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I Communities studies e la Scuola di Chicago

2. Il concetto di comunità nelle scienze social

2.18. I Communities studies e la Scuola di Chicago

Fino a qui abbiamo utilizzato l'impostazione della sociologia classica che intende la comunità come una particolare tipologia di relazioni sociali che coinvolgono l'individuo nella sua totalità, evocando con questa definizione sia le comunità di villaggio, sia la famiglia, sia le comunità nazionali.

Nella sociologia moderna, la comunità assume un altro significato ovvero diventa l'equivalente della comunità locale, quella che Tönnies definisce come comunità di luogo. Da un lato, si cerca di escludere l'idea di una comunità come un'immagine organica della società, dall'altro è tuttavia sempre viva l'intenzione di costruire modelli sociali complessivi, stavolta focalizzando su comunità territorialmente definite (e dovendo quindi affrontare nuovi problemi metodologici, come mette in luce Bagnasco118

, ovvero quelli di prestabilire dimensioni e confini delle società da studiare).

Negli Usa si sviluppa così il filone dei community studies i quali scelgono come

115 Vedi E. Renzi, Comunità concreta. Le opere e il pensiero di Adriano Olivetti, Roma, Guida Editore, 2008. 116 A. Olivetti, L'ordine politico delle comunita dello Stato secondo le leggi dello spirito, Roma, Edizioni di

Comunità, 1946, p. 17.

117 Olivetti riflette proprio su questo ovvero sulla necessaria differenza tra l'Individuo e la Persona. L'individuo è inteso come essere che si basa sugli elementi materiali e non secondo le leggi spirituali. La Persona ha invece una vocazione: è consapevole del compito che ogni uomo ha nella società. Solo nella comunità concreta la Persona può esplicare la propria umanità e spiritualità.

oggetto di studio le microcomunità rurali al fine di comprendere le culture e le istituzioni delle società statali di cui sono parte (studiando, per esempio, le comunità in Cina, in India e in Marocco).

Gli studi di comunità si sviluppano, almeno inizialmente, all'interno degli studi sociografici119 , e sono definibili come «un'osservazione clinica orientata ad un determinato problema nel contesto di un ambito sociale territoriale».120

Si utilizza la ricerca sul campo, analizzando i rapporti sociali in una comunità determinata territorialmente e alternando, a seconda del tipo di esigenza scientifica da soddisfare, strumenti antropologici a strumenti sociologici e dimostrando così l'inevitabile interdisciplinarietà dell'argomento.

Fra i vari studi effettuati in quegli anni, di rilievo sono quelli compiuti dai coniugi Lynd all'inizio degli anni '20 e pubblicati poi nel 1929.121

I Lynd prendono come riferimento una comunità di medie dimensione dell'Indiana, Muncie, chiamandola - non casualmente - Middletown. Individuando sei semplici azioni fondamentali (guadagnarsi da vivere, costruirsi una casa, educare i figli, impiegare il tempo libero, impegnarsi in pratiche religiose e attivarsi in attività comunitarie) e utilizzandole come parametri, essi ricercano e classificano dati. Attraverso questo semplice ma efficace schema di lavoro, i due ricercatori stilano un rapporto che evidenzia un'America assai diversa da quella proposta dall'American Dream.

Peraltro i due tornano a Middletown un decennio dopo quando l'uscita dalla grande crisi rivela loro una società parzialmente differente ma con un impianto sostanzialmente immutato.122

Il metodo di Middletown fu seguito da altri come, ad esempio, Warner e Lunt.123 Sempre all'interno dei cosiddétti communities studies, la classica opposizione dicotomica di Tönnies e di Durkheim esercita la sua influenza sugli antropologi e sociologi della Scuola di Chicago124

, i quali distinguono fondamentalmente tra società urbane e folk society (società rurali), seguendo differenti metodi di lavoro e affrontando varie problematiche.

119 Gli studi sociografici implicano l'utilizzo della ricerca empirica in sociologia. Si tratta di studi clinici di sintesi che analizzano le relazioni sociali poste in una situazione concreta con metodi sociologi e antropologici.

120 A. Bagnasco, op. cit. p. 12.

121 R. S. Lynd – H. M. Lybd, Middletown, volume I, Milano, Edizioni di Comunità, 1970 (ed. or. Middletown, New York, Hartcourt, Brace & Wor1d, 1929).

122 R. S. Lynd – H. M. Lynd, Middletown, volume II, Milano, Edizioni di Comunità, 1974 (ed. or. Middletown

in transition, New York, Hartcourt, Brace & Wor1d, 1937)

123 W. L. Warner - P. S. Lunt, The social life in a modern community, New Haven, Conn.,Yale university Press, 1941; W. L. Warner - P. S. Lunt, The status system of a modern community, New Haven, Conn.,Yale university Press, 1942.

124 La scuola di Chicago (o scuola dell'ecologia sociale urbana) è la prima scuola di sociologia urbana negli Usa.

Redfield125

nel 1955 individua gli aspetti fondamentali che deve possedere una comunità per essere definita tale: dimensioni ridotte, confini esterni netti, omogeneità e autosufficienza economica. L'autore utilizza un approccio di tipo evoluzionista e sistema la comunità di piccole dimensioni su una linea ideale di evoluzione che dalla comunità arriva appunto alla società sviluppata.

Nel 1961 Arensberg fa sue le caratteristiche individuate da Redfield aggiungendovi il carattere autoriproduttivo. La comunità diventa così un gruppo di individui capace di riprodurre tutto il suo tradizionale apparato culturale e istituzionale, così da mantenerlo per il futuro.126

Alcuni studi antropologici sempre riconducibili alla Scuola di Chicago si concentrano invece su osservazioni prettamente empiriche, altri su determinati aspetti delle comunità (per esempio, sulla famiglia, sull'economia o sulla politica interna). A tal proposito, possiamo citare gli studi di Block127

, Boissevain128

e Davis.129

Un altro filone di lavoro è quello dell'analisi dei rapporti tra comunità e centri di potere, terreno comune di sociologia e politologia, ove si individuano tre tipi di variabili e le relazione intercorrenti fra queste.

Occorre indagare infatti su quali siano le caratteristiche fondamentali (demografiche, territoriali, economiche) delle comunità, su quali siano le peculiarità della sua leader-ship e dei suoi processi decisionali (strutture monolitiche, politiche, pluralistiche, a partecipazioni di massa) e infine su quali decisioni e risoluzioni siano prese poi in concreto.

Analizzando le relazioni tra le differenti variabili, questa tipologia di studi, collocabile sempre all'interno degli studi sociografici, propone teorie sui vari fenomeni politici locali. Ciò però è possibile solo attraverso una radicale trasformazione degli studi di comunità, che si muovono a questo punto sempre più sulla ricerca empirica (e in questo senso possiamo citare i lavori di Hunter130

, di Dahl131

e Clark132 ).

125 R. Redfield, The little community and Paesant Society and Culture, Chicago, Chicago University Press, 1955 (tr. it. La piccola comunità e la società contadina, Torino, Rosenberg & Seller, 1976).

126 C. M. Aresberg, American communities, in American anthropoligist, 1955, LVII, pp. 1143 - 1162.

127 A. Block, The mafia of a Sicilian village 1860-1960, Oxford, 1974 (tr. it. La mafia di un villaggio siciliano

1860-1960, Torino, Einaudi, 1986).

128 J. Boissevain, Friends of friends: networks, manipultors and coalitions, Oxford, 1974.

129 J. Davis, People of Mediterranean, London, 1977 (tr. it. Antropologia delle società mediterranee, Torino, 1960).

130 F. A. Hunter, Community power structure, Chapel Hill, N. C., 1953. 131 R. A. Dahl, Who governs?, New Haven, Conn, 1961.

132 AA. VV., Community structure and decisionmaking. Comparative analysis, (a cura di T. N. Clark), San Francisco, 1968.

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