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Organizzazione Viet Minh

6.7 La politica verso le minoranze 99

Le minoranze della zona nordorientale, per ragioni strategiche e per vicinanza con la zona abitata dai kinh e alla costa, godettero di una attenzione particolare. Invece che una politica di alleanze, con i tay, i nung, i meo e gli yao, seppur a livelli diversi, si optò per una politica d’assimilazione culturale100. I tay e i nung, che abitavano nelle zone a più diretto contatto con i kinh, sono stati coloro che più hanno conosciuto un processo di convergenza tra la propria identità e l’identità kinh. Verso i meo e gli yao, che avevano diversi modi di produzione e che abitavano in zone più elevate rispetto ai kinh, la politica d’assimilazione fu più leggera.

L’arrivo dei francesi, come abbiamo visto, non fece che peggiorare le condizioni di vita di tali popolazioni.

La riforma del codice civile vietnamita del 1931 aveva ulteriormente peggiorato le condizioni di vita delle minoranze, già misere prima della venuta dei francesi e delle operazioni di pacificazione delle aree ribelli.

Esso infatti permetteva ai tho ty e agli abitanti del villaggio di essere proprietario degli appezzamenti di terra pubblici, e quindi di poterla vendere ed affittare101. Gli appezzamenti di terra pubblici erano parte dei terreni del villaggio, anche se questi venivano coltivati da una famiglia o erano gestiti dal tho ty da generazioni. Il risultato fu che, in seguito alla pressione sociale del periodo coloniale, i tho ty e le singole famiglie furono portate a vendere i propri terreni a coloro che stavano prosperando grazie alla nuova organizzazione economica e sociale francese. Di conseguenza, il divario tra ricchi e poveri nei villaggi delle minoranze si aggravò102. I Meo e gli Yao, che praticavano l’agricoltura itinerante ad altitudini più elevate rispetto ai Tay e ai Nung, andarono a vivere ancora a più alta quota, espulsi dalle terre più fertili, e così anche loro dovettero affrontare un periodo di peggioramento delle condizioni di vita.

Uno dei corollari di questa politica fu la perdita di potere del tho ty. L’autorità era vagante, e qua si inserì il Viet Minh.

Già a partire dagli anni trenta i comunisti erano attivi tra le minoranze. Le tesi del PCI del 1930 si basavano sul rispetto delle diverse minoranze e sulla loro emancipazione sociale. Il Viet Bac venne da subito considerato strategico. Facilmente raggiungibile sia dal delta che dalla Cina, venne considerato il rifugio migliore in caso di repressione. Tra le sue valli poco abitate, impervie, complicate da controllare, e abitate da popolazioni abituate alle privazioni e alle ribellioni al potere costituito, i comunisti, se si fosse compiuto un opera di proselitismo che partisse da un “mettersi alla pari” con chi lì abitava, avrebbero potuto costruire una retrovia sicura e pericolosa103. E lo fecero. “Sotto la leadership di Hoang Van Thu e Hoang Dinh Rong, il movimento – che inizialmente aveva messo radici tra i Nung e i Tay e successivamente si espanse agli Yao e ai Mao che vivevano ad altitudini più elevate, con i quadri Tay e Nung che

99 Per una visione generale sullle minoranze non kinh nel Viet Nam, si rinvia al capitolo 2, paragrafo 5 100

Cfr. PETER KUNSTADTER (edt.), Southeast Asian tribes, Minorities and Nations, Princeton University Press, Princeton 1967, p. 780, e MAI ELLIOT, “Translator’s introduction”, in CHU VAN TAN,

Reminiscences on the Army for National Salvation, N.Y. Cornell Southeast Asia Program, Ithaca 1974, p.

5

101

Il sistema attraverso il quale i kinh imposero la propria egemonia era quello del tho ty. Tho Ty era un capo, fedele ai vietnamiti, spesso appartenente alle minoranze e sposato con kinh, il quale a seconda del grado controllava una provincia, un distretto, un villaggio. Egli aveva degli appezzamenti di terra, mentre il resto della terra era comune e veniva assegnato alle singole famiglie, alle quali però la concessione poteva essere revocata. Il Tho ty doveva essere fedele al governo centrale e consegnare prodotti o soldati. I contadini dovevano compiere una serie di servizi per il tho ty. Cfr. Idem, pp. 5-6

102 Idem, p. 10

103 Il “mettersi alla pari” è una delle impostazioni della propaganda e dell’azione politica di massa dei

comunisti. Le altre organizzazioni nazionaliste, specialmente quelle operative durante gli anni quaranta, non dimostrarono di essere capaci di fare la stessa cosa.

fungevano da portatori dell’influenza rivoluzionaria – si espanse gradualmente. L’espansione aveva avuto grande impeto durante il periodo del Fronte popolare in Francia (1936-1939)”104.

In più, con lo scoppio della seconda guerra mondiale i francesi cercarono di fortificare, poiché importante dal punto di vista strategico, la strada tra Hanoi e Lang Son, e per far questo costrinsero le minoranze a veri e propri lavori forzati. I mezzi usati erano violenti e gli abusi frequenti, per cui il risentimento antifrancese crebbe.

A Lang Son il movimento comunista era tanto organizzato che riuscì a passare all’azione quando nel 1940 i giapponesi attaccarono i francesi. E proprio dalla ribellione di Lang Son si sviluppò il movimento Viet Minh nell’area, che ebbe come capo Chu Van Tan. La sua figura è emblematica dal punto di vista simbolico, ed influente dal punto di vista storico.

Chu Van Tan

Chu Van Tan nacque nel 1909, nella provincia di Thai Nguyen. Figlio di contadini della minoranza Nung, la povertà estrema era la normalità nel suo villaggio. Nonostante ciò, la famiglia fece di tutto per mandarlo a scuola105. Tuttavia, nel 1929 dovette abbandonare gli studi. Il ritorno al villaggio natale, però, non fu senza conseguenze. Gli anni della scuola gli avevano fatto entrare nella mente l’idea che era possibile cambiare, e la storia del padre, che aveva combattuto con De Tham qualche decennio prima, e i ricordi collettivi di quel periodo, contribuirono probabilmente ad alimentare un istinto di ribellione.

Nel 1934 Chu Van Tan venne ammesso nel Partito Comunista Indocinese. Posto a capo dell’organizzazione nella sua area di provenienza nella provincia di Thai Nguyen, ben presto emerse quale brillante capo politico e militare.

Allo scoppio della rivolta di Lang Son, Chu era segretario del PCI nella zona di Trang Xa-Vu Nhai, e subito chiese al comitato regionale di mandare sul posto un inviato che facesse le veci del Comitato Centrale. Conclusasi la rivolta, cominciò l’esperienza dell’Armata di salvezza nazionale, esempio di guerriglia armata preparata e attuata in zone abitate dalle minoranze106.

Il ruolo dell’Armata di salvezza nazionale, per l’esperienza accumulata, per gli insegnamenti, i territori controllati, la garanzia del passaggio, fu emblematica della crescita del Viet Minh tra il 1941 ed il 1945. Essa non è stata tenuta nella debita considerazione dai maggiori studiosi occidentali del periodo. Il Viet Minh, con questa operazione, riuscì a creare duraturi ponti tra le minoranze nazionali ed il gruppo dirigente dell’organizzazione, quasi completamente di etnia kinh107.

Il lavoro tra le minoranze venne considerato fondamentale. Con tono ironico, Vo Nguyen Giap racconta nelle sue memorie sul periodo come avesse imparato i tay e lo yao, e come Pham Van Dong utilizzasse correntemente il tay. Nella formazione quadri, si cercò di privilegiare chi non appartenesse alla etnia kinh. Secondo Hoang Van Hoan “il Presidente Ho Chi Minh sosteneva che i quadri della pianura che lavoravano in aree abitate dalle minoranze non dovessero partecipare alla direzione collettiva locale. In questo modo, i quadri locali non sarebbero diventati dipendenti dagli esterni ed incapaci di compiere decisioni per conto loro. Così io lavorai con loro solamente con l’incarico di consigliere, rispettando le decisioni compiute dai quadri locali. I quadri che erano

104

MAI ELLIOT, cit., p. 17. Traduzione libera

105 Le notizie biografiche sono tratte da M

AI ELLIOT,cit.

106 L’esperienza di Chu Van Tan e dell’Armata di Salvezza Nazionale viene esaminata nel capitolo 7 107 Il Viet Bac divenne il terreno strategico dal quale organizzare la ritirata e la resistenza a partire dal

1946, quando i francesi rioccuparono Hanoi ed il delta, e ricominciarono anche le operazioni di pacificazione.

tornati a Cao Bang nel 1940 e nel 1941, come Pham Van Dong, Cao Hong Lanh e Le Thiet Hung, tutte lavoravano in qualità di consiglieri”108.

Le minoranze erano le uniche che conoscessero a fondo il territorio sul quale vivevano. Le guide di ogni operazione dovevano essere persone del luogo, e dovevano essere fidate. I legami di lignaggio e di linguaggio tra persone appartenenti ad una stessa minoranza, e però posti su lati opposti della frontiera, favorirono il rafforzamento di una rete di contatti e di appoggi transfrontalieri.

Per quanto riguarda la propaganda, le immagini, i disegni, le poesie vennero usate per comunicare con coloro che non capivano il vietnamita. I giornali e i volantini di propaganda pubblicarono talvolta articoli e parole d’ordine in tay o in cinese o in altre lingue. Le notizie che riguardavano l’attività Viet Minh e le minoranze, poi, non vennero mai sottovalutate. E’ con evidente soddisfazione, per esempio, che il Viet Nam

Doc Lap dell’11 ottobre 1943, titola “Una festa per la fondazione dell’area [Viet Minh

NdA] Man Trang”109. Man Trang è il nome che viene dato ad una minoranza.

Il Viet Minh pose l’accento sulle questione coloniale e sulle questioni sociali per lasciare sullo sfondo la questione identitaria ed etnica. Su quest’ultima, il rispetto e l’utilizzo delle lingue non vietnamite, il rispetto degli usi e costumi locali, dovevano essere la dimostrazione che il Viet Minh non aveva alcuna intenzione di imporre costumi sociali altri110. I risultati furono evidenti. Le minoranze, soprattutto la minoranza tay, sostenne il Viet Minh e si rivelò fondamentale anche nelle operazioni militari del 1945. Una settimana dopo che il Viet Minh aveva conquistato Ha Noi, due distaccamenti dell’Armata di Liberazione Nazionale composti da soldati delle minoranze marciarono sulla capitale. Le Quang Ba, un tay della provincia di Cao Bang, divenne il comandante in capo delle forze armate della capitale, mentre Chu Van Tan divenne Ministro della Difesa del governo capeggiato da Ho Chi Minh111. Uomini delle minoranze, quindi, entrarono da subito ai massimi livelli della gerarchia di potere.

108

Hoang Van Hoan, cit., p. 178. Traduzione libera

109 B

AO TANG CACH MANG VIET NAM,cit., p. 313. Traduzione libera

110 Sempre Vo Nguyen Giap racconta come fosse stato costretto, durante un periodo di soggiorno presso i

Man, dalle condizioni generali e dalle abitudini della minoranza, a mangiare mais invece che riso. VO

NGUYEN GIAP, cit., p. 32

111 Cfr. M

7. 1941-1943: gli anni della costruzione

La repressione del 1939 e del 1940 decimò i militanti comunisti. La loro presenza attiva sul territorio venne ridotta notevolmente. Tuttavia, i dati in nostro possesso mostrano come, seppur a diversi livelli, l’attività del Viet Minh tra il 1941 ed il 1943 fece la sua apparizione in un gran numero di province.

In alcuni casi in maniera larvale, cioè attraverso il ritrovamento di volantini, l’arresto di singoli militanti, una scritta sui muri, l’apposizione notturna di una bandiera rossa con una stella gialla in una strada trafficata all’uscita del villaggio. In altri casi il Viet Minh riuscì a ricreare una rete diffusa di contatti e di militanti in grado di andare oltre la propaganda sporadica; si crearono le organizzazioni per la salvezza nazionale, gruppi dirigenti a livello di villaggio e di cantone, le prime unità di autodifesa armate.

Di questa attività si resero subito conto le autorità francesi, secondo le quali nel 1942, nonostante la repressione dei due anni precedenti, il pericolo comunista era molto lontano dall’essere sconfitto1.

Le azioni dei Viet Minh, in questo periodo, possono essere spazialmente divise in quattro grandi gruppi: c’era innanzitutto l’azione di Ho Chi Minh nei villaggi intorno a Pac Bo, che era una azione di direzione del movimento generale, di educazione e di sperimentazione dei metodi che poi vennero usati nelle altre località.

Ci fu poi l’azione, almeno sino al dicembre del 1941, di Vo Nguyen Giap e di altri, che erano incaricati di andare in Cina a cercare di stringere legami con il governo cinese nazionalista. Questi rapporti furono gestiti in maniera diversa a seconda dei periodi. Basti dire che, nell’agosto del 1942, Ho Chi Minh partì in Cina per prendere contatti con il governo, e per tutta risposta venne arrestato. Poté tornare in Viet Nam solamente nel settembre del 1944.

Il terzo gruppo di attività è collocato spazialmente a Thay Nguyen, e comprende le zone dove ha operato, per dieci mesi, Chu Van Tan, che poi fu costretto a tornare in Cina. In questa zona rimasero piccoli distaccamenti che, nello spirito delle dichiarazioni dell’VIII Plenum, ma lontani dal resto del partito, portarono avanti la propaganda armata, e usarono le armi solamente se costretti.

Il quarto grumo di attività si condensa nel delta, dove agì il Comitato Centrale, o quantomeno una parte di esso2. In questa regione ci sono province in cui si è presenti, province in cui si può sviluppare una organizzazione simile a quella del Bac Bo montagnoso (Nam Dinh), province in cui si era presenti di meno. In città, fondamentalmente, non si poteva pensare di organizzare gruppi di guerriglia, data la maggiore capacità di controllo dell’autorità, la presenza massiccia dei giapponesi e la vicinanza della popolazione, che non permetteva che si potesse portare sulle proprie posizioni solamente un piccolo gruppo di persone e in questo modo avere la sicurezza di gestire un’area autonoma quale un villaggio. Da un punto di vista militare, in queste aree mancava lo spazio per ritirarsi3.

1

CAOM RST NF 6336, Situation politique au Tonkin Communisme et nationalisme 1942

2 Si utilizza volutamente il termine grumo perché non è chiaro se nel delta tutte le azioni fossero

coordinate dai membri del Comitato Centrale di stanza ad Hanoi, o se ogni singolo comitato provinciale o subprovinciale agisse in totale autonomia e fosse responsabile solamente davanti al Xu Uy Bac Ky o al Comitato Centrale di Pac Bo. Truong Chinh, segretario generale del PCI, era nel delta in quel periodo. L’ipotesi più veritiera era che i membri del Comitato Centrale del delta agissero da gruppo dirigente in tutto e per tutto, e che i comitati provinciali seguissero le loro direttive, quando arrivavano. Tuttavia, il grado di autonomia dei comitati provinciali e subprovinciali era molto elevato, poiché la circolazione delle informazioni ed il recapito delle direttive nel delta era rischioso.

3 Da questo punto di vista, il parallelo tra resistenza vietnamita e resistenza italiana regge. I Gruppi di

Azione Partigiana (GAP) della resistenza italiana nacquero in una fase successiva rispetto ai gruppi partigiani delle montagne, proprio perché la copertura delle loro azioni era più difficile. La preparazione militare e strategica loro richiesta era maggiore rispetto a quella che si richiedeva ai partigiani della montagna.

Le azioni del Viet Minh non erano le uniche azioni violente di messa in discussione dell’ordine costituito. Al confine della Cina furono quasi quotidiane gli scontri tra pirati cinesi e forze francesi. Alcuni pirati in realtà si rivelarono agenti dei giapponesi, altri agenti del governo nazionalista cinese o militari che rispondevano agli ordini dei generali nazionalisti che controllavano le zone al confine con il Bac Bo, altri ancora facevano riferimento a gruppi nazionalisti vietnamiti, o comunque ne utilizzavano la fraseologia. La maggioranza di questi scontri, tuttavia, era dovuto a gruppi di banditi che razziavano villaggi e singole case a scopo privato4.

Ci furono poi province in cui si verificarono singole attività rivoluzionarie, dovute più al caso che ad una pianificazione. Son La, per esempio era una delle province più difficilmente raggiungibili. Prima del 1944, l’unica attività rivoluzionaria registrata fu l’evasione di quattro detenuti politici dal penitenziario, che ebbe la copertura di un thai della provincia5.

A Son-Tay il 14 gennaio vennero scoperti dei volantini e una bandiera rossa, e il 24 un emblema rivoluzionario, e poi giornali e poi i biglietti della lotteria organizzata dall’associazione delle donne comuniste6.

Ma vediamo ogni singola macroarea in cui il Viet Minh compì attività nel periodo in esame.