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2.1 L’Algeria francese e la nascita del movimento nazionalista

2.1.2 Le origini del movimento nazionale algerino

La cornice politica algerina si riscosse pubblicamente a cavallo della prima guerra mondiale, ma non significa che tra il 1871 e gli anni venti del Novecento ci sia stato un vuoto politico, soltanto che nel paese nordafricano l’espressione di un movimento nazionale moderno fu più lenta che in altri territori colonizzati. L’Algeria meditò sui mezzi e gli obiettivi di una contro-politica che riuscisse ad essere efficace e condivisa da tutti e, dopo le rivolte contadine degli ultimi decenni dell’Ottocento, saranno gli ambienti cittadini a raccogliere la lotta anticoloniale. Il nazionalismo si attestò su valori come l’arabismo e l’islam, immediatamente disponibili per essere utilizzati a scopi politici. La resistenza al regime coloniale matura infatti entro un contesto socio-culturale profondamente marcato dalla francesizzazione di una importante frazione del nuovo ceto medio urbano, a cui corrisponde una altrettanto

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Il regime fondiario della società algerina si fondava sulla proprietà o sul lavoro collettivo della tribù e fu contro l’indivisibilità delle terre che agì il colonialismo, attraverso l’esproprio o il consolidamento della proprietà privata. Durante i primi decenni di colonizzazione, i francesi cercarono di legiferare in materia demaniale, volendo andare in contro alle esigenze della corrente immigratoria che si andava ingrossando, grazie alla legge del 16 Giugno 1851, nota come la “Carta fondiaria dell’Algeria”, che proclamava l’inviolabilità dei diritti di proprietà individuali e collettivi assegnando una specie di diritto di prelazione allo stato; cfr. Calchi Novati, Storia dell’Algeria indipendente, cit., pp. 32-33.

profonda deculturazione delle masse rurali, soltanto marginalmente e passivamente coinvolte nel progetto di integrazione della colonia alla Francia. Parallelamente, l’Islam assunse un ruolo di primo piano anche come unica sfera di valori-rifugio che la società rurale continuò ad opporre ai valori sostitutivi con cui l’occupante intendeva civilizzarla9.

Negli anni precedenti alla Grande Guerra, alcune formazioni politiche avevano come obiettivo alcune riforme interne e settoriali per arrivare ad una vera uguaglianza tra arabi e francesi, a causa di discriminazioni legislative come, ad esempio, il decreto del 1912 che rendeva obbligatorio per gli arabi il servizio militare. L’attività di questi movimenti politici, formati da giovani algerini, non portò risultati eclatanti, se non ad una divisione al proprio interno tra chi era favorevole alla naturalizzazione francese a qualsiasi costo e chi invece puntava a rafforzare la propria identità algerina. Da quest’ultimi, nascono tre grandi movimenti politici algerini: la “Stella nordafricana”, Etoile Nord Africaine (ENA), di estrazione nazionalista laica, il partito moderato della Federazione degli Eletti e uno di estrazione islamista e araba che prese il nome di Congresso degli Ulema.

La Stella nordafricana nacque a Parigi nel Marzo del 1926 grazie all’opera di Ali Abdel Kader, membro politico del Partito comunista francese (PCF). Reclutava i suoi membri tra gli operai arabi in Francia e suo scopo iniziale fu «la difesa degli interessi materiali, morali e sociali dei musulmani nordafricani e la loro educazione». L’attività svolta dall’ENA non sarebbe uscita dal suo guscio comunista, fatto di rivendicazioni sindacali e mutuo soccorso ai lavoratori arabi se non se ne fosse impadronito Ahmed Messali el-Hadj10, personalità di spicco tra i nordafricani a Parigi, che dal 1927 diverrà il leader indiscusso del partito, cercando di allentare il legame con il comunismo per dettare una linea sempre più nazionalistica ed indipendentista, attraverso l’indipendenza dell’Africa del Nord, il ritiro delle truppe francesi in quella zona e la formazione di un governo nazionale rivoluzionario. Un

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Anna Bozzo, Movimento nazionale algerino, in Alessandro Triulzi, Storia dell’Africa e del Vicino Oriente, cit., pp. 349-350.

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Nazionalistaalgerinoe simpatizzante dellaRivoluzione russadel1917, dedicò l'intera vita alla lotta per il conseguimento dell'indipendenza della sua patria, conquistata nel1962dallaFrancia. Fu co- fondatore dell'Étoile Nord-Africaine (ENA), delParti du peuple algérien (PPA) e del Movimento per il Trionfo delle Libertà Democratiche (MTDL), prima di dissociarsi nel1954dalla lotta armata delFronte di Liberazione Nazionale(FLN). Fondò anche il Movimento Nazionale Algerino (MNA)per contrapporsi ai metodi del FLN.

programma generico e confuso, corretto dal massimalismo del suo capo, scrive Calchi Novati, poiché non hanno saputo compiere una scelta chiara e precisa fra le dottrine che si offrivano loro11. Al congresso del partito, nel 1933, si specificarono i punti programmatici che sarebbero stati alla base dell’azione politica della Stella: parità assoluta per tutti gli algerini, elezione di un parlamento nazionale, ritiro delle truppe di occupazione, totale indipendenza dell’Algeria, nazionalizzazione delle banche e delle risorse minerarie, istruzione obbligatoria in lingua araba e confisca dei latifondi di proprietà europea.

La Federazione degli Eletti, di cui ne farà parte una figura importante per il nazionalismo algerino come Ferhat Abbas, insieme ai fondatori del movimento Benthami Ould Hamida e Mohammed Salah Bendjelloul, riprese le tematiche dell’assimilazione, care alla frangia liberale dei giovani algerini di inizio Novecento, cercando di far evolvere le condizioni politiche per migliorare la situazione all’interno del sistema legislativo francese. Questa lealtà nei confronti della metropoli è dovuta all’estrazione sociale dei componenti della federazione, poiché erano istitutori, medici, farmacisti e avvocati che facevano parte delle istituzioni consultive create dalla Francia durante i decenni di colonizzazione. Nonostante la disponibilità al compromesso, è possibile che i componenti di questa formazione politica si avviino verso soluzioni rivoluzionarie e non sorprende, quindi, il loro avvicinamento alla lotta nazionale. Su posizioni simili si posizionava il Congresso degli Ulema, nato ad Algeri nel Maggio del 1931 ed espressione della borghesia colta, benpensante e timorata di Costantina, il cui programma si basava sulla ristrutturazione della società nazionale fondata sull’islam per creare un’identità che potesse essere accettata da tutto il popolo algerino.

Le divergenze tra questi tre movimenti sono evidenti, visto che gli ultimi due erano a favore di alcune riforme all’interno dello schema coloniale francese, al contrario della Stella Africana che puntava all’indipendenza, non partecipando al Congresso musulmano-algerino del Giugno del 1936, indetto dai comunisti algerini sull’onda della vittoria del Fronte Popolare in Francia, al cui interno venne redatta una carta delle rivendicazioni basata su un programma minimo di riforme, inaccettabile per il movimento guidato da Messali Hadj, che auspicava il coinvolgimento delle masse contadine e puntava sul puro radicalismo della battaglia per la libertà. Le aspettative del mondo politico algerino sul Fronte popolare francese

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durarono lo spazio di pochi mesi, dal momento che l’unico disegno di legge presentato in materia coloniale riguardante l’Algeria, il famoso progetto Blum- Viollette12, non arrivò neanche al voto dell’Assemblea Nazionale a causa della campagna editoriale contraria, lanciata dalla stampa conservatrice, e dalle lobby che sostenevano i coloni francesi, rappresentate in parlamento da un buon numero di deputati. L’abbandono di questo progetto, da parte dei successivi governi francesi, portò in secondo piano il tema dell’assimilazione degli algerini e ad una radicalizzazione dell’azione politica nordafricana incarnata da Messali Hadj, fondando un nuovo movimento alla fine degli anni trenta, a causa della messa al bando della Stella Nordafricana da parte delle autorità francesi, il Parti du peuple

algérien (PPA), rivolgendosi a tutti i ceti sociali algerini ed esortandoli ad adoperarsi

per la liberazione nazionale, accrescendo i consensi nei suoi confronti grazie ad un programma molto più realista rispetto agli altri soggetti politici algerini, riuscendo con il passare del tempo ad estendersi ai ceti sociali svantaggiati del sottoproletariato urbano e ai contadini. Ciò è stato il punto conclusivo di una crescita delle élite algerine e delle masse per la difesa della personalità storica dell’Algeria, con una propria originalità nazionale e culturale.

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