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Dal “regime di cristianità” all’autonomia della comunità politica (1948-1968)

I SETTANT’ANNI NELL’ITALIA REPUBBLICANA

2. Dal “regime di cristianità” all’autonomia della comunità politica (1948-1968)

tica;

• 1969-1989: le riforme nel diritto, nella società e il profilarsi della laicità “all’italiana”;

• 1990-2015: la crisi del sistema Italia e l’uso “politico” della religione; • la post-democrazia e la Chiesa al tempo di Francesco: le nuove sfide.

2. Dal “regime di cristianità” all’autonomia della comunità politica (1948-1968)

I primi venti anni del sistema repubblicano, dal 1948 al 196832, abbiamo scelto

di indicarli come caratterizzati, per buona parte, dal tentativo congiunto della Chiesa cattolica e dei governi dello Stato italiano, di instaurare un “regime cri- stianità”.

Il patto che aveva portato le forze cattoliche-democratiche, quelle socialiste, i liberali e i comunisti ad elaborare una Costituzione avanzata, con molti elementi di novità, quanto all’apertura ad istanze e culture diverse, eppure convergenti nell’impianto che veniva predisposto per il sistema democratico e repubblicano, aveva trovato una conferma anche nell’elaborazione dell’art. 7 della Costituzio- ne, con cui la maggioranza parlamentare aveva proposto una «clausola di non ritorno», atta a garantire non solo la «pace religiosa», ma anche tutto il sistema

30 Cfr. Marco Ventura, Creduli e credenti, Torino, Einaudi, 2014; Michele Madonna, Pro-

fili storici del diritto di libertà religiosa nell’Italia post-unitaria, Tricase, Libellula, 2012; Ales- sandro Ferrari, La libertà religiosa in Italia . Un approccio incompiuto, Roma, Carocci, 2012.

31 Cfr. per E. Cheli, I settanta anni della Costituzione italiana, cit.

32 Cfr. Pietro Bellini, La Chiesa e la politica, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale»,

rivista telematica (www .statochiese .it), novembre 2009. Per un raffronto di carattere storico più ampio, cfr. Roberto Pertici, Chiesa e Stato in Italia . Dalla grande guerra al nuovo Concorda- to (1914-1984) . Dibattiti storici in Parlamento, Bologna, il Mulino, 2009; Arturo Carlo Jemolo, Chiesa e Stato in Italia . Dalla unificazione a Giovanni XXIII, Torino, Einaudi, 1974; Guido Verucci, La Chiesa cattolica in Italia dall’unità a oggi, Bari-Roma, Laterza, 1999.

democratico33. Quelle stesse forze politiche e sociali che avevano fatto transitare il

nostro Paese dalla dittatura alla democrazia entrano in un nuovo clima, instaura- to con le prime elezioni del 1948, in cui si presentano due blocchi: l’uno costituito dalle forze moderate e dai cattolici, contrapposto al Fronte popolare, costituito da socialisti e comunisti. L’esito delle elezioni del 1948 portò alla sconfitta del Fronte popolare e all’esclusione dal governo del Partito Comunista italiano34.

Il primo decennio e fino agli inizi degli anni Sessanta, è segnato da una Chie- sa trionfante, in cui non solo nelle processioni si cantava «Christus vincit, Chri- stus regnat, Christus imperat». La Chiesa “trionfante”di Pio XII, infatti, con- corre ad escludere, fino alla scomunica, coloro che professassero o aderissero alla dottrina del comunismo materialista, coloro che la difendessero o ne facessero propaganda35. Questa stessa Chiesa dà vita ad un apparato e ad un’organizzazio-

ne quasi militaresca e sempre capillare, in cui si viene reclutati, uomini e donne, per affermare il cristianesimo in tutte le sedi, dalla scuola, ai luoghi di lavoro, finanche nei luoghi e nelle occasioni di tempo libero36. Le pressioni internazionali

33 Giuseppe Casuscelli, Post-confessionismo e transizione . I problemi del diritto ecclesiastico

nell’attuale esperienza giuridica, Milano, Giuffrè, 1984, p. 45, secondo il quale l’inciso con cui si richiamano i Patti nell’art. 7, c. 2, Cost., ha consentito di assicurare una eccezionale conti- nuità con il vecchio regime e, insieme, preparare una transitoria e limitata sua sopravvivenza nel nuovo sistema costituzionale.

34 Per tutti, cfr. Cultura politica e partiti nell’età della Costituente, a cura di Roberto Ruf-

filli, Bologna, il Mulino, 1979.

35 Il Sant’Uffizio con il decreto del primo luglio 1949 vietò l’iscrizione al Partito comu-

nista, la lettura e la collaborazione nella sua stampa, dichiarò apostati dalla fede cattolica, comminando la scomunica riservata in modo speciale alla Santa Sede, i fedeli che aderissero al PCI. Cfr., per tutti, Arnaldo Nesti, La scomunica . Cattolici e comunisti in Italia, Bologna, EDB, 2018. Cfr., altresì, Alberto Melloni, Tre fasi nel rapporto fra Chiesa, episcopato e politica, in «Il Mulino», 2006, 6, pp. 1056-1065, il quale osserva come in Italia, nel primo dopoguerra si stesse sviluppando un disegno «di un nazionacattolicesimo di tipo franchista»; non a caso il segretario del Sant’Uffizio, «il cardinale Alfredo Ottaviani, al quale si devono le due scomuni- che dei comunisti del 1949 e del 1959, elogia nel 1953 il Concordato con la Spagna del Caudilo come un modello al quale attenersi e dal quale trarre un’ispirazione di ordine universale». Cfr. Andrea Riccardi, La Chiesa di Pio XII, educatrice di uomini e di popoli, tra certezze e crisi, in Chiesa e progetto educativo nell’Italia del secondo dopoguerra, a cura di Luciano Pazzaglia, Brescia, La Scuola, 1988, pp. 10 ss.

36 Cfr. A. Melloni, Tre fasi nel rapporto fra Chiesa, episcopato e politica, cit., p. 1059, il

quale nell’indicare un «primo tempo» nei rapporti tra Chiesa e politica in Italia, nel primo Ventennio della storia repubblicana, durante questo «noviziato democratico» in cui si muo- vono a rappresentare gli interessi della Chiesa in Italia sia le organizzazioni cattoliche, che il partito della Democrazia cristiana, all’interno dei quali si registrano «scontri profondi di visoni sull’Italia e su ciò che la liberazione le ha dato»: i contrasti fra Gedda e Lazzati, fra De Gasperi e Dossetti, fra Montini e Roca, fra Lombardi e Roncalli, fra Siri e Costa, fra

spingono anche lo statista De Gasperi ad aderire al Patto Atlantico e, quindi, al blocco politico-militare occidentale e accettare il piano Marshall, che esclude, come conseguenza, da allora e per il futuro, dall’orbita del governo il Partito Co- munista. Su questa scelta avranno avuto peso anche le pressioni della gerarchia ecclesiastica le quali rivendicano, per i governi a guida democristiana, politiche ispirate alla dottrina della Chiesa37.

Un “regime di cristianità” che fa leva sul principio concordatario e sulla co- pertura costituzionale dell’art. 7, c. 2, Cost. e mantiene in vigore la legge dei culti ammessi che esplica, ancora in epoca repubblicana, i suoi effetti discriminatori nei confronti delle Chiese minoritarie38.

Diritto, società e religione in Italia sono sotto il segno dell’omologazione, nel segno dell’american style of life, acquisito e condiviso anche dalla maggioranza cattolica che intanto guadagna peso nelle istituzioni39.

Fanfani e Carretto non sono, infatti, secondo l’A. «contrasti congiunturali». Cfr. Francesco Traniello, Educazione cattolica, pastorale quotidiana e dinamiche sociali, in Chiesa e progetto educativo, cit., pp. 95 ss.

37 Le pressioni della gerarchia si erano manifestate anche durante i lavori in Assemblea

costituente, su temi quali la scuola e l’insegnamento della religione, o anche sulla necessità di richiamare la religione come religione di Stato: su tematica in particolare, si rinvia a Antonino Mantineo, Storiografia e prospettive cattoliche sulla «questione scolastica» e i processi formativi in Italia, in «Il diritto ecclesiastico», 1990, 4, pp. 583-596; Id., Ritorno “alle origini” o “progetto” per il futuro? Una ripresa del dibattito sulla “costituzione scolastica” di ispirazione cattolica, in «Rivista giuridica della scuola», 1991, 6, pp. 921-943; Cfr., altresì, Giorgio Chiosso, I cattolici e la scuola dalla Costituente al centro sinistra, Brescia, La Scuola, 1988; Chiesa e progetto educativo nel secondo dopoguerra, cit. Cfr., ancora, Anna Talamanca, Libertà della scuola e libertà nella scuola, Padova, Cedam, 1975; Salvatore Berlingò, Promozione culturale e pluralismo scolasti- co, Milano, Giuffrè, 1983; Id., Libertà d’istruzione e fattore religioso, Milano, Giuffrè, 1987; Mario Casella, Cattolici e Costituente . Orientamenti e iniziative del cattolicesimo organizzato 1945-1947, Perugia, Esi, 1987; Giuliana Limiti, La scuola nella Costituzione, in Studi per il ventesimo anniversario dell’Assemblea Costituente, v. III, Firenze, Le Monnier, 1969; Vezio Cri- safulli, La scuola nella Costituzione, in «Rivista Trimestrale di diritto pubblico», 1956, pp. 85 ss.

38 Cfr. P. Bellini, La Chiesa e la politica, cit., pp. 15 ss., secondo cui per decenni, almeno

fino al 1968, l’azione politica dei governi «s’è mostrata appiattita su posizioni di indubitato gradimento della gerarchia ecclesiastica».

39 Solo per alcune tendenze culturali che si registrano nel nostro Paese, cfr. Stephen

Gundle, Marco Guani, L’americanizzazione del quotidiano . Televisione e consumismo nell’Italia degli anni cinquanta, Bologna, il Mulino, 1986. Cfr., altresì, Pietro Scoppola, Le trasforma- zioni culturali e l’irrompere dell’«american way of life», in Chiesa e progetto educativo…, cit., pp. 476 ss. L’A., attribuisce all’anticapitalismo «ideologico e acritico» della sinistra e di alcuni ambienti cattolici la causa dell’affermarsi nel nostro Paese dello «spontaneismo selvaggio» dell’economia. I cattolici sarebbero mancati, insomma alla «funzione di orientamento e di guida dello sviluppo».

Ed è nel segno del “regime di cristianità” che anche la Corte costituzionale, dal suo insediarsi40, nelle questioni in materia di libertà religiosa di cui è investi-

ta, opta per offrire all’art. 7 Cost. e al Concordato una copertura costituzionale, che lascia impregiudicati i privilegi della Chiesa cattolica e mantiene le Chiese minoritarie sottoposte alla legge sui culti ammessi del 1929, sebbene con qualche riconoscimento che si ebbe in coincidenza con il declino dei governi centristi e attraverso alcune sentenze della stessa Corte tra il 1957 e il 195941.

Richiamiamo solo due circostanze: il caso di Ernesto Buonaiuti, cui non fu consentito il ritorno alla cattedra romana di storia del cristianesimo, sebbene l’art. 5 del Concordato del Laterano non potesse agire retroattivamente42, e la

censura esercitata nei confronti di uno spettacolo a Roma43. Tale atteggiamento

repressivo verso le forme ed espressioni artistiche verrà esercitato a lungo, e, tal- volta, pure in maniera non richiesta o non approvata dalle stesse autorità ecclesia- stiche: come nel caso del testo di Guccini, Dio è morto, censurato in Rai, perché ritenuto blasfemo, ma trasmesso da Radio Vaticana, in quanto brano profonda- mente spirituale44.

Il primo fattore di discontinuità in questo arco di tempo è dato dai cam- biamenti che si registrano nella Chiesa cattolica e nella società con l’elezione di Giovanni XXIII. La sua enciclica Pacem in terris45, apre al disgelo nei rapporti

40 La Corte costituzionale si insedia solo nel 1955, a seguito della legge costituzionale n. 1

del 1953 e della legge ordinaria n. 87 del 1953. Tenne la sua prima udienza nel 1956. Cfr. Ga- etano Silvestri, Le garanzie della Repubblica, Torino, Giappichelli, 2009, in ispecie pp. 89-95. Cfr., altresì, Giovanni Bisogni, Per una genealogia teorica della Corte Costituzionale, in Rigore e curiosità, cit., pp. 1 ss.

41 Cfr. Francesco Finocchiaro, Diritto ecclesiastico, VIII ed., Bologna, Zanichelli, 2000,

pp. 56 ss. Cfr. S. Domianello, Giurisprudenza costituzionale e fattore religioso . Le pronunzie del- la Corte Costituzionale in materia ecclesiastica (1957-1986), cit. Sull’ineleggibilità dei sacerdoti apostati, v. sentenza n. 52 del 1962: Ibid ., pp. 493 ss., con ampi riferimenti bibliografici. In materia penale, la sentenza n. 125 del 1957: Ibid ., pp. 635 ss. Cfr., altresì, A. Albisetti, Giuri- sprudenza costituzionale e diritto ecclesiastico, cit.

42 Cfr. F. Finocchiaro, Diritto ecclesiastico, cit., p. 53. Sul rapporto tra Buonaiuti e Jemolo, cfr.

Carlo Fantappiè, Arturo Carlo Jemolo e il modernismo, in Il Diritto ecclesiastico, 1999, 1, pp. 83 ss.

43 Ci si riferisce al divieto di rappresentare a Roma l’opera teatrale Il Vicario, del dram-

maturgo tedesco Hochhuth, perché ritenuta in contrasto con il carattere sacro di Roma. L’episodio è richiamato da F. Finocchiaro, Diritto ecclesiastico, cit., p. 57.

44 L’episodio è ricostruito da Ezio Guaitamacchi, Mille canzoni che ci hanno cambiato la

vita, Milano, Rizzoli, 2009. Una lettura della poetica di Guccini e della sua ricerca spirituale, è proposta da Claudio Zonta, Francesco Guccini . Canto notturno di un errante, in «Civiltà Cattolica», 2019, 1, pp. 439-452.

45 Giovanni XXIII, La Lettera Enciclica Pacem in terris, Roma, 11 aprile 1963, in http://

internazionali tra le due super-potenze, scongiura il ricorso alla guerra come so- luzione alle controversie internazionali e sul piano interno favorisce una nuova fase politica, che vedrà la collaborazione tra la DC e il Partito socialista per attraversare lo sviluppo industriale e la crescita e modernizzazione del Paese46. Il

primo governo di centro-sinistra è guidato nel 1963 da Moro, e l’ultimo nel 1978, in coincidenza con l’uccisione dello statista, vittima sacrificale del terrorismo, con la complicità di apparati dello Stato e del suo stesso partito47.

Giovanni XXIII è il papa di transizione che aveva annunciato, con sorpresa generale, l’indizione del Concilio Vaticano II48 e la stagione della primavera nella

Chiesa e nel suo rapporto con la contemporaneità.

La Costituzione conciliare Gaudium et Spes, promulgata da Paolo VI49, infat-

ti, apre a rapporti di collaborazione tra la Chiesa e la comunità politica, ispirati a principi di cooperazione e libertà. Un dialogo ecumenico ed interreligioso viene da allora auspicato e la Chiesa del post-concilio riconosce gli ebrei in un rapporto di fratellanza nella fede50.

I cambiamenti si registrano anche nella Chiesa e nella società italiana: testi- moni di questo nuovo clima, le esperienze delle comunità di base51, sparse nelle

Chiese locali, e, tra i tanti testimoni di questa fioritura di esperienze, vogliamo ricordare Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, Primo Mazzolari. Tutti, solo di re-

46 Cfr. A. Melloni, Tre fasi nel rapporto fra Chiesa, episcopato, politica, cit., pp. 1059 ss., che

indica il periodo che va dall’avvio del centrosinistra e fino al 1978, che ne segna la fine, coin- cidente con la morte di Aldo Moro, come il «secondo tempo». Sulla funzione di contrasto esercitata dalla gerarchia ecclesiastica nei confronti dei primi governi del centro sinistra, cfr. Giuseppe Tamburrano, Storia e cronaca del centro sinistra, Milano, Feltrinelli, 1973.

47 Cfr. Arturo Carlo Jemolo, Questa Repubblica . Dalla contestazione all’assassinio di Aldo

Moro, Firenze, Le Monnier, 1978.

48 Giovanni XXIII, Lettera Enciclica Mater et Magistra Roma, 15 maggio 1961, in http://

w2 .vatican .va/content/john-xxiii/it/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_15051961_mater .html.

49 Paolo VI, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et

spes, Roma, 7 dicembre 1965, in http://www .vatican .va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/ documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it .html.

50 Vedi i Decreti sull’ecumenismo (Unitatis redintegratio), sulle Chiese orientali (Orien-

talium Ecclesiarum), sull’attività missionaia (Ad gentes); nonché le Dichiarazioni sui rapporti con i non cristiani (Nostra aetate) e sulla libertà religiosa (Dignitatis Humanae). L’apertura all’ecumenismo e al dialogo interreligioso è presente anche nelle Costituzioni conciliari: la Costituzione dogmatica De Ecclesia (Lumen gentium), sui rapporti tra Scrittura e Tradizione De Divina Revelatione (o Dei Verbum), sui rapporti della Chiesa con il mondo contempora- neo De Ecclesia in mundo huius temporis (o Gaudium et Spes). Tutti sono consultabili in www . vatican .va.

51 Cfr. La comunità dell’isolotto: 1968-2018 . Il “noi” che si fa storia, in «Adista», 2018, 36:

cente e per iniziativa di papa Francesco, sono stati riconosciuti profeti autentici per la Chiesa di oggi e, in buona parte, osteggiati ed emarginati dalla Chiesa e dalla società del tempo52.

L’impulso del Concilio produce effetti nella vita dei fedeli, in un approccio nuovo che essi hanno con la politica attiva, attraverso i vari gruppi dell’associa- zionismo cattolico che ritengono superato il collateralismo con il partito cattoli- co: singoli e gruppi di cattolici scelgono di stare anche in formazioni di sinistra, fino ad indicare l’«opzione per il socialismo»53.

Il Concilio favorisce, almeno sul piano culturale, la nascita dei movimenti giovanili e pacifisti; la contestazione al modello patriarcale anima le lotte per l’emancipazione femminile.

Nella pratica quotidiana, molti cattolici non seguono più gli indirizzi del Ma- gistero, quelli che Paolo VI54, successore di Giovanni XXIII, ha voluto introdurre

con l’Enciclica Humanae vitae55: in tema di sessualità e nelle relazioni di coppia

non ci si riconosce più, infatti, nei divieti e nella morale cattolica che viene rite- nuta sessuofobica.

Le spinte e gli ideali all’egualitarismo e all’internazionalismo, pur favoriti, essi stessi, dal Magistero, con l’enciclica Populorum progressio56, spingono i giovani

52 I resoconti dei discorsi del papa Francesco sulla tomba di don Milani e don Mazzola-

ri, possono leggersi su www .avvenire .it. Tra i tanti commenti, si v. Bruno Bignami, Un «ma- gistero dei parroci?» . Una rilettura di don Primo Mazzolari, in «Rivista del clero italiano», 2017, 9, pp. 35 ss.; e sul ruolo, ancora attuale di Lorenzo Milani, si veda il documento della Conferenza Episcopale Toscana, La forza della Parola . Lettera su comunicazione e formazione a 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani, Bologna, EDB, 2018. Cfr. su Ernesto Balducci, L’uomo planetario . A vent’anni dalla scomparsa di P . Ernesto Balducci, Atti del Convegno del 10 maggio 2012, Roma, 2012, con contributi di Vannino Chiti, Rosy Bindi, Antonino Mantineo e altri.

53 Tra le tante esperienze, si ricorda, anche solo per ragioni affettive e personali, Ettore

Masina, Il prevalente passato . Un’autobiografia in cammino, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000; Giulio Girardi, Marxismo e cristianesimo, Assisi, Cittadella, 1966; Raniero La Valle, Quel nostro Novecento . Costituzione, Concilio e sessantotto: le tre rivoluzioni interrotte, Milano, Ponte delle Grazie, 2011.

54 Cfr. Carlo Cardia, Paolo VI il più grande papa riformatore della modernità, in «Stato,

Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www .statochiese .it), 2017, 42.

55 Paolo VI, Lettera Enciclica Humanae Vitae, Roma, 25 luglio 1968, in http://w2 .vatican .

va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae .html.

56 Paolo VI Lettera Enciclica Populorum Progressio, Roma, 3 dicembre 1987, in http://

w2 .vatican .va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_26031967_populorum .html. In essa si individua nel capitalismo e nel colonialismo la causa della povertà di molti Paesi. Il capitalismo viene condannato, come offensivo della dignità umana: si v. i nn. 4, 5, 9, 15, 18, 19, 21, 26, 28 e 42.

verso un mondo senza barriere, in cui la cooperazione internazionale, gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, la lotta per la fine del colonialismo, la fine della guerra in Vietnam, concorrono a cambiare la società italiana57.

3. Le riforme nel diritto, nella società e il profilarsi della laicità “all’i-

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