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Distribuzione della potenza e differenziazione sociale e strutturale

2.3 Formazione del centro, formazione delle distanze: dalla comunità politica allo Stato

2.3.1 Distribuzione della potenza e differenziazione sociale e strutturale

Per Weber la distribuzione della potenza all’interno della comunità – che segna l’avvento dello Stato moderno – genera, insieme agli altri fenomeni della modernizzazione, un processo di differenziazione sociale e strutturale e di stratificazione. Questi processi sono fonti di distanza sociale e contribuiscono a plasmare le diverse configurazioni della distanza nella sfera politica. Al passaggio da società indifferenziate a società differenziate, ossia al processo di distribuzione della potenza in una comunità cui sopra abbiamo accennato, Weber fa risalire la nascita di tre elementi che vanno a incidere nella costruzione delle differenze sociali: le classi, i ceti ed i partiti. Di questo particolare processo parleremo nel prossimo capitolo, con riferimento all’analisi delle teorie sociologiche sul rapporto tra distanza sociale e attori politici. Per il momento, ci interessa sottolineare che oltre alla differenziazione della vita sociale nei tre ordinamenti e alla costituzione di classi, ceti e partiti, con la nascita del mondo moderno si avvia anche la tendenza alla specializzazione dei saperi, delle funzioni e delle strutture, che creano incessantemente nuove articolazioni della realtà sociale, nuove istituzioni e nuove forme di potere. Si parla in tal caso di differenziazione strutturale.

Come rilevato da Eisenstadt (1990), le prospettive classiche32 degli studi sulla modernizzazione mostrano come, a partire dai processi di mobilitazione sociale, ossia di mutamenti sostanziali da vecchi a nuovi modi di vita33, e a seconda dell’impatto che tali processi hanno nei diversi contesti, si generano problemi o “crisi”34 a cui devono far fronte delle strutture organizzative ad hoc. Si stabilisce, dunque, uno stretto rapporto tra lo stadio della mobilitazione sociale, le domande che essa crea e le strutture specializzate preposte ad affrontare tali questioni, cosicché il processo di modernizzazione genera una moltiplicazione di funzioni, apparati e strutture organizzative specializzate.

32 Gli studi sul processo di modernizzazione si distinguono generalmente in due ondate successive. La

prima ondata, quella degli “studi classici”, si afferma negli anni Cinquanta e Sessanta del XX sec. La seconda ondata, quella dei c.d. “studi critici”, prende avvio sul finire degli anni Sessanta dello stesso secolo. Per approfondimenti sui contenuti dei due filoni di analisi si veda Martinelli, (1998).

33 L’elaborazione del concetto di mobilitazione sociale si deve a Deutsch (1970). Questi afferma che le

trasformazioni sociali della modernità sono misurabili attraverso degli indicatori socio-demografici quali il reddito pro-capite, il grado di urbanizzazione, l’alfabetizzazione, la diffusione di macchinari, tecnologia, beni di consumo e mass-media, ecc. (Deutsch, 1970)

34 Rokkan (1982) ha individuato una sequenza di soglie critiche o crisi dello sviluppo politico: una crisi di

identità, riguardante il problema di trovare un senso di identità comune nazionale; una crisi di legittimità,

che riguarda la necessità di trovare un accordo sulla fonte di legittimazione dell’autorità e sulle responsabilità del governo; una crisi di penetrazione, centrata sui problemi dell’amministrazione pubblica che dal centro deve diffondersi nelle periferie; una crisi di partecipazione, che si manifesta quando l’emergere di nuovi bisogni e l’aggregarsi di nuove domande creano una pressione per l’ingresso di nuovi partecipanti nel processo politico (questa crisi in genere evolve verso la democratizzazione); una crisi di

integrazione che riguarda la necessità di tenere insieme le diverse parti del sistema politico; una crisi di distribuzione, centrata sul trasferimento di ricchezza e la distribuzione di risorse dai gruppi più abbienti a

Questa dinamica della differenziazione strutturale si palesa anche all’interno dello spazio politico. È facile osservare, infatti, come nel lento processo di costruzione dello Stato, si verifica un passaggio da sistemi di dominio che, per struttura istituzionale e apparati amministrativi, sono estremamente concentrati, a sistemi politici fortemente differenziati. L’elemento istituzionale che accomuna tutti i sistemi di dominio della storia umana è il “governo”, a cui, nel corso del processo di sviluppo politico moderno si aggiungono, moltiplicandosi, altri apparati e istituzioni (il parlamento, le diverse appendici dell’amministrazione burocratica, le associazioni e i partiti politici, ecc.)35.

La differenziazione strutturale nella sfera dell’ordinamento politico avviene come effetto di due principali processi reciprocamente interrelati. Il primo processo, che muove dall’alto verso il basso, è quello della burocratizzazione, e vede una penetrazione dello Stato e dei suoi apparati nell'intera società e uno sviluppo delle sue capacità estrattive, regolative e di governo. Il secondo processo, che muove invece dal basso verso l’alto, è quello della democratizzazione, che implica il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, lo sviluppo di forme istituzionali per l’inclusione attiva dei cittadini (singoli o in gruppi e associazioni) nei processi politici, l’allargamento della rappresentanza e la possibilità di accesso delle opposizioni alle cariche di governo36.

Quindi, possiamo affermare che la necessità dello Stato di penetrare attraverso i suoi organismi ed apparati in tutto il territorio nazionale e di ottenere consenso e legittimazione dalla popolazione e, contemporaneamente, l’emergere di nuovi bisogni e le domande di allargamento delle basi della partecipazione e della rappresentanza politica agiscono in maniera convergente verso la differenziazione strutturale della politica, ossia verso la creazione di nuove strutture organizzative ed organismi politici preposti a rispondere alle nuove sfide del sistema politico e della società moderna.

35 Nelle teorie politiche e sociali sono soprattutto gli approcci sistemici ad analizzare la politica in termini di sistema composto da più parti interrelate tra loro e interagenti con l’ambiente circostante. Senza voler entrare nell’ambito di questa specifica teoria e delle critiche ad essa rivolte (Urbani, 1989), sia rilevato ai nostri fini la presenza nei contesti politici moderni di una pluralità di elementi istituzionali e apparati che agiscono sulla distanza dalla politica.

36 Ancora Rokkan (1982) ci offre una sequenza di soglie istituzionali che ogni sistema politico deve

superare per poter diventare un regime democratico. Si tratta delle soglie di legittimazione,

incorporazione, rappresentanza e dell’esecutivo. Lo stesso autore, in uno studio con Lipset (Lipset,

Rokkan, 1967) analizza i processi di variazione e articolazione delle basi sociali del conflitto politico elaborando la famosa tipologia delle fratture socio-politiche (cleavages) attorno alle quali si sono formati i sistemi di partito europei. Ricordiamo che queste fratture sono generate dalle due maggiori rivoluzioni del processo di modernizzazione: la rivoluzione nazionale alla quale sono collegate le fratture centro/periferia e Stato/Chiesa, e la rivoluzione industriale, alla quale si collegano le fratture città/campagna e lavoro/capitale.

Questa differenziazione strutturale che connota la modernità produce effetti significativi anche sulla distanza sociale nella sfera politica, comportando una moltiplicazione ed una specializzazione dei produttori di distanza/vicinanza.

Può capitare, ad esempio, che a parità di titolarità nel diritto e nelle condizioni di accesso, alcuni gruppi di cittadini siano distanti da talune e vicini ad altre istituzioni politiche, oppure che utilizzino alcuni piuttosto che altri canali di integrazione nel sistema politico. Può capitare altresì che vi siano fasce della popolazione che sono in generale distanti dagli apparati e dalle istituzioni del sistema politico, e che non utilizzano nessun canale istituzionale per prender parte al processi politico e alle decisioni del sistema. Quest’ultima condizione può dare luogo a situazioni estreme di estraneazione dalla politica, in cui la distanza dalla politica raggiunge livelli molto elevati. Ci sembra, inoltre, di poter affermare che la differenziazione strutturale contribuisca a rendere la distanza dalla politica più mutevole: ogni cambiamento in ciascuno delle strutture del sistema politico, infatti, induce un mutamento nei rapporti di distanza con le altre strutture. Esempio recente di quanto appena detto è la crisi del sistema dei partiti in Italia, che ha favorito una generale e trasversale disaffezione dalla politica.