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La distanza come manipolazione: l’ambivalenza del clientelismo

Una forma particolare e ambivalente di distanza che si rileva all’interno della fenomenologia sociale e politica, che attinge sia ai caratteri strutturali che agli aspetti psicologici e relazionali della categoria studiata, ci sembra possa essere individuata nel clientelismo.

La clientela è una relazione sociale nella quale i soggetti – patrono e cliente – hanno ruoli e posizioni sociali differenti e scambiano tra di loro favori e servigi di varia natura (Fantozzi, 1993). In particolare, nel clientelismo politico il patrono e il cliente utilizzano beni pubblici per uno scambio che ha natura privatistica e personalistica.

L’ambivalenza del clientelismo letta in termini di distanza/vicinanza sociale si esplicita a partire da alcune caratteristiche fondamentali delle relazioni patrono-cliente. Queste ultime, infatti, si fondano su un elemento di distanza sociale strutturale: la forte disuguaglianza e asimmetria di potere tra patroni e clienti. La componente centrale di questa distanza è il monopolio, detenuto dai patroni, delle posizioni cruciali nei centri del potere della società. Allo stesso tempo, però, le relazioni clientelari sono caratterizzate da una componente di solidarietà, espressa molte volte in termini di fedeltà e devozione reciproche. Tale solidarietà, che riflette una forma di vicinanza sociale, può essere molto forte, come nei rapporti clientelari più tradizionali che caratterizzano la forma classica di patronage descritta dalla letteratura antropologica, oppure piuttosto debole – seppur non del tutto assente – come nei legami che si stabiliscono negli apparati politici contemporanei. Il paradosso e l’ambivalenza della distanza nel clientelismo sembra allora evidente: per suo tramite si stabiliscono relazioni che creano vicinanza soggettiva pur fondandosi su una distanza oggettiva. Il punto cruciale delle relazioni patrono-cliente è la regolazione dello scambio e del flusso di risorse tra attori sociali (individuali e istituzionali) che hanno patrimoni, status e ruoli sociali diversi – elemento della distanza – ma che sono collegati dall’essere parte di gruppi di azione caratterizzati dalla cooperazione – elemento della vicinanza.

Questo che definiamo “elemento della vicinanza” è mobile: nel caso del clientelismo tipico del notabilato agrario, nel Mezzogiorno ottocentesco, la vicinanza era per lo più legata a forme di protezione con componenti “affettive” o a forme di parentela simbolica, come il comparaggio politico (Piselli, 1981); viceversa, nel caso del clientelismo politico tipico del Mezzogiorno contemporaneo la vicinanza è legata a una crescita della dimensione orizzontale nella relazione patrono-cliente. In tale relazione, infatti, resta senz’altro evidente e considerevole la sproporzione

tra le risorse disponibili da parte dei due soggetti, eppure ora il cliente – tramite il voto – detiene la risorsa indispensabile per la conquista e la riproduzione del potere politico. Alcune evoluzioni più recenti delle relazioni clientelari segnalano, poi, nuove combinazioni tra distanza e vicinanza, verticalità ed orizzontalità, in particolare in quelle che sono state definite “clientela di rete” e “clientela categoriale” (Fantozzi, 1997). Nella prima, il patrono stabilisce relazioni di appartenenza e fiducia con i detentori di ruoli strategici all’interno di organizzazioni sociali, politiche, economiche, religiose, ecc, assicurando il sostegno di carriere, commesse pubbliche, decisioni politiche a favore del cliente, e in cambio di servizi legati al ruolo del cliente e finalizzati alla crescita del consenso per il patrono. Nella seconda, il patrono stabilisce relazioni stabili di fiducia con associazioni, gruppi categoriali, organizzazioni civili o religiose, offrendo vantaggi e protezione per il gruppo e ottenendo in cambio il consenso collettivo che il gruppo stesso può assicurare al suo interno e nella società. Spesso i tipi di clientela descritti da Fantozzi67 si presentano nella realtà in maniera sovrapposta, così da raggiungere il massimo della penetrazione sociale, adattandosi alle specificità delle diverse realtà sociali e politiche.

Quando le relazioni patrono-cliente entrano a far parte del nucleo istituzionale centrale di una società, i criteri che regolano il libero flusso delle risorse e l’accesso alle posizioni centrali del sistema politico subiscono continui tentativi di monopolizzazione da parte dei patroni, i quali contano sulla rinuncia da parte dei clienti al loro potenziale accesso autonomo ai centri decisionali e del potere. Lo scambio di tipo clientelare dunque, determina una manipolazione dei processi di distanziamento e avvicinamento sociale e politico delle diverse componenti di una società e una tendenza alla riproduzione delle distanze sociali esistenti.

Gli studi sul clientelismo (Eisenstadt e Roniger, 1992) ci mostrano come le relazioni patrono- cliente siano presenti in molte società da tempi lontani. Tuttavia, l’importanza istituzionale e il l’impatto dei fenomeni clientelari variano da una società all’altra. In alcuni casi il clientelismo si è insinuato per lungo tempo nelle istituzioni modellando gli scambi interpersonali e tra le organizzazioni e il flusso e l’utilizzo delle risorse. In altre società invece, le relazioni patrono- cliente si accompagnano, costituendone soltanto un’appendice, ai modelli dominanti di organizzazione, interazione e scambio sociale.

I diversi mutamenti nello sviluppo economico e nel sistema sociale e politico incidono sull’organizzazione delle relazioni clientelari, sul loro strutturarsi in forma diadica o come parti di reti sociali più estese, sui loro contenuti, sui loro stili di interazione, ecc. Eppure la struttura

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In realtà, nella tipologia elaborata da Fantozzi (1997) c’è anche la “clientela familistico-popolare” che è quella che presenta più caratteri di continuità con il sistema clientelare fondiario: in essa il patrono politico assicura al proprio cliente, alla sua famiglia e ai suoi amici, protezione e vantaggi in cambio del voto e della fedeltà politica.

istituzionale di molti Paesi ha conservato aspetti clientelari molto solidi nonostante i cambiamenti delle strutture economiche e l’integrazione crescente delle strutture locali nella sfera di influenza di economie e forze politiche e amministrative nazionali e internazionali68. Nella storia di questi Paesi è possibile individuare diversi tipi di clientelismo che hanno accompagnato i vari stadi dello sviluppo sociale e politico nazionale e settoriale e che possono, in certa misura, coesistere gli uni accanto agli altri in conseguenza dello sviluppo differenziale dei diversi settori di queste società. Questo esprime la particolare capacità delle relazioni clientelari di riprodursi nonostante il cambiamento o addirittura di influenzare i mutamenti sociali a seconda delle convenienze, delle esigenze e delle opportunità, adattandosi alle specificità dei diversi contesti.

68 Negli studi comparati di Eisenstadt e Roniger rientrano in questi Paesi: Brasile, nazioni andine e

Messico in America Latina; Thailandia e Filippine nel Sud-Est asiatico; Italia meridionale, Spagna, Turchia e Marocco nel bacino del Mediterraneo.

CAPITOLO 4

LA CITTA’ DI MESSINA

“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli,

e ogni cosa ne nasconde un’altra” Italo Calvino, Le città invisibili

La parte empirica del nostro lavoro consiste in una ricerca condotta nella città di Messina, in due quartieri: uno centrale, in cui molta parte della popolazione è di status medio-alto, ed un altro “periferico”, in cui la popolazione ha caratteristiche sociali, economiche e culturali medio-basse. L’obiettivo è di analizzare in che modo e con quali intensità si compone e si manifesta il fenomeno della distanza sociale in generale, e della distanza nella sfera politica in particolare, con riferimento ai ceti upper e lower della realtà urbana messinese. A tale scopo, in questo capitolo presentiamo diversi elementi del contesto sociale della città dello Stretto, ripercorrendo per grandi linee la sua storia e alcuni avvenimenti rilevanti che ne hanno segnato le trasformazioni fino ai giorni nostri, indicando le principali linee di sviluppo urbano e disegnando la mappa sociale della sua popolazione, attraverso la descrizione delle caratteristiche socio- demografiche, economiche e culturali della città e dei quartieri selezionati.

Il territorio, la gente, la vita sociale e politica di Messina, come in ogni altra realtà al mondo, si presentano con proprie caratteristiche e peculiarità non assimilabili a nessun altro luogo e a nessun’altra collettività umana. Ciò nonostante, l’esser parte di una regione (la Sicilia), di un’area (il Mezzogiorno), di un Paese (l’Italia) dai confini più vasti, dalle storie e vicissitudini inevitabilmente intrecciate, non rende Messina un’isola nell’isola69, ma una città dai mille “ponti”, ognuno dei quali attraversato da eventi, personaggi, culture, venti di innovazione o volontà di depredazione. Tutto ciò che ha condotto Messina a diventare quello che appare oggi ai nostri

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Un approfondimento particolare meriterebbe il tema del rapporto tra distanza e insularità, con tutti i suoi effetti fisici, simbolici, psicologici, culturali, economici e politici. La Sicilia, infatti, si pone in condizione particolare nel rapporto centro-periferia, sia dal punto di vista del territorio (separato geograficamente dal continente), sia dal punto di vista della storia (la Sicilia è stata in passato un regno), sia dal punto di vista istituzionale (la Sicilia è la più grande regione a statuto autonomo dell’Italia, e ha quindi attraversato processi di istituzionalizzazione differenti rispetto alla maggior parte del Paese; Aymard, Giarrizzo, 1987). Tuttavia, pur riconoscendo l’importanza di questo tema, e le influenze che ne derivano per la città di Messina (punto di collegamento tra la Sicilia e il continente) non possiamo occuparcene in questa sede.

occhi. Dopo aver brevemente richiamato il tema del dualismo Nord-Sud, al cui interno si collocano e vanno lette anche le specificità della società siciliana e messinese, nella prima parte di questo capitolo proveremo a riassumere alcuni momenti fondamentali della storia sociale e politica messinese. Riteniamo, infatti, che per un’adeguata comprensione dei fenomeni sociali e politici legati alla distanza sociale nella Messina contemporanea, bisogna partire da lontano. Nella seconda parte del capitolo, presenteremo una serie di dati statistici necessari per inquadrare i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nella città dello Stretto sul piano demografico, sociale e occupazionale.