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La famiglia al centro

di Stefania Marianton

5. Integrare le azioni locali, regionali e nazionali di Federica Borell

5.4. La famiglia al centro

Il pacchetto famiglia prevedeva la realizzazione di 8 centri famiglia regionali. Sono stati intesi come dei veri e propri HUB sociali destinati

alle famiglie più fragili, per quelle che difficilmente andrebbero a chiedere aiuto ai servizi sociali ma che varcherebbero più volentieri e più facilmente un luogo sicuramente più accogliente, aperto a tutti, non necessariamente connotato con lo stigma dello svantaggio sociale. Abbiamo inteso questi centri famiglia come veri e propri luoghi fisici dove ci sono persone e operatori che sanno accogliere le famiglie, aggregarle, aiutarle; in cui pos- sono trovare reti solidali, associazioni, professionisti, ascolto qualificato e risposte operative; dove dare piena cittadinanza alle Linee di indirizzo nazionali sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnera- bilità (P.I.P.P.I.); dove le misure regionali si integrano con quelli nazionali (appunto P.I.P.P.I.). o i Fondi Famiglia previsti dalla Legge 27.12.2006 n. 296 art. 1, c. 1252 impiegati per progettualità come Famiglia al centro che prevede il coinvolgimento dei distretti sociosanitari e degli stessi centri famiglia per interventi a protezione dei nuovi nati nelle famiglie mono ge- nitoriali; o il Supporto alle famiglie nel primo anno di vita del bambino1.

Sarà cura della nostra Area assicurare che le risorse impegnate per l’inter- cettazione e osservazione precoce dei sintomi di autismo negli asili nido siano utilizzate in stretto raccordo con la programmazione delle iniziative regionali sulla prevenzione sanitaria. Il rischio di alimentare dei falsi po- sitivi è ben nota, ma anche l’ipotesi di sottovalutare dei sintomi che po- trebbero essere utili ad una diagnosi e quindi cura precoce devono essere considerata come opportunità.

Progetti importanti come Velino for Children sono significativi di una attenzione della Regione verso le famiglie fragili, famiglie che trovano nei servizi territoriali e nelle associazioni sostegno e accoglienza (Mariantoni, Vaccarelli, infra).

Una situazione di servizi fortemente differenziata sul territorio non solo è disfunzionale rispetto al miglior impiego delle risorse, ma è fortemente iniqua nei confronti soprattutto di quelle fasce più deboli come i bambini e i ragazzi ed in particolare quei bambini e quei ragazzi che temporanea- mente vengono ad esempio allontanati dalle loro famiglie.

L’obiettivo da raggiungere e per il quale si è lavorato in questi anni è avere un sistema integrato di tutela del minore e soprattutto di prevenzione

1. Con il supporto alle famiglie intendiamo sostenere la relazione madre-bambino in situazioni di rischio psico-sociale attraverso interventi domiciliari che, per tutto il primo anno di vita del bambino, contribuiscano anche alla costruzione o al potenziamento di una rete di servizi, risorse e relazioni di sostegno intorno al nucleo, per favorire il raccordo funzionale con i punti nascita regionali, attivando percorsi strutturati di conoscenza reci- proca tra servizi socio-sanitari per individuare precocemente nuclei genitoriali a rischio psico-sociale; offrire percorsi ad hoc di sostegno alle gestanti che intendono avvalersi della facoltà di partorire in anonimato, come prevede la legge; implementare un approccio multidisciplinare e multi professionale; implementare percorsi integrati tra ospedale e ser- vizi sanitari e sociali del territorio, insomma fare sistema.

del disagio minorile. Prevenzione che parte dai primissimi momenti di vita del bambino e se possibile anche prima.

Progettualità come “assistenza al puerperio”, come progetti come “con te mamma” che rivolge una particolare attenzione alle maternità a rischio sociale, alle famiglie fragili e ai nuclei mamma-bambino realizzano una vera e propria educazione alla genitorialità. Un servizio gratuito, a richie- sta della famiglia, direttamente a casa delle neomamme e dei neopapà. La dimensione volontaria e domiciliare rende questo progetto un vero e pro- prio accompagnamento e non un’invasione.

Il servizio prevede un’assistenza specifica per la cura e l’allattamento del bambino e per il sostegno psicologico post partum garantito da opera- tori sociali e psicologi specializzati nel campo della puericultura, dell’assi- stenza all’infanzia e delle dinamiche familiari. Il rapporto con il territorio è costante e si rafforza ogni qual volta c’è un invio da parte della struttura socio sanitaria di una situazione a rischio.

Gli enti forniscono anche l’informazione alle famiglie su tutti i servizi rivolti all’infanzia di tipo sociale, sanitario ed educativo attivi sul territorio. È frequente infatti che soprattutto le fasce più deboli e quindi bisognose di integrazione e fruizione dei servizi non sia adeguatamente informata sulle procedure e sui servizi fruibili al momento dell’arrivo di un figlio.

Abbiamo inoltre pensato a rafforzare la qualità dell’assistenza e delle strutture di supporto alle famiglie che decidono di intraprendere la strada della genitorialità adottiva. Sia migliorando la professionalità degli ope- ratori dei servizi e degli enti autorizzati, sia aumentando i servizi nella fase più delicata e importante della famiglia adottiva ossia il periodo del post-adozione attraverso la possibilità di maggiori momenti di assistenza da parte dei servizi, sia con l’attivazione di gruppi di genitori, di ragazzi, di iniziative che con le risorse ordinarie difficilmente si riescono a realizzare. Il progetto che vede la collaborazione nella fase attuativa dell’ASL RM2 punta anche a rafforzare le competenze degli operatori e quindi migliorare la capacità di ascolto e di assistenza delle famiglie per affrontare la que- stione della ricerca delle origini.

Sempre più frequentemente si rivolgono al tribunale dei minorenni, figli ormai adulti che sono alla ricerca dei genitori (in particolare prevalente- mente della madre). Ma anche madri che cercano i propri figli. Trattare una vicenda umana così delicata ed importante in maniera inappropriata rischia di generare effetti devastanti irrecuperabili su famiglie e su singole persone. È indispensabile assicurare la competenza di staff preparati ad accompagnare queste persone con specifica formazione e supervisione. As- sicurare l’identità non è qualcosa di accessorio, di superfluo, ma una condi- zione essenziale per lo sviluppo dell’identità individuale: esso ha la valenza di una attribuzione di valore.

5.5. Un esempio di buone pratiche nel territorio della val-

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