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I SETTANT’ANNI NELL’ITALIA REPUBBLICANA

4. La crisi del sistema Italia e l’uso “politico” della religione

Nel 1978 era stato eletto Il primo papa polacco, Karol Woytila, che avrebbe la- sciato il segno non solo nella Chiesa che ha guidato per quasi trent’anni, ma anche nei rapporti geo-politici che si sono determinati, da allora in avanti, sulla scena europea e mondiale. Egli contribuirà per la sua parte, neppure secondaria, ad accelerare la fine del sistema comunista nell’est Europa e nella stessa Unione Sovietica. E il suo sogno, sempre manifestato, fu quello di estendere il cristia- nesimo nella grande Europa, ormai casa comune, e di prendere le distanze dal

85 Cfr. Giuseppe Casuscelli, La crisi economica e la reciproca collaborazione tra la Chiesa e

lo Sato per il “bene del Paese”, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), ottobre 2011.

86 Cfr. per gli immobili con fini anche culturali, Antonio Fuccillo, I beni immobili cultu-

rali ecclesiastici tra principi costituzionali e neo dirigismo statale, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), marzo 2010.

87 Cfr. Giuseppe Casuscelli, Esenzioni fiscali a favore delle confessioni e aiuti di Stato: le

quattro condizioni ex art . 107, paragrafo 1, TFUE e il tetto massimo di 200 .00 euro, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 24.

88 Cfr. il messaggio di papa Francesco al Centro Astalli di Roma: «… I conventi vuoti

non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono i nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati». Cfr., sul tema, Luigi Mariano Guzzo, Patrimonio immobiliare della Chiesa cattolica e accoglienza: una lettura canonistica del magistero di Francesco, in Religioni, diritto e regole dell’economia, a cura di Gaetano Dammacco e Carmela Ventrella, Bari, Cacucci, 2018, pp. 251-266.

89 Cfr. Insegnamenti e insegnanti di religione nella scuola pubblica italiana, a cura di Anto-

comunismo e da quei sistemi che nel Centro o nel Sud America, scrollati i regimi dittatoriali, avevano abbracciato la via socialista.

Durante il suo pontificato e con il sostegno del cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, tutti gli indirizzi teologici che proponevano la liberazione umana come messaggio di salvezza vennero con- dannati dalla Chiesa di Roma e i loro rappresentanti messi a tacere90.

In Italia non vi fu bisogno di porre all’indice teologi o cattolici eterodossi. Né Giovanni Paolo II poteva richiamare all’unità i cattolici che erano stati capaci di subire la loro estinzione con la bufera di tangentopoli. Gli inizi degli anni Novanta, infatti, tutti i quadri dirigenti dei partiti di massa vengono coinvolti in inchieste di corruzione che li spazzeranno via e fra essi il partito della Demo- crazia cristiana.

Ed è in quella fase che nasce un fenomeno politico e sociale, all’inizio con una dimensione locale, che vuole prendere le distanze dalla burocrazia e dal centra- lismo romano: la Lega. Essa velocemente si afferma nel nord-Est, anche in quel- le regioni tradizionalmente cattoliche, come il Veneto, conquistando Comuni, Provincie, Regioni. Preti, vescovi, associazioni cattoliche, fra tutte Comunione e Liberazione, con il suo braccio operativo, attivo nell’amministrazione di beni e servizi, la Compagnia delle Opere91, con i suoi tanti “rami” di impegno culturale

e politico, assistono e guardano con simpatia alla nuova forma di militanza poli- tica e alle iniziative, a tratti folk e a tratti pagane, come quella di risalire il Po, fino alla fonte. A conferma di un rapporto tra cattolici e Lega, basterebbe ricordare che uno dei padri nobili, Miglio, è stato professore alla Cattolica di Milano.

Il partito della Lega mentre crea mobilitazione, forma dirigenti, raccoglie ri- sorse nelle sagre, si mette in gioco amministrando, e bene, molti Comuni Pro- vince, Regioni del Nord.

Lega e cattolici un rapporto che da allora si forma e che appare oggi abbia contagiato molti cattolici italiani.

Quella forza politica aderisce all’alleanza del centro-destra che si è costituito intorno alla leadership indiscussa dell’imprenditore, magnate, Silvio Berlusconi che per non consegnare il Paese ai comunisti, “scende in campo” nelle elezioni del 1994 e le vince.

90 Per una breve ricostruzione dei provvedimenti adottati da Giovanni Paolo II nei con-

fronti della teologia della liberazione, cfr. Valeria Gigante, Grandezza e miseria di un pontifi- cato, in Micromega . Karol Wojtyla . Il Grande oscurantista, 2011, pp. 27-66.

91 Per una ricostruzione sugli inizi del movimento, cfr. Sandro Bianchi, Angelo Turchini,

Gli estremisti di centro . Il neo-integralismo cattolico degli anni 70 . Comunione e Liberazione, Firenze, Guaraldi, 1975. Cfr. Luigi Giussani, La Fraternità di Comunione e Liberazione, Cini- sello Balsamo (Milano), San Paolo, 2002.

Al sistema elettorale su base proporzionale su cui si era retto il sistema di go- verno parlamentare nel nostro Paese, che si reggeva sul principio del “bipartitismo imperfetto”92 – ove la DC con altre forze politiche si costituiva forza di governo e il

PCI, maggiore forza politica di opposizione, restava sempre esclusa – si sostituisce un sistema elettorale maggioritario, introdotto sotto la spinta della raccolta di firme per una nuova legge elettorale, iniziata da Segni. Neanche quel sistema è riuscito nel tempo ad assicurare governabilità e stabilità. Così alla crisi del sistema Italia si cerca di porre rimedio intervenendo nel corso di questi settanta anni sugli effetti, come la frammentazione politica e sociale, attraverso i tentativi di modifica della legge elettorale – dal 1953 con la legge Tambroni, al mattarellum, al porcellum, al rosatel-

lum – che non hanno inciso né hanno la forza di intervenire sulle cause della crisi.

Alla crisi si è cercato di rispondere, ancora, con tentativi di modifica della Costituzione. Tali interventi, pure introdotti, non hanno intaccato direttamen- te, almeno fino ad ora, il nucleo essenziale di principi e valori costituzionali: in special modo, con la riforma “pasticciata” in senso federalista, che ha modificato il titolo V della Costituzione del 2001, le cui norme sono ancora vigenti93; la rifor-

ma Boschi-Renzi del 2016, che il referendum confermativo del 4 dicembre dello stesso anno ha bocciato, decretando la fine politica del leader toscano (o almeno così sembra, ad oggi). E le prime proposte di modifica sono state già presentate dalla maggioranza che costituisce questo governo del cosiddetto “cambiamento” che sembrano orientate a modificare ancora il titolo V della Costituzione e a ridurre il numero dei senatori e dei deputati.

Restando sui temi di natura politica-istituzionale non si può non considerare il contributo decisivo del nostro Paese sulla via dell’integrazione europea, che oggi appare avere abbandonato le spinte ideali e il pensiero federalista che aveva ispirato i padri nobili dell’Europa Unita, Spinelli, Rossi, Colorni, con il Mani- festo di Ventotene94; ideali cui si ispirarono e che animarono i cattolico-demo-

cratici come Robert Schuman, Konrad Adeanuer e Alcide De Gasperi95. Forse

92 L’espressione venne utilizzata dal politologo Giovanni Sartori, in Bipartitsmo imperfetto

o pluralismo polarizzato?, ripubblicato in Paolo Farneti, Il sistema politico italiano, Bologna, il Mulino, 1972, pp. 287-309.

93 La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 “Modifiche al titolo V della parte seconda

della Costituzione”, trovasi in G.U. n. 248 del 24.1.2001. Il referendum del 3 agosto 2001 ha dato risultato favorevole alla riforma approvata dal Parlamento.

94 Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Per un’Europa libera e unita . Progetto

d’un manifesto, Roma, Edizioni del Movimento Italiano per la Federazione Europea, 1944.

95 Cfr. Giuseppe Mammarella, Paolo Cacace, Storia e politica dell’Unione europea, Roma-

Bari, Laterza, 2009. Cfr. Gerlando Lentini, Alle radici dell’Unione Europea . Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Roma, Città Nuova, 2004.

l’ultimo di quel filone di pensiero può essere individuato in Delors, con il suo

libro bianco96. Cosi dal Trattato di Roma a quello di Lisbona97, passando da Maa-

stricht, sembra rimossa la pietra miliare costituita dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa (1958) e l’Europa appare debole, quasi incapace di proporsi come casa comune della civiltà del diritto e dei diritti, e, invece che rafforzare la sua unità politica-istituzionale, nell’ottica di intensificare e di rafforzare gli istituti di partecipazione e la cittadinanza europea, superando nazionalismi e derive populiste, continua a privilegiare gli aspetti relativi alle politiche economico-finanziarie, abbandonando ogni principio di solidarismo e di sussidiarietà, che pure costituiscono pilastri nel processo di integrazione 98.

Tornando alla situazione italiana, il 1994 non è soltanto l’anno in cui irrompe sulla scena Silvio Berlusconi. Timidamente, ma decisamente, si affaccia anche un monaco, che aveva scelto la via della contemplazione e che era stato decisivo nei lavori alla Costituente e, in special modo, il suo contributo da giurista aveva consentito di superare le resistenze all’approvazione degli artt. 7 e 8 Cost.: lo ri- troviamo promotore e protagonista nei “comitati in difesa della Costituzione”. Il manifesto richiama i versi di Isaia (21): «Sentinella quanto resta della notte?»99. È

la nuova proposta di impegno per i cattolici: resistenza in difesa dei valori della Costituzione che vede minacciata dal Presidente e dai suoi progetti di modificar- ne principi, valori e norme. I cattolici non hanno più un partito di riferimento e sono sparsi nelle varie forze politiche, né sono in grado di affrontare con una visione comune le sfide e le istanze sociali che si presentano nell’Italia che attra- versa la nuova fase economica, che la fa ripiombare indietro, rispetto al “miracolo economico” degli anni Sessanta.

I cattolici e la Chiesa italiana dagli anni Novanta del secolo scorso attraver- sano, infatti, una crisi profondissima, che però viene celata da un pontefice di grande impatto emotivo e mediatico. Egli si ravvedrà sul fatto che la scomparsa del comunismo, rappresentata dall’abbattimento del muro di Berlino (1989), non aveva spianato la via al cristianesimo. E si avvede, invece, che il capitalismo e il pensiero unico neo-liberale e poi globalizzato producono danni irreparabili alla 96 Commissione europea, Il completamento del mercato interno: Libro bianco della Com-

missione per il Consiglio europeo (Milano, 28-29 giugno 1985), COM (85) 310, 1985.

97 Cfr. Emmanuel Tawil, L’Unione Europea e la libertà religiosa dopo il Trattato di Lisbona,

in «Diritto e Religioni», 2011, 1.

98 Cfr. Jurgen Habermas, Questa Europa è in crisi, traduzione di Carlo Mainoldi, Roma-

Bari, Laterza, 2012; Alberto Alesina, Francesco Giavazzi, Goodbye Europa . Cronache di un declino economico e politico, Milano, Rizzoli, 2006.

99 Cfr. Luigi Pedrazzi, Dossetti e i rapporti fra Chiesa e Stato nella Costituzione, in «Micro-

dignità dell’uomo, al suo anelito di giustizia sociale e di equilibrio tra le nazioni della terra. Le sue encicliche sociali questo denunciano100.

Una qualche responsabilità si può addossare a lui, quanto ai rapporti che la Chiesa italiana instaura con la società e con la politica del Paese. Giovanni Paolo II si affida, infatti, al cardinale Ruini, che dominerà e rappresenterà la Chiesa italiana per quasi un ventennio, quello in cui di fronte all’indifferentismo religio- so, alla generazione incredula dei giovani, al disamore di fronte alle scelte e alle posizioni assunte dalla gerarchia nei confronti di chi ha responsabilità di governo civile ed ecclesiale, propone l’impegno ad una nuova evangelizzazione, ben lon- tana dai temi, dalle analisi e dalle proposte con cui si era celebrato il I Convegno ecclesiale di Roma nel 1976, sul tema «Evangelizzazione e promozione umana»101.

L’avvio del programma di Ruini, più politico che pastorale, era stato segnato a Loreto, dal tema «Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini», laddove era intervenuto decisamente il Papa stesso proponendo l’implementatio evangeli- ca, richiedendo che la Chiesa fosse forza sociale, chiamata a svolgere una funzio- ne pubblica in Italia. E ciò avrebbe richiesto la ricomposizione della frattura tra il Vangelo e la cultura e, perciò, l’inculturazione della fede102.

Quando nel 1995 si svolge il II Convegno della Chiesa italiana, Ruini è in- discusso al vertice e gestirà la fase nuova in cui i cattolici, pur trasversalmente presenti nelle diverse forze politiche, sono tutti richiamati ad essere uniti nel so- stenere l’impegno della Chiesa ad essere presente negli spazi pubblici, traendone tutti i vantaggi possibili: dal finanziamento degli oratori103, al reclutamento nei

ruoli dello Stato, con procedura riservata, degli insegnanti di religione104, al fi-

100 Si va dalla Enciclica Laborem exercens promulgata il 14 settembre del 1981, in AAS 73

(1981), alla Enciclica Sollicitudo rei socialis, promulgata il 30 dicembre del 1987, in occasione del ventesimo anniversario della Populorum progressio; e, ancora, l’enciclica Centesimus annus, promulgata l’1 maggio del 1991 a cento anni dalla Rerum novarum di Leone XIII. Questi do- cumenti sono consultabili al sito www .vatican .va.

101 Il Convegno della Chiesa italiana, con la Presidenza del cardinale Poma, si svolse

discutendo i temi della giustizia sociale, del lavoro e dell’impegno dei laici, affermando la ricchezza del pluralismo teologico nella Chiesa e nelle scelte politiche dei cattolici. Pe un commento, cfr. Aggiornamenti sociali, dicembre 1976, 65, con interventi di Bartolomeo Sorge, Giuseppe De Rita ed altri.

102 Cfr. Valerio Gigante, Camillo Ruini, il cardinale del Ventennio . L’ascesa, la gestione del

potere, la repressione del dissenso, in «Adista», 2007, 34.

103 Ci riferiamo, in particolare, alla legge n. 206 del 2003 circa le «Disposizioni per il

riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similari e per la valorizzazione del loro ruolo».

104 Si veda la legge n. 186 del 2003 circa le «Norme sullo stato giuridico degli insegnanti

nanziamento degli edifici di culto cattolici105, ai fondi straordinari per il Giubileo

del 2000106. Ruini e con lui gran parte della gerarchia sono impegnati a rafforzare

la presenza cristiana nella cultura italiana, facendo leva sulla «questione antro- pologica», che si traduce nella difesa e nell’affermazione dell’identità cristiana107,

contro le minacce del laicismo e delle religioni non cristiane, in particolare di quella islamica108. Ciò comporta anche che si ricerchino e si ottengano rapporti

di collaborazione con i governi di centro-destra, anche quando adottino politi- che che appaiono già allora improntate alla xenofobia e al razzismo: nel luglio del 2002 viene, infatti, approvata la legge Bossi-Fini, n. 189109, che introduce,

tra l’altro, il reato di clandestinità e che dovrebbe frenare da allora e per il fu- turo, fino ai nostri giorni, l’immigrazione, punendo il reato di favoreggiamento dell’immigrazione. Rapporti che non si incrinano a fronte di comportamenti privati e pubblici di chi guida la compagine governativa, al punto che si chiede di comprenderne anche l’uso della blasfemia “contestualizzandone” l’espressione110.

105 Per una rassegna delle leggi regionali in materia urbanistica, con specifico riferimento

all’edilizia di culto e ai servizi religiosi, cfr. Salvatore Berlingò, Giuseppe Casuscelli, Codice del diritto ecclesiastico, III ed., Milano, Giuffrè, 1993. Cfr. Natascia Marchei, Le nuove leggi regionali “antimoschee”, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www . statochiese .it), 2017, 25; Natascia Marchei, La legge della Regione Lombardia sull’edilizia di culto alla prova della giurisprudenza amministrativa, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2014, 12; Giuseppe Casuscelli, La nuova legge regionale lombarda sull’edilizia di culto di male in peggio, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2015, 14.

106 Si veda il Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici delegato per Roma capitale e Giu-

bileo 2000, del 20 agosto 2000 circa le «Modificazioni del Piano degli interventi per il Grande Giubileo del 2000 di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 651», pubblicato in G.U. n. 240 del 13 ottobre 2000.

107 Cfr. A. Melloni, Tre fasi nel rapporto fra Chiesa, episcopato e politica, cit., pp. 1062 ss.

indica il periodo in cui la Chiesa è guidata da Giovanni Paolo II e la CEI dal cardinale Ruini, come “il terzo tempo”, fase di transizione della Chiesa, impegnata su tutte le “questioni non negoziabili”, come punto di non ritorno, e crisi del sistema nella politica.

108 Cfr. Marco Damilano, Il Convegno di Verona, in «Micromega», 2006, 6, pp. 1086-1092. 109 La legge n. 189 del 2002 si può trovare in G.U. del 26 agosto 2002.

110 È il caso del Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, il ve-

scovo Rino Fisichella, che, nel 2010, dinanzi a una bestemmia del premier Silvio Berlusconi, nonostante la condanna unanime del mondo cattolico, esprimeva le seguenti considerazioni: «Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose. Certamente non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione. D’altra parte credo che in Italia dobbia- mo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni po- litiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato. Ritengo anche che si debba fare di tutto per evitare il conflitto e dobbiamo quindi guardare a cose più importanti e sono convinto che

Si può affermare che la religione, almeno quella cattolica, nel periodo conside- rato, mentre si allontana dalle coscienze e dalla vita “incarnata” dalle persone, guadagni nella vita civile, fino a riproporsi come “Instrumentum regni” e religio- ne civile, raccogliendo adepti tra i cosiddetti “atei devoti”, che usano la religione, pur non aderendovi, per affermare il proprio punto di vista politico111.

Un uso politico del potere religioso si ha nella posizione assunta dalla Chiesa italiana nel referendum sulla fecondazione assistita, con cui si voleva abrogare parzialmente la legge n. 40 del 2004. Determinante nell’esito referendario, che si svolse il 12-13 giugno 2005, con cui la legge non è stata abrogata, neppure parzialmente – a questo risultato si giungerà attraverso le sentenze della Corte costituzionale 112 – è stata la scelta di invitare, in tutti i modi e le forme, con

modalità pressanti, spot, manifesti, locandine, a che i cattolici si astenessero dal partecipare, per non consentire il raggiungimento del quorum necessario. Bella vittoria, senza colpo ferire, se non quella di negarsi di spiegare pure le ragioni per il no. Eppure non mancavano gli organismi, le Fondazioni, caldeggiate dallo stesso Ruini, che si sarebbero potute adoperare per spiegare le motivazioni atte a mantenere in vita quella legge.

Quanto ai rapporti tra Chiesa e politica non va meglio con i governi del centro-sinistra o con quelli cosiddetti tecnici, che si alternano a partire dal 1996 e fino all’ultima legislatura, che precede la presente.

In particolare, quanto ad un diritto di libertà religiosa che sia generale e che sia assegnato alla disciplina unilaterale dello Stato tale obiettivo è naufragato, anche per le pressioni esercitate dalla Conferenza episcopale, che si è opposta, nei fatti, a modificare la vecchia legge sui culti ammessi che discrimina ancora oggi le chiese minoritarie e non favorisce il dialogo con quella musulmana113.

anche i mezzi di comunicazione faranno la loro parte». Cfr. Bestemmia e barzellette di Berlusconi, Osservatore Romano: deplorevoli battute, in Il Messaggero .it, 2 ottobre 2010 (https://www .ilmes- saggero .it/primopiano/cronaca/bestemmia_barzellette_di_berlusconi_osservatore_romano_deplo- revoli_battute-179495 .html).

111 Cfr. Atei: di quale Dio?, in «Concilium», 2010, 4. La questione sul piano giusfosofico

è stata oggetto di riflessione più ampia in Ronald Dworkin, Religion without God, Oxford, Oxford University Press, 2013 (edizione italiana: Religione senza Dio, a cura di Salvatore Veca, Bologna, il Mulino, 2014).

112 Vedi, in particolare, le pronunce delle Corte costituzionale n. 162 del 10 giugno 2014

e n. 96 del 5 giugno 2015.

113 Cfr. Giuseppe Casuscelli, Una disciplina-quadro delle libertà di religione perché, oggi più di

prima, urge “provare e riprovare” a mettere a sicuro la ace religiosa, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 26; Id., Appunti sulle recenti proposte di legge in tema di libertà di religione, in «Il Diritto ecclesiastico», 2017, 1, pp. 67 ss.; Paolo Cava- na, Libertà religiosa e proposte di riforma della legislazione ecclesiastica in Italia, in «Stato, Chiese e

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