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Secolarizzazione come diminuzione dell’influenza sociale della religione e come

Parte I: La religione nelle società moderne tra secolarizzazione, de-

2. Dal dibattito sulla secolarizzazione alle teorie contemporanee sul re-incanto

2.2 Secolarizzazione come diminuzione dell’influenza sociale della religione e come

Secondo Wilson «Qualunque influenza le tradizioni religiose possano aver

esercitato in passato sulle culture orientali e occidentali, nel mondo moderno sembra esser presente un processo virtualmente universale che porta a una diminuzione dell’influenza sociale della religione; un processo noto ai sociologi come secolarizzazione»140 e in seguito al quale «la religione si è ridotta alla sfera del tempo

libero, in cui singoli individui hanno agio di coltivare privatamente le proprie inclinazioni religiose, di soddisfare i loro interessi al soprannaturale e di elaborare relazioni di dipendenza che non trovano sostegno nel resto della loro esperienza sociale»141. Come si può notare da questa citazione, secondo Bryan Wilson, la secolarizzazione, intesa come diminuzione dell’influenza sociale della religione, rappresenta una delle tendenze caratterizzanti della modernità. Le cause che hanno prodotto tale situazione, sono, secondo il nostro autore, molteplici e legate in maniera specifica ai diversi contesti storico-culturali in cui la secolarizzazione si è radicata. Per

139 Guizzardi G., Secolarizzazione : alcuni nodi essenziali in Acquaviva S., Guizzardi G., op. cit., 1973, p.

24.

140 Wilson B. R., La religione nel mondo contemporaneo, Il Mulino, Bologna, 1985, p. 98.

141 Wilson B R., La non credenza come oggetto di ricerca, in Caporale R., Grumelli A. (a cura di), Religione e ateismo nelle società secolarizzate, il Mulino, Bologna, 1973, p. 372.

ciò che concerne il mondo occidentale, tuttavia, è possibile sostenere che l’elemento che più di ogni altro ha favorito tale processo sia stato lo sviluppo della scienza e le sue più strette implicazioni. Pertanto, il punto di snodo è rappresentato dall’affermarsi della modernità in cui tale sviluppo ha preso ad esplicarsi sistematicamente, caratterizzandone, in maniera quasi esclusiva, le modalità di espressione. La modernità, per Wilson, significa, soprattutto, il passaggio da una struttura organizzativa di tipo comunitario ad una di tipo societario entro la quale, appunto, gli unici principi orientativi dell’agire degli individui divengono quelli della razionalità di calcolo e dell’efficienza, strettamente funzionali all’affermarsi del sapere scientifico. Il linguaggio tecnologico diviene il solo dotato di validità e ciò presuppone una progressiva razionalizzazione della vita quotidiana che costringe gli uomini a cercare «sempre più spesso soluzioni tecniche ai nostri problemi piuttosto che fare affidamento

sulla conservazione di particolari atteggiamenti morali»142. Questi ultimi, che una volta costituivano il contenuto etico diffuso attraverso l’insegnamento religioso, ora vengono defraudati della propria ragion d’essere per ciò che concerne la loro applicabilità alle situazioni della vita d’ogni giorno. Nel mondo contemporaneo, infatti, l’individuo é costretto a fornire continuamente risposte razionali ad un insieme di input, anch’essi razionali, prodotti dal sistema sociale. Tali risposte razionali rappresentano le sole norme di comportamento alle quali l’uomo moderno deve adeguarsi se vuole vivere in società, e che risultano essere incompatibili con le antiche norme religiose. Un interessante esempio che Wilson propone é quello di una persona che guida un’automobile e, nel fare ciò, é costretta a comportarsi razionalmente, nel senso di doversi fermare, tra le altre cose, «quando i segnali stradali glielo impongono (non é

importante il fatto che egli possa avere più o meno fretta). Il fatto che impari ad agire razionalmente rende superflua la necessità di educarlo a un tipo di comportamenti sociali e di norme religiose che gli dicevano di “mettere gli altri prima di se stesso” e di “comportarsi verso gli altri con cortesia e gentilezza”, e così via. Anzi, se si comportasse così (e al semaforo segnalasse agli altri di passare anche se per lui é verde e per gli altri é rosso) non sarebbe solo irrazionale ma disturberebbe l’ordine di marcia del traffico e probabilmente causerebbe un incidente. La sua cortesia gli causerebbe probabilmente l’arresto e la sua colpa consisterebbe nel fatto che, pur

essendosi comportato moralmente e con cortesia, tale comportamento non é stato razionale»143. Pertanto, nel mondo contemporaneo, l’individuo impara a seguire «logiche rigorose di pensiero causale»144 per affrontare i diversi problemi che gli si presentano nella vita di tutti i giorni, mentre i modelli di pensiero di tipo poetico, simbolico, estetico o religioso, che servono a sviluppare l’interiorità, tendono a scomparire o, nella migliore delle ipotesi, vengono confinati ad ambiti dell’esistenza ben lontani «dal mondo dei problemi quotidiani e dagli affari pubblici in cui la

coscienza razionale é essenziale per affrontare la tecnologia prevalente»145. È stato quindi l’imporsi di un sistema razionale di pensiero che ha determinato la perdita d’importanza sociale delle religioni nelle società contemporanee, imponendo all’uomo, tra le altre cose, a calcolare e collegare in modo efficiente i mezzi ai fini, empiricamente determinati e specificati, che si vogliono raggiungere, cosa che risulta essere naturalmente incompatibile con i fini sovra-empirici e l’efficacia dei mezzi da accettare solo per fede, che la religione, invece, propone. E d’altronde, la sopra citata razionalizzazione della vita quotidiana, secondo Wilson, anziché venir contrastata, é stata, a volte, addirittura favorita, dalle stesse religioni, come nel caso del protestantesimo, che promosse, per esempio, l’eliminazione di tutti quei residui magici, quali il mantenimento di santuari e reliquie, che erano, invece, sopravvissuti nella chiesa romana. In seguito a tale processo, l’interpretazione magica dei sacramenti venne abolita e con essa il celibato clericale che invece, continuava ad essere uno dei maggiori rappresentanti, all’interno della chiesa cattolica, dell’idea di uno status speciale per il clero. La stessa chiesa romana, secondo Wilson, non é stata certamente immune da questo processo, anche se il passaggio da principi operativi ritualistici ad altri sempre più razionali, é avvenuto, al suo interno, in periodi abbastanza recenti, fra il 1960 e il 1970, e si é trattato più del frutto di un adeguamento alla generale situazione venutasi a creare nella società circostante, che di una spontanea dinamica interna. Da un altro punto di vista, però, é proprio in questa suddetta organizzazione razionale delle società contemporanee, che secondo Wilson, potrebbe trovare posto una nuova richiesta, da parte degli uomini, di risposte di tipo soprannaturale. Infatti, l’individuo moderno, nonostante gl’indiscutibili benefici del vivere in una società efficiente, in quest’ultima,

143 Ibidem, pag. 57-58. 144 Ibidem, pag. 58. 145 Ibidem, pag. 58.

incontra tuttavia motivi di insoddisfazione, dovuti al fatto che «alcuni individui

periodicamente si ritrovino a cercare risposte o, forse più tipicamente, a cercare rassicurazioni che il sistema come tale non fornisce. Le contingenze della vita umana talvolta spingono la gente a porre domande fondamentali sul significato e sugli obiettivi e più spesso a cercare appoggio, consolazioni e sostegni per il proprio impegno e buona volontà»146, appoggio, consolazioni e sostegni, che appunto, le società moderne, standardizzate e routinizzate non forniscono, limitandosi a regolare solo comportamenti razionalmente predefiniti che non presentano alcuna possibilità di sorprese o di differenziazione. In un ambito del genere, la possibilità di un recupero, da parte della religione, di un ruolo meno marginale, appare, per Wilson, probabile o se non altro auspicabile come confermato da questo passo: «La società contemporanea opera come

se la neutralità affettiva fosse un orientamento di valore sufficiente per far funzionare il tutto; si potrebbe tuttavia scoprire che esistono altre necessità, le virtù nutrite essenzialmente in comunità locali, in contesti religiosi, che a lungo andare si dimostreranno essere così indispensabili alla società del futuro come lo furono per le comunità del passato»147. La capacità di fornire un possibile ritorno ad una vita di tipo comunitaria, come vedremo in seguito, sembra essere, secondo Wilson, proprio uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano i nuovi movimenti religiosi, favorendone, da questo punto di vista, la consistente proliferazione e il successo.

2.3 Secolarizzazione come de-oggettivazione delle strutture di plausibilità della

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