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La natura e il contenuto delle norme prodotte

MULTILATERALI DI RICONOSCIMENTO NEI SETTORI VOLONTAR

4. Le funzioni normative

4.1. La natura e il contenuto delle norme prodotte

Prescindendo dalle complesse classificazioni adottate dai singoli enti245, le regole prodotte dagli enti di accreditamento globale possono essere suddivise in tre gruppi principali.

245 A titolo d’esempio, si presentano le classificazioni adottate dall’ILAC, dallo IAF e dall’EA, indicando il contenuto normativo dei vari documenti. I documenti ILAC sono suddivisi in cinque

categorie: a) General ILAC brochures (ILAC-B): si tratta di semplici pubblicazioni divulgative o promozionali; b) Guidance publications (ILAC-G): contengono le norme tecniche e i criteri applicativi che i laboratori e gli enti di accreditamento devono rispettare nello svolgimento della propria attività; c)

Information documents (ILAC-I): offrono informazioni generali su un determinato argomento; d) Procedural and policy publications (ILAC-P): sono i documenti più importanti, che individuano le

procedure interne dell’organizzazione, compresi, in particolare, i criteri per la gestione degli accordi e le procedure di peer evaluation; e) Publications of the Secretariat (ILAC-S), che includono le liste dei membri e il loro status, le commissioni, gli elenchi di pubblicazioni in vigore, ecc. Più articolata la classificazione dei documenti della IAF: a) IAF issues Communiques: concernenti gli sviluppi raggiunti e

temi affrontati durante gli Annual Meetings dell’organizzazione, oppure materie di interesse riguardo ai programmi di conformity assessment; b) Policy Documents (PL Series): si tratta di documenti che definiscono le politiche dell’ente, compresi i requisiti di governance che i membri dell’ente devono seguire; può anche trattartsi di position paper conteneti prese di posizione su temi di attualità; sono inclusi le IAF Bylaws, il Memorandum of Understanding, gli IAF Endorsed Normative Documents; c) IAF

Multilateral Recognition Arrangement Documents (ML Series): sono le pubblicazioni più importanti, che

regolano tutti gli aspetti relativi alla partecipazione e alla gestione degli accordi; d) Guidance Documents (GD Series): sono guide e raccomandazioni rivolte ai membri, riguardanti le proprie attività istituzionali, spesso hanno valore integrativo o esplicativo delle guide dell’Iso; e) Mandatory Documents (MD Series): hanno contenuto in parte sovrapponibile alle Guidance, ma hanno valore vincolante; f) Procedures

Documents (PR Series): definiscono o precisano le procedure interne dell’ente, in relazione alle varie

attività e obiettivi perseguiti; g) IAF-ILAC Joint Publications (A Series): documenti prodotti congiuntamente dalle due organizzazioni, su temi di comune interesse, per armonizzare le rispettive procedure o standards; h) Information Documents, dal contenuto vario, sia brochure informative, sia documenti formali che presentano un interesse all’esterno (memorandum, facsimile delle domande di accessione, ecc.; i) IAF Newsletters: di natura divulgativa e informativa, contenenti aggiornamenti sulle attività dell’ente. L’EA utilizza un doppio sistema di classificazione, per serie e per categorie. Queste

ultime, di più immediata individuazione, sono quattro: a) EA MLA procedure documents: definiscono i requisiti e le procedure da seguire nella gestione degli accordi; b) EA MLA support documents: hanno natura orizzontale e specificano le modalità applicative degli standards usati nelle procedure di accreditamento; i membri dell’Ea devono darvi applicazione, e il loro rispetto e verificato durante il processo di peer evaluation; c) EA MLA Sector specific documents: riguardano l’applicazione degli standard rispetto a specifici rami di attività; per il resto hanno lo stesso valore giuridico dei support documents; d) Technical documents: sono guida di natura tecnica o scientifica che offrono raccomandazioni ed esempi per chiarificare il rispetto degli standard.

Innanzitutto, le norme interne che presiedono alla funzione di autoorganizzazione: statuti (spesso in forma di memoranda of understanding), rules,

bylaws. Essi definiscono i requisiti di partecipazione, le strutture di governo, i

meccanismi di voto, le nomine, i controlli, la finanza, etc.

In secondo luogo, le norme che regolano l’attività amministrativa “finale” o a rilevanza esterna: principalmente, si tratta di disposizioni relative alla gestione degli accordi di mutuo riconoscimento. Si tratta senz’altro delle disposizioni di maggiore interesse, riflesso della natura funzionale delle attività svolte dai Fora. Quando gli organi dell’ILAC o dello IAF autorizzano un nuovo membro a sottoscrivere gli MLA, quando verificano in situ le attività svolte dagli enti nazionali di accreditamento, quando compiono atti a tutela dell’integrità e del corretto uso dei marchi di certificazione, essi adottano provvedimenti amministrativi, che incidono direttamente ed individualmente su interessi di singoli. Questi atti non sono compiuti arbitrariamente: sono minuziosamente regolati nei loro presupposti ed effetti; devono essere emanati a seguito di una procedura predeterminata; sono assistiti dalle dovute garanzie partecipative; le decisioni devono essere improntate a precise valutazioni tecniche, non a scelte politiche; sono soggetti a controlli amministrativi e giurisdizionali da parte di organi o collegi indipendenti. Un complesso corpus normativo, dunque, garantisce il rispetto di un principio di “legalità globale”246, che limita, conforma e vincola l’azione degli organi di governo al perseguimento del “fine pubblico” dell’ente.

246 Di “universal rule of law” parla S. CASSESE, Global Administrative Law: An Introduction, in Journal of International Law and Politcs, 2005, 680 ss. L’emersione di un corpus normativo di fonte sopranazionale che proceduralizza l’azione ammisnitrativa delle organizzazioni internazionali e definisce le garanzie per i singoli interessati è senz’altro uno degli aspetti più interessanti del diritto globale. Tra i vari contributi sul tema, con vari accenti, v. G. SILVERSTEIN, Globalization and the Rule of Law: “A

Machine that Runs of Itself?”, in International Journal of Constitutional Law, 2003, 427 ss.; S. CASSESE,

Oltre lo Stato, Bari, 2006, 122 ss.; J.H.H. WEILER, The Geology of International Law: Governance,

Democracy and Legitimacy, in Zeitschrift für ausländisches öffenliches Recht und Völkerrecht, 2004,

547-562; R. H. BORK, Il giudice sovrano, Macerata, 2004, 205 ss.; E. DENNINGER, Lo Stato di diritto o

“rule of law”: che cosa è oggi?, in A. JELLAMO, F. RICCOBONO, Studi in ricordo di Vittorio Frosoni,

Milano, 2004, 74 ss.; D. DYZENHAUS, The Rule of (Administrative) Law in International Law, in Law and

Contemporary Problems, 2005, fasc. 4, 129 ss. Si veda, poi, l’esperienza del controllo sul rispetto della rule of law da parte degli Inspection Panel costituiti presso diverse organizzazioni internazionali,

soprattutto a carattere finanziario; sul punto: D.D. BRADLOW, International Organizations and Private

Complaints: The Case of the World Bank Inspection Panel, in Virginia Journal of International Law,

1994, 553; D.L. CLARK, J. FOX e K. TREAKLE (a cura di), Demanding Accountability: Civil Society

Claims and the World Bank Inspection Panel, 2003; J. FOX, The World Bank Inspection Panel: Lessons

from the First Five Years, in Global Governance, 2000, 273 ss.; D. NIELSON, M. TIERNEY, Delegation to

International Organizations: Agency Theory and World Bank Environmental Reform, in International Organizations, 2003, 241 ss.

In ultimo, emerge un terzo gruppo di norme, a carattere “orizzontale”: esse non sono rivolte agli organi amministrativi dei Fora, ma agli enti di accreditamento nazionale, al fine di uniformare le loro pratiche di accreditamento. Lo statuto dell’ILAC pone addirittura come primo obiettivo quello “to define criteria and standards and

harmonise practices to build consistency in accreditation of testing and calibration laboratories and inspection bodies for the purpose of trade facilitation”247.

A differenza delle altre due tipologie analizzate, questi documenti contengono veri e propri standard globali, assimilabili a quelli prodotti dai regulatory network o da alcune regolazioni internazionali private. Come si è avuto modo di chiarire nel Cap. II, tuttavia, il principale organismo globale di standard setting in materia di procedure di valutazione della conformità è la CASCO, una sottocommissione dell’ISO. Questo profilo può generare sovrapposizioni e antinomie. Si tratta naturalmente, di un problema generale in ambito globale248, dove la funzione normativa, e in particolare la produzione di standard non vincolanti, è diffusa. Come regolare, dunque, le interazioni tra

247 V. ILAC, Articles of Association, art. 2, Objective, par 1. Disposizioni simili sono contenute in IAF, Memorandum of Understanding, art. 2, objective, co. 1, lett. e): “harmonise the application of criteria

for the operation of the Accreditation Body Members’ accreditation schemes, based on IAF endorsed international standards and guides, and publicly available IAF guidance documents on the application of those standards and guides”.

248Come nota S. CASSESE, Dallo spazio giuridico globale all’ordine giuridico globale, in Rivista

trimestrale di diritto pubblico, 2007, 612: “lo spazio giuridico globale non è costituito da una “anarchical

society”… e non è un “free floating melange of legal organizations”, perché non è composto da “self- contained regimes” frammentati e separati. Ma non può neppure essere considerato un “global legal regime”, perché è costituito da un aggregato di sistemi regolatori speciali, tra i quali non c’è il vuoto, ma manca il requisito dell’unità, vi è contiguità, non continuità, il diritto generale ed unificante ha un basso tasso di densità, il coordinamento non è imposto dall’alto, ma è stabilito dagli stessi corpi che vi operano. Il diritto globale, insomma, proprio perché “without any author”, costituisce un esempio estremo di “legal pluralism””. Sul tema, si vedano i differenti punti di vista espressi da H. BULL, The Anarchical Society –

A Study of Order in World Politics, Oxford, 1977; M. KOSKENNIEMI, Global Legal Pluralism: Multiple

Regimes and Multiple Modes of Thought, paper presentato ad Harvard il 5 marzo 2005, 4; R. POST, The

Challenge of Globalization to American Public Law Scholarship, in Theoretical Inquiries in Law, 2001,

8; A. LINDROOS, M. MEHLING, Dispelling the Chimera of “Self-Contained Regimes” International Law

and the WTO, in European Journal of International Law, 2005, 857 ss.; International Law Commission, Fragmentation of International Law: Difficulties Arising From the Diversification and Expansion of International Law, UN General Assemply, A/CN.4/L.682 13 April 2006; P.-M. DUPUY, A Doctrinal

Debate in the Globalisation Era: On the “Fragmentation” of International Law, in European Journal of Legal Studies, 2007; E. BENVENISTI, G.W. DOWNS, The Empire’s New Clothes: Political Economy and

the Fragmentation of International Law, in Stanford Law Review, 2007, 595 ss. Il tema delle tecniche di

collegamento tra vari regimi regolatori globali è stato ampiamente studiato nel settore degli standard finanziari; si veda, ad es., S. MORETTINI, Il Fondo Monetario internazionale e le reti globali di regolatori

finanziari, in S. BATTINI (a cura di), La regolazione globale dei mercati finanziari, Milano, 2007, 298 ss.;

M. DE BELLIS, Gli standards globali per i servizi finanziari: concorrenza e reciproco rafforzamento tra

diversi modelli di amministrazione globale, in S. CASSESE e M. CONTICELLI, Diritto e amministrazioni

nello spazio giuridico globale, Milano, 2006; J. LIBERI, The Financial Stability Forum: a Step in the

Right Direction … Not Far Enough, in University of Pennsylvania Journal of International Economic Law, 2003, 568 ss.

l’International Organization for Standardization, certamente la principale organizzazione a competenza “generale”, e i molti standard setter con competenze “settoriali”? In assenza di un coordinamento ab externo, la definizione delle rispettive aree di competenza può realizzarsi solo per via negoziale o attraverso l’istituzionalizzazione di strutture comuni; strumenti privilegiati sono a tal fine i

memoranda of understanding e le liason organizzative249.

Il § E.1.9 del memorandum tra ILAC,IAF e ISO, oltre a prevedere varie forme di collaborazione reciproca, stabilisce che le parti “will discuss and mutually agree on

which party should take the lead on any collaborative action in response to the issues identified”. L’analisi dei documenti normativi e delle linee guida prodotte dagli Accreditation Fora permette di comprendere quale assetto concretamente si produca. Si

tratta di un corpus normativo di secondo livello, con funzioni di integrazione, specificazione, interpretazione e rafforzamento delle normative generali dell’ISO. In talune occasioni, i documenti contengono specifiche clausole per la risoluzione dei potenziali conflitti con la disciplina ISO, prevedendo la prevalenza di quest’ultima.