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Il movimento nazionale si avvia alla lotta armata

2.1 L’Algeria francese e la nascita del movimento nazionalista

2.1.3 Il movimento nazionale si avvia alla lotta armata

La Seconda guerra mondiale accelerò la fine del tema coloniale, incentivando la diffusione e il rafforzamento degli ideali, scritti nella Carta Atlantica, di indipendenza, di autodeterminazione e di democrazia nei movimenti nazionalistici, in particolar modo nel Nord Africa, teatro di battaglie molto importanti per il proseguo del Secondo conflitto mondiale. Il nazionalismo algerino poteva contare su ideologie di portata globale, attraverso la politica estera portata avanti nel dopoguerra da USA e URSS, a riguardo del problema coloniale, e sull’abbandono della lotta politico- costituzionale per passare alla lotta rivoluzionaria contro i francesi13.

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La proposta suggerisce che una minoranza di algerini possa ottenere la piena cittadinanza francese , consentendo loro di essere soggetti alla legge musulmana su alcuni temi sociali come il matrimonio, il divorzio, la custodia e l'ereditarietà. Si propone di offrire questi benefici alla parte di popolazione altamente istruita e a chi ha servito nelle forze armate francesi con il progetto di ampliare i benefici ottenuti da altri gruppi in una data successiva; cfr. Calchi Novati, Storia dell’Algeria indipendente, cit., pp. 52-53.

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Un punto importante per la crescita dello spirito nazionalista algerino è la redazione del Manifesto del popolo algerino nel Febbraio del 1943, firmato da 28 dirigenti di aree moderate che formavano l’élite evoluta del popolo nordafricano, che si colloca a metà strada tra integrazione e separatismo, partendo dal presupposto che l’assimilazione si era rivelata una menzogna dei francesi, riprendendo alcuni passaggi fondamentali della Carta Atlantica. Uno degli autori più importanti di questo documento fu Ferhat Abbas, che comprese le possibilità create dal Secondo dopoguerra attraverso uno scatto d’orgoglio delle società afro-asiatiche e con la rinascita dell’arabismo. Le rivendicazioni contenute all’interno del Manifesto, di cui si ricorda, ad esempio, la libertà di stampa, la riforma agraria, l’equiparazione tra lingua araba e francese, la partecipazione algerina al governo nazionale e l’amnistia politica, non furono ricevute con piacere dal generale Catroux, governatore d’Algeria favorevole all’assimilazione, dalla politica estera francese, che doveva ritornare ad essere una grande potenza mondiale, senza privarsi dei suoi territori d’oltremare, e dalla politica interna d’oltralpe per lo speciale attaccamento all’Algeria, dato che era considerato territorio metropolitano.

Respinte le tesi del Manifesto, gli intellettuali algerini tentarono la via politica, fondando il movimento Amici del Manifesto e della Libertà (AML), nel Marzo del 1944, che dava molto spazio alle dimostrazioni di piazza, rompendo con la pratica delle delegazioni e delle petizioni, come faceva da tempo il Partito del

popolo algerino (PPA) di Messali Hadj, di cui si ricorda la sollevazione popolare in

concomitanza con le celebrazioni per la vittoria degli alleati in Europa, in particolar modo nella regione di Costantina con distruzione di edifici pubblici e l’uccisione di cittadini francesi. Le autorità metropolitane proclamarono lo stato d’assedio, incaricando reparti armati sotto il comando del gen. Duval di reprimere la rivolta, andando oltre i compiti assegnati con inutili spargimenti di sangue, come il massacro di Sétif e Guelma dell’8 Maggio 1945, che dilatarono e resero incolmabile la frattura tra la comunità algerina e i coloni francesi. Inoltre i partiti politici algerini furono soppressi, costretti a continuare il loro lavoro in clandestinità, e molti dirigenti furono imprigionati, creando un’unione d’intenti tra gli algerini che sfocerà in un unico movimento di rivendicazione nazionale14.

I francesi, cercando di riportare la situazione alla normalità, concessero l’amnistia politica nel Marzo 1946, alla vigilia delle elezioni per l’Assemblea

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Costituente della quarta repubblica, di cui se ne avvalse, tra gli altri, Ferhat Abbas che si presenterà, con il suo nuovo partito l’Unione democratica del Manifesto

Algerino (UDMA), alle consultazioni aggiudicandosi 11 seggi, sui 13 concessi alla

popolazione algerina. Messali Hadj fu scarcerato pochi mesi più tardi e non si attardò a creare un nuovo partito, il Movimento per il trionfo delle libertà democratiche (MTDL), riprendendo il vecchio programma politico e le origini proletarie del PPA. Contrapponeva all’UMDA di Abbas, favorevole all’associazione con la Francia, l’idea di indipendenza, chiedendo l’immediato ritorno del popolo algerino alla propria sovranità nazionale, con l’elezione di un’assemblea a suffragio universale diretto.

Tentando di scongiurare la crisi, la Francia emanò lo Statuto organico, promulgato il 20 Settembre 1947, introducendo una configurazione politica indipendente, divisa in tre dipartimenti francesi, ampliava i diritti elettorali degli algerini, che potevano partecipare agli organi di governo attraverso la creazione di un’Assemblea algerina, composta da 60 deputati per il primo collegio, formato da cittadini francesi, e 60 per il secondo, formato dagli algerini, che aveva poteri limitati, simili alle vecchie delegazioni finanziarie, visto che l’autorità principale rimaneva il Governatore, espressione diretta del governo metropolitano. Altre novità riguardarono la soppressione dell’amministrazione militare nei territori sahariani e dei comuni misti15, inoltre decaddero i limiti alla libertà di culto e all’insegnamento della lingua araba, parificata al francese16. La portata innovatrice dello statuto ebbe vita breve, a causa dei brogli e delle irregolarità che si perpetrarono all’interno delle elezioni dell’Assemblea algerina nell’Aprile 1948. Il piano governativo era così definito: mentre nel primo collegio trionfava una lista di destra ispirata agli ideali gollisti, nel secondo collegio i nazionalisti (“separatisti” per le autorità) vennero sconfitti dai candidati moderati filo-francesi: il governo francese aveva dato ordine di «sbarrare la strada ai separatisti rimediando all’errore dello Statuto adattandolo alle necessità algerine»17. Il naufragio dello Statuto era un’ulteriore dimostrazione che la situazione algerina non poteva essere risolta dalla politica francese e, all’inizio degli

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Il comune misto era un’istituzione a maggioranza musulmana ma soggetta a un’amministrazione nominata direttamente dal governatore generale, capeggiata da un amministratore europeo assistito da capi locali.

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Calchi Novati, Storia dell’Algeria indipendente, cit., p. 64.

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anni cinquanta, il dialogo fra il governo metropolitano e i nazionalisti algerini era in una fase di stallo.

Constatando definitivamente che il metodo costituzionale di lotta era inutile, prese corpo una forma di azione diretta che si costituiva fuori dai partiti tradizionali, attraverso organizzazioni armate che dovevano portare alla rivoluzione nazionale. Il primo gruppo che prese questa strada fu l’Organizzazione speciale (OS), braccio armato del MTDL, formato nel 1947 con a capo Mohammed Belouizdad, Hocine Aït Ahmed e Ahmed Ben Bella18, futuro presidente della Repubblica, che si rafforzarono grazie agli scandali elettorali delle già citate elezioni del 1948, entrando in azione nel 1949, all’ufficio postale di Orano, svaligiandolo per finanziare la propria lotta. La ritorsione francese fu molto dura nei confronti di tutti i partiti algerini, ad eccezione dell’UDMA moderato e sempre accomodante nei confronti della politica francese in Algeria.

Le conseguenze della repressione portarono uno sconvolgimento e una divisione all’interno del MTDL di Messali Hadj, a causa della poca attività politica esercitata dal partito, tra i messalisti, che si consideravano i soli interpreti della volontà popolare, prospettando una politica intransigente nei confronti del potere coloniale, anche se incapaci di passare all’azione vera e propria, e i centralisti, che proponevano una politica più fiduciosa nell’evoluzione liberale della Francia. Tra il 1953 e il 1954, Messali Hadj aveva perso il controllo del partito e la rottura tra le due correnti era ormai insanabile, come dimostrano i vari congressi tenuti in quel biennio che confermarono la crisi del MTDL. Da questa lotta intestina né uscì ciò che rimaneva dell’OS, che riprese l’azione come gruppo separato per non disperdere le proprie energie, fondando il Comitato rivoluzionario d’unità e d’azione (CRUA), nel Marzo del 1954, che si proponeva di riportare il MTDL all’antica vocazione di lotta unitaria e rivoluzionaria, tentando di dialogare con le due fazioni di quel movimento. Il CRUA darà il via alla rivoluzione algerina, la cui decisione venne presa da un direttorio di nove persone: Didouche, Ben M’Hidi, Ben Boulaïd, Boudiaf, Rabah Bitat e Belkacem Krim si mossero in Algeria mentre Ben Bella, Aït Ahmed e Khider erano al Cairo. In questa riunione divenne ufficiale la data del 1 Novembre, rispetto al 15 Ottobre, per l’avvio dell’insurrezione e furono distribuiti i compiti più

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Ahmed Ben Bella (1918-2012), fu un politico algerino. Esponente dell'ala più radicale del movimento di liberazione nazionale d'Algeria, è visto come il padre della patria algerina. È stato il primo Presidente dell'Algeria.

importanti, come la divisione del territorio algerino in sei regioni con una scrupolosa gerarchia che adempieva alle esigenze di collegialità, segretezza ed efficienza del movimento.

Pochi giorni prima dell’inizio dell’insurrezione algerina ci fu un violento terremoto vicino alla capitale Algeri, dove arrivò in visita il Ministro dell’Interno François Mitterrand, ben visto dai movimenti moderati algerini per arrivare ad una soluzione del problema coloniale. Fu molto contento della disgregazione di un movimento indipendentista e reazionario come il MTDL e non dette ascolto al governatore Léonard e ai servizi segreti che erano venuti a conoscenza che qualcosa stava per accadere. I giorni successivi sconfessarono l’ottimismo del Ministro francese e delle istituzioni d’oltralpe, facendole entrare in un vero e proprio incubo che costerà molto caro al sistema politico della quarta repubblica19.

2.2 La guerra d’Algeria: dall’insurrezione armata all’inizio della crisi dello

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