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Dati economici e indicatori occupazionali

4.4 La mappa sociale di Messina attraverso i dati socio-demografici ed economici

4.4.4 Dati economici e indicatori occupazionali

Un recente rapporto sull’economia della provincia di Messina99 ci fornisce indicazioni importanti sulle tendenze e sui fenomeni socio-economici che interessano oggi la città dello Stretto, con riflessi su tutta la sua area metropolitana. I curatori del rapporto mettono in evidenza le difficoltà che si riscontrano nel descrivere la struttura economica di Messina per una serie di ragioni, tra cui: la componente, relativamente alta, dell’economia invisibile (il dato Istat 2003 attesterebbe, per Messina, una quota di lavoro irregolare che va dal 24 al 29%, contro il 23% del Mezzogiorno ed il 13% italiano); l’alto sovraindebitamento delle famiglie che sostengono livelli di spesa e di consumi non coincidenti con il livello del valore aggiunto (ad un reddito disponibile pro-capite pari a 11mila euro corrisponde un consumo pro-capite pari a 12mila euro); l’alta quantità di depositi e le rendite collegate all’edilizia che deprimono l’economia reale. Secondo tale rapporto, l’economia

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Parliamo del Terzo Rapporto sull’economia della provincia di Messina, relativo al 2006, curato dal DESMAS - Dipartimento di Economia, Statistica, Matematica e Sociologia dell’Università di Messina.

nel suo complesso, sembra avviarsi verso un processo di impoverimento del ceto medio impiegatizio e verso una scomposizione dell’area urbana che tende a produrre ghettizzazione e vaste aree di disagio. Questi processi critici sono rafforzati dalla presenza di alcuni circoli viziosi, così individuati: 1) la “mancanza di regia”, ossia l’assenza di una visione di insieme e di una programmazione dell’economia urbana di Messina; 2) il “doppio reddito” – il primo a tempo indeterminato e il secondo precario o a tempo definito – che spinge verso indebitamenti difficili da sostenere e favorisce fenomeni di usura; 3) la scarsa “qualità della vita”, come risulta anche dalle indagini nazionali del “Sole 24 ore”, che è molto avvertita e lamentata dai cittadini messinesi e che finisce spesso con il legittimare comportamenti non virtuosi, che abbassano ulteriormente la qualità stessa della vita; 4) la crisi della “politica”, la cui depressione produce un indebolimento dello spirito civico e della disponibilità verso attività di tipo politico o collettivo).

È necessario a questo punto integrare l’analisi proposta dal rapporto con alcuni dati economici, che ci illustrano la situazione economica e sociale esistente a Messina in una prospettiva diacronica.

Ripercorrendo la storia della città, abbiamo già avuto modo di osservare la metamorfosi che la società messinese ha vissuto lungo il XX secolo (Musolino, Perna, 2007). Tale cambiamento ha assunto, in realtà, le caratteristiche di una decadenza delle attività produttive e di una trasformazione del tessuto sociale ed economico urbano, che ha condotto verso una progressiva terziarizzazione della città dello Stretto. Questa tendenza è facilmente osservabile se guardiamo alla distribuzione della popolazione attiva per attività economiche nell’arco temporale che va dal 1951 al 2001. In particolare, dal 1971 al 2001 la Pubblica Amministrazione cresce di 19.074 unità, con un incremento del 150%, facendo passare i suoi addetti dal 18,3% al 44% del totale degli occupati. Come osservato in precedenza, questo radicale cambiamento sul piano occupazionale segue il mutamento della politica locale, che governa la città basando le sue attività sulla gestione di flussi di denaro pubblico. Chi controlla questo flusso – che passa attraverso il Comune, la Provincia, gli uffici regionali, il Policlinico e tutte le amministrazioni pubbliche – controlla la città. La crescita della PA, tra l’altro, alimenta una domanda sociale sempre maggiore di assunzioni nel pubblico impiego, una domanda diretta alla classe politica, la quale riesce ad avere tanto più consenso quanto maggiore è il numero di “posti” nel pubblico (stabile o precario) che è in grado di distribuire. L’incremento degli addetti nella PA corrisponde ad un decremento abbastanza forte degli addetti negli altri settori produttivi. Anche un settore importante per l’economia locale come quello delle costruzioni subisce una riduzione progressiva del numero di occupati, ma questo soprattutto per le nuove tecnologie applicate all’edilizia.

Tutto ciò produce, senza alcun dubbio, un mutamento sostanziale della struttura sociale della città. Nel periodo 1951-1981 si riduce fortemente il numero di lavoratori dipendenti (operai) occupati nel settore privato (edilizia, piccola impresa manifatturiera, commercio all’ingrosso). Aumenta, di contro, il numero degli impiegati, assorbiti soprattutto dalla PA. Cresce leggermente, inoltre, la categoria dei liberi professionisti e diminuisce quella dei “lavoratori in proprio” (soprattutto artigiani e contadini dell’hinterland comunale). Tali mutamenti mostrano un processo di mobilità sociale ascendente, che continua ancora per tutti gli anni Ottanta.

Graf. 4.8 Distribuzione della popolazione attiva per attività economica, Messina 1951-2001

0% 20% 40% 60% 80% 100% 1951 1961 1971 1981 1991 2001 anni di censimento

Distribuzione della popolazione attiva, Messina 1951-2001

Pubblica amministrazione Credito e assicurazioni Commercio e servizi Comunicazioni e trasporti

Energia elettrica, gas e acqua

Costruzioni e impianti Industrie estrattive e manifatturiere Agricoltura

Fonte: nostra elaborazione dati Istat

Negli anni Novanta100 poi, a causa della crisi dell’edilizia da un lato, e della saturazione dell’impiego pubblico dall’altro, la situazione economica si blocca, innescando, a volte, un processo di mobilità sociale verso il basso. I figli del ceto medio impiegatizio lasciano la città ed emigrano verso il Nord, oppure tentano di avviarsi alla libera professione (i liberi professionisti aumentano del 3-4% negli ultimi due decenni). I figli della classe operaia edile, invece, conoscono un netto peggioramento delle condizioni di vita rispetto ai loro padri e vanno ad alimentare il mercato del lavoro precario, irregolare, quando non illegale o peggio.

Così, anche se non abbiamo dati precisi, la crisi del settore privato e le tendenze emerse dai censimenti precedenti lasciano intendere che il 78,9% di occupati che nel 2001 “dipendente o in

100

Purtroppo, se guardiamo alla distribuzione degli occupati per posizione professionale nel 2001 dobbiamo rilevare la scelta dell’Istat di accorpare le due voci “dirigenti e impiegati” e “lavoratori dipendenti”, utilizzate nei questionari del censimento fino al 1981 e di utilizzare, al loro posto, un’unica voce denominata “lavoratori dipendenti o in altra posizione subordinata”. In questa voce rientrano, inoltre, anche i “quadri”, precedentemente conteggiati insieme a “imprenditori e liberi professionisti”. Oltre a non consentire una comparazione dei dati tra i diversi anni di censimento, questa scelta comporta una difficoltà ad individuare, dal 1991 in poi, quanti lavoratori dipendenti sono operai e quanti sono “dirigenti” o “direttivi, quadri, impiegati”.

altra posizione subordinata” è costituito solo in piccola parte da lavoratori operai. Verso questa lettura del dato spingono anche le più recenti riduzioni del personale di alcune importanti realtà economiche di Messina – la “SMEB cantieri navali S.p.a.” e l’Arsenale Militare Marittimo101 .

Graf. 4.9 Occupati per posizione nella professione, Messina 1951-1981

3,4 2,4 2,3 4,0 18,2 22,2 32,5 42,9 16,0 12,4 12,8 9,9 58,2 61,0 50,9 42,0 4,2 2,0 1,5 1,2 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 1951 1961 1971 1981 Imprenditori, liberi professionisti, quadri superiori Dirigenti e impiegati Lavoratori in proprio Lavoratori dipendenti Coadiuvanti

Fonte: nostra elaborazione dati Istat

Graf. 4.10 Occupati per posizione nella professione (1991-2001)

7,011,8 8,011,2 0,51,2 0,81,1 79,5 78,9 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 1991 2001 Imprenditori, liberi professionisti Lavoratori in proprio Soci di cooperativa Coadiuvanti familiari Dipendenti o in altra posizione subordinata Fonte: nostra elaborazione dati Istat

Gli indicatori occupazioni ci danno ulteriori informazioni sull’attuale situazione socio-economica messinese. Il tasso di occupazione102 della popolazione di Messina nel 2001 è del 33,6%, leggermente più elevato rispetto al dato regionale e insulare, poco più basso del dato provinciale e dell’Italia meridionale, considerevolmente minore rispetto al dato nazionale (33,6 contro 42,9). Tendenzialmente simili a queste sono le differenze tra i dati di Messina e quelli degli altri ambiti territoriali analizzati per quanto riguarda i tassi di attività e di disoccupazione103: il comune di

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Nel 2000, la zona falcata del porto di Messina sede dei cantieri navali SMEB e dell’Arsenale Militare Marittimo (stabilimento in cui si svolgono attività di manutenzione, riparazione e modifiche sulle navi militari e mercantili), è interessata da irritanti miasmi, mix di gas, zolfo e deiezioni solide e liquide. Nel 2001 la Magistratura dispone il sequestro dell’area e successivamente constata la responsabilità delle dirigenze della SMEB per danno ambientale. A causa della crisi aziendale, nel frattempo, molti lavoratori della società cantieristica vengono messi in cassa integrazione.

102

Il tasso di occupazione è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più occupata e al denominatore il totale della popolazione della stessa classe di età.

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Il tasso di attività è il rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più appartenente alle forze lavoro e al denominatore il totale della popolazione della stessa classe di età. Il

Messina, cioè, presenta, rispetto a questi due indicatori, valori simili a quelli provinciali, regionali, insulari e meridionali, mentre ancora una volta molto differenti rispetto ai dati nazionali.

Graf. 4.11 Tassi di attività, occupazione, disoccupazione e disoccupazione giovanile (2001)

44,4 44,5 42,9 44,0 44,0 48,6 33,6 34,3 31,5 32,9 34,2 42,9 24,4 22,9 26,5 25,2 22,3 11,6 66,2 59,5 62,9 60,6 55,7 33,3 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 Tasso di attiv ità Tasso di occupazione Tasso di disoccupazion e Tasso di disoccupazion e giov anile

Fonte: nostra elaborazione dati Istat

Ciò che risalta, invece, è il valore che assume il tasso di disoccupazione giovanile nella città di Messina rispetto a tutti gli altri livelli territoriali. Esso infatti, non solo è quasi il doppio rispetto al dato nazionale, ma è anche il più alto rispetto ai tassi di disoccupazione giovanile che si registrano nella provincia, nella regione siciliana, nell’Italia insulare e nell’Italia meridionale.

Graf. 4.12 Indicatori occupazionali divisi per genere, Messina, 2001

57,2 45,6 20,3 60,0 33,0 22,9 30,7 74,4 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

Tasso di attiv ità Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di disoccupazione giov anile

Maschi Femmine

Fonte: nostra elaborazione dati Istat.

tasso di disoccupazione è, invece, il rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni

e più in cerca di occupazione e al denominatore le forze di lavoro della stessa classe di età. Ricordiamo che le forze lavoro sono composte da occupati e persone in cerca di occupazione, mentre le non forze

lavoro sono: minori di 14 anni; ritirati dal lavoro (non necessariamente pensionati); inabili; soldati di

leva; chiunque non desideri lavorare o ha rinunciato alla ricerca di un posto di lavoro.

Questa informazione ci conferma che sono le giovani generazioni ad essere maggiormente colpite dall’ immobilità dell’economia messinese, e le più soggette a processi di precarizzazione del lavoro che le spingono ad accettare occupazioni “invisibili” ed irregolari.

Oltre ai giovani, sono anche le donne a soffrire in maniera particolarmente intensa della mancanza di occupazione: il tasso di disoccupazione femminile è infatti del 10% più elevato di quello maschile (30,7% contro 20,3%). Lo scarto sale poi al 14,4% quando consideriamo il tasso di disoccupazione giovanile (74,4% contro 60%), dimostrando che sono le giovani donne ad essere più penalizzate dalla situazione di stallo dell’occupazione a Messina.

Notiamo, infine, che la situazione del comune di Messina con riguardo agli indicatori occupazionali è disomogenea anche rispetto alla distribuzione territoriale interna. I dati mostrano, infatti, che sono ancora le due circoscrizioni del centro storico (VII e VIII), a cui si aggiunge questa volta anche la circoscrizione X (San Salvatore dei Greci), ad essere maggiormente favorite dal punto di vista occupazionale, con tassi di disoccupazione più bassi e tassi di occupazione più alti rispetto alle altre circoscrizioni della città. Tassi di disoccupazione molto elevati si registrano invece nella zona Sud di Messina, confermando i dati che vedono questa parte di territorio caratterizzata da una vasta area di disagio sociale.

Graf. 4.13 Tassi di occupazione e di disoccupazione per circoscrizioni comunali, Messina, 2001

Tasso di occupazione e di disoccupazione per circoscrizioni - Messina, 2001

28,0 33,1 31,5 30,5 28,0 32,9 37,5 38,5 32,3 39,9 35,8 29,1 30,6 30,8 33,6 23,2 21,8 26,8 32,0 33,6 27,5 18,3 15,4 27,5 16,0 20,4 24,3 23,4 28,1 24,4 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV città

Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

Fonte: Nostra elaborazione dati Istat

Nel concludere l’analisi di questi dati (relativi ad aspetti demografici, familiari e legati all’istruzione e all’occupazione) emerge come e quanto Messina sia profondamente cambiata e stia ancora cambiando nelle relazioni primarie, nel modo di “fare famiglia” e di vivere in famiglia, nei livelli di scolarizzazione e nel mondo del lavoro, modificando i sistemi di disuguaglianza e di stratificazione sociale e generando nuovi bisogni, nuove domande, nuove aspettative, nuovi modelli di condotta, che producono a loro volta vicinanza e distanza e che interrogano la capacità della politica di regolare tale mutamento.

CAPITOLO 5

GLI UPPER E I LOWER DELLA CITTA’ DI MESSINA

Come documentato da un’ampia letteratura, le trasformazioni delle società contemporanee hanno investito tutti gli ambiti della vita sociale, da quello lavorativo ed economico a quello culturale e dei consumi, dallo spazio delle reti sociali private a quello delle esperienze collettive, dal legame con il territorio al rapporto con le istituzioni e con la politica. Di fronte a cambiamenti di tale portata non tutti i gruppi sociali reagiscono allo stesso modo. Se, da un lato le tendenze all’omogeneizzazione spingono verso la riduzione di alcune distanze oggettive o verso la ricomposizione delle stesse intorno a variabili non più esclusivamente economiche, dall’altro l’accentuarsi del processo di individualizzazione comporta una ulteriore differenziazione delle distanze soggettive e psicologiche e un loro peso accresciuto nella definizione della distanza sociale complessiva tra i diversi individui e gruppi della società.

Nel quadro della nostra ricerca è interessante comprendere come si configurano e si manifestano, nella città di Messina, le distanze sociali – oggettive e soggettive – tra coloro che si collocano alle estremità della scala sociale, ossia tra quelle fasce della popolazione con caratteristiche economiche, culturali e sociali medio-alte (definite d’ora in poi come upper), e quelle fasce della popolazione che hanno invece una posizione economica, culturale e sociale svantaggiata (lower).

In questo capitolo riportiamo una parte di risultati dell'indagine quantitativa compiuta su un campione di popolazione costituito da individui residenti in un quartiere upper (centro storico) e in un quartiere lower (quartiere Giostra-Villa Lina) di Messina che sono stati scelti secondo criteri comuni individuati dalla ricerca nazionale su “la distanza sociale in alcune aree urbane in Italia” ed a cui è stato somministrato un questionario. Per la lettura dei dati ci avvaliamo anche di quanto emerso dall’indagine qualitativa che ha preceduto e seguito la somministrazione dei questionari, ovvero delle interviste a soggetti upper o lower di Messina e a testimoni privilegiati della realtà sociale messinese e dei quartieri selezionati dalla ricerca.