Parte I: La religione nelle società moderne tra secolarizzazione, de-
2. Dal dibattito sulla secolarizzazione alle teorie contemporanee sul re-incanto
2.4 La secolarizzazione intesa come privatizzazione della religione: le riflessioni d
La teoria secondo la quale la religione tende a divenire un fatto privato degli individui trova la sua più compiuta realizzazione nelle riflessioni di Thomas Luckmann.
Secondo quest’ultimo, la secolarizzazione è un processo che non investe la religione
tout court, ma solo le sue forme istituzionali, la chiesa e di certo non riguarda gli
individui che nelle società moderne non risultano invece per niente secolarizzati. Tale idea si può già facilmente desumere dalla definizione proposta da Luckmann del concetto di religione. Infatti, secondo il nostro autore, il fondamento della religione è da ricercarsi a livello antropologico così come si può evincere dalle sue stesse parole: «La
religione affonda le sue radici in un fondamentale fatto antropologico: il trascendimento della natura biologica da parte degli organismi umani»174 ed è pertanto un aspetto connaturato agli esseri umani in quanto tali, e per questo imprescindibile. Secondo Luckmann, la recente sociologia delle religioni ha invece commesso l’errore di considerare la religione in quanto tale come secolarizzata poiché ha assunto come suo principale presupposto l’identificazione, la completa coincidenza, tra quest’ultima e l’istituzione chiesa. Scrive a tal proposito il nostro autore: «Tornando ora alla recente
sociologia delle religioni, possiamo affermare che essa è inadeguata teoreticamente. In mancanza di una teoria sistematica, si è sviluppato un insieme di taciti assunti che assolvono alla funzione di teoria (…) Il principale – e quello che ha altresì le conseguenze più importanti per la ricerca e la teoria nella sociologia della religione – consiste nella identificazione di chiesa e religione»175. Tale assunto ha portato la maggior parte dei sociologi delle religioni a sostenere l’idea secondo la quale la religione nella sua interezza si presenterebbe come secolarizzata nelle società moderne. Il presupposto di partenza del nostro autore, come abbiamo visto, è invece di segno opposto nel senso che dal suo punto di vista il fenomeno religioso non si riduce ai modi istituzionalizzati attraverso i quali esso si è storicamente manifestato, la chiesa, ma rappresenta un bisogno antropologico connaturato agli individui in quanto tali. Dato questo presupposto, l’idea generale di Luckmann recita pressappoco così: la religione, inizialmente indifferenziata, si è storicamente specializzata in particolari istituzioni atte a mantenere in vita e gestire il “cosmo sacro”, definito come una «parte della
concezione del mondo»176 dove per concezione del mondo si intende «un sistema di
significati globale in cui categorie socialmente rilevanti di tempo, spazio, causalità e fine vengono sovraordinate a schemi interpretativi più specifici, nei quali la realtà è
174 Luckmann T., La religione invisibile, il Mulino, Bologna, 1969, p. 91. 175 Ibidem, p. 20.
divisa in segmenti e questi sono collegati fra loro»177. In società caratterizzate da un relativamente basso livello di differenziazione istituzionale «il cosmo sacro è, in linea
di principio, ugualmente accessibile a tutti i membri della società ed ugualmente importante per essi»178, ma più una società diviene complessa «più è probabile che
elabori istituzioni distinte a sostegno dell’oggettività e della validità sociale del cosmo sacro»179. In società complesse, fortemente differenziate, quali quelle moderne, secondo Luckmann «la specializzazione istituzionale in quanto forma sociale della religione è
caratterizzata dalla standardizzazione del cosmo sacro in una dottrina ben definita, dalla differenziazione di ruoli religiosi a tempo pieno, dall’attribuzione del potere sanzionatorio, inteso a rafforzare l’ortodossia dottrinale e rituale, ad istituzioni speciali e dall’emergere di organizzazioni di tipo “ecclesiastico”»180. Tuttavia, storicamente, nelle società moderne, secondo il nostro autore, si è assistito anche ad un processo parallelo rispetto a quello della specializzazione istituzionale della religione e cioè quello della crescente autonomizzazione delle altre sfere istituzionali da norme aventi origine nel cosmo sacro con il conseguente affiorare di “spazi istituzionali vuoti”181 entro i quali tende ad affermarsi la “religione privata”. Infatti, «Dagli interstizi della
struttura sociale derivanti dal frazionamento istituzionale è sorta quella che potrebbe chiamarsi la “sfera privata”»182 entro la quale è possibile rinvenire una serie di temi, quali, per esempio, la sessualità, che, seppur «usualmente definiti “pseudo-
religiosi”»183, tendono comunque a far parte dei sistemi individuali di significanza ultima e quindi del cosmo sacro. Tali temi non risultano regolamentati in maniera ufficiale da alcuna agenzia e pertanto sono lasciati alla pura interpretazione soggettiva degli individui che si comportano, rispetto alle proposte rinvenibili sul mercato, come compratori con la conseguenza che «I sistemi individuali di significanza “ultima”
tendono ad essere al tempo stesso sincretici e vaghi, in confronto al modello “ufficiale” interiorizzato seriamente»184. Secondo Luckmann, la conseguenza naturale della
177 Ibidem, p. 67. 178 Ibidem, p. 81. 179 Ibidem, p. 82. 180 Ibidem, p. 88.
181 Scrive infatti a tal proposito Luckmann: «Il frazionamento istituzionale ha lasciato non strutturate ampie zone della vita dell’individuo e non determinato il contesto biografico globale di significanza»
(Luckmann T., op. cit., 1969, pp. 132-133.)
182 Ibidem, p. 133. 183 Ibidem, p. 135. 184 Ibidem, p. 135.
situazione sopra descritta è che: «la specializzazione istituzionale della religione,
insieme alla specializzazione di altri campi istituzionali, provoca un processo che trasforma la religione in una realtà sempre più “soggettiva” e “privata”»185
specificando più avanti che «Una conseguenza assai importante del frazionamento
istituzionale, in generale, e della specializzazione istituzionale della religione, in particolare, è che le rappresentazioni specificamente religiose, così come sono congelate nei modelli “ufficiali” delle chiese, cessano di essere gli unici e obbligatorii temi dell’universo sacro. Dai sistemi, socialmente determinati, delle priorità effettive emergono nuovi temi di significanza “ultima” i quali, nella misura in cui sono socialmente articolati, competono con i primi per venir inseriti nel cosmo sacro. L’unità tematica del tradizionale cosmo sacro si infrange. Questo processo riflette la dissoluzione di una gerarchia di significanza nella concezione del mondo. Emergono così differenti “versioni” della concezione del mondo, basate sulla complessa struttura istituzionale e sulla stratificazione sociale industriali. L’individuo, originariamente socializzato in una delle “versioni”, può continuare, in certa misura, a rimanervi “fedele” col passar degli anni. Tuttavia, col diffondersi della mentalità del consumatore e del senso di autonomia, è più probabile che l’individuo affronti la cultura e il cosmo sacro come “compratore”»186. Pertanto, si capisce bene come, per Luckmann, se di processo di secolarizzazione si può parlare nelle società moderne, lo si può fare solo in relazione alle forme istituzionalizzate storicamente assunte dalla religione e non per ciò che concerne la religiosità individuale che, seppure in forma di bene di mercato, invece, persiste.
2.5 Gli sviluppi del funzionalismo religioso: religione e secolarizzazione in Talcott