante, alla linea Nenni. Invece non solo Giolitti ma anche Lombardi sparano a zero”, Mondo Nuovo 23 giugno 1963, pag. 5, in a.d.i.t. (agenzia democratica di informazioni per la Toscana), 26 giugno 1963, notiziario n. 3, ACS – serie documenti a stampa, busta 241, fascicolo 2848; “Pignoli?Direi piuttosto che sono dei ritardatari, questi socialisti. Hanno avuto bisogno di arrivare all‟alba del lunedì per accorgersi di non essere soddisfatti di quello che avevano discusso per tre giorni. Dopo tre giorni vengono a dire che si ritrovano con un pugno di mosche perché la legge urbanistica è una beffa, della mezzadria non mette conto di parlare tanto di mezzadri non se ne trovano più per tutta Italia, e soprattutto, poi, la carica politica di Moro non è una carica che basti. Era meglio Fanfani, dicono adesso. E può anche darsi che sia vero; ma non lo sapevano da prima, e soprattutto non potevano dirlo prima, a tutti noi, alla DC e allo stesso Moro? Anzi, allo stesso Nenni, Lombardi era tenuto a dirlo prima. Lombardi (…) ha fatto una notte di S. Bartolomeo contro tutti i sostenitori del centrosinistra, sconfessandoli tutti come indegni, tiepidi sostenitori dell‟idea che lui soltanto conserva pura nel suo animo di profeta dell‟intransigenza. Ha fatto,

sostenne che “la profonda crisi del PSI non si sa ancora che sbocco potrà avere. Nenni è molto indignato, specialmente con quelli della sua corrente che lo hanno abbandonato. Dobbiamo attaccare fortemente la DC denunciando le sue responsabilità per aver chiesto l‟adesione del PSI a una politica reazionaria, e quindi inaccettabile anche dal PSI. Presso la base del PSI dobbiamo portare avanti la nostra piattaforma unitaria sulla base della nostra linea”168

, mentre Alicata parlò (per il PCI) di assestarsi su una “posizione intermedia”169

. Il punto più importante riguardava l‟atteggiamento da tenere nei confronti della minoranza socialista: per Ingrao la sinistra socialista era in qual momento “favorita” e lavorava “per cercare collegamenti anche con gli elementi che non hanno accolto la posizione di Nenni”; la sinistra socialista andava quindi “aiutata” perché “facciano il possibile per evitare errori”170

; opinione condivisa da Longo secondo cui “le condizioni per una più larga affermazione della sinistra sono più favorevoli in questo momento”171

e da Pecchioli che parlò di “isolare Nenni” e fare affidamento più su Santi che, eventualmente, su Lombardi172. Più prudente, infine, si mostrò Berlinguer: “Dobbiamo tenere conto che una nostra mossa sbagliata potrebbe aiutare Nenni contro la sinistra. Noi dobbiamo invece insistere sulle nostre posizioni di fondo”173.

Anche la base socialista, soprattutto nella sua componente autonomista, fu disorientata dalla situazione estremamente confusa generata dalla notte di S. Gregorio e non approvò il comportamento dei lombardiani: ne è testimonianza un documento degli autonomisti della federazione fiorentina secondo cui la rivolta del gruppo Lombardi aveva “inflitto un grave e inutile colpo al PSI e aiutato tutta la destra italiana”174

. Se le elezioni avessero dovuto sorprendere il partito, prima che la grave situazione creata dal gruppo Lombardi fosse stata

come Erode, la strage degl‟innocenti socialdemocratici e repubblicani (perfino La Malfa ha detto lunedì 17 che i risultati delle trattative erano positivi su molti punti, rappresentando un rifiuto delle pretese della destra), ha spaccato la maggioranza del PSI in due tronconi, esattamente come fecero i dorotei nel 1959 quando alla Domus Marie mandarono in pezzi la corrente maggioritaria di Iniziativa Democratica. Così nella notte di lunedì si sono divisi gli autonomisti del PSI in via Monte Zebio (dove ha sede il Comitato Centrale); e dalla strada prende il nome la nuova sottocorrente socialista: zebedea. E‟ un nome che suona bene – gli zebedei – e merita fortuna perché fa rima con dorotei, che di fortuna ne hanno avuta tanta, da quando sono sorti, ma comunque mai quanta gliene è toccata, la notte sul lunedì, con l‟improvvisa rivolta degli zebedei”, Il Punto 22 giugno 1963, pag. 2, in a.d.i.t. (agenzia democratica di informazioni per la Toscana), 26 giugno 1963, notiziario n. 3, ACS – serie documenti a stampa, busta 241, fascicolo 2848.

168

Intervento di Togliatti nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963, Istituto Gramsci, fondo Direzione 1963, busta 27, pag. 401.

169

Intervento di Alicata nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963: “Nel PSI vi è crisi e confusione. Nenni tende al ricatto e al recupero di tutto il suo gruppo (…). La DC lavora per rompere l‟unità del PSI. Noi dobbiamo essere contro il governo di affari orientato a destra. Siamo per un governo che rispetti i risultati del 18 aprile e affronti i problemi che si pongono. Possiamo avere una posizione intermedia”, Ibidem.

170 Intervento di Ingrao nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963, Ibidem. 171

Intervento di Longo nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963, Ibidem. 172

Intervento di Pecchioli nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963: “Il rinvio del Congresso del PSI non può non favorire per la conquista di più larghe adesioni della base alle posizioni della sinistra. Dovremo dargli anche un aiuto (…). Santi ha prestigio e può riuscire. Lombardi non ha tali possibilità”, Ibidem.

173

Intervento di Berlinguer nella riunione della Direzione del PCI del 19 giugno 1963, Ibidem. 174

“Le reazioni dei socialisti di Firenze alla congiura della notte di S. Gregorio”, in a.d.i.t. (agenzia democratica di informazioni per la Toscana), 26 giugno 1963, notiziario n. 3, ACS – serie documenti a stampa, busta 241, fascicolo 2848.

sanata, i socialisti sarebbero andati “incontro a una sconfitta di proporzioni imprevedibili”175 . Perciò, concludevano gli autonomisti fiorentini, l‟obiettivo era uno soltanto:

“salvare il partito, restituirgli presso le masse il credito che ha perduto in questi giorni drammatici, dare al PSI il volto intemerato che un vecchio militante come l‟on. Pertini ha invocato con tanto calore in Comitato Centrale. Dobbiamo ricostruire il partito. La base è sana, è forte. Saprà stringere i denti. E il cammino interrotto sarà ripreso”176.

Il voto finale del Comitato Centrale si basò su un “mediocre compromesso. Dimissioni Direzione respinte. Un esecutivo con la sinistra e i lombardiani. Congresso a ottobre”177. Questo il testo dell‟ordine del giorno Jacometti approvato con 40 voti favorevoli e 33 contrari (si astennero Nenni e De Martino con 6 assenti):

“Il Comitato Centrale respinge le dimissioni presentate dalla direzione del partito alla quale riconferma con piena fiducia il mandato di proseguire nell‟azione politica deliberata dal Congresso di Milano; ribadisce altresì la permanente validità della prospettiva di centrosinistra, come unica alternativa reale, nell‟attuale situazione politica interna e internazionale, atta a determinare uno sviluppo democratico della politica italiana”178.

Nei suoi appunti Nenni commentò: “tutto si è risolto in una commediola familiare”179

Nel documento Nenni uomo di governo (pagine 31-39)

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