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L’istituzionalizzazione del movimento tra impegno sociale, economico e politico (1972-

Parte II: Le religioni alla riconquista del mondo secolarizzato: il caso d

4. Comunione e Liberazione: storia di un movimento religioso alla riconquista

4.2 Sulle “tracce di CL: le principali tappe cronologiche della storia del movimento

4.2.3 L’istituzionalizzazione del movimento tra impegno sociale, economico e politico (1972-

I primi anni del ’70 segnano l’iniziale espansione di CL in quasi tutte le regioni italiane511. Intanto, il 24 ottobre del 1972, i responsabili di CL mandano una lettera a tutti i vescovi italiani con allegato un libretto dal titolo Comunione e Liberazione, un

movimento nella Chiesa entro il quale vengono ricostruiti i momenti salienti della storia

del movimento, il metodo adottato e i fondamenti teologici512. Lo scopo principale di questa iniziativa era quello di farsi conoscere dalle gerarchie ecclesiastiche facendo seguito ad un documento molto critico nei confronti di CL preparato da monsignor Costa, quale presidente della Commissione per il laicato della CEI, all’interno di due

508 Camisasca M., op. cit., 2003, p. 200. 509 Ibidem, p. 201.

510 Consiglio presbiterale di Milano, in Rivista Diocesana Milanese, LX, n. 12 (dicembre 1971), 744, rip.

in: Camisasca M., op. cit., 2003, p. 278.

511 Camisasca M., op. cit., 2003, pp. 393-428. 512 Ibidem, p. 289.

distinte sessioni (14-15 marzo e 30 maggio 1972). Le principali preoccupazioni di monsignor Costa relative al movimento fondato e diretto da Giussani erano le seguenti: 1) che l’espressione cultuale, in cui era forte l’accentuazione degli elementi emotivi, venisse esaurita esclusivamente nella vita del gruppo con il rischio per CL di dimenticare che un’esperienza autentica di Chiesa deve realizzarsi sempre e comunque attraverso il vescovo; 2) CL corre il rischio di apparire un movimento integrista poiché tende a trascurare il rispetto delle leggi proprie della realtà temporale; 3) il principio di autorità all’interno di CL è riferito non alle gerarchie ecclesiastiche, ma piuttosto alle figure carismatiche che guidano il movimento; 4) l’assenza di uno statuto del movimento. A tale documento, inviatogli il 24 marzo 1973, Giussani risponde con grande amarezza constatando che il senso di emarginazione nei confronti della sua creatura già percepito a Milano tendeva ad allargarsi a tutta l’Italia. Tra le altre cose Giussani respinge con forza l’accusa di integrismo sostenendo che il loro metodo non propone in nessun caso di dedurre dalla fede la soluzione di tutti i problemi inerenti le realtà temporali. L’arringa difensiva si trasforma in accusa nel momento in cui Giussani, ribaltando la preoccupazione di monsignor Costa, sostiene che l’accusa di integrismo presuppone un dualismo tra fede e impegno nella realtà temporale che tende in pratica a risolversi in una totale censura della fede e che, in questo caso, viene rifiutato all’interno di CL poiché rappresenta un orientamento distante dalla più autentica tradizione della Chiesa513. Il 21 ottobre 1973 Giussani incarica una commissione composta da don Re, don Barboncini e don Negri, con la consulenza di Giorgio Feliciani, di redigere una bozza di statuto. Ma i rapporti tra CL e la chiesa ufficiale vanno esplorati anche, o forse soprattutto, nella forma delle relazioni tra il movimento e Papa Paolo VI, al secolo Giovanbattista Montini. Da questo punto di vista va detto che Paolo VI mostrò quasi da subito nei confronti del movimento guidato da Giussani un certo interesse la cui origine è da ricercarsi soprattutto nella profonda amarezza in cui il Papa venne a trovarsi in quegli anni in occasione dell’approvazione del Parlamento italiano della legge che introduceva il divorzio514. Ancora una volta l’idea era quella di tentare di porre un argine nei confronti di una società, come quella italiana, che andava sempre di più laicizzandosi, e, a fronte della forte crisi in cui

513 Ibidem, pp. 292-293.

514 Ibidem, p. 307. La Legge sul divorzio venne approvata dalla Camera dei Deputati il 01-01-1970. (p.

vessavano le associazioni cattoliche tradizionali (AC, FUCI, ACLI), CL cominciò a sembrare la risposta più adeguata a questo bisogno. Proprio in relazione alla mobilitazione referendaria indetta per abolire la Legge sul divorzio da poco approvata, CL assunse una posizione decisa e convinta a favore del “sì” contraddistinguendosi in maniera netta rispetto ad un restante mondo cattolico che invece risultava essere molto diviso sulla questione515. L’impegno profuso da CL in quella vicenda fu compatto e generoso e si concretizzò in moltissime attività quali l’organizzazione di manifestazioni, di incontri pubblici e di dibattiti. Come ha sostenuto Camisasca, all’interno del mondo cattolico, CL risultò quella «che più di tutti si era impegnata nella campagna di

sensibilizzazione per il “sì”»516, ma nonostante ciò, alla fine vinse il fronte divorzista. L’incontro tra il Papa e Giussani avvenne il 23 Marzo 1975, nella Basilica Vaticana, dove, dopo aver celebrato la Messa della Festa delle Palme, Paolo VI si rivolse al fondatore di CL con queste parole: «Questa è la strada: vada avanti così! Coraggio,

coraggio, lei e i suoi giovani, perché questa è la strada buona»517. Era una legittimazione che, sebbene concessa a livello informale, rappresentava pur sempre il più alto e importante riconoscimento possibile. Ma, soprattutto, era una legittimazione che rappresentava un primo passo importante verso l’istituzionalizzazione dell’esperienza carismatica del movimento. E, d’altronde, come ha sostenuto Weber, la tendenza verso l’istituzionalizzazione del carisma è insita a qualsiasi esperienza che non intenda restare effimera, ma che invece desideri acquisire «carattere durevole dando

luogo ad una “comunità” di compagni di fede, di guerrieri o di discepoli»518.

Lasciamo momentaneamente la storia dei rapporti tra CL e le gerarchie ecclesiastiche, che comunque riprenderemo più avanti, per ricordare che nell’autunno del 1972 viene fondato l’ISTRA (Istituto di Studi per la Transizione) e nel 1974 nasce Tracce, che diventerà ben presto la rivista ufficiale del movimento. Intanto tende sempre di più ad intensificarsi l’attività caritativa dei ciellini che giunge ora a coinvolgere i campi più disparati del sociale: dal catechismo ai bambini in oratorio alla compagnia agli anziani negli ospizi, dall’accoglienza in famiglia di bambini o di

515 Per esempio l’AC si schierò a favore della libertà delle persone di scegliere secondo coscienza. Ibidem,

p. 356.

516 Ibidem, p. 358.

517 Memoria scritta di Luigi Giussani per l’Archivio di CL, Milano, 27 novembre 1995, rip. in:

Camisasca M., op. cit., 2003, p. 310.

persone in difficoltà alla creazione di vere e proprie case-famiglia per casi difficili, fino alla fondazione di organismi quali l’AVSI (che nasce nel 1972 e in seguito aderisce alla Federazione dell'Impresa Sociale della Compagnia delle Opere) che è impegnata con circa 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 35 paesi del mondo.

L’elemento che però contraddistingue maggiormente il periodo storico preso in considerazione è rappresentato dal tentativo del movimento di entrare in maniera diretta all’interno della scena politica nazionale. In questa fase iniziale, la volontà di intervento in ambito politico nasce soprattutto dalla constatazione che le “due culture predominanti del nostro tempo”, il liberalismo e il marxismo, non sono in grado di dare risposte reali alla necessità di soddisfare i bisogni concreti delle persone poiché «il primo non riesce

a cogliere l’immanente connessione e funzionalizzazione dell’individuo col grande disegno comune; il secondo non sa comprendere, o comunque resta impotente di fronte alla dimensione personale del bisogno umano»519. In ambito universitario nascono i Cattolici Popolari (CP), e cioè un cartello unitario di cristiani, le cui liste alle prime elezioni degli organi collegiali raccolgono vasti consensi. Nel 1975 la dimensione politica sembra poter andare al di là di una semplice e pura presenza. Infatti, è in questo anno che nasce, ad opera di cattolici, ciellini e non, il Movimento Popolare (MP), ossia un soggetto politico vero e proprio che, seppur generato da CL, da quest’ultimo se ne separa assumendo un’identità propria. La nascita del MP rappresentò tra l’altro una mossa strategica utile alla restituzione a CL della sua «dimensione ecclesiale di fronte

all’opinione pubblica, riservando a MP la funzione politica»520. Infatti, dopo che molti ciellini candidatisi nelle fila della DC erano stati eletti in tutta Italia nelle amministrative del 20 giugno 1975, i mass-media tendevano sempre di più a considerare CL «secondo

un’angolatura prevalentemente politica»521. Ma ritorniamo al MP. Secondo Bova, obbiettivo principale di questo nuovo soggetto politico «guidato dalla sua nascita da

Roberto Formigoni, è ambizioso: richiamare la DC alle sue autentiche radici e riconquistare ai cattolici spazio e visibilità sullo scenario pubblico»522. E infatti, nelle

Tesi per il movimento popolare, si legge che «Lo scopo essenziale del Movimento è, in sintesi, quello di rendere possibile la presenza e l’azione del soggetto popolare

519 Ronza R., (a cura di), op. cit, 1976, p. 131. 520 Camisasca M., op. cit., 2003, p. 366. 521 Ibidem, p. 365.

522 Bova V., Un carisma e i suoi seguaci: il cammino di Comunione e Liberazione, in Religioni e società,

cristiano – accanto ad altri soggetti – in tutti gli spazi sociali dalla cui gestione dipende la qualità della vita di un popolo. Si tratta, esemplificando, di stimolare una presenza nei luoghi di lavoro e del tempo libero, nelle scuole, nelle università, nei quartieri, negli ospedali, nelle campagne, nei centri elaboratori di cultura, di diffusione di opinione, di programmazione dell’economia, dell’assetto del territorio, ecc.»523. Il 21 dicembre del 1975, al Teatro Nuovo di Milano, si svolge il primo convegno ufficiale del Movimento Popolare. L’idea ispiratrice del progetto del MP può essere sintetizzata in questo slogan rinvenibile sulla copertina di Movimento popolare per cambiare il paese. Strumenti di

lavoro di Comunione e Liberazione per il Movimento Popolare dove si legge «Ciò che conta è costruire un movimento popolare. Solo da questo può venire il mutamento dell’attuale società e l’inizio di un mondo nuovo in cui ciascuno può esprimersi ed essere se stesso»524 dove esprimere se stesso significa soprattutto la volontà di valorizzare l’uomo «nella sua espressione più semplice ed espressiva (“il

bisogno”)»525. Le elezioni del 20 giugno 1976 sanciscono un successo immane per ciò che concerne l’apporto elettorale dato dal MP alla DC stimato dall’allora segretario del partito democristiano, Benigno Zaccagnini, in circa un milione di voti526.

Il 27 Maggio 1978 esce il primo numero del giornale settimanale “Il Sabato” che spesso e volentieri rappresenta la battagliera voce della pattuglia politica guidata da Formigoni. Dopo l’elezione di Papa Giovanni Paolo II prese a sintonizzarsi «sempre più

con le idee forza del nuovo pontificato, spinto in questo anche da don Giussani»527. I temi presi in considerazione dal settimanale riguardavano un po’ tutta l’attualità tanto che Camisasca ha sostenuto a tal riguardo che «Sfogliando le annate del giornale si

rimane colpiti dalla ricchezza dei temi, dall’ampiezza degli interessi e dal costante tentativo di paragonarsi con tutta la realtà»528. “Il Sabato” continuerà a rappresentare agli occhi dell’opinione pubblica, fino al 1993, anno in cui chiuderà, «la voce di CL»529, una voce che non ha disdegnato anche di essere a volte critica nei confronti della

523 Tesi per il movimento popolare, Movimento Popolare, Milano, Dicembre 1975, p. 10.

524 Buttiglione R., Folloni G., Formigoni R., Lucini G. F., Ronza R., Scola A., (a cura di), Movimento popolare per cambiare il paese. Strumenti di lavoro di Comunione e Liberazione per il Movimento Popolare, giugno 1976, supplemento alla rivista CL, anno III, n. 5, Milano, in copertina.

525 Seconda Scuola Quadri Nazionale del Movimento Popolare, Edizioni del Movimento Popolare,

Milano, marzo, 1978, p. 13.

526 Camisasca M., op. cit., 2003, p. 366.

527 Camisasca M., Comunione e Liberazione. Il riconoscimento (1976-1984). Appendice 1985-2005, San

Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2006, p. 196.

528 Ibidem, p. 200.

«Segreteria di Stato Vaticana come pure di taluni esponenti di primo piano della

DC»530.

Come anticipato sopra, il 1978 è anche l’anno in cui inizia il suo pontificato Giovanni Paolo II che, in seguito, come vedremo, porterà al riconoscimento sostanziale e formale del movimento guidato da don Giussani. Il 18 gennaio 1979 don Giussani viene ricevuto per la prima volta in udienza dal nuovo Papa che come ha fatto notare Camisasca, «cercava, come è comprensibile, le realtà a lui più sintoniche per

appoggiare su di esse l’inizio del suo pontificato»531 e pertanto la volontà di avviare un discorso che tendesse verso una reciproca comprensione e stima rappresentava un’esigenza sentita in maniera pressante da entrambe le parti. L’esito dell’incontro fu entusiasmante poiché don Giussani scoprì in questo Papa un modo di intendere la fede (soprattutto l’idea secondo la quale la fede deve diventare cultura che influisce in tutte le circostanze della vita delle persone) fortemente coincidente con il suo, con quello che veniva insegnato all’interno di CL, tanto da arrivare a sostenere che «La figura umana

di questo Papa è il fatto concreto con cui coinvolgerci per guardarLo, ascoltarLo e immedesimarsi con la Sua mentalità, seguirLo»532. La forte sintonia di vedute tra Papa Giovanni Paolo II e Giussani tende a rafforzarsi ulteriormente in virtù del comune sostegno ideale e pratico mostrato dai due nei confronti dell’esperienza di Solidarność in Polonia. Sottolineando la comunanza di vedute tra il suo movimento e quello polacco, Giussani ebbe a dire ai suoi per spronarli: «La civiltà dell’amore e della verità

vincerà tutto nel tempo di Dio, che non è il nostro; in Polonia i giovani cristiani avranno la tentazione di vedere tutto naufragato, e noi abbiamo la responsabilità di sostenerli»533. Secondo Camisasca, CL «per il suo fondatore, deve essere una

Solidarność»534.

Ritorniamo per un momento al 1978 per ricordare che è in questo stesso anno, tanto prodigo di importanti eventi per CL, che a Roma nasce la cooperativa di ristorazione “La Cascina”. Inizialmente i servizi da essa erogati erano rivolti esclusivamente agli studenti appartenenti a CL, ma, ben presto, l’attività di ristorazione

530 Ibidem, p. 112.

531 Camisasca M., op. cit., 2006, p. 35.

532 Giussani L., Serviamo Cristo in questo grande uomo, rip. in Camisasca M., op. cit., 2006, p. 36. 533 Giussani L., Giornata inizio anno giovani lavoratori, Bergamo, 10 ottobre 1982, rip. in Camisasca M.,

op. cit., 2006, p. 237.

viene aperta a tutti tanto che oggi questa cooperativa è presente in 18 regioni italiane con circa 1000 ristoranti concentrati soprattutto nel settore dell’Istruzione. Anzi, come si può leggere nella sua home page, essa «nella ristorazione collettiva è leader del

mercato italiano nel segmento Istruzione ed è tra i primi attori anche in quello della ristorazione sanitaria»535. Con la nascita della Cascina, quindi a partire dalla fine degli anni ’70, la modalità di intervento nella società circostante da parte di CL tende a mutare di segno e infatti, come ha fatto notare Abbruzzese, «Se agli inizi si trattava

soprattutto di una rete di servizi e di supporti rivolti prevalentemente ai militanti (asili- nido, scuole, cooperative di costruzione), da circa quindici anni si assiste invece a una vera e propria presenza produttiva e commerciale sul mercato»536 finalizzata soprattutto a rafforzare l’aspetto identitario del movimento attraverso una vera e propria invasione di tutti i segmenti della società con i propri marchi. Ma tale esigenza si è rivelata non priva di costi. Si pensi, infatti al fatto che la sfera entro la quale La Cascina opera, e cioè quella dell’assistenza e dei servizi, è una sfera che, soprattutto a partire dai primi anni ’80, ha rappresentato il luogo dello scontro tra partiti sulla base di continui sospetti relativi a possibili illeciti nelle gare di appalto. Di fronte a questa lotta subdola e strisciante la Cascina non si mai è tirata indietro, ma anzi ha sempre mostrato una grandissima «capacità di scontro e di replica assolutamente inesistenti nel quieto

ambiente cattolico romano»537. Per esempio, ricordiamo le denuncie e contro-denuncie alla Regione Lazio tra il gruppo consiliare del Pci e la Cascina tra il 1986 e il 1988 relative ad ipotesi di illeciti nelle gare di appalto538. Ma come dicevamo prima, tali rischi vanno corsi poiché lo scopo principale del movimento rimane sempre e comunque quello di stare dentro il mondo cercando di mostrare continuamente come si possa essere produttivi e avere successo in ambito socio-economico mantenendo saldo il proprio punto di vista di partenza che è l’appartenenza cristiana. E allora, se un membro di CL riesce a raggiungere il successo in ambito professionale mantenendo saldo il proprio senso di appartenenza al movimento, tale successo rappresenta uno dei modi migliori per affermare la visibilità di CL stessa all’interno della sfera pubblica. All’interno di CL «Il messaggio cristiano, quindi, è il propulsore non solo di forme di

535www.lacascina.it

536 Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. 159. 537 Abbruzzese S., op. cit., 2001, p. 83. 538 Ibidem, pp. 83-84.

coesione sociale primaria, ma anche di strutture produttive e di associazioni culturali (le opere) attraverso le quali il movimento di CL si rende presente in tutte le dimensioni della vita sociale»539. “Presenza, solo presenza” è questo lo slogan che tende sempre di più a ispirare e a trovare realizzazione nell’incessante attività dei ciellini in tutte le sfere della vita sociale. Proprio in virtù di questa incessante e onnicomprensiva presenza CL rappresenta un esempio per eccellenza di quella riconquista delle religioni della sfera pubblica di cui parla Josè Casanova quando sostiene che: «Negli anni ottanta la

religione è divenuta pubblica in un duplice senso: ha fatto il suo ingresso nella sfera pubblica e così facendo, ha guadagnato in pubblicità»540. Strettamente funzionale alla riconquista della sfera pubblica appare anche l’utilizzo strategico dei mezzi di comunicazione di massa e infatti, come abbiamo visto, sin dalle origini del movimento, anche tale risorsa è stata ampiamente sfruttata con lo scopo di raggiungere con il proprio messaggio un auditorio (bacino d’utenza) quanto il più ampio possibile. Un esempio lampante di tale esigenza di “pubblicità” è rappresentato sicuramente dal “Meeting per l’amicizia fra i popoli” organizzato a Rimini a partire dal 1980 anno in cui si è svolta la prima edizione di tale kermesse sul tema “La pace e i diritti dell’uomo”. Il tema di questo primo appuntamento viene ulteriormente specificato con le seguenti parole: «In troppe parti del mondo la dignità e la vita di milioni di uomini sono

quotidianamente offese e calpestate. Questo dolore vogliamo assumere e condividere, prendendo su di noi la responsabilità di essere costruttori di pace. Occorre coraggio per riaffermare la speranza di fronte all’umiliazione e alla violenza, di fronte al dilagare della menzogna e della guerra. Il dolore di chi ha sofferto e continua a soffrire, non è appagato dalle parole di chi promette di individuare i colpevoli, né di chi chiede la vendetta di un popolo contro un altro popolo. Questo dolore trova consolazione nella presenza di uomini che operano e vivono per costruire la pace nella verità. Perché “la verità”, come ha detto Giovanni Paolo II nell’omelia della Messa del 1° gennaio, è “forza della pace”: questa è la speranza che, anche col Meeting, vogliamo riproporre»541. Come ha fatto notare la giornalista Emma Neri, già collaboratrice de “Il Sabato”, il Meeting è divenuto negli anni «una manifestazione

importante nella storia italiana ed europea, ha raccolto la testimonianza dei grandi

539 Ibidem, pp. 14-15.

540 Casanova J., op. cit., 2000, p. 7. 541www.meetingrimini.org

maestri della cultura mondiale, ha offerto a tutti l’esperienza di CL, la sua forza missionaria e culturale»542 ed è quindi un evento che ha assunto un’importanza primaria all’interno dell’intera esperienza ciellina.

4.2.4 Cl oggi: le altre edizioni del Meeting, la nascita della Compagnia delle Opere fino

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