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Profili di legittimazione esterna e rapporti con i terz

2. I differenti profili della mancata giuridificazione

2.1. Profili di legittimazione esterna e rapporti con i terz

La comunità, qualunque essa sia, è costretta a mantenere rapporti con l'esterno, soprattutto per ciò che concerne la fase iniziale della progettazione, quella della creazione e quella della costruzione della stessa.

Ciò significa che essa deve rapportarsi con una serie di soggetti che vivono nell'ordinamento statale.

Possiamo provare a elencarli in base alla loro tipologia.

La comunità ha bisogno innanzitutto di rapportarsi con le istituzioni, intendendo con questo non solo lo Stato al quale appartiene ma anche tutte le sue diramazioni amministrative. Dato lo strettissimo rapporto con il territorio, è naturale che i rapporti si concentrino con gli enti locali, soprattutto con quelli minori: nel nostro ordinamento, per esempio, la comunità entrerà in relazione con il Comune, con le Comunità Montane e, solo più incidentalmente, con la Regione e la Provincia.

Essa si dovrà confrontare con gli enti al fine di ottenere permessi e autorizzazioni e assolvere ad oneri burocratici e amministrativi.

Un altro soggetto istituzionale con il quale la comunità potrebbe dover avere rapporti è l'Unione Europea, nel caso in cui voglia accedere a finanziamenti e a bandi coperti dalla stessa.

Altri soggetti che interagiscono spesso con la comunità sono i professionisti: nel momento iniziale (ma non solo) la comunità si trova a dover affrontare una serie di problematiche burocratiche e amministrative per le quali ha bisogno di essere coadiuvata da geometri, architetti, commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati.

Vi sono poi gli istituti di credito dai quali nella fase progettuale (ma anche nel proseguo della vita comunitaria) la comunità cercherà di reperire i finanziamenti necessari.

Continuando la panoramica, un'altra categoria di esterni con i quali la comunità è obbligata a confrontarsi sono i vicini, ovvero i residenti nelle abitazioni adiacenti al terreno o all'edificio dove si trova la comunità.

Troviamo poi i soggetti ospiti e i soggetti visitatori ovvero persone esterne alla comunità le quali per un periodo più o meno lungo permangono al suo interno.5

Una categoria particolarmente delicata è quella costituita dai potenziali membri in entrata, cioè da quei soggetti che potenzialmente potrebbero essere idonei a far parte della comunità. In questo caso entra in gioco la problematica di dover scegliere i criteri più adatti per l'ammissione, onde evitare di incrementare il rischio di fallimento del progetto comunitario.

Non possiamo poi tralasciare i costruttori e i fornitori di beni e servizi: la comunità dovrà avere a che fare con le ditte edili per la costruzione o la ristrutturazione e poi, durante la sua esistenza, dovrà rapportarsi con le imprese che le saranno indispensabili per ottenere beni e servizi (salvo l'improbabile caso di raggiungere una completa autosufficienza).

Ancora occorre citare i successori mortis causa. Quando si verifica il decesso di un membro della comunità, si pongono inevitabilmente questioni legate alla successione ereditaria che possono comportare differenti criticità e che spesso finiscono in tribunale.

A tal proposito, merita rilevare che, infatti, la comunità avrà a che fare anche con le autorità giudiziarie: accade abbastanza frequentemente che soprattutto le strutture più «chiuse» ed isolate siano coinvolte in procedimenti giudiziari, spesso di natura penale o di diritto del lavoro.

Una particolare categoria da tenere in considerazione è costituita dai media: maggior diffusione ha il fenomeno, maggiori sono le possibilità che le comunità siano protagoniste della cronaca, spesso per motivi legati alle vicende giudiziarie di cui al punto precedente.

Ultima categoria di soggetti terzi è rappresentata dalle organizzazioni nate per coadiuvare i membri nella costituzione delle comunità. Per esempio, possiamo citare la società Cohousing Venture6

o l'associazione Cohabitando7

che, oltre a promuovere questa tipologia dell'abitare, è anche membro co-fondatore dell'Istituto nazionale per lo studio e la promozione del cohousing..

Vedremo poi di volta in volta, come si configurano i rapporti con le differenti tipologie di terzi, contestualizzandole in alcune fasi critiche della vita comunitaria.

5 Capita piuttosto frequentemente che gli ecovillaggi siano abitati temporaneamente da volontari del WWOOF. Il WWOOF è un movimento mondiale che si occupa di mettere in contatto i volontari e i progetti rurali, promuovendo esperienze educative improntate allo scambio di fiducia reciproco. Si veda, per farsi un'idea, il sito della sezione italiana del Wwoof (www.wwoof.it).

6 Il sito web ufficiale della società è www. cohousing.it. 7 Si veda www.cohousing-italy. com.

2.1.1. L'utilizzo «off-label» dei modelli giuridici esistenti

Nei frequenti momenti in cui si confronta con i soggetti appena elencati, la comunità ha bisogno del diritto perché necessita di essere credibile e riconoscibile.

Partiamo dalla banale considerazione che le comunità sono soggette fin da subito a numerosi pregiudizi da parte della società dovuti allo stile di vita alternativo, alla mancanza di radici stabili, all'idea che ha di questo fenomeno l'immaginario collettivo.

Premesso questo, è chiaro che se la comunità si presenta davanti ai terzi senza una «veste»8 giuridica, i terzi tenderanno ad aumentare le loro riserve e ad agire di conseguenza. La comunità sarà davanti ai loro occhi un'entità non riconoscibile e non credibile. Non riconoscibile perché non avrà una forma giuridica conosciuta all'ordinamento di appartenenza e sarà al massimo percepita come un mero gruppo di cittadini che coabitano. Non credibile perché, senza una esteriorità giuridica, non godrà della fiducia necessaria per ottenere permessi e autorizzazioni dagli enti, finanziamenti dalle banche, fiducia da parte dei vicini.

Vi è poi anche un aspetto prettamente pratico: se la comunità non è costituita in un soggetto giuridico riconosciuto chi firma gli accordi e le convenzioni? Come si individua il soggetto responsabile in caso di concessione di un mutuo? Chi è il legale rappresentante?

Ecco perché la comunità ha davanti a sé una sola soluzione possibile, almeno momentaneamente: in mancanza di modelli prestabiliti dal legislatore, essa non può che scegliere tra quelli già esistenti nell'ordinamento di appartenenza.

Inevitabilmente questo vorrà dire dover valutare quale modello meglio si adatti alle caratteristiche stesse della comunità, quale presenti più aspetti vantaggiosi, quale sia il più versatile.

La comunità sceglierà tra le opzioni che le offre il mondo del no profit (come accade in Italia) o magari preferirà adattarsi ad un modello preso in prestito dal mondo del diritto commerciale o societario.

Utilizziamo la parola «adattarsi» perché quello che la comunità può fare è quello che ci siamo «divertiti» a definire utilizzo «off-label»9

dei modelli giuridici esistenti, riprendendo la

8 Si è scelto di utilizzare termini come «veste» o «griglia» giuridica proprio per enfatizzare l'idea che le comunità sono costrette ad assumere una forma giuridica quanto meno per mostrarsi all'esterno dei loro confini, anche se questa non rispecchia la loro natura.

9 Per uso off-label di farmaci si intende correntemente l’impiego di farmaci non conforme a ciò che la scheda tecnica autorizzata dal Ministero della Salute prevede. Si tratta in sostanza di prescrivere farmaci con indicazioni, modalità di somministrazione e dosaggi differenti da quelli indicati nel foglio illustrativo al fine di curare patologie differenti da quelle per i quali erano stati autorizzati.

terminologia utilizzata in ambito medico.

Così come si utilizzano i farmaci per scopi o con modalità differenti rispetto a quelle previste nei loro fogli illustrativi, anche in questo caso di tratta di adeguarsi a «griglie» legali che non sono state istituite per le comunità.

Il problema è che in questo caso spesso mal si adattano ai peculiari aspetti della vita comunitaria, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

Vedremo infatti nel prossimo capitolo quei rari casi in cui l'ordinamento ha predisposto un modello giuridico apposito e quali scelte fanno le comunità negli ordinamenti in cui la giuridificazione è assente.

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