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Parte seconda

6. IL PCI nel Bac Bo dal 1940 al 1945 1 La metodologia

6.5 Le organizzazioni di massa e la struttura del Viet Minh

Uno dei tratti più caratteristi della vita di villaggio nel Bac Bo, ancora negli anni trenta e quindi anche durante la guerra, era la tendenza a creare dei gruppi, che avevano le funzioni più varie39. Alcuni avevano come unico scopo la preparazione di cerimonie e l’organizzazione di feste, altri erano degli enti di microfinanza ante litteram: ogni mese i membri dell’associazione, che poteva essere sessuata (per esempio riunire soltanto donne) o legata ad un vicinato o ad una coorte d’età, versavano una quota, con la possibilità ad intervalli regolari per un membro dell’associazione di usufruire dell’intera somma presente in cassa. In questo modo, si potevano affrontare spese straordinarie (un matrimonio, un funerale, la ristrutturazione della casa, l’acquisto di un bufalo o di

35 C

UC LUU TRUNHA NUOC, Tuyen Truyen Cach Mang Truoc Nam 1945 Suu Tap Tai Lieu Luu Tru, Cha Xuat Ban Lao Dong, Ha Noi 2001. DIRECTION D’ETAT DES ARCHIVES, CENTRE DES ARCHIVES

NATIONALES N° 1, Propagande révolutionnaire avant 1945 – Collection des archives, Edition du Travail, Ha Noi 2001, pp. 296-302

36 Proprio nei giorni in cui si tenne a battesimo il Viet Minh, in un documento ufficiale i francesi scrissero

chiaramente che secondo loro alla frontiera ci sono varie organizzazioni nazionaliste, e i comunisti non si distinguevano per la loro particolare forza, né in quella zona né se paragonate alle altre organizzazioni. Cfr. CAOM GGI CM 1191, Mouvements insurrectionnels au Tonkin correlatifs à l’incident de LANGSON (octobre 1940)

37

GARETH PORTER (edt.), The definitive Documentation of Human Decisions, Coleman, New York 1979, p. 4

38 B

AO TANG CACH MANG VIET NAM, Bao Viet Nam Doc Lap 1941-1945, Nha Xuat Ban Lao Dong, Ha Noi 2000, p. 37. Vedi anche CHRISTOPHER E. GOSCHA, Vietnam or Indochina – Contesting concepts of

Space in Vietnamese Nationalism, 1887-1954, NIAS Report No. 28, Copenhagen 1995

attrezzi da lavoro) per i quali altrimenti ci si sarebbe dovuti indebitare con l’odioso usuraio, che spesso si identificava con il mandarino o con il ly-truong locale40.

Il Viet Minh sfruttò questo substrato culturale per dare fiato ad organizzazioni di massa, che vennero chiamate organizzazioni per la salvezza nazionale, che furono la base per lo sviluppo delle forze di autodifesa e dell’intera struttura. Esse avevano l’obiettivo di organizzare l’intera popolazione rispetto a parole d’ordine specifiche, declinate e presentate in maniera diversa a seconda del gruppo a cui ci si riferiva.

In alcuni casi le organizzazioni di salvezza nazionale, specialmente quelle più importanti, potevano avere uno statuto in cui venivano descritti innanzitutto i fini dell’associazione e le ragioni per le quali un determinato gruppo di persone si unisce per lottare per l’indipendenza e per nuovi rapporti economico-sociali. Esisteva per esempio il Dieu-le Viet-Nam Nong-Dan cuu quoc (Statuto dei contadini vietnamiti per la salvezza della patria), cioé l’organizzazione che collegava tra di loro i contadini41. Insieme alle organizzazioni dei contadini, le organizzazioni delle donne e della gioventù erano le altre organizzazioni di massa presenti42. Esse erano suddivise in piccoli raggruppamenti, di quattro o cinque membri. Esse dovevano agire nella più completa segretezza, la propaganda aperta doveva essere un’azione sporadica attentamente pianificata e rispetto alla quale si doveva essere sicuri del successo. La struttura dell’organizzazione non doveva esserne intaccata. L’obiettivo intermedio era accumulare forze, le quali non dovevano essere disperse, attraverso l’ottenimento del sostegno dell’intera popolazione. Si doveva tentare di neutralizzare e rendere impotente chi avrebbe potuto svolgere un ruolo negativo: attivazione delle forze potenzialmente favorevoli e neutralizzazione dell’avversario, insomma43.

Data la politica del Viet Minh, l’avversario non primario non era più il proprietario terriero e l’avversario di classe: i francesi e i giapponesi e tutti coloro che sottostavano a questo giogo divennero il nemico principale. Ciò non impediva che le condizioni materiali di vita fossero il primo grimaldello che veniva usato dalla propaganda rivoluzionaria: la lotta contro le requisizione forzata del paddy da parte delle autorità francesi, misura introdotta nel 1943, fu la parola d’ordine più ricorrente nei volantini e nei giornali del Viet Minh.

Dal punto di vista organizzativo, la tabella 6.1 chiarisce i rapporti intercorrenti tra organizzazioni per la salvezza nazionale, struttura del Viet Minh e forze di autodifesa.

40 Il ly-truong era il capo-villaggio locale. Cfr. G

EORGES CONDOMINAS, L’espace social a propos de

l’Asie du Sud-est, Flammarion, Paris 1980, p. 68

41 CAOM RST NF 6958, Rapport mensuel sur la situation générale de la ville e de la province, 1944. 42 Per quanto riguarda le organizzazioni di massa delle donne, alcuni testi segnalano una continuità fra le

organizzazioni simili costituite negli anni trenta dai comunisti e le organizzazioni promosse dal Viet Minh a partire dal 1941. Per esempio “De 1930 à 1940 l’Association des femmes anti-colonialistes s’élargit peu à peu ses formes d’organisation pour s’adapter à l’évolution de la situation dans le pays : l’Association des femmes anti-colonialistes devint l’Association des femmes pour le salut national". MAI THI Tu, LE

THI NHAM TUYET, Le femme au Viet Nam, Editions en Langues Etrangères, Hanoi 1976, p. 121.

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Anche in questo caso si deve tener conto della particolare situazione del villlaggio del Bac Bo, nel quale l’opinione pubblica aveva il pieno controllo della vita privata di ciascuno, nel campo delle scelte individuali, ma anche nel campo delle scelte politiche. Se in un villaggio il Viet Minh riusciva a conquistare l’egemonia, seppur non completa, sulla popolazione, per la parte non convinta alle sue posizioni era molto difficile esprimere in pubblico tale dissenso, e operare in maniera difforme rispetto a ciò che aveva deciso il villaggio. Si capisce così perché sia i francesi, nei documenti ufficiali e nei primi resoconti, sia i vietnamiti, fanno riferimento al villaggio come nucleo che, di volta in volta, può appoggiare una parte o l’altra. Ciò spiega anche gli atti di forza e gli omicidi mirati che il Viet Minh praticò, in larga scala, verso coloro che venivano considerate spie e servi dei francesi e dei giapponesi. Attraverso la loro eliminazione, oltre a guadagnare una maggiore capacità d’azione dal punto di vista strategico-militare, si mandava un chiaro messaggio alla popolazione che oscillava tra la neutralità e il sostegno alla parte più forte, i francesi: badate che vi conviene rimanere neutrali e non interferire con la lotta in corso, altrimenti potreste fare la stessa fine. Per i caratteri della vita pubblica e sociale del villaggio vietnamita, cfr. PIERRE GOUROU, cit., p. 269