2. Spazio umano e sociale nel nord Viet Nam
2.6 Minoranze, Bac Bo e potere imperiale
Il Viet Nam e tutta l’Asia sudorientale sono all’incrocio di due grandi mondi, il cinese e l’indiano. I popoli, in questo crocevia, si sono stanziati, incontrati, scontrati, spesso hanno convissuto, talvolta combattuto. I popoli del sudest hanno sempre avuto a che fare con l’altro. Durante i secoli, milioni di persone sono scappate dagli eventi della Cina e dell’India, sono arrivate nel sudest asiatico, e qua hanno trovato altri popoli, già presenti sul territorio, con i quali hanno dovuto rapportarsi.
Il rapporto minoranza-maggioranza, in un’ottica di lungo periodo, nasce dai rapporti numerici, economici e di potere, tra diverse popolazioni, cioè tra gruppi di persone che, pur risiedendo su un territorio che si definisce “comune”, hanno lingua, passato, cultura, costumi e usi diversi. Nel sudest asiatico continentale il rapporto maggioranza- minoranza si riflette nel rapporto pianura-montagna: le popolazioni “maggioranza”
43 “I Tay-son sfruttarono abilmente la scissione prodottasi alla corte di Phu-xuan, dichiarando che essi
intendevano solo destituire il reggente per riportare al trono il principe legittimo. Nello stesso tempo conquistarono la massa delle popolazioni distribuendo ai poveri i beni dei ricchi”. LE THANH KHOI, cit., p. 319
vivono nelle zone di pianura, dove possono coltivare il riso irrigato, mentre le popolazioni “minoranza” vivono nelle montagne, dove si coltiva il riso a secco e si sfrutta la foresta45.
Tale rapporto si verifica sia nel Bac Bo che nel Viet Nam. Nel caso del Viet Nam rileviamo come, nel corso dei secoli e per effetto dell’azione dell’etnia maggioritaria kinh, che vive nelle zone pianeggianti, siano comparse tre tipi di minoranze: le minoranze del nord del paese, le minoranze degli altipiani centrali, e le minoranze del sud46.
Queste ultime sono diretta conseguenza della “marcia verso sud”, dal delta del Fiume Rosso sino al delta del Mekong, dell’etnia kinh. Cominciata secoli fa e attualmente ancora in corso, essa è volta a garantire nuove terre pianeggianti da mettere a coltivazione. In questo modo, le popolazioni, prima maggioritarie, sono diventate minoranza: nel caso delle zone centrali e meridionali del Viet Nam, i Cham furono i primi a farne le spese, seguiti dai Khmer, che sino al XIX secolo controllavano il delta del Mekong.
Le minoranze degli altipiani centrali erano invece popoli che non praticavano la coltivazione intensiva del riso irrigato, per dedicarsi allo sfruttamento della foresta e alla coltivazione del riso a secco. La loro organizzazione sociale differiva profondamente da quella dell’etnia kinh, e furono sempre restii a sottomettersi ad un potere altro rispetto al proprio47. Nonostante i francesi abbiano raggruppato tutti gli abitanti originari degli altipiani centrali con il nome di montagnards, termine che rimane in uso ancora oggi, essi sono tra di loro molto diversi.
Il caso del Bac Bo è particolare rispetto al centro e al sud del paese. Il Bac Bo è stato la culla della civiltà vietnamita, e anche il territorio direttamente confinante con la Cina. Inoltre, se è vero che la definizione migliore di minoranza “potrebbe essere quella di
gruppi non dominanti di una popolazione che possiedono e sperano di preservare, tradizioni etniche, culturali e linguistiche differenti dal resto della popolazione”48, allora il termine minoranza si addice molto più alle popolazioni non kinh del Bac Bo che a quelle degli altipiani centrali e del sud del paese.
Infatti, le popolazioni non kinh del Bac Bo, pur preservando tradizioni etniche, culturali e linguistiche differenti, non fecero mai mancare, soprattutto nei momenti cruciali della storia vietnamita, l’appoggio al potere imperiale49. Se, quindi, le minoranze del nord
45 Cfr. P
ETER KUNSTADTER (edt.), Southeast Asian tribes, Minorities and Nations, Princeton University Press, Princeton 1967, p. 8
46 Cfr. J
OACHIM SCHLIESINGER, Hill tribes of Vietnam – Introduction and overview, White Lotus, Bangkok 1997
47 L
E THAN KHOI, Storia del Viet Nam Dalle origini all’occupazione francese, Einaudi, Torino 1979, pp. 35-37
48 A
NNAMARIA BALDUSSI, “Le minoranze sul filo della storia Riflessioni metodologiche e nuove realtà”, in AAVV, Quaderno dell’Istituo di studi africani e orientali, Facoltà di Scienze Politiche, Cagliari 1991, p. 12
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LE THANH KHOI, cit., p. 28. Si noti come tale spirito di appartenenza non abbia impedito che, per lunghi periodi, un regime di sfruttamento e di oppressione delle minoranze abbia sostituito l’atteggiamento, solitamente “liberale”, che l’impero aveva nei confronti delle minoranze. Vi sono poi storici che, accorgendosi di come i concetti di maggioranza e minoranza, nel caso del Viet Nam, siano stati introdotti, soprattutto per il Bac Bo, in epoca moderna e contemporanea, tentino di scandagliare il passato utilizzando tali nuove categorie: “The current designation of non-kinh populations as ethnic minorities does not do justice to their importance in the making of Vietnam as we know it today. The papers in this panel seek to disrupt the conventional modern historical narrative and highlight the importance of ethno-cultural differences in Vietnamese history. […] In the twentieth century, the Muong linguistic and ethnic category was defined by modern scholars as an upland minority identity related to Vietnamese. I propose to consider how this identity was invented for modernist and nationalist purposes and, by way of contrast, will look at what annals say about relations between the imagined ancestors of modern Muong and Vietnamese in earlier centuries. In particular, I propose to consider the people who, in the early fifteenth century, followed Le Loi in a movement that founded the Le dynasty and brought to
erano parte integrante delle popolazione vietnamita, la stessa cosa non si può dire per le minoranze degli altipiani e del sud.
Kunstadter individua, per il Bac Bo, sei tipi di minoranze: i Tho, i Thai neri, i Thai bianchi, i Viet-Muong, i Meo e i Man50. Sono tutte popolazioni che vivevano, e in parte ancora vivono, nelle montagne.
I Tho abitavano le montagne della zona nord-est del Bac Bo, la zona che confina con la Cina. A causa della posizione strategica, l’Impero sviluppò una politica di assimilazione, attraverso l’invio, soprattutto a partire dal XVI secolo, di mandarini per la gestione amministrativa e politica. L’operazione riuscì, poiché i Tho, pur mantenendo caratteristiche autonome rispetto ai kinh, si sono dimostrati più fedeli al potere centrale delle altre minoranze. Inoltre, nacque un’élite amministrativa, i Tho-ti, composta dai discendenti dei mandarini sposati con donne del luogo. Tale élite, nel corso dei secoli, fu l’anello di congiunzione tra l’imperatore e le popolazioni.
Le altre minoranze abitavano, e ancora in larga misura abitano, la zona nord-ovest del Bac Bo, la quale, dal punto di vista strategico fu considerata, in epoca antica e moderna, meno importante dei territori confinanti con la Cina. La collocazione delle minoranze variava a seconda dell’altitudine. I Thai e i Muong occupavano i bassipiani sino ai trecento metri. I Man erano presenti tra i trecento e i novecento metri, e i Meo occupavano i territori oltre i novecento metri.
I Thai si dedicavano prevalentemente alla coltivazione del riso, sia irrigato che a secco, all’allevamento di animali, spesso scambiati con gli abitanti delle pianure. A differenza delle altre minoranze, i Thai avevano una organizzazione sociale che superava la semplice istituzione di villaggio. Esso, infatti, era subordinato al muong, una sorta di “principato” che racchiudeva tutti i villaggi di una stessa vallata51. Ogni muong apparteneva a un Chau Muong, un capo politico e sociale, la cui carica era ereditaria e proveniva dai Lo Cam, l’assemblea dei notabili che riuniva le famiglie più facoltose della vallata.
L’impero centrale vietnamita non riuscì mai a spezzare tale organizzazione sociale che, tra l’altro, si basava sulla subordinazione dei White Thai ai Black Thai. I Black Thai, pur essendo numericamente maggioranza rispetto ai White Thai, non avevano alcun potere politico e sociale. I rapporti tra Man, Meo e Thai erano simili ai rapporti tra kinh e Thai. Così come i kinh, nel corso dei secoli, tentarono di controllare e gestire in maniera sovrana il territorio dei Thai, così i Thai tentarono di subordinare i Man e i Meo alle proprie organizzazioni sociali e politiche. I Man e i Meo si dedicavano allo sfruttamento della foresta, all’allevamento, e alla coltivazione del granturco, fagiolo, cotone, indaco, canna da zucchero, tabacco, sorgo, miglio, sesamo52. I Meo erano anche coltivatori del papavero da oppio.
La storia delle minoranze che dividono Cina e Viet Nam sono sia storie autonome sia storie dei rapporti tra l’Impero di Mezzo e l’Impero del Sud53. Esse, infatti, da una parte conducevano una vita autonoma, scandita dai loro ritmi, dalla loro scadenze, dai loro rituali, dai loro rapporti con le divinità, quasi sempre legate al territorio (con una religiosità, quindi, di tipo animista). Dall’altra però, erano soggette e subivano
prominence a group of clans that ruled until modern times. I am interested in three ideas: one is that Le Loi’s army was primarily recruited from among people whom modern theories would now categorize as Muong; one is that those who opposed the rise of Le Loi acknowledged solidarity with the Ming dynasty and represented the interests of the lowland agricultural population”. Cfr. HUE-TAM HO TAI, KEITH
WELLER TAYLOR, Abstracts of the 2000 AAS Annual Meeting, San Diego 2000
50
KUNSTADTER PETER (edt.), cit., pp. 677-689. Ve ne sarebbero anche altre, ma sono numericamente poco rilevanti.
51 Idem 52 L
E THANH KHOI, cit., p. 29
53
Cfr. PIERRE BERNARD LAFONT, Les frontières du Vietnam Histoire des frontières de la péninsule
l’evoluzione dei rapporti tra la Cina e il Viet Nam, e gli stessi eventi interni dei singoli paesi. Ogni volta che in Cina si cambiava una dinastia, o che grandi sconvolgimenti sociali sconvolgevano il paese, masse di popolazioni si spostavano verso zone “di nessuno”, abitate da minoranze, modificandone la storia.
Dal lato orientale dei confini del Bac Bo, invece, la situazione fu molto più fluida. Là i kinh furono in contatto con popolazioni Thai le quali, pur mantenendo dei contatti tra di loro, non raggiunsero mai l’unità politica della Cina e, quindi, non posero mai in grosse difficoltà il potere imperiale. Tali zone, inoltre, erano considerate dai vietnamiti strategicamente meno importanti.
I cinesi non furono una minoranza del Bac Bo nel senso classico del termine. Tuttavia, se da una parte la loro presenza è “fisiologica”, legata alla diaspora cinese e alla vicinanza geografica dei due paese, dall’altra, la presenza sinica in Viet Nam è strettamente legata ai rapporti tra i due paesi.
L’elemento che più accomuna vietnamiti e cinesi, in contrapposizione alle minoranze, è il confucianesimo. Ad esso ora ci volgiamo, con la speranza di contribuire meglio a dare il quadro storico, sociale e politico di lungo periodo del Bac Bo.