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2. Le forme dell'abitare condiviso: una panoramica

2.9. Le reti delle esperienze comunitarie

Non possiamo abbandonare questo capitolo di presentazione delle nuove forme di coabitazione senza citare le reti che collegano le varie esperienze.

Questo per due ordini di motivi.

In primo luogo, le reti di connessione che si sono sviluppate garantiscono un mezzo indispensabile per il flusso di informazioni tra le varie strutture. Il passaggio di informazioni - e quindi di esperienze, di metodi, di soluzioni applicative - diventa particolarmente importante in assenza (come vedremo a breve) di un qualsivoglia riconoscimento giuridico. Potendosi e dovendosi muovere in assenza di forme precostituite e di regolamentazioni dettagliate, diventa indispensabile sapere come le varie problematiche sono risolte altrove e potendo importare così anche dall’estero nuove idee, in una sorta di esercizio involontario di comparazione e trapianto giuridico.

In secondo luogo, vedere quanti movimenti e reti siano esistenti, serve ad avere un’idea dell’estensione del fenomeno (ancora oggi sottovalutato) e apre la porta a dibattiti sull’eventualità di un riconoscimento.

Vediamo allora queste reti, sia a livello nazionale che mondiale.

La prima rete nasce, non a caso, in Danimarca nel 1991 col nome di Gaia Trust, un’associazione che raduna una quindicina di ecovillaggi danesi. Gaia Trust non è importante solo perché è la capostipite delle reti ma anche perché è al suo interno che nasce l’idea del

150 Per un approfondimento sulla vita del Popolo degli Elfi, si veda M. Cecchi, Nella Valle degli Elfi, Portiolo (MN), Riabitare, 2009.

Gen (Global Ecovillages Network).151

Il Gen prende materialmente vita durante il convegno internazionale svoltosi presso la comunità di Findhorn, finanziato appunto da Gaia Trust. Scopo del Gen è riunire gli ecovillaggi sparsi ovunque nel mondo e fino a quel momento completamente isolati, fornendo loro la possibilità di comunicare, incontrarsi, scambiarsi informazioni. Il Gen raccoglie dati, ha una sua newsletter, pubblica libri, video, riviste (Ecovillage millenium e Ecovillage living), organizza incontri e convegni, gestisce dei corsi di formazione, creando delle vere e proprie figure professionali che siano in grado di costruire e gestire gli ecovillaggi. Fra le varie iniziative possiamo segnalare l’istituzione dei Living and Learning centers, una specie di scuola di formazione nella quale gli aspiranti comunitari possano apprendere tecniche di costruzione e di gestione degli ecovillaggi.

Altra dimostrazione della rilevanza del fenomeno è data dal fatto che il Gen organizza corsi e iniziative in collaborazione con le maggior università americane, offrendo la possibilità agli studenti di risiedere per qualche mese in un ecovillaggio.

Il Gen, nato come struttura unitaria, viene poi suddiviso in varie zone operative: Gen Oceania e Australia; Ena (che raggruppa le esperienze di tutto il continente americano); Gen Europa (che tuttavia include anche Medio oriente e Africa) e Gen sud est asiatico. L’importanza del Gen è riconosciuta ufficialmente e da anni è una Ong dell’Onu.

All’interno di quelli che potremmo chiamare i vari dipartimenti regionali, possiamo trovare ulteriori suddivisioni spesso organizzate su scala nazionale.152

Scendendo al livello dei vari paesi, possiamo citare per esempio il Fic (Fellowship for Intentional communities), un importante sito che dal 1994 raccoglie tutte le forme abitative in comune del Nord America o C.A.S.A., l'associazione che riunisce gli ecovillaggi dell'America Latina.

Se ci spostiamo in Italia, si deve citare la Rive, Rete Italiana Ecovillaggi, nata nel 1996 con lo scopo di coordinare il movimento comunitario ecosostenibile in Italia.

L’associazione ha una sua rivista, Terra Nuova, e organizza anch’essa convegni e corsi di vario genere. La Rive mette insieme differenti esperienze e conta una trentina di comunità attive, delle quali alcune sono ancora in fase embrionale. Essa ha una sua Carta degli Intenti che, fra le altre cose, definisce l’ecovillaggio (come abbiamo visto sopra) aggiungendo, rispetto alle definizione fornite dagli altri organismi, una soglia minima di partecipanti che

151 Si veda il sito ufficiale www.gen.ecovillage.org

152 Secondo una stima effettuata dal Fic, nel mondo vi sono circa 25.000 esperienze comunitarie, di cui più della metà sono iscritte al Gen.

fissa a cinque persone adulte.153

Ogni esperienza comunitaria deve stabilire, secondo la Carta, delle priorità dal punto di vista della sostenibilità. Le principali attività della Rive riguardano il coordinamento a livello locale e nazionale, lo scambio di informazioni e competenze, la promozione e l'organizzazione di convegni e seminari per favorire la circolazione delle informazioni, la formazione e la preparazione alla vita comunitaria, il sostegno di nuovi progetti e il rafforzamento di rapporti con le istituzioni e gli enti locali. 154

Rimanendo in Italia, ancora possiamo citare il sito Cohousing.it155

, il quale viene lanciato nel 2005 allo scopo di creare una grande rete di comunicazione per coordinare tutte le persone interessate a vivere in un cohousing organizzando contemporaneamente due team di supporto che si occupano rispettivamente delle ricerca di aree adatte e dell’individuazione e degli strumenti volti a favorire la convivenza.156

Da questo esperimento nasce infatti il già citato cohousing Bovisa 01 a Milano. O ancora, vi è il gruppo Coabitare157

, nato a Torino nel 2006 e formato da una quarantina di persone che hanno iniziato un progetto di riflessione teorica e di realizzazione pratica di coabitazione. Il gruppo si è poi evoluto nell'associazione di promozione sociale CoAbitare e, insieme ad altre realtà locali, ha dato origine all'Istituto nazionale per lo studio e la promozione del cohousing. Fra i membri cofondatori dell’Istituto, vi è anche Cohabitando, un’associazione che si pone come obiettivo lo sviluppo del cohousing ma soprattutto l’emersione del fenomeno della coabitazione davanti alle istituzioni.158

Sempre nel nostro territorio, più specificatamente indirizzato a quelle comunità (anche) spirituali o religiose, non possiamo non menzionare il Conacreis159

, associazione che riunisce singoli e comunità (in grande percentuale) dediti alla pratica delle discipline olistiche e all'attività di ricerca spirituale.

Concludendo a proposito delle reti che uniscono tutte le realtà che abbiamo prima analizzato, potremmo dire che in questo universo sommerso dell'abitare, non si può prescindere dal condividere anche - e forse soprattutto - le informazioni, le esperienze e le competenze raggiunte.

153 Le informazioni sul Gen e sulla Rive sono tratte da M. Olivares, op. cit. pp. 20 ss; Si veda anche AA. VV,

Cohousing e condomini solidali, op. cit.

154 F. Guidotti, op, cit, pp, 28 – 29. 155 Si veda il sito www.cohousing.it.

156 Per un approfondimento, si veda il contributo di E. Manzini - I. Marella, in AA. VV, Cohousing e

condomini solidali, op. cit., pp. 173 ss.

157 Si veda a tal proposito il sito www.coabitare.org 158 Si veda www.cohousing-italy.com

Capitolo III

Le «comunità intenzionali» in assenza di giuridificazione

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