Organizzazione Viet Minh
7.2 La Cina: territorio di rifugio o alleato?
La Cina nazionalista e comunista ed i suoi eserciti erano irriducibilmente in guerra contro i giapponesi. Ogni appoggio alle truppe nipponiche veniva considerato un indebolimento delle possibilità di difesa della Cina dall’invasore. La presenza delle truppa giapponesi in Indocina, conseguentemente, era considerata una grave minaccia. I rifornimenti provenienti dal porto di Haiphong e dalla città di Hanoi furono bloccati, e si ridussero a piccolo commercio clandestino. Il controllo della penisola, inoltre, permetteva ai giapponesi di disporre meglio le proprie forze armate in tutto il sudest asiatico.
Ai francesi, tra il 1939 ed il 1940, era stato intimato più volte di non fare concessione ai giapponesi. Il governo nazionalista di Chongqing decise di non dichiarare guerra all’amministrazione indocinese32. I generali nazionalisti Lung Yun, responsabile della provincia dello Yunnan, e Zhang Fagui, comandante della quarta area di guerra, che comprendeva il Guangxi ed il Guangdong, si adoperarono per mantenere e sviluppare contatti con i vietnamiti e con le loro organizzazioni. La Cina non rinunciava a giocare un ruolo nel paese vicino, e le centinaia di immigrati vietnamiti che affollavano il sud del paese erano il tramite attraverso il quale far crescere la propria influenza. Con la fine del fronte popolare, la repressione, i fatti di Lang Son, l’arrivo dei giapponesi, erano centinaia i nazionalisti vietnamiti riparati in Cina. Solamente a Jingxi, una piccola e povera città al confine con il Viet Nam, se ne contavano 70033.
Come abbiamo visto, il Viet Minh non fu un’invenzione di Ho Chi Minh, ma la ripresa di una organizzazione già esistente dal 1936. Nella primavera del 1941, Ho Ngoc Lam, uno dei fondatori del Viet Minh nel 1936, decise insieme ad altri di formare a Jingxi, mantenendo come nucleo centrale il Viet Minh, una altra organizzazione, la Viet Nam
Dan Toc Giai Phong Dong Minh, Lega per la Liberazione del Viet Nam. Il suo compito
era di fomentare ed organizzare il sentimento patriottico degli emigrati, attraverso l’unificazione delle organizzazioni e dei gruppuscoli allora esistenti. Le discriminanti erano la ricerca dell’indipendenza del Viet nam, la libertà, ed una attitudine filo-cinese. I comunisti, rispetto a questi atteggiamenti, fecero opera di entrismo, con l’obiettivo di esercitare egemonia e di conquistare il consenso al proprio progetto da parte degli emigrati. La retroguardia cinese costituiva un terreno fondamentale, dal punto di vista strategico-militare e dal punto di vista politico. Anche se nel 1941 Ho Chi Minh stabilì il centro dell’azione all’interno del paese, cercò subito di sfruttare la retroguardia cinese per produrre materiale di propaganda, e per fare in modo che fosse sempre possibile riparare in Cina nel caso la situazione all’interno del Viet Nam fosse insostenibile34.
31
CAOM RST NF 6957, Rapport annuel concernant la province de Langson pendant la période Juillet
1943- Juin 1944. Traduzione libera
32 D
AVID G. MARR, Vietnam 1945: the quest for power, University of California press, Berkeley 1995, p. 244
33
CHEN KING C., Vietnam and China 1938-1954, Princeton University Press, Princeton 1969, p. 48
34 H
Dal punto di vista della situazione politica internazionale, almeno sino al 1943 il Viet Minh, nelle sue pubblicazioni interne e nella sua propaganda, assunse posizioni filo- cinesi. Si immaginava che si sarebbe potuta conquistare l’indipendenza del paese, in quella fase, solamente a seguito di una invasione delle forze cinesi antinipponiche, aiutate da soldati vietnamiti inquadrati nel loro esercito e dalla resistenza interna che in quegli anni si stava sviluppando. Ciò non significò, però, che il Viet Minh fosse pronto a diventare un’organizzazione subalterna alla Cina.
In questa ottica, si comprende perché tra i capi della nascente Lega per la Liberazione del Viet Nam Pham Van Dong, Vo Nguyen Giap e Hoang Van Hoan usarono, come altri comunisti, l’appartenenza all’organizzazione di Ho Ngoc Lam quale mezzo attraverso il quale poter liberamente propagandare le proprie parole d’ordine ed organizzare la propria presenza35. Solamente in una fase successiva si sarebbero opposti alle derive nazionaliste ed avrebbero tenuto a sottolineare che i comunisti cinesi in Cina, ed il Viet Minh in Viet Nam, erano le organizzazioni che più coerentemente lottavano per l’indipendenza del Viet Nam. Sia Dong che Giap, nel gennaio del 1942, dopo essere stati identificati quali leader comunisti, decisero di tornare in Viet Nam36. Già dal 1942 la situazione divenne più difficile per i quadri Viet Minh in trasferta in Cina37. La Lega di Liberazione del Vietnam si dissolse in vari gruppi38.
35 "The leading figures were Truong Boi Cong, Ho Ngoc Lam, Tran Bao, Truong Trung Phung, Pham
Viet Tu, Tu Chi Kien, Lam Ba Kiet (Pham Van Dong), Duong Hoai Nam (Vo Nguyen Giap), and Li Quang Hoa (Hoang Van Hoan)”. Idem, p. 49 Nel luglio del 1941 venne ritrovato, dal capo del battaglione di Moncay un volantino in cinese, apposto da un gruppo di pirati-rivoluzionari molto numeroso (il resoconto parla di attacchi compiuti da 200 persone), che potrebbe far riferimento alla Lega per la Liberazione del Viet Nam. In esso si ritrovano alcune parole d’ordine comuniste, ed anche un riferimento ai fatti di Sai Gon del 1940. Riportiamo una parte del volantino: ““Révolutionnaires Annamites Contre les Japonnais à nos propres frères ! Depuis les Français nous maltraitent, nous ne pouvons pas dire tout!!! … Ils nous considèrent comme des chevaux et des bœufs !!! … Ils ont dit, qu’ils venaient nous civiliser ? … Mais ils nous ont jeté dans un enfer. Notre liberté et nos biens, ils ont tout pris --- ‘Nos propres frères’, levez-vous ! … Pour éviter des malheurs nouveaux.- Nous n’avons plus de terre pour enterrer nos corps !!!. Depuis le 9° mois de l’année dernière, les japonnais ont débarqués à Hanoi et traitent avec les autorités françaises ; alors aujourd’hui c’est les japonais et français, qui nous tuent et occupent nos terrains. – Les japonais ont agrandi leur bases en Indochine et ont poussé les SIAMOIS à se battre avec l’Indochine !!! Ensuite ils se sont mis en médiation pour ménager les intérêts des deux cotés. En réalité c’est pour agrandir leurs propres forces et pour consolider leur positions en Indochine … !!!- Actuellement les japonais traitent avec les autorités françaises pour des questions économiques, mais c’est pour réduire notre peuple à une plus grande misère !!! Les autorités françaises ont établi des lois très serrées pour se défendre et dénoncer les gens qu’elles soupçonnent d’etre révolutionnaires et les condamner à mort --- A Saigon, on en a arrêté une grande quantité et on les a condamné à mort !!!. Actuellement le Tonkin est encore plus malheureux!!!. Les Japonnais qui sont en Indochine, pillent le pays et violent les femmes !!!... Les japonais et les français, sont nous ennemis !!! ‘Nos propres frères, levez-vous’ ; pour les renvoyer, les mettre dehors et reprendre notre sol … et nous ne serons plus des esclaves. ‘Nos jeunes gens, soulevez-vous également … Rassemblez-vous pour expulser les Japonnais, renverser le Gouvernement Français, rétablir nos droits et secourir ceux qui sont malhereux depuis plusieurs dizaines’. ‘Les buts sont les suivantes’ 1°/ Abattre le japonnais 2°/Abattre le Gouvernement français et annamites, 3°/Mettre les Européens hors du pays et annuler leurs règlements qui ne sont pas justes et égaux pour tous, 4°/Reprendre l’Indochine, pour rendre aux peuples leur liberté ; 5°/Faire la Révolution annamite, 6°/Vie au peuple de l’Indochine, 7°/Annuler toutes les taxtes diverses, 8°/Annuler les impôts personnelles ". Poco più avanti una relazione afferma che, complessivamente, tali bande potrebbero riunire sino a 2000 persone. Cfr. CAOM CM 631, Ier Territoire Militaire – Police Frontière
1941-1942
36 Robert O’neill nella sua biografia di Giap non fa menzione di questo periodo a Jingxi. David Marr,
invece, cita King Chen, che è la fonte dalla quale noi abbiamo attinto gran parte delle informazioni di questo capoverso. Chen viene considerato colui che, potendo usufruire di fonti in lingua cinese, ha potuto dare la ricostruzione più dettagliata dei rapporti tra cinesi e vietnamiti nel periodo in esame. Si è quindi optato per l’utilizzo di questa fonte.
37 H
OANG VAN HOAN, cit., p. 144
38
"As of early 1942 the several hundred Vietnamese in Jingxi had split into several groups based mainly on their own choiches : (1) more than a hundred young men and women remained at Jingxi with the
C’è un evento, riportato dal capitano Rullier, che fa riferimento ad azioni compiute nel primo trimestre del 1941 da un gruppo di cinesi e rivoluzionari annamiti nell’area intorno ad Ha Giang. Questo gruppo di 400-500 individui sarebbe composto di soldati regolari del 31 e 54 reggimento e di rivoluzionari vietnamiti. Essi attenderebbero o la ritirata dei giapponesi, o la ripresa della guerra franto-thailandese, o la disposizione lungo la frontiera di elementi cinesi o ribelli vietnamiti, prima di iniziare l’invasione. I ribelli sarebbero impegnati anche nella distribuzione di volantini e nella propaganda, e sarebbero armati di fucili Mause e di granate italiane, e compirebbero una sorte di reclutamento forzato di otto elementi per villaggio.
L’elemento anomalo è che i vietnamiti, ben prima di Pac Bo, avrebbero quale emblema il drappo rosso con la stella a cinque punte. Si avrebbe cioé per la notizia del drappo rosso a cinque punte utilizzato prima di Pac Bo in un contesto politico e militare non chiaro39.
Chag Fa K’uei, capo della quarta zona di guerra, costituì numerose classi e corsi, politici e di formazione militare, per i giovani vietnamiti vogliosi di combattere con lui per l’indipendenza del proprio paese. Alcuni quadri e militanti comunisti parteciparono, nel corso degli anni, a questi corsi. Quasi sempre tennero nascoste le loro idee politiche. Dopo il ritorno di Pham Van Dong e Vo Nguyen Giap nei primi mesi del 1942 in Viet Nam, lo scenario cinese si sviluppò, rispetto al Viet Minh, in maniera autonoma e relativamente spontanea. Esso continuava a prevedere e sperare l’entrata dei cinesi in territorio vietnamita, appoggiato dalla forze di resistenza locali, la cui costituzione, nel corso del 1942, conobbe momenti di intensificazione. Le armi a loro disposizione erano artigianali, insufficienti e inadatte allo sviluppo della guerriglia: qualche pistola e qualche fucile rubato al nemico, i resti delle armi conquistate in seguito alla ribellione di Lang Son, dei coltelli, delle lance artigianali, dei forconi.
Per recuperare i rapporti politici, per raccogliere finanziamenti al fine di migliorare l’arsenale ed il materiale a disposizione delle unità di autodifesa, e probabilmente anche per dare delle garanzie a Zhang Fagui e alle forze nazionaliste cinesi, Ho Chi Minh decise nell’estate del 1942 di lasciare la base di Lam Son per recarsi in Cina a svolgere dei colloqui con le autorità. Appena entrò nel Kwagsi fu arrestato e portato nella prigione di Jingxi, dove rimase sino per sei settimane, per poi doversi trasferire a Guilin e Liuzhou.
I membri dell’organizzazione inizialmente vennero a sapere della morte di Ho Chi Minh, e solamente nel momento in cui ricevettero un messaggio segreto di Ho cominciarono a lavorare perché fosse liberato Chiesero ai vietnamiti in Cina di spedire delle lettere per chiederne la liberazione, ed utilizzarono canali informali, costruiti nel corso della militanza politica, per esigerne la liberazione40.
L’arresto di Ho Chi Minh peggiorò le relazioni tra rivoluzionari vietnamiti e Cina. Zhang Fagui, dal canto suo, ne approfittò per conquistare il consenso dei vietnamiti in cattività e per organizzarli in una struttura a lui fedele, in modo che si potesse realmente pensare ad un futuro ruolo della Cina nel paese. Con queste intenzioni, il primo ottobre 1942 venne fondata la Viet Nam Cach Menh Dong Minh Hoi, la Lega per la
Border Work Team ; (2) about 100 men enrolled in the Southwest War Area Personnel Training Class in Liuchow ; (3) more than 300 went to Tachiao (near Liuchow) where General Chanf fa-k’uei set up a Vietnam Special Training Class for them ; (4) approximately 40 joined the Political Work Team of the Fourth War Area, and (5) 20 enrolled in the Communication Training Class for technical training. There were a total of 702 young Vietnamese, including 36 women. A few Communists and Communist sympathizers stayed in these groups, some of whom were taken back to Vietnam by Ho Chi Minh in 1944”. Idem, p. 51
39 CAOM RST NF 06985, Actes de piraterie chinoise, 1931-1943. Tutte le notizie son riportate in diversi
rapporti del cartone
Rivoluzione del Viet Nam, con tanto di costituzione, programma di lavoro e responsabili dei dipartimenti41. I compiti erano gli stessi della Lega per la Liberazione del Vietnam, solamente che stavolta i comunisti non entrarono nella direzione dell’organizzazione, che comprendeva membri della Lega di Liberazione, del Phuc
Quoc, del VNQDD, e alcuni sino-vietnamiti.
La Dong Minh Hoi, così veniva abbreviato il nome della organizzazione, non riuscì a decollare. La sua leadership era corrotta e pressappochista, per cui alla fine del 1943 Cheng Fa k’uei decise di far partecipare di nuovo i comunisti ai lavori dell’organizzazione, in modo da dare gambe ad una organizzazione che fino ad allora era rimasta sulla carta42.
Durante questo arco di tempo Ho Chi Minh era ancora in prigione o quantomeno non poteva muoversi ed abbandonare il paese. Venne coinvolto nel rilancio dell’organizzazione, ed accettò, perché si sarebbe trattato dell’unico modo attraverso il quale riacquistare la libertà e la possibilità di tornare in Viet Nam, continuare l’attività politica di massa tra i vietnamiti emigrati in Cina, e stringere legami indispensabili con la forza alleata più presente sul territorio e capace di fornire finanziamenti ed armi, la Cina.
In realtà, la riorganizzazione della Dong Minh Hoi, nonostante la disponibilità di Ho Chi Minh a lavorarci, non ebbe luogo, a causa dell’incapacità del gruppo dirigente. Solamente nel marzo del 1944 si tenne un incontro chiamato “Congresso dei Gruppi Rivoluzionari stranieri della Dong Minh Hoi”.
La zone più direttamente al confine con il Viet Nam, inoltre, diventarono il terreno nel quale rifugiarsi per sfuggire alla repressione francese43. In questi processi le autorità nazionaliste svolsero un ruolo marginale. Le popolazioni al confine erano nella maggioranza minoranze nazionali, molte delle quali erano presenti sia in Cina che in Viet Nam. Il Viet Minh fu capace di sfruttare queste reti informali, per crearsi sistemi di salvataggio e di copertura autonomi dall’autorità cinese, e però presenti in territorio sinico. Nel 1942, dopo otto mesi di resistenza alla repressione francese, le forze di Chu Van Tan, organizzate sotto la Armata di Liberazione Nazionale, riuscirono a scampare alla distruzione rifugiandosi in Cina, dove rimasero quasi un anno. Esse ebbero riparo proprio tra le minoranze nazionali, con le cui famiglie lavorarono e vissero esattamente come gli altri membri del villaggio.