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Nelle pagine precedenti, come abbiamo visto, al sistema nucleare è stato fornito l’ attributo di “divinità”. Tale ipotesi viene avanzata esattamente in considerazione del grado di onnipotenza distrutti va, del potenziale di nullifi cazione raggiunto dal dispositivo che ci sovrasta.

Nel discorso di Vattimo ricorre un’ analisi relativa alla realtà contemporanea, i cui termini presentano qualche analogia con questo ragionamento. Ci riferia- mo al concetto di società tecnicamente avan zata come mondo della metafi sica realizzata: un’ idea che Vattimo estrapola dall’ elaborazione di Martin Heidegger. «La tecnica, nel suo progetto globale di concatenare tendenzialmente tutti gli enti in legami causali prevedibili e dominabili, rappresenta il massimo dispiego della

metafi sica»53. Ma il compimento della metafi sica è anche contemporaneamente il

suo declino; e questi trascina con sé anche la krisis della soggettività e dell’ uma- nismo. Anzi, il tra monto dell’ umanismo è dovuto proprio allo stabilirsi del do- minio della tecnica nella modernità: «L’ uomo può prendere congedo dal la propria soggettività, intesa come immortalità dell’ anima, e rico noscere che, invece, l’ io è piuttosto un fascio di molte anime mor tali, proprio perché l’ esistenza della società tecnologicamente pro gredita non è più caratterizzata da pericolo continuo e vio- lenza conseguente»54.

Questa aff ermazione merita di essere esplicitata. Vattimo aff erma non solo che il compimento della metafi sica, e dunque la sua crisi, comporta un’ identica crisi

53 Vattimo, G. op. cit., p. 48.

Capitolo 1 Il Medium nucleare

per la soggettività, ma anche che la soggettività che entra in crisi è quella intesa come immortalità dell’ anima. Ma questa è esattamente la soggettività della meta- fi sica. In altri termini, con la fi ne della metafi sica entra in crisi anche la sua idea di

soggettività. Evidentemente non pos siamo aff atto esser certi che questa sia l’ unica

soggettività possibi le. Anzi è pensabile che proprio la dissoluzione della metafi sica inneschi la possibilità di costituzione di una nuova soggettività uma na, conscia fi nalmente della propria limitatezza, ma non per que sto impotente. Una soggetti- vità per la quale la fi ne della metafi si ca produca proprio l’ apertura degli spazi per un nuovo agire, libe rato dagli itinerari prefi ssati dalla trascendenza e dall’ ideo-

logia. Ma affi nché tale nuovo soggetto possa esprimere la sua, seppur “debo le”,

infi nitesima, possibilità d’ azione, è necessario che sia fi no in fondo consapevole delle caratteristiche “critiche” della realtà attua le, in cui «pericolo continuo e vio- lenza conseguente» non sono aff atto scomparsi, ma sovrastano la specie umana in una misura mai sperimentata prima. Una considerazione che Vattimo ha ben presente, quando riconosce che, con la situazione atomica, incombe sull’ umanità la minaccia della sua scomparsa sulla Terra. In questo senso la rifl essione sulla

realtà tecnica contemporanea come «desti no»55 cui «rimettersi»56 si riapre com-

pletamente; e la domanda in torno all’ utilità e al danno della storia, delle tecniche, dei saperi per la vita assume un nuovo attuale, ineludibile signifi cato.

È una consapevolezza, questa, che seppur in embrione, in mo do “ingenuo”, ha attraversato la rifl essione teorica contemporanea. Soprattutto in campo socio- logico.

1.12 “Realismo” e intellettuali

Già nel 1958, infatti, C. Wright Mills pubblicava Th e Causes of World War three57,

un pamphlet che costituisce per molti versi un’ evoluzione in contesto planetario della sua precedente elabora zione sulle élite di potere. Il libro è in sostanza un grido d’ allar me per il pericolo di un confl itto nucleare che tutto annienti. Il mes- saggio è diretto agli intellettuali, che Mills ritiene i soli capaci di raccogliere il suo

55 Cfr. Vattimo, G. Le avventure della diff erenza, Milano, Garzanti, 1967, p. 55; in particolare la citazione da Holzwege di Heidegger: «La libertà moderna della soggettività si fonda completamente nella oggettività corrispondente. L’ uomo non può svincolarsi da questo destino della sua essenza moderna, né può sospenderlo con una decisione sovrana».

56 Cfr. Vattimo, G. La fi ne della modernità, cit., p. 48. Rimettersi (Wer twídung, nel linguaggio di Heidegger) possiede, secondo Vattimo, vari sensi; «ri mettersi da una malattia, rimettersi a qualcuno, rimettersi qualcosa come conse gnarsi un messaggio».

La catastrofe culturale. Teoria e saperi dopo Hiroshima Capitolo 1

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appello e fare qualcosa di utile. Il sociologo statunitense rivolge un violento atto d’ accusa contro il “realismo” della preparazione alla guerra, predicato indistinta- mente sia al po polo americano sia a quello sovietico; ma, contemporaneamente, focalizza e denuncia l’ atteggiamento di rassegnazione diff uso fra gli uomini di cultura.

Mills accusa entrambe le superpotenze di rendere ogni giorno più probabile la tragedia bellica, preparando costantemente la guerra in nome del “realismo”. Questa spinta crescente verso la catastrofe atomica trae origine, secondo Mills, dall’ esistenza sia in Usa sia in Urss di un’ analoga struttura di potere: una ristret- ta power éli te, di base istituzionale defi nita, accentra tutto il potere di deci sione, mentre di fronte a essa sta l’ enorme massa della popolazio ne, impotente, apa- tica, manipolata. Proprio per questo Mills indi vidua nell’ obiettivo di abolire la segretezza58 delle decisioni dell’ é lite uno dei punti fondamentali di impegno degli

intellettuali.

L’ aspetto essenziale del ragionamento è che l’ intellettuale, es sendo «un uomo con responsabilità pubbliche», non deve sottrarsi ai doveri che gliene derivano. Anzi, proprio in virtù del fatto che il ruolo e il potere dell’ intellettuale si è enor- memente esteso, mag giori sono le possibilità che egli ha per destare la consapevo- lezza di massa, educare quella partecipazione che può invertire il trend catastrofi - co in atto. Questo non signifi ca, per Mills, che l’ intellet tuale deve trasformarsi in un politico; il sociologo ritiene anzi che gli intellettuali devono tenersi lontani dai partiti, poiché il loro compito non è quello di andare al potere, bensì di svelare la natu ra del potere, le tendenze strutturali connaturate a esso, il loro ultimo sbocco. A tal fi ne gli intellettuali devono agire in modo da costituire essi stessi, di fatto, un partito, la cui presenza si espli chi proprio in un impegno concorde per la pace e la democrazia sostanziale. La gravità della situazione impone, secondo Mills, di sviluppare al massimo livello la rifl essione e la ricerca, dando via libera alla fantasia umana, per aprire alla comunità planetaria nuo ve possibili alternative. «Dobbiamo elaborare e proporre piani, idee, prospettive generali e particolari;

insomma preparare un pro gramma»59.

Una sorta di «Intellettuali di tutto il mondo unitevi!»: questo, in sostanza, l’ invito che Mills rivolge in difesa della pace e della civiltà. A distanza di tempo

58 È interessante notare che il tema dell’ abolizione del “segreto” è stato il cavallo di battaglia dell’ assise scientifi ca internazionale, di cui è animatore il fi sico italiano Zichichi, svoltasi a Erice nel 1985. Fatto che conferma contemporaneamente la lun gimiranza di Mills e la scarsa fantasia dei nostri giorni.

Capitolo 1 Il Medium nucleare

non è diffi cile cogliervi, come ha no tato Luciano Cavalli60, accanto a una smisura-

ta generosità intellet tuale, anche una certa ingenuità. Ciò non riduce, in ogni caso, l’ importanza della sua rifl essione sull’ argomento e la «genuinità del suo aff anno per i pericoli immensi sospesi sull’ umanità».