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Politica, economia e società: il posto di CL all’interno dell’offerta religiosa

Parte II: Le religioni alla riconquista del mondo secolarizzato: il caso d

4. Comunione e Liberazione: storia di un movimento religioso alla riconquista

4.6 Politica, economia e società: il posto di CL all’interno dell’offerta religiosa

In questo paragrafo proveremo a delineare la collocazione di CL all’interno dell’offerta religiosa cattolica. Per fare ciò vogliamo, innanzitutto, ancora una volta, sintetizzare le caratteristiche distintive di questo movimento provando a darne una lettura interpretativa utilizzando le categorie del dentro/fuori rispetto al mondo circostante. Secondo Pace, CL è definibile come «un’esperienza comunitaria di tipo

religioso, un movimento collettivo vero e proprio all’interno della Chiesa, un itinerario pedagogico, una organizzazione di servizi sociali, un patronato che fornisce assistenza a determinate fasce sociali, una lobby politica»623 e cioè, come un movimento che si attiva in ogni sfera della società con l’intento di testimoniare al suo interno una onnicomprensiva presenza cristiana. Seppure evidenziando che CL non è riducibile esclusivamente a ciò, poiché al suo interno viene esplicata anche un’intensa vita spirituale, Abbruzzese tende a confermare tale definizione di CL sostenendo che le sue caratteristiche principali possono essere sintetizzate nella «proliferazione di un insieme

vistoso di attività economiche, culturali e associative, sorrette da una miriade di comunità locali, organizzate a livello regionale e nazionale, con una forte capacità di pressione sul potere politico e una riconosciuta autorevolezza nella Chiesa italiana»624. Alla luce di tali caratteristiche, come è inquadrabile dal punto di vista sociologico il movimento da noi preso in considerazione? È molto interessante la definizione che ne dà Pace, sostenendo che CL rappresenta un movimento allo stesso tempo integrista e fondamentalista. Integrista perché al suo interno viene affermata «l’idea che tra fede e

politica, appartenenza alla Chiesa e presenza nel mondo ci dovesse essere uno stretto, diretto rapporto: dalla fede il credente trae ispirazione e fondamento per agire nel mondo, non riconoscendo che nella realtà profana si danno sfere che funzionano in base a principi relativamente autonomi. L’integrista è insomma colui che ricava

623 Pace E., op. cit., 1998, pp. 142-143. 624 Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. 183.

direttamente dal dato di fede le linee di condotta dell’agire sociale o politico»625. Il fondamentalismo di CL viene invece dedotto da Pace dalle seguenti caratteristiche distintive del movimento: 1) la sua capacità di risvegliare l’orgoglio cattolico rifondandone con forza il senso identitario all’interno della Chiesa e dell’intera società nell’intento di combattere “il Nemico” rappresentato dalla tendenza alla secolarizzazione; 2) l’aver interpretato l’impegno nella società civile e politica come impegno totale, sia nella sfera pubblica sia in quella privata delle persone, un impegno caratterizzato da un «diretto passaggio dal piano delle idee a quello della prassi, senza

incertezze, mediazioni e incoerenze»626; 3) l’aver offerto, al suo interno, un modo di vivere la religiosità in maniera comunitaria e basata su di un senso di appartenenza quasi totale che induce i suoi membri a una militanza forte nella convinzione di poter trasformare la società circostante in una vera e propria società teologica, in un’ottica di «rifondazione su basi religiose del legame sociale»627 e di «riscrittura del patto di

solidarietà etico-politico che metaforicamente costituisce l’architrave costituzionale di uno stato»628. E, in effetti, bisogna dire che il contesto italiano in cui nacque CL, un contesto caratterizzato da una modernizzazione che proprio in quel periodo andava affermandosi in maniera compiuta e da una conseguente, sempre più incalzante, razionalizzazione di tutte le sfere della vita sociale, appariva realmente un terreno fertile per lo sviluppo di movimenti fondamentalisti, così come sostenuto da Eisenstadt in questo breve passo: «Così, la tendenza allo sviluppo di movimenti fondamentalisti

diventa più forte in quelle situazioni in cui l’impatto del mutamento o dell’influenza sembra mettere in pericolo – in nome di una ragione autonoma, comunque definita – le premesse religiose ultime e la loro egemonia»629. Come abbiamo già visto in precedenza, CL sembra trovare la sua principale ragion d’essere proprio nel tentativo di scongiurare questo pericolo di cui parla Eisenstadt.

Interpretando CL come un movimento integrista-fondamentalista, le caratteristiche che maggiormente ne vengono messe in evidenza sono quelle relative ai suoi rapporti con la circostante società secolarizzata, i suoi rapporti con il mondo e più in particolare i modi di intendere al suo interno l’attività economica e quella politica. Da

625 Pace E., op. cit., 1998, p. 151. 626 Ibidem, p. 152.

627 Ibidem, p. 9. 628 Ibidem ,p. 9.

questo punto di vista, all’interno di CL, è individuabile un rifiuto delle logiche imperanti nelle società moderne ma che si traduce non in una fuga dal mondo bensì in un tentativo di stare nel mondo stesso “liberandolo” da tali logiche e imponendo le proprie. Tutta la mole di attività di intervento che CL esplica in ogni ambito della società circostante rende CL un movimento che vuole incidere nel mondo, connotando ogni tipo di agire dei suoi membri come religioso, o meglio, come religiosamente motivato nel senso che CL «offre ai suoi componenti una proposta di vita globale,

un’utopia da praticare che anticipa già il mondo del “non ancora”. La pratica religiosa costituisce l’asse maggiore di questo rinnovamento utopico dell’esistenza: essa sottolinea il primo passo di un cammino di perfezione spirituale»630. Pertanto, i membri di CL sono pienamente nel mondo, come abbiamo visto sopra, utilizzano le tecnologie più avanzate che la modernità offre, lavorano nei campi più “secolarizzati”, intervengono a piene mani in ambito economico poiché l’importante è che i significati che essi danno al loro agire siano di tipo religioso nel senso che il fine rimane sempre e comunque quello di testimoniare la presenza di Cristo nella storia, una presenza che avvolge e coinvolge in maniera appunto globale la loro intera vita.

Per riuscire a cogliere il grado di differenziazione qualitativa dell’offerta religiosa presente all’interno del cattolicesimo italiano basterà comparare CL con un movimento che, rispetto ad esso, tende a rapportarsi al mondo in maniera totalmente contrapposta. Il movimento in questione è quello denominato Cammino Neocatecumenale che si caratterizza, come nel caso di CL, per un complessivo rifiuto delle logiche vigenti nella società moderna circostante ma che traduce tale rifiuto in una fuga rispetto al mondo stesso, in un appartarsi rispetto ad esso, costituendo «dal basso una microsocietà

permeata di valori religiosi in controtendenza alla società globale percepita alla deriva, a causa del consumismo, della secolarizzazione e dell’indifferenza religiosa»631. La differenza sostanziale rispetto a CL consiste nel fatto che, dato un punto di partenza comune, il rifiuto delle logiche imperanti nelle società moderne, vengono individuati due cammini antitetici per contrapporsi a tale situazione: da una parte CL tenta di plasmare la società circostante mediante l’affermazione al suo interno dei propri principi, dall’altra, il Cammino Neocatecumenale, fugge da tale realtà, costituendone una nuova, una società nella società, entro la quale i valori dominanti sono

630 Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. 183. 631 Pace E., op. cit., 1998, p. 142.

esclusivamente quelli del cristianesimo delle origini. Rispetto ad ogni sfera sociale è possibile riscontrare questa antiteticità da parte dei due diversi movimenti nei modi di approcciarvisi. Così, in ambito economico, se i neocatecumenali si caratterizzano per una totale «rinuncia agli “idoli” di questo mondo, in particolare ai moderni idoli del

successo, della carriera e della ricchezza misurata dal possesso del denaro»632 che si traduce in una proposta alternativa entro la quale il principio del successo economico viene sostituito dalla volontà «di ispirare la propria azione, assieme ad altri, all’etica

della fratellanza»633, CL, invece, come abbiamo visto, fa dell’intervento onnicomprensivo la base del suo agire, evolvendosi negli anni da un’attività volta esclusivamente nel campo più prettamente sociale ad una vera e propria attività di mercato che viene, anch’essa, giustificata attraverso una legittimazione di tipo religiosa. Si pensi, ad esempio, che, all’interno del Cammino Neocatecumenale, si tende, in linea di principio, ad «attuare letteralmente il precetto biblico del “crescete e moltiplicatevi”,

nella consapevolezza che l’etica della fratellanza che governa i rapporti fra i membri della comunità favorirà forme di solidarietà nei confronti delle famiglie numerose da parte di chi magari ha pochi figli, forme che possono giungere sino al sostegno economico e all’aiuto logistico per permettere a coppie con tanti figli di vivere decentemente»634. Di certo, in una società come quella moderna che esalta come valore assoluto il successo professionale individuale da non condividere con le persone meno fortunate e che risulta caratterizzata dalla tendenza al risparmio nei migliori dei casi e al sacrificio nei peggiori, un precetto biblico come quello sopra ricordato e le sue implicazioni solidali comunitarie appaiono totalmente irrazionali, fuori dal mondo. Completamente differente è l’approccio in ambito ciellino dove, le logiche del successo economico vengono invece accettate e condivise nella misura in cui ad esse venga assegnato un significato religioso. Tutto trae origine dall’esperienza religiosa ed ogni

632 Pace E., Etica ed economia nei movimenti religiosi contemporanei, in Religioni e società, a. XVIII, n.

46, maggio-agosto, 2003: 61-72, p. 68. Si può infatti leggere nello Statuto del Cammino Neocatecumenale che «Sostenuti dalla Parola di Dio, dall’Eucarestia e dalla comunità, i neocatecumeni

si addestrano nella lotta contro le tentazioni del demonio: la ricerca di sicurezze, lo scandalo della Croce e le seduzioni degli idoli del mondo» (Statuto del Cammino Neocatecumenale, cap. IV art. 20, reperito il

giorno 07-06-05 on line dal sito: www.camminoneocatecumenale.it). Tra gli idoli di questo mondo osteggiati dai Neocatecumenali c’è di certo il denaro com’è possibile evincere dal fatto che essi fanno strettamente proprio il principio evangelico secondo cui «Non potete servire a Dio e al denaro» (Statuto del Cammino Neocatecumenale, cap. IV art. 19, reperito il giorno 07-06-05 on line dal sito:

www.camminoneocatecumenale.it).

633 Ibidem, p. 70. 634 Ibidem, p. 70.

singolo aspetto della vita, lavoro compreso, assume importanza e acquisisce valore in virtù del senso di natura religiosa che ad esso viene attribuito. Da questo punto di vista «il lavoro finisce con l’avere un’importanza secondaria: ciò che dà senso al tutto è

l’esperienza religiosa»635. Ma proprio in virtù di questa esperienza religiosa che dà senso al tutto, il tutto assume un’importanza assoluta, compreso per es. il successo nella vita professionale, nella misura in cui a quest’ultimo venga dato un significato di tipo religioso. Infatti, Abbruzzese, a tal proposito sostiene che all’interno di CL, «Svolgere

un lavoro professionale, efficace sul piano produttivo e sufficientemente remunerativo sul piano personale, senza mettere tra parentesi i legami e i momenti forti che ritmano la vita religiosa di CL (…) Sottomettersi alle regole del mercato, acquisire delle competenze commerciali, non solo conservando la propria appartenenza e la propria partecipazione al movimento, ma restandovi addirittura funzionale, rendono finalmente compatibile l’universo temporale con quello spirituale, movimento religioso e mondo economico»636. Avere successo nella propria professione diviene ulteriormente importante perché il lavoro è uno di quegli ambiti entro i quali l’attività dei membri di CL deve esplicarsi soprattutto nella forma della testimonianza della propria appartenenza religiosa. La realtà non viene sfuggita perché essa rappresenta l’arena ideale entro la quale poter affermare la plausibilità della propria credenza religiosa, il proprio punto di vista.

In ambito politico viene a delinearsi la medesima situazione: all’interno del Cammino Neocatecumenale l’azione appare «non interessata a produrre effetti

direttamente visibili nell’arena politica»637 mentre, in CL, la politica rappresenta «allo

stesso tempo un telos ed un mezzo: è la nuova società cristiana escatologicamente pensata ed è nello stesso tempo un insieme di tecniche per favorirne l’avvento»638 nel senso che, al suo interno, essa «definisce sia il versante delle grandi motivazioni ideali

sia quello dell’impegno contingente, pensato sempre in termini di efficacia, all’altezza della complessità sociale moderna»639. Da questo punto di vista, l’attività politica dei ciellini è contraddistinta dalla capacità di ricorrere a tutti gli «strumenti propri della

mobilitazione sociale moderna: costituzione di gruppi di pressione politica, selezione di

635 Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. 168. 636 Ibidem, p. 168.

637 Pace E., op. cit., 1998, p. 142. 638 Ibidem, p. 149.

personale politico che garantisse non solo il successo delle idee, ma anche delle opere sociali promosse dal movimento, capacità di creare imprese economiche nel terzo settore (privato-sociale)»640. Come ha fatto notare Pace, pertanto, «Con il termine

“politica” Comunione e Liberazione intende, allora, sia le forme di presenza nella società civile sia le mediazioni concrete con gli apparati del potere e dello stato per affermare il proprio punto di vista religioso nella sfera pubblica, sia la prospettiva generale sia la capacità di gestione di mezzi economici e strumenti di pressione politica immediata»641.

Riassumendo, da una parte avremo la rinuncia ad agire (i neocatecumenali), dall’altra l’intervento finalizzato a cambiare il mondo (CL). Recuperando le costruzioni idealtipiche di Weber, possiamo sostenere che CL rappresenta un tipico esempio di ascetismo intramondano all’interno del quale «il mondo diviene un “dovere” imposto al

virtuoso religioso: e ciò può, in primo luogo, significare il dovere di modificarlo in conformità agli ideali ascetici»642. Riassumendo, come si può notare, le proposte religiose all’interno dei due movimenti appaiono molto differenti, per molti versi antitetiche e di certo ciò incide in maniera sostanziale nella vita di tutti i giorni dei loro membri. Infatti, dal punto di vista individuale, un conto è continuare ad agire nelle società moderne in maniera totalmente integrata, accettandone le logiche di funzionamento poiché esse vengono connotate di un significato religioso legittimante, un altro è rifiutare quelle stesse logiche rifugiandosi in una nicchia protetta che rappresenta per i suoi membri l’unico mondo possibile proprio perché liberato da tutti quegli aspetti negativi delle società moderne quali il successo nella propria vita professionale, l’impegno in politica ecc. L’aspetto essenziale che rende le due proposte completamente differenti, pertanto, è proprio rappresentato dal modo attraverso il quale la religione orienta l’agire dei membri dei due diversi movimenti in relazione alla loro vita privata e pubblica nelle società moderne: all’interno di CL si tende ad utilizzare tutte le possibilità offerte dalla modernità per incidere con una presenza attiva in tutti gli ambiti della società mondana semplicemente legittimando la propria azione attraverso un contenuto religioso che gli dà senso mentre i neocatecumenali rinunciano ad avere un ruolo attivo nella società secolarizzata rifugiandosi in una comunità ideale separata

640 Ibidem, pp. 148-149. 641 Ibidem, p. 149.

dal mondo circostante. Entrambe queste due differenti proposte convivono nel comune alveo del cattolicesimo italiano e rappresentano un buon modo per assegnare un’identità cattolica a persone animate da un modo di rapportarsi alla realtà mondana totalmente diversi. Pertanto, nonostante la differenziazione delle domande di senso, sarà possibile rinvenire, all’interno della medesima tradizione religiosa un’appropriata risposta che soddisfi i diversi bisogni religiosi dei credenti.

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