Come rileva Walker Connor98, il termine nazionalismo, presentando un campo semantico particolarmente ampio, richiama concetti come nazione, etnonazionalismo e Stato. Tuttavia, secondo l’autore, mentre la sovrapposizione tra i termini nazione, nazionalismo e Stato ha creato difficoltà sul piano teorico e su quello dell'analisi empirica, il concetto di nazionalismo, se utilizzato nel suo significato originario, non differisce da quello di etnonazionalismo99.
In questa ricerca i due termini saranno utilizzati entrambi, spesso in senso equivalente. Quando utilizzo i termini nazionalismo e/o etnonazionalismo faccio riferimento a un insieme integrato, connesso e complesso di pratiche culturali, configurazioni ideologiche e sentimenti che accomunano consapevolmente le persone che immaginano di appartenere a una medesima entità, denominata nazione. La nazione non corrisponde necessariamente a uno Stato.
L'etnonazionalismo in particolare è una forma di nazionalismo basato su credenze che fanno riferimento anche a elementi di carattere etnico, percepiti consapevolmente o non consapevolmente come principi che fondano e distinguono la “nazione immaginata” rispetto alle altre nazioni. Nell'etnonazionalismo, i processi di etnicizzazione e nazionalismo appaiono strettamente collegati. Questi elementi permettono al gruppo etnico di differenziarsi e distinguersi dalle altre etnie nell’autopercezione della propria realtà sociale. Gli elementi di differenziazione possono essere di natura religiosa, linguistica, storica. Un solo elemento, come quello linguistico nel caso dell'etnia basca, può essere sufficiente a legittimare processi di distinzione identitaria che sul piano culturale possono esprimersi nella genesi di prospettive nazionaliste e in processi politici orientati alla progressiva ricerca di autonomia, fino a scelte radicali sul piano degli ordinamenti giuridico-statuali, che implicano la separazione o la secessione. Da questo presupposto, la presente ricerca si propone di comprendere il rapporto circolare tra movimenti etnonazionalisti e processi di costruzione del concetto d’identità etnica.
L'antropologia culturale e le scienze umane hanno iniziato a interessarsi alla questione dell'etnonazionalismo e al suo rapporto con il tema dell'identità culturale abbastanza
98 Cfr. W. Connor, Etnonazionalismo, cit. 99 Ivi, pp.114-119.
recentemente. Uno degli impulsi più forti a occuparsi del nazionalismo è legato ai mutamenti avvenuti negli assetti geopolitici internazionali a partire dai primi anni Novanta, con la crisi dell'Unione Sovietica e con l'emergere di quella configurazione che Lyotard definiva come “fine delle grandi narrazioni o inizio dell'epoca postmoderna100”.
La crisi delle ideologie (e della modernità a esse connessa)101, intese come prospettive politiche e culturali capaci di dare senso e significato alla realtà, ha generato scenari geopolitici nei quali sono emerse nuove102 forme di nazionalismo. Esse hanno trasformato radicalmente il terreno sociale e la rete dei significati culturali delle società investite dal riemergere dei movimenti etnonazionalisti o secessionisti103.
Gli inizi degli anni Novanta, con le guerre balcaniche, hanno confermato la rilevanza di questo fenomeno. I movimenti nazionalisti in realtà non erano mai scomparsi del tutto nell'Europa occidentale e orientale dalla fine della seconda guerra mondiale. Con la caduta del blocco sovietico, le rivendicazioni etniche sono però riesplose in un rapporto alcune volte sinergico, altre volte di opposizione rispetto ai nuovi scenari economici fondati sul neoliberismo e sulla centralità del mercato104.
Dal 1980 in avanti, nell’Europa occidentale e in quella orientale si assiste all’emergere di tre modelli di etnonazionalismo che, pur diversificandosi tra loro nelle forme culturali e politiche manifestate a livello territoriale, mantengono tutte come proprio cardine simbolico il concetto di appartenenza etnica. I tre modelli presentano tratti comuni ai nazionalismi europei dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, ma se ne differenziano per tanti altri aspetti. Differenze e somiglianze sono collegate, ad esempio, alle modalità comunicative utilizzate. Le tecnologie informatiche, in modo analogo a quanto accadde con l'introduzione e la diffusione della stampa, hanno modificato le forme delle pratiche di appartenenza e di socializzazione secondaria delle rappresentazioni etniche prodotte da un determinato gruppo sociale. In questo senso possiamo parlare della nascita di una rete di social network etnonazionalisti, vale a dire di spazi virtuali che
100 F. Lyotard, La Condizione postmoderna. Rapporto sul sapere, Milano, Feltrinelli, 1981, p. 65. 101 Cfr. D. Harvey, La crisi della modernità, Milano, Il Saggiatore, 1993.
102 Cfr. A. Gingrich - M. Banks, Neo-nationalism in Europe and beyond, cit., 2006.
103 In relazione al cosidetto “revival etnico” in Italia e a come abbia creato nuove forme di immaginario, si veda: M. Barenghi - M. Bonazzi (a cura di), L'immaginario leghista. L’irruzione delle pulsioni nella politica
contemporanea, Macerata, Quodlibet, 2012.
104 Sul rapporto tra rivendicazioni identitarie come risorsa da utilizzare nell'economia di mercato, si veda U.
estendono a livello globale gli spazi sociali di rappresentazione delle istanze e delle differenze etniche. In alcuni casi, la facilità con cui si possono trasmettere e diffondere contenuti attraverso i social network ha portato alla nascita di nuovi gruppi e associazioni culturali incentrati sul tema dell'etnia e della nazione.
I movimenti etnonazionalisti emersi o riemersi negli ultimi decenni possono essere schematicamente collocati all'interno di tre tipologie:
• Etnonazionalismi storici, situati in territori geografici ben definiti, con radici
storiche che cronologicamente si collocano tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del secolo scorso. Sono caratterizzati da conflitti con organismi statali in atto da molte generazioni. Tra questi possiamo inscrivere il nazionalismo dell'Irlanda settentrionale, l’indipendentismo basco, i movimenti per l'autonomia corsi, valloni e fiamminghi.
• Neoetnonazionalismi105. In questa tipologia rientrano movimenti e prospettive
ideologiche nazionaliste sorte in seguito alla fine del blocco sovietico. La disgregazione politica, avvenuta a partire dal 1989, ha generato inizialmente richieste di autonomia economica e amministrativa, spesso attraverso l'uso degli strumenti referendari, per legittimare in alcuni casi scelte separatistiche o secessionistiche. Tali scelte, se legittimate, si propongono la fondazione di uno Stato nuovo, espressione di una nazione i cui membri sono accomunati dal condividere determinate caratteristiche etniche talvolta reali, talaltra inventate. In questa direzione possono essere collocate le formazioni statuali di Croazia, Ucraina, Serbia e Kosovo, nate a partire dagli anni Novanta, In questi etnonazionalismi, il ruolo della violenza subita appare un discorso centrale e fondante nella costruzione dell'identità culturale: la storia e la rappresentazione pubblica delle violenze subite sono un elemento di distinzione importante tanto quanto l'appartenenza religiosa, la lingua parlata o la tradizione folklorica che
105 Per una rassegna dettagliata degli etnonazionalismi europei, in particolare di quelli sorti nell’Europa Orientale, si veda E. Wan - M. Wanderwerf, A rewiew of the literature on “ethnicity” and “national
identity” and related missiological studies, in “Global missiology”, vol. 3 (2009), n. 6. Disponibile in rete
fondano il gruppo etnico. In questi casi, la rivendicazione etnica appare strumento simbolico e materiale per accedere ai processi di allocazione e distribuzione delle risorse. Basti pensare alle rivendicazioni dei nazionalisti croati e sloveni che, nei primi documenti ufficiali, oltre alla richiesta di riconoscimento delle proprie tradizioni culturali chiedevano l’adesione agli organismi istituzionali ed economici dell'Europa Occidentale. La dimensione simbolica della violenza subita è centrale anche nel nazionalismo basco: è un elemento etnicizzante e di distinzione rispetto alle altre etnie spagnole, almeno quanto la dimensione linguistica.
• Etnonazionalismi su base regionale, forme di aggregazione prevalentemente
politica in cui il riferimento a ipotetiche appartenenze etniche è praticato nelle fasi iniziali dei movimenti ma perde di forza con il tempo, per essere sostituito da rivendicazioni di carattere prevalentemente economico e di rappresentanza degli interessi territoriali a livello istituzionale. Oltre a presentarsi nelle fasi iniziali, il discorso identitario è rimesso in gioco nei momenti di crisi, elettorale o di rappresentanza, di questi movimenti. Casi paradigmatici di queste forme di etnicizzazione della dimensione politica, all'interno delle democrazie rappresentative occidentali, sono i fenomeni della Lega Nord106 in Italia e del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) guidato da J. Haider in Austria. L'aspetto etnico di questi movimenti si manifesta nell'utilizzare pratiche culturali e contenuti legati all'immaginario locale per ottenere vantaggi di tipo economico dai molteplici centri di potere. Nessuno di questi movimenti ha mai posto tra i propri obiettivi politici forme di secessione, se non a livello di discorso retorico nella fase di stato nascente del movimento,come nel caso della Lega Lombarda, diventata successivamente Lega Nord107.