Un’ulteriore fonte di innovazione rilevante è costituita dagli enti di ricerca pubblici quali le università, i centri di ricerca e i laboratori, gli incubatori di imprese. Una percentuale rilevante di imprese sostiene che le attività di R&S finanziate da enti pubblici e fondazioni private, ha permesso la realizzazione di prodotti innovativi i quali, in loro assenza, non avrebbero potuto essere sviluppati per mancanza di adeguate risorse finanziarie.
Le università
Numerose università incentivano il proprio personale docente a realizzare delle ricerche che possano portare alla’ideazione e allo sviluppo di prodotti innovativi destinati alla commercializzazione. Le regole di protezione della proprietà intellettuale di un’università di norma prevedono determinate innovazioni che è possibile brevettare e altre per le quali ciò non è possibile. L’università mantiene l’esclusiva sui diritti relativi al lancio nel mercato dei prodotti innovativi ideati dal proprio personale docente e qualora uno di essi ottenga un rilevante successo di mercato, essa riconosce di solito una parte degli utili economici ottenuti ai singoli individui innovatori. Al fine di consolidare la relazione tra le attività di ricerca nelle università e lo sviluppo di prodotti innovativi, e aumentare le probabilità di generazione di prodotti destinati alla commercializzazione da parte della ricerca di base, numerose università hanno realizzato delle strutture finalizzate ad agevolare il trasferimento tecnologico (liason office o technology transfer office). Il fatturato generato dalle innovazioni realizzate attraverso i processi di trasferimento tecnologico compiuti da parte delle università, anche se sono ancora di ridotta entità nei confronti dell’ammontare di risorse finanziarie investite in tali attività di ricerca, essi stanno crescendo in modo rapido, rivestendo una sempre più grande rilevanza. In aggiunta, le università assumono un ruolo molto importante nel favorire la creazione di innovazioni, attraverso la pubblicazione degli esiti delle ricerche compiute da parte dei propri singoli docenti o ricercatori.
Le attività di ricerca finanziate da risorse pubbliche
Numerose nazioni investono notevoli entità di risorse finanziarie nelle attività di ricerca realizzando laboratori, parchi scientifici (o science park) e incubatori di imprese, o
finanziando centri di ricerca pubblici e privati. L’entità dei finanziamenti pubblici e privati da parte delle imprese, mostra delle differenze rilevanti tra le diverse nazioni, come si può osservare dalla Figura 2 qui sotto.
Figura 2
Fonte: Schilling M.A., (2009), Gestione dell'innovazione, Milano, Ed. McGraw-Hill, Seconda edizione, “cap.2”, p. 33.
Ad esempio in Italia, nel 2000 sono stati investiti 12,5 miliardi di euro nella R&S e più della metà di questa somma era costituita da finanziamenti pubblici. Bisogna osservare
che precisamente il 12% degli investimenti in R&S delle imprese è stato sostenuto da fondi di provenienza pubblica. Lo stato, tramite le istituzioni pubbliche di ricerca ha finanziato pressoché il 20% degli investimenti totali in attività di R&S, allo stesso tempo il contributo delle università a tale somma è stato del 31%. Tale percentuale di finanziamenti pubblici in R&S in Italia, maggiore alla metà della spesa totale in R&S, è molto superiore alle somme che destinano al medesimo scopo le altre nazioni europee, ad esempio in Francia è pari al 36,2%, nel Regno Unito è del 31,1%, in Germania del 29,4% e poi ancora minore in Giappone (24%) e negli Stati Uniti (21,2%). La presenza rilevante del settore pubblico e universitario tra le fonti di finanziamento delle attività di R&S in Italia, è confermata anche dalla distribuzione percentuale dei ricercatori per provenienza: 84 mila tra istituzioni di ricerca pubbliche e università, mentre 64 mila nelle imprese private.
I finanziamenti statali possono contribuire alle attività di R&S tramite la realizzazione di parchi scientifici (science park) e incubatori di imprese. Diversi Paesi dagli anni Cinquanta hanno destinato notevoli risorse finanziarie nella creazione di parchi scientifici al fine di favorire i rapporti collaborativi fra centri di ricerca pubblici, università e imprese private. Tali parchi di frequente comprendono degli edifici e delle strutture ideate e realizzate appositamente per permettere la nascita di nuove imprese e per concedere ai nuovi imprenditori le risorse di capitale e i servizi di consulenza necessari per la fase di start-up, ossia di iniziale crescita di nuova impresa. Se tali strutture sono finalizzate soprattutto a sostenere la nascita e la crescita di nuove imprese, esse assumono la denominazione di incubatori di imprese. Quest’ultimi contribuiscono a ridurre i rischi derivanti dalle imperfezioni del mercato, che si possono manifestare nei casi in cui un prodotto innovativo, anche se è promettente nella prospettiva della risposta da parte del mercato e possiede le qualità potenziali di generare dei benefici economici rilevanti per la società, è caratterizzato però da un elevato livello di incertezza inerente la sua redditività economica a causa delle scarse risorse finanziare in possesso in genere di una nuova impresa appena nata.
I parchi scientifici vengono realizzati di solito al fine di aumentare la competitività dell’economia nazionale tramite la produzione di innovazioni e per conseguire lo sfruttamento dei benefici economici che derivano dalle applicazioni commerciali ideate grazie alle conoscenze prodotte nel settore della ricerca universitaria. Essi rappresentano un grande stimolo per la nascita e la crescita di nuove imprese e un elemento di
fondamentale importanza nella rete dei rapporti di collaborazione tra imprese già presenti e mature nel mercato. In relazione alla loro vicinanza ai centri di ricerca universitari o ad altre istituzioni di ricerca, i parchi scientifici si possono avvalere di un agevole accesso privilegiato alla ricerca scientifica e supportano e aiutano i ricercatori universitari a rendere le loro scoperte scientifiche dei prodotti destinati alla commercializzazione. I science park, molto spesso, hanno favorito la nascita di cluster tecnologici capaci di fornire ai soggetti che fanno parte del network di imprese e centri di ricerca concentrati in una medesima area geografica dei benefici rilevanti e sostenibili col passare del tempo, che osserveremo più approfonditamente nel seguito della trattazione.