4.6 L'encierro di Deba: uomini, animali, indipendentisti
4.6.1 Encierro: struttura e metafora della guerra
Iñaki e Antonio mi parlarono la prima volta dell'encierro in una domenica di marzo del 2010, mentre mi accompagnavano a visitare una Talaxa181. Il giorno successivo partecipai alla prima riunione della commissione preposta all'organizzazione dell'encierro, dopo essere stato presentato da Iñaki ai partecipanti come dottorando in antropologia. La commissione, formata da una decina di persone, deve progettare e pianificare tutte le fasi dell'iniziativa, dalla scelta dei tori fino alla corrida pomeridiana. Si tratta inoltre di reperire le risorse economiche necessarie per coprire le spese non sovvenzionate dall'ufficio comunale preposto all’organizzazione delle tre feste più importanti di Deba.
La prima di queste tre feste è l'Aberri Eguna, il giorno della Patria, la festa nazionalista che si celebra la domenica della resurrezione. Collegata a questa ricorrenza è l'Alderdi Eguna, la festa del PNV che dal 1977 celebra la data di fondazione del partito, che corrisponde al giorno della nascita di Ignazio di Loyola (e anche al giorno del 1959 in cui è stata fondata ETA). La terza festa è infine la semana santa, che comprende l'encierro.
Il primo incontro con la commissione è stato importante, sul piano della ricerca, perché ha permesso di comprendere quali siano gli attori sociali coinvolti nell'organizzazione dell'iniziativa. Tra i componenti la commissione si nota immediatamente la polarizzazione,
180 Appendice A, fig. n. 5.
181 Piccola torre che contiene un radiofaro, situata tra le colline di Deba e Mutriku, la cui funzione fino agli anni Cinquanta era guidare l'entrata dei pescherecci nel porto quando le condizioni atmosferiche impedivano una buona visibilità.
all'interno del gruppo, tra membri delle formazioni politiche e delle associazioni culturali etnonazionaliste, tra cui quella che si occupa della diffusione dell'euskara e che gestirà anche la scelta dei bertsolari e, dall'altra parte, gli operatori economici e istituzionali preposti alla realizzazione pratica dell'evento. Gli interventi dei primi appaiono costantemente finalizzati a inserire elementi o proposte di modellamento della festa verso contenuti nazionalisti di tipo antagonista contro lo Stato spagnolo e a favore dell'amnistia per i prigionieri politici. Nelle discussioni non si registra l’opposizione dell'altra componente, tuttavia il rappresentante delle imprese turistiche intervenendo insiste sul fatto di non caricare eccessivamente con murales e striscioni l'arena, in quanto, come più volte viene ripetuto:
Abbiamo molti turisti spagnoli, tanti francesi, ultimamente sono arrivate le famiglie e quindi si deve mostrare una situazione il più possibile tranquilla. Si tratta di una festa, ricordiamocelo.
Nel corso della riunione sono definiti anche i tempi e altri aspetti logistici della festa. Emerge, calcolando il tempo della riunione, che l'encierro è il momento cui è stato dedicato più tempo, non soltanto per la complessità dell'organizzazione dell'evento. Infatti, in chi interviene appaiono evidenti, osservando la prossemica degli attori coinvolti e la tensione emotiva che attraversa la discussione, il tentativo e la paura di superare i limiti imposti dalla delicatezza degli equilibri in gioco nella situazione basca.
Da una parte si trovano gli operatori economici, che sempre temono ripercussioni per le azioni di ETA. A proposito di questo, Maria, sorella di Rosa incaricata della gestione dell'agriturismo del baserri un giorno mi disse:
Noi qui non riusciamo più a vivere di quello che alleviamo e raccogliamo. Ci salva dal fallimento la residenza dei servizi sociali, i lavoratori come te che risiedono per mesi, i turisti del Cammino di Santiago e qualche famiglia francese, che nell'ultimo tempo è aumentata di numero. E poi le famiglie di giovani catalani. Ma ogni volta che Eta fa attentati riceviamo molte disdette, sanno che questa è la zona dei gudariak, sanno che qui ogni volta che ci sono attentati ci sono i posti di blocco, e poi le Kale borroka, insomma tutta la tranquillità del baserri se ne va. È tanto tranquillo che alcune famiglie non
vanno nemmeno al mare e restano per un’intera settimana a far giocare i piccoli con gli animali.
Dall'altra parte, gli stessi rappresentanti nazionalisti tentano ogni volta di rimarcare la necessità della propria presenza ed esprimono fastidio per gli interventi degli interlocutori, definiti nei corridoi “bottegai” e “furbi come le volpi dei boschi di Mutriku”.
Questa tensione è la riproduzione a livello locale di una delle tante contraddizioni che da sempre caratterizzano la cultura basca. Da una parte l'adeguarsi alla situazione socioeconomica, che in questa zona della Spagna necessita da sempre di un costante confronto tra diversi gruppi etnici implicati nella vita economica. Dall'altra un nazionalismo che spesso si contrappone a queste dinamiche di adattamento e alla relazione con altri soggetti sociali e culturali. Il discorso identitario non sempre è uno strumento efficace per svolgere un ruolo di forza all'interno del campo in cui è in gioco l'allocazione di risorse simboliche e materiali, come invece accade in altri contesti geografici.
La commissione si riunirà almeno altre due volte per fare il punto della situazione. Nei messi successivi all'incontro, l’organizzazione dell'encierro segue il tragitto classico di questo tipo di festa. Si scelgono i tori, che non devono avere più di diciotto mesi di età, si contattano i toreri, si progetta l'apparato di sicurezza intorno all'evento, poiché ogni anno si registrano diversi feriti lievi tra gli spettatori che si mischiano ai tori nelle strade e nelle piazze, e si prepara la campagna di marketing che coinvolge tutte le province basche, pur non trattandosi di un evento rilevante e conosciuto come quello di Pamplona. L'organizzazione è capillare, tanto che nel mese di luglio del 2011 ho trovato alcuni depliant sull'encierro di Deba all’interno dell'ultima stazione di servizio presente nel dipartimento francese della Garonne. Segno evidente della cura nella pubblicizzazione dell'evento.
Nella settimana della festa, o prima dell'encierro, le sezioni giovanili dei due grandi blocchi nazionalisti organizzano non soltanto concerti ma anche riunioni aperte al pubblico dedicate alla causa nazionalista. Alcune di queste riunioni sono tenute in due lingue, francese e inglese, in quanto si pongono l'obiettivo di spiegare agli “esterni” il senso della causa nazionalista. Parallelamente, si svolgono alcune riunioni “chiuse” in cui sono definite iniziative e strategie per l'anno successivo.
stessa preparazione dell'evento diviene azione pubblica, considerato che per tutti i venerdì del mese maestre e allievi si esercitano, lungo le vie del paese, nella marcia dei tamburini, che si svolgerà la sera prima dell'encierro. Nell'ultima settimana prima della festa i genitori dei bambini affiancano le maestre e i figli nella messa in opera della festa.
Ines, tirocinante presso l'ikastolas Txomin, mi disse:
Le settimane prima dell'encierro sono quasi più belle della festa stessa. Il paese è attraversato da bambini, anziani, giovani che corrono per dare un contributo all'evento. Poi in questi giorni ci si ritrova tutti, tornano quelli che lavorano in Spagna e Francia, ci si rivede tra amiche, parliamo delle feste precedenti, si sta svegli fino a tardi.