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Il Bulletin of Atomic Scientists fu fondato nel dicembre del 1945 a Chicago da Hy- man Goldsmit e da Eugene Rabinowitch. Attual mente l’ incarico di editor in chief è svolto da Harrison Brown, un geofi sico che per molti anni ha lavorato alle rela- zioni internazionali della Accademia nazionale americana. La direzione esecuti va del giornale viene sempre assunta, in eff etti, da qualcuno che abiti a Chicago, dove la rivista viene composta e stampata. Questa carica fu poi affi data a un giornalista professionista, Len Ackland.

Il Bulletin of Atomic Scientists esce mensilmente e ha una tira tura modesta, circa 30 mila copie; ma la sua infl uenza è molto più estesa della sua audience, per- ché raggiunge un target selezio nato che comprende parte del mondo scientifi co e larghi settori della classe dirigente statunitense. Il bollettino si occupa di argo-

la fi glia» (fr. Levi-Strauss, C. Le strutture elementari della parente la, Milano, Feltrinelli, 1969, p. 617). Per gli Arapesh erano totalmente astruse le domande che Margaret Mead poneva loro, a proposito del possibile incesto con la sorella. La sconvenienza e la stoltezza di una simile operazione risultava loro di estrema evidenza: «Non capisci che se tu sposi la sorella di un altro, e un altro sposa tua sorella, avrai almeno due cognati, e se invece sposi tua sorella non ne avrai nemmeno uno? E con chi andrai a caccia? Con chi farai le coltivazioni? Chi andrai a visitare?» (ivi, p. 621). Partendo dalla constatazione del fatto che il tabù è stato elaborato in forme diff erenti dalle diverse popolazioni, in rapporto alla diversa organizzazione vigente della parentela, Francoise Heritier ha osservato che il divieto dell’ incesto si inquadra a pieno titolo nella tendenza, da sempre presente nella storia umana, a combinare in giuste proporzioni i contrari, di contro al dise quilibrio e agli eccessi che sempre scaturiscono dalla cumulazione degli identici (cfr. Heritier, F. “Incesto” in Enciclopedia, vol. VII, Torino, Einaudi, 1979, p. 255). Tale inclinazione, sottolineata già nel pensiero greco, è, in un certo senso, ravvisabi le anche nei moderni sistemi “dialettici”. In defi nitiva, il meccanismo di “scambio”, derivante dall’ attivazione del tabù, si può far rientrare in un più ampio processo di costruzione di equilibrio e cooperazione.

Atomic Life. La mentalità e le scelte dell’ era atomica Capitolo 2

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menti che riguardano in genere il rapporto scienza-società; ma l’ in teresse di gran lunga principale è rivolto ai rischi di una guerra nucleare8.

Ciò che ha reso celebre questo giornale in tutto il mondo è probabilmente un suo elemento caratteristico fortemente connota to in senso simbolico: sulla coper- tina della rivista compare sempre un orologio, le cui lancette indicano la distan- za che ci separa dalla catastrofe nucleare (la mezzanotte). Lo spostamento delle lancette di tale orologio, indietro o avanti, segue gli alti e bassi della situa zione internazionale. Attualmente la decisione di spostare le lan cette dell’ orologio (che viene presa dal comitato di redazione piut tosto di rado e soltanto dopo un’ attenta valutazione ed estese consultazioni), è un evento di rilevanza internazionale, che trova eco nei mass-media di tutto il mondo. Le lancette sono ora fi ssate a tre mi- nuti dalla mezzanotte. L’ ultimo spostamento – di un mi nuto in avanti – è stato eff ettuato nel gennaio del 1984.

Noi non possediamo la competenza politica o militare, né le capacità di chia- roveggenza necessarie a stabilire quando, come e se le lancette dell’ orologio di Chicago raggiungeranno la mezza notte; sappiamo solo che l’ équipe di esperti che formano la reda zione della rivista ha stabilito in 180 secondi la distanza simbolica fra la situazione presente e l’ olocausto.

Nel capitolo precedente abbiamo svolto una parziale ricogni zione delle rottu- re, delle “crisi” che la situazione atomica ha deter minato in diversi ambiti teorici e disciplinari, o perlomeno, delle modifi cazioni che essa ha introdotto in vari uni- versi culturali e di pensiero. Nel capitolo seguente ci occuperemo delle letture e delle traduzioni che essa ha avuto sul piano della spettacolarità e della cultura di massa. La domanda che ora vogliamo porci ineri sce all’ incidenza che la realtà nu- cleare riveste in rapporto ai com portamenti, alla psicologia collettiva, alla cultura delle generazioni contemporanee.

In genere si tende a individuare, nei movimenti e nei settori della società che sono protagonisti e partecipi di un impegno in direzione pacifi sta, un segnale signifi cativo dell’ esistenza, nell’ im maginario sociale, di opposizione e rifi uto verso le terribili minacce che caratterizzano la realtà nucleare contemporanea. Si tratta di quei segmenti della società per i quali l’ acquisizione, seppure par ziale e

8 Dal gennaio del 1983, il Bulletin of the Atomic Scientists è andato pubblicando una serie di approfonditissime rifl essioni, intitolata Th e weapons tutorial, intera mente dedicata al tema degli

armamenti nucleari, il tentativo di porvi controllo e limitarli, gli eff etti di un loro eventuale impiego. Una rassegna di questi materia li è stata pubblicata in Italia a cura di M. De Maria, G. Magnolini, F. Calogero (cfr. Aa.Vv. Tre minuti a mezzanotte, Quindici scienziati americani spiegano il rischio

Capitolo 2 Il Medium nucleare

in embrione di ciò che Bobbio ha indicato come «coscienza atomica»9, ovvero

l’ assunzione della necessità di contrastare sul piano etico e fattuale la situazione atomica, ha già indotto un compor tamento orientato nella direzione del «pacifi -

smo attivo»10. Si tratta di scelte di comportamento collettivo considerate da molti

studiosi di grande signifi cato, sia nel senso di costituire una realtà parteci pativa e antagonista di massa rispetto agli enormi poteri e all’ auto noma capacità di de- cisione delle élite politiche planetarie; sia nel senso di rappresentare la realtà in- diziaria di una vera e propria rivoluzione nella cultura e nei modi di esistenza collettivi: una trasformazione che viene considerata semplicemente decisiva alle possibilità di sopravvivenza ed evoluzione della specie. Ha scritto Robert Jungk, nel suo libro L’ onda pacifi sta:

Il mondo intero è percorso da una grande scossa, che fa tremare tutto a colpi incal zanti; e anche se ogni tanto sembra placarsi, prima o poi la terra trema di nuovo. La paura, la rabbia e la speranza di chi si sente minacciato creano un’ incessante inquietudine; e questo fenomeno ha una portata più ampia di quella delle rivoluzioni che abbiamo avuto fi nora. Io lo chiamo “terremoto umano”.11