3. Vicende antropologico-giuridiche della comunità: criticità fisiologiche e influenza della mancata giuridificazione
3.3. La ricerca di finanziament
Un altro momento nel quale la mancanza di giuridificazione fa sentire i suoi effetti con prepotenza è quello dell'approvvigionamento dei finanziamenti necessari alla realizzazione o alla ristrutturazione del complesso abitativo.
In questo caso i soggetti con i quali i membri fondatori sono costretti a interfacciarsi sono gli istituti di credito e le banche. Il fatto di presentarsi senza una forma giuridica oppure con una forma giuridica non appropriata fa sì che la credibilità di cui godono le comunità in questo frangente sia molto debole.
Nel caso in cui il gruppo di fondatori si presenti in modo informe, senza alcuna forma giuridica, sarà difficile attribuire la responsabilità patrimoniale. Nel caso in cui invece la comunità abbia assunto la «veste» di una delle forme già presenti nell'ordinamento, la questione di individuare il responsabile sarebbe risolta poiché in base alla tipologia scelta si potrebbero individuare i soggetti coinvolti.
Certo è che questa tipologia di attribuzione della responsabilità, mal si confà con il progetto stesso di vita comunitaria. Per gli intenti con i quali questo si presenta, infatti, sarebbe probabilmente più opportuno avere forme collettive di responsabilità limitata.
Si potrebbe allora credere, prendendo come campioni i modelli italiani, che sia preferibile scegliere forme di società di capitali, nelle quali ogni socio fondatore possa versare una quota e rischiare solo quanto conferito, senza dover garantire solidalmente anche per gli altri. Nella prassi, sappiamo invece che si preferiscono forme di persone giuridiche non riconosciute, non solo al fuori delle società di capitale ma anche di quelle di persone, dirigendosi verso associazioni, fondazioni e forme similari.
Il risultato è che nella maggior parte dei casi, per convincere le banche della fattibilità dei progetti, i fondatori debbano mettere «in gioco i loro averi personali»40
: si aprono allora una serie di problematiche relative a chi di questi debba apportare garanzie patrimoniali e in che misura esse debbano essere quantificate. Questo aspetto assume un rilievo ancora maggiore se valutiamo le conseguenze sulla vita comunitaria: come si tutela il prestatore di garanzia? Questo profilo può essere risolto con accordi interni che possono evitare discrepanze in caso di problemi finanziari della comunità e che sono indispensabili per scongiurare il pericolo della formazione di un ordine sociale interno gerarchico basato sui differenti apporti
economici e sulle differenti garanzie prestate da ciascun membro.
A queste problematiche va aggiunto che le comunità spesso si configurano come modelli di vita alternativi, con metodi e presupposti quanto meno inusuali, e ciò certamente non facilita la concessione di mutui e finanziamenti.
Differente discorso va fatto nel caso in cui i progetti comunitari riescano a trovare finanziamenti pubblici. Ciò evita loro chiaramente l'approvvigionamento di risorse presso gli istituti di credito.
In Italia non capita frequentemente che questi progetti siano finanziati dal pubblico. Molto più facile è che siano alcuni grossi investitori privati a conferire, per ragioni di filantropia o di politica di investimento sociale, il capitale necessario. Per esempio, la recentissima Cittadella della solidarietà, una sorta di social housing a Pistoia di recentissima costruzione, è stata sovvenzionata da una fondazione di un istituto di credito.
In altri ordinamenti è invece più facile che le strutture abitative di questo genere siano finanziate con denaro pubblico.
In Olanda, per esempio, i cohousing sono sovvenzionati dal governo, attraverso un «fenomeno tipicamente olandese»41, il Poldermodel. Con il termine Poldermodel, in sintesi, si indicano una serie di trattative e negoziati tra lavoratori, governo, sindacati, rappresentanze delle minoranze e attivisti che si protraggono senza fine e che hanno come obiettivo il raggiungimento di finalità sociali. Questo metodo del consenso è diffuso e riporta risultati soddisfacenti: gli scioperi sono rari e i sindacati soddisfatti. Inoltre i movimenti comunitari non creano problemi al governo e, al medesimo tempi, riescono ad influenzarne le scelte. Peraltro in questo modo le persone interessate a entrare in un cohousing senza avere le disponibilità finanziare trovano una appoggio concreto. Il lato negativo è che ovviamente il Poldermol tiene eccessivamente a freno i movimenti sociali e questo aspetto critico è sempre più messo in rilievo da attivisti e studiosi della materia: affidarsi al metodo del consenso se, da una parte, garantisce una certa stabilità sociale, dall'altra, rende impossibile il cambiamento.42
I finanziamenti pubblici sono molto comuni anche in Svezia43
, dove per esempio, la maggior parte delle strutture è di proprietà pubblica o di amministrazioni locali. La relazione tra poteri pubblici e strutture di coabitazione non è unilaterale: per esempio, nel cohousing svedese
41 AA. VV., Cohousing e condomini solidali, op. cit., p. 136. 42 Ivi, pp. 134 ss.
StolplycKan, gli spazi comuni - che sono assai ampi (vengono chiamati «i 2000 metri quadri di zona giorno»44
- sono utilizzabili anche dagli altri abitanti della zona: l'uso esclusivo dei residenti inizia solo dalle ore 18:00 in poi.
Un altro metodo è costituito da quella che è chiamata la «finanza etica». La finanza etica è una branchia del mondo finanziario e creditizio che si occupa di favorire e supportare l'economia reale, investendo in attività produttive legate al territorio.
Ci sono, per esempio, sistemi di finanziamento etico che si muovono attraverso cooperative senza scopo di lucro, le quali raccolgono denaro attraverso i conferimenti di capitale da parte dei soci. I fondi raccolti servono poi per finanziare con tassi più bassi di quelli presenti sul mercato progetti in campi di promozione sociale, ecosostenibilità, decrescita e reinserimento delle fasce svantaggiate della popolazione, scelte sulla base di indici di qualità e di affidabilità. Sia i soggetti finanziatori che quelli finanziati sono soci della cooperativa in modo da favorire un rapporto diretto e improntato alla solidarietà.45
Un altro mezzo di finanziamento può essere costituito dal gruppo di acquisto.
In Italia, abbiamo il G.A.T. (Gruppo Acquisto Terreni): si tratta di uno strumento di investimento partecipativo che si presenta sotto forma di società agricola a responsabilità limitata, in modo da ridurre al minimo il rischio dei soci. Ogni socio versa la medesima quota in modo che non via siano disparità interne, il Gruppo Acquisto Terreni acquista un'area con i fondi raccolti e la concede in locazione ad un coltivatore o, nel nostro caso, ad una comunità di coltivatori. I soci del G.A.T. hanno un minimo di reddito garantito dalla locazione del terreno, il quale può aumentare in base alle migliorie e agli interventi strutturali fatti sullo stesso. Dal punto di vista della comunità, con questo sistema di finanziamento essa può disporre immediatamente del terreno, potendo contare su un progetto a lungo termine, poiché il G.A.T. prevede rigidi limiti in uscita per gli investitori.
Vi sono poi le Banche Etiche ovvero banche cooperative che raccolgono fondi per progetti socialmente utili. Il risparmiatore che deposita il denaro nella banca etica non ricava interesse ma «il suo guadagno consiste nella consapevolezza di sapere che i suoi soldi saranno usati per finanziare i progetti e le persone di un certo tipo».46
Le comunità possono rientrare facilmente in questa tipologia di progetti, godendo così di finanziamenti con tassi di interesse più bassi di quelli correnti sul mercato.
44 AA. VV., Cohousing e condomini solidali, op. cit., p. 131.
45 In Italia, questo strumento si chiama M.A.G. (Mutua Auto Gestione); AA. VV., Ecovillaggi. Una soluzione
per il futuro?, op. cit., pp. 120 ss.
Chiaramente tra i modi di finanziamento vanno aggiunti anche i meri conferimenti di capitale sociale o di quote da parte dei residenti, spesso versate prima di cominciare l'esperienza comunitaria. Se viene scelta una determinata forma giuridica, è ovvio che l'accantonamento di capitale sociale dovrà seguire la normativa prevista in materia.