In altro contesto abbiamo già dimostrato l’ essenzialità letteraria, la necessi- tà “tecnica” dei sopravvissuti alla narrazione postatomica. La funzione espli- cata da una serie di creature intelligenti, in un altro genere di racconto del dopobomba, è probabilmente (e preli minarmente) dello stesso ordine. Ma in questo caso vi è anche un altro elemento che va considerato: esso è costituito dal deside rio, presumibilmente inconscio, di vedere perpetuato nei modi di esistenza di altri organismi “intelligenti” il proprio mondo, subli mando in questo modo il personale e collettivo desiderio di conti nuità. In questo senso si comprende perché, in alcuni reperti nar rativi, la mutazione genetica indotta
38 Cfr. Bruno, L. art. cit.
39 Un’ ampia e dettagliata ricostruzione in questo senso è svolta in un interessante libro-reportage realizzato da un noto giornalista (cfr. Hersey, J. Hiroshima, Milano, Bompiani, 1987).
Capitolo 3 Il Medium nucleare
dalle radiazioni conferisca ad altri esseri prerogative che erano caratteristiche della specie umana.
In questo ambito Il pianeta delle scimmie, girato da Franklin J. Schaff ner nel
1967 (ispirandosi abbastanza liberamente a un romanzo di Pierre Boulle)40 rap-
presenta uno dei riferimenti di mag gior interesse. Il fi lm racconta la storia di un gruppo di astronauti terrestri che partono per un lungo viaggio spaziale, appro- dando, dopo alcuni anni di volo nel cosmo, su uno sconosciuto pianeta. Hanno viaggiato a una velocità molto prossima a quella della luce e, in conseguenza del- la teoria della relatività, per il calendario ter restre è trascorso un periodo molto più lungo: 2031 anni. Il pianeta su cui sono sbarcati gli riserverà ben presto le più imprevedibili sor prese. È abitato infatti da un’ estesa comunità di scimmie intelli genti, che hanno costruito una società per molti versi simile al mondo degli uomini. Questi sono invece creature selvagge, prive di linguag gio e intelligenza, che le scimmie uccidono durante le loro battute di caccia, oppure conservano in cattività negli zoo delle loro città. Anche Taylor, il capo della spedizione spaziale terrestre, sarà cattu rato e portato al laboratorio di alcune scimmie-scienziato per essere sottoposto a certi esperimenti. Ma quando Taylor dimostra di essere dotato di parola e intelligenza, nella comunità scimmiesca si scate na una violentissima controversia di tipo scientifi co e teologico. La maggioranza delle scimmie rifi uta la teoria per la quale esse rappresentano uno stadio evolutivo più avanzato degli umani; so no in poche, cioè, ad accettare la tesi che le scimmie discendono dagli uomini. E poiché Taylor rappresenta la prova vivente della plausibilità di questa ipotesi, negli avversari di questo inedito ge nere di evoluzionismo si fa strada l’ idea di sopprimerlo. Dopo molte peripezie Taylor riesce a scappare e per sottrarsi ai suoi inseguitori si dirige verso la zona proibita. Ma quando avrà davanti agli occhi l’ immagine inconfondibile e familiare del rudere della statua della libertà capirà con orrore che si trova di nuovo sulla Terra. È ripiom bato duemila anni dopo sul suo pianeta d’ origine, devastato da una spaventosa guerra atomica e completa- mente trasformatosi nei secoli successivi.
I più anziani sapienti della comunità scimmiesca conoscevano molto bene quel mistero che Taylor, splendidamente interpretato da Charlton Heston, scopre in maniera così inattesa e sorprenden te. E le parole minacciose dei loro sacri an- tichi testi confermano che l’ uomo è stato qualcosa di molto diverso delle creature anima lesche che popolano i giardini zoologici. In quei libri c’ è scritto:
Apocalisse e immaginario. Il racconto dell’ atomica e del dopobomba Capitolo 3
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Guardati dalla bestia uomo, poiché egli è l’ artiglio del demonio; egli è il solo, fra i primati di Dio, che uccida per passatempo, lussuria, o avidità. Egli uccide il suo fratello per possedere la terra del suo fratello. Non permettere che si moltiplichi, perché egli farà il deserto della sua casa e della tua; sfuggilo, ricaccialo nella sua tana nella foresta, perché egli è il messaggero della morte.
E questo spiega anche le ragioni dell’ avversione profonda che il vecchio scien- ziato Zaius prova nei confronti di Taylor. Non si trat ta di dogmatismo religioso, come appare nella prima parte del fi lm e quando Taylor, prima di scoprire la terri- bile verità, chiede al vecchio scimmione il perché di tanto odio, Zaius fi nalmente gli risponde senza reticenze:
Perché sei un uomo. Io ho sempre saputo dell’ esistenza dell’ uomo; e, per quanto ne so, credo che la sua saggezza cammini pari passo con la sua idiozia e che le passioni guidino il suo cervello e che sia un essere bellicoso che dà battaglia a tutto ciò che lo circonda, perfi no a se stesso. […] La zona proibita era un tempo un paradiso, e la tua genia l’ ha trasformata in un deserto millenni fa.
Come si può parzialmente evincere da queste note, Il pianeta delle scimmie conserva, a distanza di parecchi anni, inalterato gran parte del suo valore. Ad esso va attribuito, inoltre, il merito di aver funzionato quale importante strumen- to di specializzazione, come ha giustamente sostenuto Giovanni Mongini, ver- so il grande pubblico di una fantascienza «diversa, più matura e, perché no, più
impegnata»41 Il grande successo del fi lm spinse il produttore a sfornare ben quat-
tro seguiti e un serial televisivo; e i medesimi personaggi del fi lm di Schaff ner ven- nero riproposti anche in alcuni albi a fumetto, ma senza mai conseguire gli stessi risultati qualita tivi dell’ opera prima della serie, che ha continuato a infl uenzare, in maniera più o meno esplicita, numerose altre produzioni degli anni successivi. È abbastanza evidente, ad esempio, che l’ autore americano di fumetti Jack Kirby, beneamato inventore di Capitan America, dei Fantastici quattro e di un’ al- tra lunga teoria di personaggi che han no fatto il successo degli albi della Marvel e della National, non deve essere rimasto indiff erente alle immagini de Il pianeta
delle scimmie. La serie di avventure di Kamandi, il cui primo numero apparve ne-
gli Usa nel 197042, ha infatti più di un punto di analo gia con la storia interpretata
41 Cfr. Mongini, G. vol. 2, op. cit., p. 143.
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da Charlton Heston. Anche nel dopo-bomba immaginato da Kirby gli animali hanno acquisito linguag gio e intelligenza, mentre le creature umane sopravvissu- te all’ im mane cataclisma seguito alla radioattività sono del tutto simili a bestie. Kamandi è un eroe giovane e bello, come quelli di una volta; il suo nome deriva da Command-D, l’ ultimo settore di un vasto complesso sotterraneo in cui ha vissuto per tanto tempo una comunità rifugiatasi nel sottosuolo per scampare al disastro, nel l’ attesa di tornare in superfi cie. Ma dopo che un branco di lupi intelligenti e parlanti, vestiti e armati di tutto punto, gli ha assas sinato il nonno, Kamandi è l’ unico uomo sopravvissuto; e le im magini di New York che troverà in superfi cie sono terribilmente diverse da quelle che aveva visto nei microfi lm della biblioteca sotterranea. L’ immancabile mezzobusto semidistrutto della statua della libertà, che si erge fra le onde del mare che ha sommerso l’ ex capitale del mondo, è ancora una splendida citazione del fi lm di Schaff ner.