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Gli sviluppi del funzionalismo religioso: religione e secolarizzazione in Talcott

Parte I: La religione nelle società moderne tra secolarizzazione, de-

2. Dal dibattito sulla secolarizzazione alle teorie contemporanee sul re-incanto

2.5 Gli sviluppi del funzionalismo religioso: religione e secolarizzazione in Talcott

L’intento principale che sta alla base della sociologia di Parsons, autore che rappresenta ai livelli più alti la teoria funzionalista contemporanea, è rappresentato dal tentativo «di individuare i requisiti minimi dell’integrazione in una società composta di

gruppi etnici diversi, con tradizioni e culture proprie, in cui quindi questa stessa integrazione appare come una difficile meta da raggiungere e un’esigenza più che una

185 Ibidem, p. 117. 186 Ibidem, pp. 134-135.

realtà»187, e dove l’integrazione è intesa soprattutto in termini culturali e normativi. Pertanto, sembrerebbe che nelle riflessioni del nostro autore, la religione non occupi un posto centrale, ma in realtà, essa, intesa proprio come insieme di credenze, valori, norme, simboli e significati ultimi, rappresenta uno degli elementi fondamentali fra quelli funzionali al mantenimento dell’equilibrio di un sistema sociale. Infatti, la religione, risulta strettamente legata al problema della «discrepanza tra le aspettative

legittimate istituzionalmente e il risultato concreto degli eventi»188, tipico di ogni sistema sociale e a quello della «limitazione della durata della vita umana e

l’esperienza universale della morte, specialmente di quella prematura, intesa non soltanto come aspettativa per la persona che sa di dover morire ma anche come problema di adattamento emotivo per i sopravvissuti»189. In quest’ottica, la religione, rappresenta una risposta culturale al rischio perenne che l’equilibrio e la coesione della società possano venir compromessi da eventi che sembrano comportare una sofferenza ingiusta o irragionevole per l’individuo. In altre parole, entra qui in gioco, quello che Parsons chiama «il problema del male»190, il quale, per essere accettato, necessita di una spiegazione plausibile, bisogna, cioè, permettere all’uomo l’inquadramento, entro schemi noti e comprensibili, di tutti quegli eventi quali la malattia improvvisa, i soprusi compiuti da individui ai danni di altri individui, le catastrofi naturali, che altrimenti, apparirebbero gratuiti, e sarebbero causa di frustrazioni per l’animo umano. Riconducendo questi eventi ad un ordine superiore, metafisico, la religione dà un senso al male che é nel mondo, attraverso la concezione di un ordine soprannaturale entro il quale le sofferenze gratuite, patite nell’aldiquà verranno compensate da gioia e felicità nell’aldilà, così come affermato dallo stesso Parsons «la concezione di un ordine

soprannaturale é utilizzata allo scopo di delineare un riequilibrio “compensatorio”, cioè un Ausgleich in una sfera trascendente, che nel caso più comune é la vita dopo la morte. Allora é possibile pensare che una buona fortuna non meritata e una sofferenza non guadagnata saranno compensate da qualche altra parte»191. Tale “riequilibrio compensatorio” é a sua volta indispensabile al mantenimento del più generale equilibrio del sistema sociale, che, grazie alla religione, vede, pertanto, rafforzare la sua coesione

187 Izzo A., Storia del pensiero sociologico, il Mulino, Bologna, 2000, p. 283. 188 Parsons T., Il sistema sociale, Comunità, Milano, 1981, pag. 173.

189 Ibidem, pag. 173. 190 Ibidem, pag. 173. 191 Ibidem, pag. 379.

ed unità. La religione rappresenta quel sistema etico di significati rinvenuti in un ordine trascendente che fornisce all’organismo sociale una fonte di legittimazione ultima che nessun altro sistema etico è capace di fornire e proprio questa sua funzione strutturale, quasi indispensabile, rappresenta uno dei motivi che hanno portato Parsons a sostenere, alla fine degli anni Sessanta, in pieno dibattito sociologico sulla secolarizzazione, che la religione non può morire192. Certo i modi attraverso i quali la religione tende ad esprimersi all’interno delle società occidentali moderne sono mutati rispetto al passato. Tali mutamenti si manifestano su due piani distinti e sono ricollegabili a due diverse cause: il primo piano riguarda la sfera dell’esperienza religiosa e il secondo quella delle credenze. Per ciò che concerne le credenze religiose, il principale motivo di cambiamento viene individuato da Parsons negli sviluppi della scienza che rappresentano una seria minaccia per le pretese assolute di plausibilità conoscitiva della religione. Scrive infatti a tal proposito Parsons: «la profondità dei contributi della

scienza moderna all’orientamento conoscitivo dell’uomo di fronte al suo mondo è tale da non far ritenere una possibilità seria che sistemi di credenze religiose formulati nei primi secoli d. C., o anche nel secolo XIII, siano conoscitivamente sostenibili, senza la minima modificazione, nel secolo XX»193. Anche per ciò che concerne il modo di vivere l’esperienza religiosa sono intervenuti degli importanti mutamenti a partire dalla Riforma, in particolare nel cristianesimo. Infatti, all’interno di tale tradizione religiosa, secondo Parsons, le persone hanno progressivamente visto aumentare la propria responsabilità individuale «attraverso la rinuncia dell’autorità tutoria da parte di una

“chiesa-genitore”»194. La conseguenza di tale rinuncia è individuabile nella perdita di potere, da parte delle autorità ecclesiastiche, per ciò che concerne la loro influenza sul senso dell’agire religioso degli individui, i quali, proprio in virtù di tale aumento di responsabilità, risultano maggiormente incentivati a seguire in maniera più autentica e conscia i valori religiosi, che vengono ora considerati come dipendenti esclusivamente dalla propria volontà e non come il frutto di una imposizione così come sostenuto dal nostro autore in questo breve ma sintomatico passo: «Secondo la tesi da me sostenuta,

la Riforma portò ancora più avanti questo medesimo principio fondamentale: la sfera di autonomia venne ampliata notevolmente con la liberazione dell’individuo cristiano

192 Acquaviva S., Pace E., op. cit., 1992, p. 43. 193 Parsons T., op. cit., 1981, p. 524.

dalla tutela della chiesa. Si trattò essenzialmente di un processo di ulteriore differenziazione, sia all’interno della sfera religiosa che tra questa e la sfera secolare. In casi del genere, le occasioni oggettive di trascurare i valori della tradizione religiosa e di soccombere alle tentazioni mondane si fanno più frequenti. Il rovescio della medaglia, però, é il rafforzamento della motivazione ad attività che hanno un valore religioso per il fatto stesso di riceverne in modo più inequivocabile la responsabilità»195.

Riassumendo, nell’idea di Parsons, come abbiamo visto, il concetto di secolarizzazione coincide soprattutto con l’avvenuta perdita di influenza da parte delle istituzioni ierocratiche per ciò che concerne la loro capacità di continuare a rappresentare per le persone l’autorità indiscutibile cui fare riferimento in materia di fede. È «attraverso la rinuncia dell’autorità tutoria da parte di una “chiesa-

genitore”»196 che gli individui vedono accrescere la propria responsabilità per ciò che concerne il loro vissuto religioso che diventa pertanto, da questo punto di vista, più maturo, più consapevole ma anche più personale, lì dove naturalmente riesce a persistere, così come sottolineato dallo stesso Parsons, secondo il quale, in una situazione siffatta, «le occasioni oggettive di trascurare i valori della tradizione

religiosa e di soccombere alle tentazioni mondane si fanno più frequenti»197.

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