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L’incertezza dello scambio finanziario: elementi di valutazione negli scambi isolati ne negl

APPROCCIO FUNZIONALISTA

DIFFERENZIAZIONE E TIPIZZAZIONE INTERMEDIAR

2. L’incertezza dello scambio finanziario: elementi di valutazione negli scambi isolati ne negl

scambi ripetuti

SOMMARIO:1. Introduzione. – 2. Informazione asimmetrica, incertezza e problemi degli scambi finanziari. – 3. Informazioni nascoste, i rischi di finanziamento e attività degli intermediari finanziari. – 4. Azioni nascoste e moral hazard. – 5. Contesti multiperiodali e scambi ripetuti: tratti caratteristici e differenze. – 6. Il ruolo dei contratti impliciti nello scambio finanziario. – 7. La reputazione come elemento di valutazione: caratteristiche ed efficacia. – 8. Scambi ripetuti, rinegoziazione e informazioni comportamentali.

1. Introduzione

Le caratteristiche dei soggetti e i termini e le condizioni dello scambio fi- nanziario, determinano i bisogni del sistema economico e le funzioni primarie del sistema finanziario. L’analisi di detti bisogni permette di individuare le at- tività svolte dagli elementi del sistema finanziario e, in particolare, dagli inter- mediari finanziari, legittimandone l’esistenza quali alternative funzionali più efficienti rispetto ad altre forme di supporto dello scambio finanziario. L’utilizzo di un criterio d’efficienza per spiegare l’esistenza degli intermediari è, quindi, di volta in volta, ricondotto alla loro capacità di svolgere alcune atti- vità specifiche, minimizzandone il costo, in relazione all’esistenza di particola- ri bisogni del sistema economico.

L’esistenza degli intermediari finanziari, nel corso del tempo, è stata ricon- dotta alla presenza di costi di transazione e di alcune tipologie di rischio che gravavano su operatori con propensioni al rischio e preferenze disomogenee e

non allineate1 (Gurley-Shaw, (1960), Fama (1980), Pyle (1971), Benston- Smith, (1976), oppure all’esistenza d’incertezza contrattuale e di asimmetrie informative fra domanda e offerta di risorse finanziarie (Leland-Pyle (1977), Diamond (1984), Campbell-Kracaw (1980), Jensen-Meckling (1976)).

Una delle ragioni principali che determinano l’esistenza degli intermediari può essere individuata nella presenza di incertezza ambientale, comportamen- tale e cognitiva che comporta una certa difficoltà e, spesso, l’impossibilità di definire ex ante il valore dello scambio finanziario. Questa difficoltà rende ar- duo l’utilizzo di contratti istantanei e, contestualmente, determina la necessità di individuare forme di governo e di coordinamento degli scambi migliori che sostituiscono, affiancano o integrano il mercato. L’analisi dello scambio finan- ziario ha evidenziato come le limitate capacità cognitive degli individui, la si- tuazione informativa esistente, il comportamento degli individui coinvolti, il rischio di opportunismo insito nella loro natura e, infine, le difficoltà informa- tive del prezzo non permettono una delega al meccanismo di mercato.

L’incertezza del valore di scambio, inoltre, impedisce la possibilità di utiliz- zo di contratti completi, lasciando spazi di indeterminatezza dovuti all’incapacità di prevedere le contingenze e i comportamenti futuri, e al rischio di presenza di informazione privata, sia nelle fasi precedenti la decisione dello scambio, sia nelle fasi di esecuzione dello scambio. L’esistenza di informazio- ne eterogenea e asimmetrica non riguarda semplicemente il costo (Stigler, 1961) ma, focalizza l’attenzione sulle possibilità di ottenere tale informazione (Onado, 1992) e, quindi, sull’impossibilità della parte meno informata di porsi su un livello paritario di definizione del valore scambiato.

Il ruolo dell’intermediazione, in presenza di asimmetrie informative, è valu- tato sulla base della sua capacità di migliorare la situazione informativa delle parti e di ridurre i rischi derivanti dall’informazione privata. In questo senso, l’intermediazione assume caratteristiche differenti in relazione alle differenze di informazione esistente, alla propensione al rischio degli operatori economici, al grado di inefficienza o di incompletezza dello scambio diretto e agli obiettivi dei soggetti coinvolti nello scambio finanziario (Dabrassi, 1995). L’esistenza delle asimmetrie informative e dell’incertezza contrattuale e comportamentale, oltre a individuare differenti attività degli intermediari finanziari, richiede l’utilizzo di contratti e meccanismi differenti per la gestione delle situazioni possibili e delle distribuzioni di rischio ottenibili. In quest’ambito, il riferimen- to al filone dell’agency theory e all’impostazione contrattualista contribuisce a definire le modalità di interazione e di formalizzazione degli incentivi e degli impegni, nonché a migliorare la distribuzione del rischio e a ridurre l’incertezza.

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Per una rassegna critica delle teorie che fondavano sui costi di transazione la spiegazione dell’esistenza degli intermediari finanziari si veda Santomero (1984).

Figura 2.1 – Lo schema analitico della ricerca

S C H E M A A N A L IT IC O

C O N D IZ IO N I A S IM M E T R IE IN F O R M A T IV E - T E R M IN I D E L L O S C A M B IO - C A R A T T E R IS T IC H E D E G L I IN D IV ID U I B IS O G N I P R O B L E M I E R IS C H I D E L L O S C A M B IO F IN A N Z IA R IO B IS O G N I D E I P A R T E C IP A N T I A L L O S C A M B IO A T T IV IT À R U O L O D E L L ’IN T E R M E D IA R IO F IN A N Z IA R IO R U O L O D E L L ’IN T E R M E D IA R IO C R E D IT IZ IO E F F IC IE N Z A F U N Z IO N A L E D IF F E R E N T I T IP I D I R E L A Z IO N E B A N C A - C L IE N T E E F F IC IE N Z A F U N Z IO N A L E D E L L A R E L A Z IO N E

La letteratura fondata sulla presenza di asimmetrie informative si compone di numerosi e variegati contributi su temi specifici e su singoli aspetti dell’intermediazione. Molto spesso, detti contributi coincidono con lo svilup- parsi di un dibattito intorno a tematiche particolari e risentono sensibilmente delle ipotesi su cui fondano i modelli matematici o econometrici di validazione empirica adottati. Tuttavia, questo filone teorico possiede il merito di eviden- ziare, esplicitamente ed efficacemente, i limiti e i problemi fondamentali dello scambio finanziario e di spiegare l’esistenza dell’intermediazione e, in partico- lare, le differenti tipologie di rapporto fra intermediario e operatori del sistema.

In questo quadro teorico di riferimento, il paradigma problemi dello scam- bio – bisogni dei partecipanti – attività degli intermediari (Figura 2.1) consente di:

 ordinare i differenti contributi teorici in relazione ai bisogni del sistema economico e alle attività svolte dagli intermediari;

 spiegare l’esistenza degli intermediari, focalizzando l’attenzione sulle specificità della loro natura e delle loro attività;

 classificare le diverse tipologie di rapporto fra intermediario e unità economica (prenditori e datori finali di fondi);

 classificare le diverse modalità di interazione banca-cliente, specifican- do il ruolo e la funzione di tali scambi;

 approfondire il ruolo e le funzioni della relazione banca-cliente, e nello specifico, banca-impresa ai fini della riduzione delle asimmetrie infor- mative, della gestione dell’incertezza e, quindi, del rischio di credito. Lo schema espositivo prescelto trova, quindi, il suo filo logico nel ruolo svolto dall’intermediario finanziario nei confronti dei problemi posti dall’esistenza delle asimmetrie informative e nell’utilizzo dei meccanismi più idonei per la distribuzione ottimale dei rischi e per la più efficiente incentiva- zione dei comportamenti.

Il primo passo consiste nell’introduzione e illustrazione dei principali pro- blemi allo scambio finanziario dalle asimmetrie informative e dalle altre condi- zioni che lo caratterizzano (sia nell’interazione prenditore-datore finale di fon- di, sia nello scambio intermediato e, quindi, tra datore, prenditore e intermedia- rio finanziario). Successivamente si approfondisce i diversi ruoli assunti e le attività svolte dall’intermediario, specificando le modalità con cui l’intermediazione riesce a coordinare e governare gli scambi in modo più effi- ciente del mercato. Si individuano, cosi, le motivazioni che legittimano l’esistenza degli intermediari finanziari e, caso per caso, quali forme di inter- mediazione risultano migliori o più adeguate ai bisogni espressi dal sistema economico e finanziario.

2. Informazione asimmetrica, incertezza e problemi degli scambi

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