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Scambi ripetuti, rinegoziazione e informazioni comporta mental

APPROCCIO FUNZIONALISTA

DIFFERENZIAZIONE E TIPIZZAZIONE INTERMEDIAR

8. Scambi ripetuti, rinegoziazione e informazioni comporta mental

In molti casi analizzati, la ripetizione determina la riduzione delle asimme- trie informative esistenti fra i soggetti partecipanti allo scambio finanziario. Ciò permette di osservare taluni comportamenti e di apprendere fatti specifici, dan- do modo di ridurre o superare le asimmetrie informative. L’interazione ripetuta si distingue dallo scambio impersonale poiché il comportamento dei soggetti dipende dal comportamento atteso della controparte. L’acquisto di azioni36 o di obbligazioni sul mercato, pur perdurando nel tempo o ripetendosi ogni anno, in ipotesi di titoli di breve durata o di continua rinegoziazione, si fonda sull’acquisizione di informazioni standardizzate inerenti l’impresa e il suo comportamento, ma scarsamente legate alla propria esperienza diretta. Questo caso, pur potendosi configurare come uno scambio ripetuto, di fatto si caratte- rizza per la completa impersonalità dell’interazione.

La distinzione fra scambi personali e impersonali è stata evidenziata da Fa- ma (1985) in relazione alle differenze esistenti fra debito interno e debito ester- no. Il rapporto che si crea fra banca e impresa, come ogni rapporto di finanzia- mento che si origina fra due soggetti sulla base di una conoscenza diretta37, na- sce dalla possibilità di informazioni dirette e dalla possibilità di intervenire o influenzare il processo decisionale. Come evidenzia lo stesso Fama, tali scambi sono di tipo personale, per contrasto alla natura standardizzata e impersonale del mercato, e basati su informazioni riservate e fondati sulla possibilità di inte- ragire sulla base di un rapporto bilaterale. La bilarità dei rapporti presenta al- cuni benefici per i partecipanti, rispetto ai rapporti multilaterali e standardizza- ti, legati soprattutto alla possibilità di mutuo adattamento e di rinegoziazione dei termini dell’accordo al verificarsi di determinate situazioni.

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Una quota di minoranza e, comunque, marginale e irrisoria rispetto il pacchetto comples- sivo di controllo.

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Si pensi al prestito fra membri di una famiglia, prestito fra società del medesimo gruppo oppure alle forme di sostegno finanziario tipiche di alcune comunità locali o tribali, all’interno di economie meno avanzate.

La ripetizione degli scambi in un contesto multiperiodale e la bilarità del rapporto38 rappresentano due condizioni per l’affermarsi di rapporti di scambio più personalizzati e rispondenti alle esigenze degli individui coinvolti. Esse permettono l’utilizzo di clausole contrattuali, implicite o esplicite, più o meno stringenti ma, allo stesso tempo, più efficaci rispetto alle clausole caratterizzan- ti i termini dello scambio attuato da una pluralità di soggetti sul mercato. La maggiore efficacia deriva dalla possibilità di poter rivedere ex-post, con mag- giore facilità, gli accordi presi in fase negoziale, adeguandoli alla mutata situa- zione e rendendo possibile il raggiungimento di un risultato più elevato:

 la ripetizione degli scambi sposta l’attenzione dalle clausole ai compor- tamenti, riducendo il valore dell’incentivazione statica a favore degli incentivi provenienti dalla necessità di mantenere una reputazione di credibilità e di qualità;

 la bilarità incrementa la flessibilità dei comportamenti e della rinego- ziazione degli accordi precedenti, migliorando le possibilità di mutuo adattamento, di personalizzazione dei termini dello scambio e di com- posizione dei conflitti.

La possibilità di rinegoziazione delle clausole induce i soggetti ad accordi più severi, che permettono di ridurre i rischi esistenti ed i costi associati, e più incentivanti verso risultati migliori. La rigidità degli accordi ex-ante viene smussata dalla consapevolezza che essi possono essere rivisti, sotto determinate condizioni, al verificarsi di particolari contingenze. La rinegoziazione riduce il costo della clausole collaterali ed accessorie utilizzate per ridurre i rischi dello scambio e l’incertezza che lo caratterizza, permettendo di adattarsi meglio alla situazione e ottimizzando la performance finale (Berlin-Mester, 1992)39.

Un esempio banale potrebbe essere tratto dal verificarsi di una situazione di illiquidità all’interno di un’impresa finanziata da un intermediario creditizio. Se l’impresa è finanziata da un unico creditore, nonostante l’esistenza di ade- guate garanzie, si può più agevolmente evitare di ricorrere all’escussione dei beni in garanzia e alla vendita degli stessi mediante la rinegoziazione degli ac- cordi e la previsione di un nuovo piano di ammortamento del debito. La rine- goziazione presenta dei vantaggi per entrambi i contraenti, evita alla banca i tempi e i costi di escussione delle garanzie e l’eventuale rischio di deprezza- mento del bene, e all’impresa il fallimento. L’esistenza di numerosi creditori potrebbe determinare l’impossibilità della rinegoziazione e il fallimento prema-

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Non si vuole ancora parlare di esclusività dato che a tale termine verrà attribuita l’accezione di unicità del contraente del rapporto, mentre a bilarità del rapporto si attribuisce un significato meramente numerico. Ovvio che la bilarità rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per l’esistenza dell’esclusività.

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Berlin M., Mester L., 1992, “Debt covenants and renegoziation”, Journal of Financial In- termediation, 2, n.2,

turo dell’impresa, con una creazione negativa di valore per tutti i partecipanti allo scambio. In casi meno estremi dell’esempio citato, le difficili condizioni di mercato potrebbero indurre l’impresa a ricorrere a progetti meno buoni o ad as- sumere rischi maggiori, nel tentativo di onorare gli accordi presi. Questa even- tualità, quantunque non caratterizzata da opportunismo, espone i prestatori di fondi ad una situazione di moral hazard e a costi di agenzia superiori.

La consapevolezza della possibilità di rinegoziazione rischia, però, di rende- re meno credibili le minacce di applicazione delle sanzioni previste, ottenendo l’effetto opposto di disincentivare l’agente verso risultati migliori o, almeno, al rispetto degli impegni assunti. Hellwig (1991) analizza come un accordo ineffi- ciente ex-ante si rivela efficiente ex-post, osservando che gli incentivi esistenti nelle clausole contrattuali perdono efficacia di fronte alla consapevolezza della rinegoziazione futura e rendono il contratto inefficace ex-ante ma efficace ex- post. Molto spesso, l’assenza di rinegoziazione rende inefficace il contratto fi- nale, pur avendo un grado di incentivazione superiore e una maggiore credibili- tà delle sanzioni e delle conseguenza connesse.

A parere di chi scrive, la possibilità di rinegoziazione esercita un effetto po- sitivo sul risultato complessivo finale. Si deve considerare che se da un lato è vero che le minacce perdono credibilità e gli incentivi potrebbero affievolirsi, in un contesto di scambi ripetuti, la rinegoziazione produce un’informazione per gli scambi successivi. La rinegoziazione di un accordo presuppone la veri- fica delle condizioni e delle cause, endogene o esogene, che la hanno determi- nata. I partecipanti giungono alla definizione di un nuovo accordo ma, conte- stualmente, modificano le proprie opinioni sull’altro soggetto relativamente ai comportamenti posti in essere. L’eventuale riduzione di credibilità delle mi- nacce (Hellwig, 1977)40 e degli effetti incentivanti delle clausole stabilite viene compensata dagli incentivi provenienti dal timore del deterioramento della re- putazione e dai relativi costi annessi. Se la revisione degli accordi avviene a causa del cattivo comportamento di uno dei soggetti o per una qualunque causa ad esso imputabile, essa migliora il risultato finale ma, allo stesso tempo, costi- tuisce un’informazione che incide e modifica l’opinione della controparte. Tut- to, quindi, dipende dal costo attribuito alla rovina del rapporto esistente e alla perdita di immagine eventuale nei confronti del mercato, incentivo comple- mentare a comportamenti corretti e non opportunistici. Infine, non si deve di- menticare che lo stesso comportamento assunto in fase di rinegoziazione costi- tuisce un input informativo che contribuisce a valorizzare o deteriorare il pa- trimonio informativo esperenziale che, sebbene non trovi una diffusione ester- na, risulta fondamentale nelle successive decisioni e nella valutazione della ri- schiosità e dell’incertezza comportamentale.

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Hellwig M., 1977, “A model of borrowing and lending with bankruptcy” in Econometrica, n. 45. pagg.1879-1906.

3. Il rapporto banca-impresa: i meccanismi di

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