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I SETTANT’ANNI NELL’ITALIA REPUBBLICANA

5. La post democrazia e la Chiesa al tempo di Francesco: le nuove sfide

Nella condizione difficile, critica che attraversa la nostra democrazia114, rimane

sempre viva l’attualità della sua Costituzione e può risultare decisivo il contribu- to che possono dare la religione e le Chiese per restituire centralità alla persona umana e ai suoi diritti fondamentali115.

A conferma, vogliamo indicare una importante occasione che ha dimostrato come oggi possano manifestarsi forme nuove di mobilitazione e di impegno dei cattolici, a partire da una loro coscienza critica: il referendum con i due quesiti sull’acqua, proposto dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che ha con- sentito con una maggioranza di oltre il 54% di pronunciarsi a favore dell’acqua come bene comune. A questa espressione molto presente nella dottrina sociale della Chiesa e rivendicata pure da altre Chiese cristiane si è dato seguito con una grande mobilitazione che ha visto molti organismi laici ed ecclesiali impegnarsi, riavvicinando i cittadini all’uso responsabile dell’istituto referendario.

L’ultima legislatura, prima dell’attuale, ha portato nel nostro Paese un amplia- mento della sfera dei diritti: dalla legge che ha regolamentato le unioni civili116, al pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 41; Proposta di riflessione per l’emanazione di una legge generale sulle libertà religiose, a cura di Valerio Tozzi, Gianfranco Macrì, Marco Parisi, Torino, Giappichelli, 2010; Laura De Gregorio, La legge generale sulle li- bertà religiose . Disegni e dibattiti parlamentari, Tricase, Libellula, 2012. La Fondazione Astrid, che si è avvalsa della collaborazione di alcuni colleghi, docenti di diritto ecclesiastico, prima della conclusione della XVII legislatura, ha reso nota la proposta «Norme in materia di libertà di coscienza e di religione» consultabile in «Coscienza e libertà», 2018, 55, pp. 84 ss. Per un com- mento, si veda Gianfranco Macrì, Osservazioni sulla proposta di legge “norme in materia di libertà di coscienza e di religione” elaborata dal gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione Astrid., in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 10; e, ancora, Sara Domianello, Le proposte di legge in materia di libertà religiosa nei lavori del gruppo di studio Astrid . Le scelte operate in materia matrimoniale e per la stipulazione delle Intese, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 20.

114 Cfr. Gustavo Zagrebelsky, Il “crucifige” e la democrazia, Torino, Einaudi, 1995; Ivana

Vecchio Cairone, Democrazia in crisi e credenze di fede, in Rigore e curiosità, cit., pp. 745 ss.

115 Cfr. Francesco Alicino, Religione e costituzionalismo occidentale . Osmosi e reciproche in-

fluenze, Roma, Carrocci, 2012. Cfr., altresì, Salvatore Prisco, Costituzione, diritti umani, forma di governo . Frammenti di un itinerario di studio tra storia e prospettive, Torino, Giappichelli, 2014. Cfr., altresì, Sara Domianello, Le garanzie della laicità civile e della libertà religiosa nella tensione tra globalismo e federalismo, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista tele- matica (www .statochiese .it), 2007, 2. Silvio Ferrari, La libertà di religione è un diritto universa- le?, in Rigore e curiosità, cit., pp. 415 ss.

116 La legge è la n. 76 del 20 maggio 2016 «Regolamentazione delle unioni civili tra perso-

Codice del terzo settore117, ove sono compresi anche gli enti religiosi, e alla legge

sul fine-vita118. Sulle unioni civili, ma anche legge in materia di fine-vita, ancora

una volta, la gerarchia ecclesiastica non ha mancato di sollevare critiche, fino a contestare l’autonomia del legislatore statale, trascurando un elemento oggettivo: le famiglie e le relazioni affettive, che si instaurano nelle relazioni umane e socia- li, con modalità diverse e tra i diversi soggetti, richiedono che le leggi dello Stato disciplinino le condizioni (minime, se non quelle ampie), perché tra coloro che le compongono e i figli, siano assicurati doveri e diritti119.

La Costituzione, nonostante o, forse, proprio a causa, (de)i suoi tormentati e movimentati, settanta anni, vive, anzi, è viva, almeno nella percezione che ne hanno gli italiani, ben al di là di quello che tendono a rappresentare coloro che a più riprese hanno insistito sulla necessità di una sua riforma e lo dimostra l’esito del referendum consultivo con cui si sono pronunciati contro la riforma costituzionale voluta dal premier Renzi120. In quel referendum si può constatare, un primo commento, Salvatore Prisco, Le unioni omosessuali: alcuni problemi rimasti aperti e le prospettive delle loro possibili soluzioni nell’ordinamento italiano, in Rigore e curiosità, cit., pp. 583 ss.

117 Si veda il decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, «Codice del Terzo Settore» a norma

dell’art. 1, comma 2, lett. b), della legge 6 giugno 2016, n. 106, in G.U. n. 179 del 2 agosto 2017. Per commenti: Andrea Bettetini, Riflessi canonistici della riforma del terzo Settore, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 20; Paolo Cavana, Enti ecclesiastici e riforma del terzo Settore . Profili canonistici, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 22; Antonino Manti- neo, Il Codice del terzo settore: punto di arrivo o di partenza per la palingenesi degli enti religiosi?, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 27; Diritto del Terzo settore, a cura di Pierluigi Consorti, Luca Gori, Emanuele Rossi, Bologna, il Mulino, 2018.

118 Legge n. 22 dicembre 2017, n. 219 «Norme in materia di consenso informato e di di-

sposizioni anticipate di trattamento», in G.U. n. 12 del 16 gennaio 2017.

119 Questi profili, sollevava Giuseppe Casuscelli, Le unioni civili e il passo del gambero del

Presidente della CEI, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www . statochiese .it), 2016, 6. Lo stesso A., “A chiare lettere” - Transizioni, La trascrizione nei registri dello stato civile del matrimonio tra persone dello stesso sesso, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2015, 19, aveva segnalato il ritardo con cui il legislatore aveva disatteso i moniti della Corte costituzionale, con la sentenza n. 170 del 2014, con la quale si raccomandava di assolvere «con la massima sollecitudine» il compito di disciplinare le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

120 Il referendum confermativo si è svolto il 4 dicembre 2016. Gli elettori sono stati chia-

mati a confermare la riforma Renzi-Boschi Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi del funziona- mento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della Costituzione, il cui testo di legge costituzionale era stato approvato dal Parlamento il 12 aprile 2016.

però, il peso culturale e politico irrilevante che hanno avuto i cattolici e le loro organizzazioni: divise fra i sì e i no alla riforma121.

Altro impegno di molti cristiani in cui i risultati, invece, si notano e mostrano la vitalità e l’attivismo di molti giovani è rappresentato da quelle organizzazioni ed associazioni che operano nella lotta in difesa della legalità, contro le mafie e la corruzione. Il loro contributo ha favorito l’approvazione di leggi per la confisca dei beni e dei patrimoni dei mafiosi e per perseguire la corruzione causa dell’in- giustizia sociale e del depauperamento del Paese122.

Decisivo per segnare un cambio di passo l’anatema contro i mafiosi di Gio- vanni Paolo II nella Valle dei Templi, ad Agrigento, ripreso con meno vigore da Benedetto XVI e, da ultimo, da papa Francesco, anche nel suo ultimo viaggio a Palermo. La Chiesa ha pagato un caro prezzo nella sua testimonianza contro le mafie, con i suoi sacerdoti uccisi, fra tutti don Pino Puglisi e don Peppino Diana, e anche con gli attentati compiuti a danno delle sue Chiese, nella stagione stra- gista, quella dei tanti morti di mafia. Anche l’educazione alla legalità che pure è divenuta una pastorale sociale per la Chiesa italiana non appare cogliere che da tempo le mafie sono radicate in tutto il Paese e che nel nord investono, produco- no e si insinuano nelle amministrazioni pubbliche123.

A cinque anni dall’elezione di papa Francesco si ha un segno di netta discon- tinuità, rispetto ai due pontefici che lo hanno preceduto. Questi sì, sono stati in linea di continuità fra loro, nel senso che hanno contribuito a prendere le distan- ze dai principi e dalle novità del Concilio Vaticano II. Con papa Francesco è, invece, chiaro il disegno di un ritorno al Concilio124.

Mentre, infatti, si contano gli esuberi, gli scarti, le violenze, le emigrazioni di massa, le guerre, i morti di fame e di malattie endemiche, eppure debellate, 121 Cfr. Nicola Colaianni, I care anche gli ecclesiasticisti nel loro piccolo si oppongano, in

«Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2016, 17.

122 Cfr. Rocco D’Ambrosio, Francesco Giannella, La corruzione attori e trame, Sesto San

Giovanni, Mimesis, 2018.

123 Cfr. Antonino Mantineo, La condanna alla mafia nel recente Magistero: profili penali

canonistici e ricadute nella prassi ecclesiale delle Chiese di Calabria e Sicilia, Cosenza, Pellegrini, 2016.

124 Cfr. Antonino Mantineo, Il ritorno al Concilio Vaticano II e l’“aggiornamento” del diritto

ecclesiale nel tempo di Papa Francesco, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 27; cfr., altresì, Francesco Zanchini, Historia salutis o principio curiale? Interrogativi sull’evoluzione del papato in monarchia costituzionale sullo sfondo de collasso dei tentativi di codificazione del Novecento, ivi, 2019, 10; Alberto Melloni, Giuseppe Ruggieri, Chi ha paura del Vaticano II?, Roma, Carocci, 2009. Per un punto di vista diverso, cfr. Gerardina Boni e Andrea Zanotti, La Chiesa tra nuovo paganesimo e oblio . Un ritorno alle origini per il diritto canonico del terzo millennio?, Torino, Giappichelli, 2012.

tutte causate dalla globalizzazione finanziaria e mentre si diffonde la paura del terrorismo e dell’integralismo125, papa Francesco pur avendo presenti tutti questi

drammi torna a parlare di speranza, proponendo di rifiutare la rassegnazione. Lo fa anche con il suo Magistero ufficiale, in cui è ricorrente la parola “gioia”126.

È il Papa che vuole attuare il Concilio Vaticano II, quello stesso Concilio dimenticato127. Che in nome del Gesù di Nazareth si rivolge ai poveri e richiede

una chiesa povera128, e di fronte ai problemi che investono l’Occidente, fino ad

indicarne la “fine” o il suo superamento129, indica la possibilità e la necessità di

superare l’eurocentrismo, anche per la Chiesa130.

Non nasconde la necessità di un cambiamento del sistema e di un ritorno alla politica nell’ottica del «bene comune»131. In tutte le circostanze Egli diffida

dall’affidarsi ai capi, ai leader per uscire fuori, proponendo un impegno di tutti, dal basso a ricercare e trovare soluzioni anche nuove132. Così nella Chiesa ove

confida nella componente partecipativa, dinamica, costituita dal popolo di Dio 125 Cfr. Oscar Gaspari, L’impegno storico della Chiesa cattolica sulle migrazioni, in «Libertà

civili», 2017, 1, segnala come una grande novità nella difesa dei diritti dei migranti, l’istituzio- ne del Dicastero unificato per il servizio dello sviluppo umano integrale. Cfr. Carlo Cardia, Immigrazione, accoglienza, diritti eguali per tutti (Dieci anni dall’approvazione della Carta dei Valori – Conferenza svolta a Parma il 5 aprile 2017), in Rigore e curiosità, cit., pp. 127 ss.; cfr., altresì, Nicola Colajanni, L’Europa e i migranti: per una dignitosa libertà (non solo religiosa), in Rigore e curiosità, cit., pp. 223 ss.

126 Dall’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, alla Lettera enciclica Laudato si’, alla

Esortazione apostolica Gaudete et exultate, all’Esortazione Amoris laetitia. Questi documenti sono consultabili al sito www .vatican .va.

127 Cfr. Nicola Colajanni, Il Vaticano II: spunti di ermeneutica «altra», in «Stato, Chiese e

pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 5.

128 Cfr. Corrado Lorefice, Prefazione, in Profezia per l’oggi, a cura di Enzo Bianchi, Ma-

gnano (Bi), Qiqajon, 2016.

129 Cfr. Splengler Oswald, Il tramonto dell’occidente, Milano, Longanesi, 2008; Umberto

Galimberti, Il tramonto dell’occidente nella lettura di Heidegger e Jaspers, Milano, Feltrinelli, 2005.

130 Cfr. Papa Francesco, (Re)Thinking Europe . Un contributo Cristiano al futuro del progetto

europeo, Messaggio alla Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (CO.ME.CE.), in www .vatican .va.

131 Messaggio di papa Francesco per la Giornata della Pace 2019, La buona politica è al

servizio della pace, in www .vatican .va.

132 Cfr. i discorsi ai movimenti popolari di papa Francesco, Terra, casa, lavoro, Milano,

Ponte delle Grazie, 2017; per un primo commento, Antonino Mantineo, Il cammino della Chiesa per una rinnovata dottrina sociale: dal diritto di proprietà ai diritti sacri alla terra, alla casa, al lavoro, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochie- se .it), 2018, 28. Cfr. per una visione alternativa di sviluppo, Maurizio Pallante, La decrescita felice . la qualità della vita non dipende dal pil, Torino, Per la decrescita felice, 2011.

che vuole sempre più presente e valorizzato, mettendo lui stesso da parte progetti di riforma della Curia133. Così, in Evangelii Gaudium, afferma, in modo chiaro:

«È tempo di sapere come progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro, la ricerca del consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni. L’autore principale, il soggetto storico di questo processo è la gente e a sua cul- tura, non una classe, una frazione, un gruppo, un’élite. Non abbiamo bisogno di un progetto di pochi indirizzato a pochi, o di una minoranza illuminata o testimoniale che si appropri di un sentimento collettivo. Si tratta di un accordo per vivere insieme, di un patto sociale e culturale»134.

Questa proposta di annuncio di fede si rivolge costantemente alle donne agli uomini di buona volontà, non più esclusivamente ai battezzati o ai cristiani. E trova tra quelli molta accoglienza e ascolto più di quanto ne riceva fra i cattolici. Né ha paura che oggi si possa essere minoranza, anche in Italia. Perché questa dimensione minoritaria può consentire di riportare la vita vissuta ad una testi- monianza più autentica, rinunciando a restaurare un regime di cristianità135, po-

nendosi, invece, credenti, diversamente credenti e non credenti, uomini e donne che sono alla ricerca e libere e pensanti a dare il personale e comune contributo a difendere il nucleo essenziale di valori e principi della nostra Costituzione.

La fase che stiamo attraversando non può considerarsi “da fine del mondo”. Tanto meno nel nostro Paese, con il governo che è guidato da forze che da tempo, non da ora, si richiamano ad altre esperienze sempre europee, qualificate come sovraniste e populiste136. In Italia queste forze al governo sembrano ritenere irrile-

133 Cfr. Antonino Mantineo, Il rinnovamento della Chiesa “dal basso”, oltre gli apparati, in

«Diritto e religioni», 2014, 1; Antonio Spadaro, Carlos Maria Galli, La riforma e le riforme nella Chiesa, Brescia, Queriniana, 2016.

134 Cfr. Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 239.

135 Cfr. Gianmaria Zamagni, Fine dell’era costantiniana . Retrospettiva genealogica di un

concetto critico, Bologna, il Mulino, 2012; Nicola Colajanni, La fine del confessionismo e la laicità dello Stato, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .sta- tochiese .it), 2008, 7. Cfr., altresì, Francesco Zanchini di Castiglionchio, Il diritto pontificio nell’impasse del Concilio Vaticano II . Tensioni e dinamiche di un travaglio non risolto, in Id., Transizione della Chiesa? . Momenti e problemi del post-concilio fra diritto e politica ecclesiale (1967-1991), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2010.

136 Thomas Casadei, Lo statuto delle minoranze tra crisi della democrazia e populismo, in

«Coscienza e libertà», 2018, 55; cfr., in una prospettiva propositiva, Monica Simeoni, Il pri- mato della politica per sconfiggere i neopopulismi, in «Coscienza e libertà», 2018, 55, pp. 51-56. Cfr. anche A. Anastasi, Tra politica spericolata e sinistra scomparsa, in «Segno», 2017, 394-395, pp. 15-21. Cfr., altresì, Marco Revelli, La politica senza politica . Perché la crisi ha fatto entrare il populismo nelle nostre vite, Torino, Einaudi, 2019.

vante il contributo della religione, che non compare, come è stato acutamente ri- levato da Casuscelli, mai nel “contratto di governo”137. Inoltre, aggiungiamo noi,

queste stesse forze compiono, nelle scelte di governo, atti e provvedimenti, oltre che attraverso le dichiarazioni mediatiche, che rendono il clima pesante di “odio sociale”, con pacchetti di misure fondate sulla sicurezza, prevedendo un diritto alla difesa preventivo, che oltre a paventare dubbi di legittimità costituzionale ci riportano a logiche e prospettive ben lontane da quella pace religiosa e sociale con cui i Costituenti hanno dato vita al “Patto Costituzionale”138. Come appare

inficiare il principio del solidarismo, l’ipotesi del regionalismo “differenziato”, il quale potrebbe compromettere non solo servizi essenziali, salute, diritto allo stu- dio, ma costituire un vulnus per un diritto alla libertà religiosa che sul territorio possa attuare, meglio di quanto sia stato fin qui fatto, quella laicità propositiva e positiva, impegnando le Amministrazioni locali, gli enti territoriali e i rappre- sentanti delle Chiese139.

Il governo della paura, fondato sull’identità nazionale, persino con un uso profano, se non blasfemo, dei simboli religiosi, non serve ad affrontare le sfide dell’immigrazione nel rispetto irrinunciabile dei diritti umani, che oggi vanno difesi ed affermati prima che in nome della fede in ragione del diritto e dei diritti costituzionali. Il ruolo delle nostre discipline è tanto più decisivo per riportare le ragioni del confronto, della conoscenza, dell’analisi e del dialogo che fondato sul diritto e sulle religioni è chiamato a concorrere ancora una volta a pacificare la società e a ritrovare le ragioni dello stare insieme. E sento di affidare soprattutto ai giovani studiosi delle nostre discipline questo auspicio. Essi sapranno rilanciare e condividere con la comunità, non solo scientifica, la loro e la nostra tensione ideale.

137 Cfr. Giuseppe Casuscelli, Il “vento del cambiamento” e il “soffio dello spirito”, in «Stato,

Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2018, 23.

138 Per una riflessione aggiornata sui questi temi, si veda Dal “contratto di Governo” alla

formazione del Governo Conte, a cura di Alessandro Morelli, Napoli, Edizioni Scientifiche, 2018.

139 Cfr. Giuseppe D’Angelo, L’utile “fine de monopolio delle scienze ecclesiasticistiche” . Pri-

me riflessioni su diritto ecclesiastico e autonomia differenziata delle Regioni ordinarie, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2019, 10.

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