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2. Il concetto di comunità nelle scienze social

2.10. La svolta dicotomica di Tönnies

Siamo nel 1887 e Ferdinando Tönnies pubblica Comunità e società, operando una nuova concettualizzazione di entrambi i termini in chiave dicotomica.

Tönnies è fortemente ispirato dal pensiero di Sumner Maine, di Marx e di Gierke.74 Dal primo, di cui peraltro è brillante allievo, recepisce la distinzione tra comunità e società, approdando però a differenti conclusioni.75

Se infatti Sumner Maine mostra di preferire il libero arbitrio del contractus allo status, Tönnies ha invece una visione nostalgica della comunità. Da Marx egli riprende gli studi compiuti sulle società pre-capitalistiche, anche se mai li cita direttamente, e da Gierke prende in prestito la dottrina sulle corporazioni

74 È lo stesso Tönnies ad indicare nella Prefazione del volume l'influenza ricevuta dai tre predecessori. 75 P. De Lalla Millul, La comunità democratica. Idee per una politica nuova, Napoli, Volume 1, Guida

medioevali. Un altro precursore dell'autore è considerato Comte il quale definisce la comunità come un'unità morale e il fondamento esistenziale dell'individuo, facendola così entrare di diritto nel nuovo universo della modernità.76

Comunità e società77

è un'opera «destinata a fare da battistrada a tutto un filone di critica romantica alla modernità».78

L'autore si concentra appunto sui due concetti, ritenuti le due forme di vita associata fra gli individui, distinguendoli ma ritenendo, al medesimo tempo, impossibile una separazione perché costruiti l'uno su opposizione dell'altro.

La comunità è una vita reale ed organica caratterizzata da rapporti fondati sull'intimità, sulla confidenza e sull'esclusività. I rapporti sono fondamentalmente derivati dalla nascita e dalla discendenza. La comunità non deriva da un accordo né da un contratto ma è fondata sul consesus, ovvero sul comune sentire, sulla volontà comune di stare insieme e di condividere. La comunità è egualitaria e le cosiddétte «dignità», ovvero i particolari ruoli all'interno della struttura sociale, sono dovute solamente ad aspetti anagrafici o riconducibili a motivazioni particolari.

Perché vi sia una comunità non è sufficiente che le persone condividano spazi e attività. Nello specifico, affinché si formi un vincolo di appartenenza esclusivo servono più elementi che debbono combinarsi fra loro: il possesso collettivo del terreno, la cooperazione e la collaborazione in ambito lavorativo, la presenza di norme e quindi di un ordinamento, un'organizzazione superiore che gestisca i problemi burocratici (ovvero un'amministrazione) e un sistema di simboli, culti, credenze, aspetti tradizionali che contribuiscano alla formazione di una nuova identità.

La comunità, secondo Tönnies, può essere di sangue, di luogo o di spirito.

La comunità di sangue è quella basata sulla nascita e la parentela e il suo luogo di elezione è la casa. La comunità di luogo presuppone invece la coabitazione nel medesimo luogo, appunto, e si muove all'interno del villaggio, creando rapporti di vicinato. Per concludere, vi è la comunità di spirito, basata sull'amicizia, sui rapporti che non hanno bisogno né di condividere luoghi né di avere sangue in comune ma che sono piuttosto fondati sulla comunanza di interessi e attività. La comunità di spirito è, secondo Tönnies, la forma più elevata di comunità e si sviluppa nella città. Si passa così da un'associazione, ovvero la famiglia, ad un'alleanza e la comunità comprende così tutto quello che rappresenta la fiducia,

76 Vedi L. Parenti, op. cit. p. 13.

77 F. Tönnies, Comunità e società, Milano, Edizioni di Comunità, 1963 (ed. or. Gemeinschaft und

Gesellschaft, Leipzig,O.R. Reislad, 1887).

l'intimità, il vivere esclusivamente insieme.

Nelle società tönnesiana invece gli individui vivono in gruppo nel medesimo modo in cui questo accade all'interno delle comunità ma rimangono individualità separate. Si abbandonano le caratteristiche tipiche del mondo comunitario, la terra diventa proprietà individuale, il lavoro è sempre fatto del singolo, cessa ogni forma di condivisione. La società è basata sullo scambio e sul contratto, formato dall'incontro di volontà tra liberi individui (la cosiddétta volontà arbitraria che si differenzia dalla volontà essenziale delle comunità). «La società è ciò che è pubblico, è il mondo»79

e vi si fa ingesso come in una «terra straniera».80 Nessuno fa o dà niente se non ne riceve un guadagno, la logica è marcatamente utilitaristica e si può dire che ad essere in relazione siano più le prestazioni che non i singoli individui.

Da Marx, come dicevamo, l'autore riprende gli studi sui mezzi di produzioni e sulle differenti modalità nelle quali si esplica la proprietà. Tönnies è convinto che vi sia uno stretto legame fra le condizioni sociali, i modi di acquisto della proprietà e i conseguenti diritti che ne derivano. Quella delle comunità è appunto una proprietà collettiva, quella in cui la terra è indivisa e così la casa e il lavoro.

La società mette in campo invece una proprietà privata.

Alla dicotomia comunità/società, Tönnies aggiunge tutto un apparato di costruzione intellettuale composto da altre dicotomie: volontà essenziale e volontà arbitraria, sentimento e intelletto, concreto e astratto, vecchiaia e giovinezza e così via, binomi nei quali il primo termine è sempre associato ad un'idea positiva di comunità mentre il secondo è associato al concetto negativo di società.

«Si mette l'adolescenza in guardia contro la cattiva società, ma l'espressione cattiva società suona come una contraddizione»:81

il giudizio è senza possibilità di appello, la preferenza per la comunità è netta e Tönnies denuncia nella società industriale la predominanza degli aspetti pragmatici ed istituzionali «a danno della naturalezza e dell'immediatezza del legame comunitario».82

79 V. Pazè, op. cit. p. 3. 80 Ibidem.

81 Ibidem.

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