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(1910)

[…] Occupiamoci dell’importanza del cinematografo in rapporto all’educazio- ne sociale. Una sala cinematografica non è che una nuova forma d’università popolare. II cinematografo con linguaggio muto, mostra la vita vera vicina e lontana, scene panoramiche con usi, costumi, riproduzioni storiche, scene scientifiche, scene drammatiche sensazionali, scene comiche esilaranti. Alle scene sensazionali e commoventi non si muove palpebra. Quando appare sul- la tela un gobbo, uno zoppo, per innata cattiva abitudine, si ride; ma quando appare un cieco, un brivido generale. Alla scena rappresentante la morte di Anita, gran commozione; all’entrata de’ bersaglieri in Roma giubilo generale! Le tragedie, i drammi teatrali riprodotti dal cinematografo producono grande impressione. E la vita, la realtà della vita che entusiasma.

Per il fascino appunto che le scene in movimento esercitano sugli animi, è necessario che i soggetti non rappresentino atti di violenza o di brutalità, ma siano informati a morale civile. In Francia sono bandite dai pubblici spet- tacoli scene rappresentanti atti di violenza («nous ne devons pas habituer les enfants et le public à des spectacles de violence»).

Non è educativo infervorare le menti con proiezioni di massacri, carneficine, città devastate, uomini che si uccidono come belve, scene simili sollevano dal fondo degli animi istinti atavici bestiali. A rendere più efficace e diffusa l’azione che si va svolgendo per la coltura e l’educazione del popolo a mezzo del libro circolante e della parola parlata, occorreva venire in soccorso della biblioteca popolare e delle conferenze con la proiezione luminosa, e si è perfino costituita a Milano un’associazione nazionale per le proiezioni luminose, fisse e cinemato- grafiche, onde preparare una serie di diapositive, illustranti soggetti di tecnica e d’ economia agraria e di coltura generale, da mettersi – con opportune note esplicative – a disposizione di quanti si dedicano alla propaganda agraria, e danno l’opera loro per la coltura polare, al fine di accrescere i risultati benefici. L’associazione fornisce anche gli apparecchi necessari per la proiezione.

Abbandonando invece al monopolio della speculazione privata la produ- zione e lo sfruttamento della cinematografia, si consente passivamente a che questo provvido mezzo d’educazione e d’istruzione delle masse venga adope- rato ad eccitare le passioni, gl’istinti e le superstizioni del popolo.

Le recenti circolari sullo pubblicazioni oscene del Ministero degl’Interni e del Ministro Guardasigilli onorano l’Italia. Come vi è una legislazione so- ciale contro i giornali e le illustrazioni che rechino offesa al buon costume o al pudore, dovrebbero esservi prescrizioni tassative circa le rappresentazioni cinematografiche.

Richiama in modo speciale l’attenzione generale di tutti e dello Stato che è il più alto tutore della pubblica moralità, lo sviluppo che vanno assumendo nel regno gl’impianti cinematografici e la trasformazione che tale genere di pubblico trattenimento a poco a poco subisce in quanto che alle riproduzioni sulla tela a semplice scopo ricreativo si associano rappresentazioni sensazio- nali e suggestive, che costituiscono spesso offesa alla morale ed al buon co- stume. A quali spiacevoli inconvenienti conduca un tale stato di cose è facile comprendere; onde la necessità che nel concedere e rinnovare le licenze di agibilità, come altresì nel disporre per la debita sorveglianza le autorità politi- che e di pubblica sicurezza dovrebbero attenersi rigorosamente a disposizioni fisse sia nei riguardi della pubblica incolumità, sia per quanto concerne il genere delle rappresentazioni. Gravi sono gli inconvenienti cui possono dare occasione specialmente le produzioni cinematografiche, che rappresentano atti impressionanti, tali da destare spavento e ribrezzo; aggiungasi che non sono pregiudizievoli soltanto agli adulti, ma possono contaminare e perver- tire l’animo della gioventù, alla cui purezza tutte le forze morali della società devono cooperare in modo energico ed efficace nell’intento di raggiungere uno dei più elevati compiti di civile educazione.

Bene scelte proiezioni posson fecondare negli animi degli spettatori germi d’amore, di cooperazione, di solidarietà umana. Le scene cinematografiche rappresentanti i massacri delle battaglie o l’episodio con l’apparizione del so- lito pugnale omicida, si sostituiscono con quelle rappresentanti le conquiste della scienza indagatrice, le vittorie pacifiche della verità, della giustizia, del lavoro associato.

E gli operai di due nazioni, pallidi di fatiche antiche e di commozione nuova, vincono le compatte masse granitiche, s’incontrano, s’abbracciano, si baciano con delirio di gioia, fratelli nella vittoria del lavoro!

E il nostro vessillo raggiunge uno dei più alti punti al Polo!

E il fuochista che salvò testé una bambina – stupefacente atto di valore! – lanciandosi sotto un treno in corsa.

Ecco un esempio di soggetti per proiezioni luminose che esercitano gran- de influenza sul sentimento e spronano a egregie cose.

Come dal teatro così dal cinematografo, dopo certe scene si esce miglio- rati. Mezzo efficace adunque di educazione sociale è il cinematografo; straor- dinaria è l’importanza delle proiezioni luminose come tramite potentissimo per la diffusione della cultura popolare. Circa la metà degli abitanti di piccoli centri sono assolutamente analfabeti e non possono, quindi, servirsi del libro della biblioteca popolare: ed ecco le proiezione divenire il «libro dell’afabeta [sic, analfabeta]».

cessario elevare il concetto dell’intuizione e dell’arte dell’intuizione secondo i nuovi tempi. È necessario che le cosiddette lezioni oggettive o per aspetto, siano sostituite in gran parte dalle proiezioni luminose.

Le proiezioni tanto diffuse all’estero e specialmente in Francia, in In- ghilterra, in Germania, fecero in questi ultimi anni un sensibile progresso anche in Italia. Ed infatti esse furono già adottate per illustrare importanti fatti storici dell’epoca nostra e specialmente per dimostrazioni in conferenze scientifiche e letterarie, per dimostrazioni scolastiche, per conferenze, vedute di città e di altri soggetti dilettevoli.

La proiezione luminosa è destinata a popolare le nostre sale di lettura e di conferenza – altrimenti deserte – con l’attrattiva dello spettacolo dilettevole. L’immagine è la via più pronta e diretta fra il mondo esterno e la percezione ed ha sulla parola parlata e sulla parola scritta il vantaggio di mostrare le cose quali veramente sono e non per via di suoni e segni convenzionali. Il «Bolletti- no delle Biblioteche popolari» nota con compiacenza: «Incomincia l’era di una triplice alleanza fra la parola scritta, la parola parlata e l’immagine: chi può calcolare i vantaggi, certo ingentissimi, che ne verranno alla nostra causa?».

Il cinematografo è il mezzo sussidiario che meglio rappresenta la vita con grandi fatti e scene in movimento, ed è necessario portarlo dalla società de- gli adulti alla società degli adolescenti per dare, in modo facile ed attraente, spontanee cognizioni intorno al Mondo, all’Uomo e alla Società.

In ogni edificio scolastico dovrebbe essere il cinematografo; in ogni aula scolastica un apparecchio per le proiezioni luminose. Intuire è vedere, è sen- tire; ma non è la cosa materialmente sentita che deve circoscrivere il processo didattico intuitivo: esso deve estendersi bensì alle cognizioni antropologiche e sociali che naturalmente vi si collegano: e col cinematografo le intuizioni ed il processo dell’intuizione rispondono mirabilmente allo scopo.

In ogni centro dell’insegnamento non è 1’intuire, ma il fare: e la fattività si riflette tutta in ciò che rappresentano le scene luminose. È un abuso o un pregiudizio dell’intuizionismo pestalozziano che il mondo della natura ma- teriale interessi di più i ragazzi del mondo sociale; i ragazzi invece sentono naturale e vivo interesse alla vita che li circonda e specialmente a ciò che si manifesta sotto 1’aspetto dell’operosità degli uomini e del loro lavoro: e il ci- nematografo nella scuola riesce a ciò con scene informate a questi principii, alla nuova vita mentale della società nostra e al nuovo diritto didattico, socio- logico e antropologico.

Le nostre cognizioni, dal punto di vista teorico, sono sempre antropolo- giche, o cosmologiche, o sociologiche e il cinematografo può essere efficace mezzo ausiliario così nel periodo della cultura preparatoria della scuola po- polare, che deve cominciare con un’enciclopedia inorganica, frammentaria e occasionale intorno a nozioni varie e comuni, come nel periodo di cultura organica e sistematica, in cui le materie d’insegnamento devono indirizzarsi e svolgersi nelle loro speciali categorie. La cultura scolastica dev’essere sempre oggettiva senza che per questo si segua sempre il processo dell’intuizione: e a ciò risponde mirabilmente il cinematografo.

La parola del maestro non basta all’insegnamento: abbisognano mezzi sussidiari che rendano la sua parola più sensibile, più dimostrativa, più effi- cace. I progressi della scienza hanno migliorato sempre più questi mezzi au- siliari, e la scuola ha fatto proprio quanto le poteva servire per una maggior efficacia nella complessa sua funzione. Ho detto che le proiezioni luminose già formano il successo dei conferenzieri, nei vari argomenti delle loro esposizioni: e ora vediamo in che modo il cinematografo può venire in servizio alle varie materie della scuola popolare, favorendo i principi di ogni insegnamento.

È canone per l’insegnamento della lingua che ai ragazzi devono esser pre- sentati oggetti reali perché li osservino, li considerino, e quello che osservano e considerano dicano ed espongano: e quale mezzo più dilettevole del cine- matografo per abituare a ben osservare, a ben riflettere, a ben esprimere a voce e in iscritto ciò che si è osservato? Quanto non potrebbe riuscire efficace un po’ di storia letteraria in quinta e in sesta col sussidio di scene luminose? Galileo o Dante; Petrarca, Mazzini o Manzoni non si possono presentare con le proiezioni? Non si possono far conoscere alcuni episodi dell’Inferno dante- sco: il Conte Ugolino, Farinata, il Castello della Sapienza ecc., o alcuni episodi dei Promessi sposi: l’Addio di Lucia, La madre nel contagio, la Conversione dell’Innominato, La morte di D. Rodrigo ecc.? L’Epopea dantesca e i Promessi sposi, se convenientemente trattati, possono formare materia da scuola popo- lare, destando germi preziosi negli animi giovanili.

Vita del metodo geografico è la visione reale, 1’osservazione, l’interpreta- zione del lontano mediante il vicino e l’osservazione del lontano stesso median- te immagini prese dal vero: e il cinematografo può avere largo campo e nella topografia e nella corologia e nella corografia e nella morfologia geografica.

L’interesse geografico non deve essere sostenuto solo dalle intuizioni o rappresentazioni sensibili, ma dai molteplici rapporti che esse hanno con le piante, con gli animali e con gli uomini: e il cinematografo risponde mirabil- mente a ciò con le vedute di luoghi (monti, laghi, mari, fiumi, città, prodotti) vicini e lontani, di esplorazioni ecc. Sono consigliati i viaggi scolastici geogra- fici; ma si può mai andare in America? E col cinematografo si vedono le varie città dell’America e delle altre parti del mondo con gli usi e costumi relativi, con la vita vera in movimento.

Testé a Roma Sir Ernest Shackleton ha tenuto una conferenza sulla sua esplorazione al Polo Sud, illustrata da cinematografie interessantissime rappresentanti la nave Nimrod nei suoi momenti più pericolosi, la vita degli esploratori e i passaggi polari più notevoli; nonché pinguini curiosissimi nei loro atteggiamenti, e il punto estremo raggiunto nell’emisfero australe! E tutto questo si può portare con le proiezioni fra ragazzi e giovanetti nella scuola popolare.

Vedere per descrivere, descrivere per rappresentare anche quello che non si vede, ma che sia in relazione con quello che si vede; passare da percezioni a immagini generali, da immagini generali a concetti, da concetti a classifi- cazioni e rivolgere tutto questo a rischiarare i concetti popolari tecnologici, merceologici, il concetto agrario, il concetto dell’economia domestica e socia-

le: ecco il fondamento del metodo per l’insegnamento popolare delle scienze naturali e delle nozioni fisiche e chimiche. E quanto sussidio per questo in- segnamento non apporterebbero le vedute scientifiche in rapporto: all’astro- nomia (fisica celeste, cosmologia, geologia, curiosità della terra nelle varie epoche); alla fisica (metallurgica, aerostatica, industrie diverse); alla chimica (alimentazione; elettrochimica, vetreria, ceramica, industrie diverse); alla bio- logia (razze umane, anatomia, fisiologia, istologia, zoologia generale e paras- sitaria, botanica generale e agricoltura)! Di grande aiuto all’insegnamento scientifico sono pure le vedute foto-microscopiche e radiografiche in rapporto alle varie applicazioni. Vedute simili nelle scuole popolari concorrerebbero a distruggere i pregiudizi e ad emancipare le menti, educando alla comparazio- ne, all’esperimento, alla causalità, e ai molteplici legami dei fatti.

La Ditta Molteni di Parigi va preparando anche vedute scientifiche in rap- porto alla matematica, aritmetica, geometria, algebra, quadri dimostrativi di pesi e di misure.

In riguardo all’insegnamento storico, le proiezioni luminose rappresen- tanti episodi, personaggi celebri, monumenti, costumi e civiltà fanno vedere quello che fu 1’umanità prima di noi, creano il senso dell’osservazione uma- na, moltiplicano e vivificano i sentimenti per tutto ciò che appartiene all’uo- mo, esercitano la memoria su cose spaziali e locali, svolgono il ragionamento qualitativo, esercitano un’azione benefica sul carattere. Ma le vedute storiche nella scuola popolare non dovrebbero essere solo di carattere politico, bensì mostrare da tutti i lati il movimento storico: accanto ai grandi eroi, mostrare gli umili eroi della patria e dell’umanità.

Le gite magistrali archeologiche dei maestri romani sono indimenticabili. Ciò che mi è rimasto più impresso è la visita all’Auditorium appium (in vici- nanza della chiesetta del Quo Vadis), splendida sala di proiezioni, veramente ammirevole, riassunto, per dir così, di quasi tutte le gite magistrali. Sfilarono su l’ampia tela i monumenti e i tratti principali della Via Appia da Porta Cape- na alle Paludi Pontine, così come sono ora e come erano in antico, ricostruite meravigliosamente; sfilarono le proiezioni delle Catacombe e dei principali riti cristiani che in quelle si compivano riprodotti da quadri di autori celebri. Com’è possibile dimenticare la scena rappresentante il fanciullo guidato dalla madre a baciare l’urna del padre nelle Catacombe? Nella sala dell’Auditorium era ac- canto a me un ragazzino che con tanto di lucciconi rimase vinto per le belle proiezioni a colori. Quale lezione più efficace e duratura di patriottismo? Come l’intuizione è il fondamento della coltura storica nell’insegnamento primario!

E le proiezioni possono dare notevole aiuto agl’insegnamenti che porgono norme all’azione libera della persona: gl’insegnamenti etici, giuridici, civici. Il De Dominicis dice: «Noi vogliamo che le scuole preparino alla vita, e ciò che meno nelle scuole si trova è la vita, e quanto ha attinenza con la vita». E l’insegnamento morale e civico il maestro può dare in forma attraente col sussidio di speciali scene luminose in movimento che rappresentino la vita e gli obblighi che essa impone, desumendone massime e precetti, che abbiano per gli scolari valore assoluto.

La rappresentazione dei fatti per mezzo dei quadri colpisce la fantasia e parla alla mente e al cuore spesso con maggiore potenza di quello che possa fare la sola parola: la morale in rapporto al Comune, alla Nazione, all’Umani- tà non può essere rappresentata efficacemente nella scuola popolare, oltreché da fatti veri, da soggetti cinematografici presi dal vero, rappresentanti il vero? Mettendo sott’occhio le scene della vita con la evidenza del loro significato morale, si ottengono certamente degli effetti educativi destinati a lasciare una benefica traccia, perché si desta 1’ammirazione del bene ed il ribrezzo del male e si dà la dimostrazione diretta ed efficace dell’utile e del danno frutto di certe determinate azioni.

E quanto non concorrerebbero alla formazione del gusto artistico e del sentimento estetico industriale proiezioni rappresentanti plastica e scultura, pittura, disegni, incisioni, architettura e costruzioni, arti decorative?

E le proiezioni rappresentanti il lavoro agricolo e industriale (campi speri- mentali, stabilimenti, opifici ecc.) non infondono 1’amore al lavoro, la religio- sità per il lavoro, che in oggi è per tutti e onora tutti?

Si dirà: ma col cinematografo e con le proiezioni si vuol forse rinnovare la scuola?

Se abbisognano all’insegnamento mezzi sussidiari, il cinematografo e le proiezioni luminose sono fra quelli che lo rendono, in rapporto come s’è visto a quasi tutte le materie, più sensibile, più dimostrativo, più efficace e che, con le riproduzioni reali, meglio avvicinano la scuola alla vita e ai suoi bisogni. Estratti da: «Rivista di Pedagogia», Milano, V, 5, giugno 1910, pp. 147-155.