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Parte II: Le religioni alla riconquista del mondo secolarizzato: il caso d

4. Comunione e Liberazione: storia di un movimento religioso alla riconquista

4.3 La struttura organizzativa di CL

In questo paragrafo tenteremo di delineare la struttura organizzativa interna di CL. Quest’ultima appare essere molto flessibile basandosi su di una definizione poco rigida di ciò che qualifica l’appartenenza al movimento. In ogni caso, al vertice di tale struttura, c’è il Consiglio generale, una volta presieduto da Giussani e ora, dopo la sua morte, dal suo successore Don Julian Carrón, che raccoglie tutti i responsabili sia italiani che esteri dei vari ambiti in cui opera CL (scuola, università, cultura, economia, politica ecc.). Ogni singolo ambito è gestito da un proprio gruppo di responsabili. A livello locale CL è guidato da «diaconie», cioè da gruppi di responsabili disponibili a un servizio (da cui deriva il termine stesso) alla vita della comunità. Il criterio di scelta dei responsabili premia coloro che mostrano più chiara consapevolezza degli scopi del movimento e più generosa testimonianza e dedizione di servizio alla comunità564. In altre parole, come ha evidenziato Bova, «Trattandosi di un gruppo carismatico, le

posizioni di maggiore responsabilità non si conquistano su basi elettive ma in base alla prossimità e sintonia con il leader»565 e cioè prima con Giussani e ora con Carròn. Tutta la struttura organizzativa della vita religiosa all’interno del movimento appare totalmente coerente con la sua natura carismatica. Ha ben riassunto questo aspetto Pace sostenendo che caratteristiche tipiche dell’organizzazione interna di CL sono appunto «l’accentuazione del legame fra i seguaci e il leader carismatico (almeno nella fase

iniziale del movimento) e la selezione di un gruppo di “virtuosi” – dove – Questi ultimi sono coloro che decidono di fare i voti di “castità, povertà e obbedienza” e che conferiscono una parte delle loro risorse economiche individuali alla comunità. Come in molte altre organizzazioni religiose, i virtuosi costituiscono il nucleo degli “specialisti” del movimento, dei quadri dirigenti e delle persone che effettivamente

563 Wojtyla K., Lettera autografa del Santo Padre letta all’inizio del funerale da monsignor Stanislaw

Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, in Tracce Litterae Communionis, anno XXXII, n. 3, Marzo 2005, p. 19.

564 La maggior parte delle notizie relative all’organizzazione interna del movimento sono tratte da:

www.clonline.org e da Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. .

elaborano le linee di azione, e che garantiscono la riproduzione nel tempo e l’espansione quantitativa del movimento stesso»566. Le comunità locali del movimento nascono per libera iniziativa di un gruppo di persone che hanno incontrato un militante di CL o che sono venute a conoscenza di questa esperienza attraverso altri canali. La nuova comunità viene progressivamente integrata nell’apparato ciellino partecipando ai vari momenti di incontro e di vita comunitaria come le gite, le vacanze e i momenti di vita spirituale. Gli unici obblighi inizialmente richiesti al gruppo nascente dalle gerarchie del movimento sono quello di costituire una “scuola di comunità” oppure di iscriversi a una preesistente e quello, per il responsabile del nuovo gruppo, di far parte della diaconia. Ciò che è molto importante evidenziare a proposito della struttura organizzativa di CL è che essa risulta suddivisa non solo secondo criteri di tipo gerarchico-verticali ma anche di tipo orizzontale nel senso che CL vuole essere innanzitutto «un movimento radicato negli ambienti della vita concreta: la scuola,

l’università, il lavoro»567 e pertanto, per ognuno di questi ambiti, ci troviamo di fronte a sottosistemi organizzativi quali GS per le scuole, il CLU per gli universitari, il CLL per i lavoratori e il CLE per gli educatori. Fin qui l’appartenenza al movimento appare semplicemente il frutto di una libera scelta, ma all’interno di CL esistono altre modalità di partecipazione alla vita spirituale che sono invece soggette ad una previa approvazione da parte delle gerarchie. Ci stiamo in questo caso riferendo alla possibilità per i membri di CL di far parte della Fraternità di Comunione e Liberazione o delle associazioni laicali, possibilità che può concretizzarsi solo in seguito all’“appello” e alla presentazione di una domanda scritta. Già a metà degli anni Settanta «nascono i primi

gruppi di «Fraternità» per iniziativa di alcuni ex universitari aderenti a CL che desiderano approfondire, attraverso un metodo comunionale, l’appartenenza alla Chiesa dentro la condizione della vita adulta e delle responsabilità che essa comporta»568. La Fraternità ha tra i suoi obiettivi quello della missione in ambienti di fede che maggiormente determinano la mentalità della persona quali la famiglia, la scuola e l’università, l’ambiente di lavoro, i quartieri cittadini e il mondo della cultura. L’adesione viene riservata esclusivamente agli adulti e cioè a coloro che «avendo

566 Pace E., op. cit., 1998, p. 153. 567 Abbruzzese S., op. cit., 1991, p. 186. 568www.clonline.org

terminato i loro studi, occupano nella società una posizione e dei ruoli definiti»569. Tra le associazioni laicali ricordiamo soprattutto la Memores Domini e cioè un’associazione di laici consacrati a Dio il cui campo di azione privilegiato è rappresentato dal mondo del lavoro dove i suoi appartenenti si impegnano a portare una testimonianza esemplare. Tale gruppo nacque già nel 1964 quando «alcuni giovani che avevano partecipato al

gruppo di verifica vocazionale e, ormai laureati, avevano trovato un lavoro, si rivolsero a don Giussani per essere seguiti in modo particolare. Desideravano dei momenti di incontro diversi da quelli della verifica, poiché sentivano urgente la necessità di una scelta definitiva»570. Gli appartenenti alle Memores Domini fanno voto di povertà, obbedienza, castità e preghiera. All’interno di questa associazione, molto simile ad un vero e proprio ordine religioso, la dimensione comunitaria trova la sua massima realizzazione. I suoi appartenenti, infatti, fanno vita comune suddivisi in piccole famiglie di uomini e di donne che si autosostengono economicamente mediante la ripartizione dei salari che essi stessi percepiscono.

Fin qui abbiamo delineato a grandi linee quella che è la struttura organizzativa della vita religiosa all’interno di CL, tuttavia, come si può evincere da quanto sostenuto soprattutto nel paragrafo precedente, esistono altre dimensioni costitutive di questo movimento e fra tutte quella socio-economica. Il nucleo centrale di quest’ultima è di certo rappresentata dalla Compagnia delle Opere che tende ad inglobare e a tenere unite la maggior parte delle opere scaturite dall’esperienza di CL. La CdO571, che nasce nel 1986 per opera di un gruppo di giovani laureati ed imprenditori, comprende circa 30.000 imprese e più di 1000 organizzazioni non profit, che coinvolgono a vario titolo oltre 500.000 persone, tra addetti delle imprese e operatori del terzo settore. La maggioranza delle imprese associate sono piccole e medie aziende che esercitano la loro attività in tutti gli ambiti della vita economica del paese. La CdO è presente su tutto il territorio italiano con 39 sedi locali e in buona parte del resto del mondo con 13 sedi e numerose sedi di rappresentanza. In Italia la distribuzione geografica delle imprese appartenenti al CdO risulta essere alquanto squilibrata a favore del Nord Ovest del

569 Ibidem, p. 186.

570 Camisasca M., op. cit., 2003, p. 172.

571 La maggior parte delle notizie relative alla CdO presenti in questo paragrafo sono state rinvenute dal

Paese dove si registra infatti il 67% delle presenze seguito dal 15% del Centro, il 14% di Sud e Isole e il 4% del Nord Est.

Le aree operative all’interno delle quali si dipana il grosso della sua attività sono le seguenti:

1) l’impresa che è un ambito di realtà profit e piccole e medie imprese di qualsiasi natura, prettamente destinate alla produzione di beni e servizi;

2) la federazione dell’impresa sociale che è un ambito di realtà “non profit” e di impresa sociale di qualsiasi natura, destinate a svolgere attività di assistenza socio- sanitaria, di volontariato, culturale, educativa, sportiva e di tempo libero, di cooperazione allo sviluppo anche internazionale, di formazione professionale e di avviamento al lavoro;

3) le persone che è l’ambito della valorizzazione della dignità civile delle persone in quanto tali, del lavoro autonomo o dipendente delle stesse, con particolare riferimento ai docenti di ogni ordine e grado, ai liberi professionisti ed ai dirigenti;

4) l’estero che è l’ambito per l'internazionalizzazione delle imprese, i rapporti con il mercato estero, la presenza della CdO all'estero;

5) l’informatica che è l’ambito del mondo delle ITC rappresentato dall'associazione CdO Informatica;

6) l’agro-alimentare che è l’ambito per realtà che operano nella filiera agro- alimentare, dal settore della produzione agricola alla trasformazione, fino alla commercializzazione e all’uso intelligente delle eccedenze alimentari.

Seppur, come si può leggere nel suo sito ufficiale, la CdO nasce «dando corso a

una intuizione di Mons. Luigi Giussani»572, tuttavia, va precisato che essa è un ente separato e distinto da CL e pertanto non sarebbe propriamente corretto dal punto di vista formale inserirlo nell’ambito della struttura organizzativa del movimento. D’altra parte la CdO rappresenta senza dubbio il modo concreto attraverso il quale CL effettivamente esplica tutta la sua attività socio-economica nel mondo circostante. Come ha fatto notare Abbruzzese «Le opere sono pertanto l’espressione più adeguata del movimento, il suo

fare nel mondo»573 ed è quindi una dimensione che assume un’importanza vitale all’interno dell’intera esperienza religiosa di CL. L’impegno possente di questo movimento in ambito socio-economico appare strettamente coerente con gli ideali che

572www.cdo.it

ne hanno animato sin dalla sua origine la volontà di riconquistare il mondo circostante attraverso un’attività volta a sopperire i fallimenti dello stato burocratico nel soddisfacimento dei bisogni reali e concreti degli individui. Da questo punto di vista il suo incessante agire nella sfera socio-economica non rappresenta affatto una dimensione slegata o secondaria rispetto al discorso di natura più prettamente religiosa, bensì il suo completamento necessario e imprescindibile. Tuttavia, da un altro punto di vista, proprio questa immane attività economico-sociale espletata dal movimento attraverso la CdO ha rappresentato uno dei bersagli più facili contro i quali si sono sferrati i critici di CL sottolineandone gli intrallazzi strumentali con la politica italiana che hanno portato ad accostare l’attività ciellina in questi campi a quella di una vera e propria lobby politica574. Ed è proprio in relazione a questa commistione tra economia e religione, realizzata attraverso l’agire nel mondo da parte di CL, che spesso «emergerà

chiara l’opposizione all’interno dello stesso mondo cattolico nazionale rispetto a iniziative apertamente commerciali e affaristiche provenienti dal proprio interno»575.

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